Provvedimento di difetto di giurisdizione/competenza per litispendenza o connessioneInquadramentoL'art. 19, Reg. CE n. 2201/2003, nel disciplinare il fenomeno della litispendenza e connessione nell'ambito dei procedimenti di crisi coniugale ovvero di responsabilità genitoriale disciplinati dal Regolamento, si fondava sul generale principio prior est in tempore, potior est iure (Baratta, Scioglimento e invalidità del matrimonio nel diritto internazionale privato, Milano 2004, 177): è quindi il Giudice successivamente adito che sospende il procedimento pendente dinanzi a sé, in attesa della decisione del primo Giudice sulla questione. Se questi si ritiene competente, il secondo Giudice dichiara d'ufficio la propria incompetenza e la domanda proposta davanti allo stesso può essere proposta al primo Giudice; nel caso opposto, il Giudice successivamente adito può riprendere il proprio procedimento. L'art. 20 del Reg. UE n. 1111/2019 conserva tale impostazione, derogando al criterio della prevenzione per le sole ipotesi in cui le parti abbiano convenuto, ex art. 10, di introdurre la causa dinanzi all'autorità giudiziaria di altro Stato membro. FormulaREPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI ... Il Tribunale, in composizione collegiale, nelle persone dei seguenti magistrati: ... - Presidente ... - Relatore ... - Giudice ha emesso la seguente SENTENZA Nel procedimento iscritto al n. ..., discusso all'udienza del ... e vertente tra La Sig.ra ..., rappresentata e difesa come in atti; -ricorrente- E Il Sig. ..., rappresentato e difeso come in atti; -resistente- RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA DECISIONE rilevato che pende, dinanzi all'autorità giudiziaria spagnola, giudizio di separazione tra gli stessi coniugi di cui al presente procedimento di separazione giudiziale [1] ; considerato che la domanda è stata introdotta di fronte all'autorità giudiziaria spagnola con atto del ..., mentre il ricorso della Sig.ra ... è stato depositato dinanzi a questo Tribunale nella successiva data ...; in ragione di ciò, il Giudice istruttore sospendeva il procedimento ai sensi dell'art. 20, Reg. UE n. 1111/2019 in attesa della decisione dell'autorità giudiziaria preventivamente adita; considerato che è stata prodotta dal residente all'udienza di discussione, decisione in data ... del Tribunale di ... che ha accertato la propria giurisdizione-competenza [2] ; ritenuto di dover integralmente compensare le spese del giudizio, in ragione della natura della pronuncia correlata alla statuizione dell'autorità giudiziaria di un diverso Stato membro dell'Unione europea; P.T.M. visto l'art. 20, Reg. UE n. 1111/2019, dichiara il proprio difetto di giurisdizione/competenza in favore dell'autorità giudiziaria spagnola preventivamente adita [3] ; compensa integralmente le spese tra le parti. Luogo e data ... Il Presidente ... Il Giudice estensore ... 1. Nell'ipotesi prospettata vi è vera e propria litispendenza in quanto le due cause pendenti sono identiche: tuttavia la disciplina dettata dall'art. 20 del Reg. UE n. 1111/2019 opera anche con riguardo a fattispecie propriamente riconducibili al fenomeno della connessione per oggetto o per titolo costitutivo della domanda, ossia ad ipotesi di litispendenza c.d. impropria (Molè, Il regolamento CE n. 2201/2003 (Bruxelles II bis): i criteri di riparto della giurisdizione e la disciplina della sottrazione internazionale dei minori, cit., 1038): tra queste rientrano la connessione tra la domanda di divorzio proposta da uno dei coniugi in uno Stato membro e la domanda di annullamento del medesimo matrimonio proposta dall'altro coniuge in un diverso Stato membro. 2. Tale pronuncia potrebbe essere anche quella con la quale l'autorità giudiziaria straniera ha provveduto nel merito della domanda di separazione, con accettazione implicita della propria giurisdizione/competenza. 3. Non deve essere indicato un termine per la translatio iudicii di fronte all'autorità giudiziaria straniera poiché l'art. 59 della l. n. 69/2009, trova applicazione soltanto nell'ipotesi di c.d. difetto relativo di giurisdizione, ossia ove si controverta del riparto di giurisdizione tra Giudice ordinario e Giudice speciale ovvero tra giudici speciali. CommentoIl § 3 dell'art. 20 del Reg. UE n. 1111/2019 stabilisce che quando la competenza dell'autorità giurisdizionale preventivamente adita è stata accertata, l'autorità giurisdizionale successivamente adita dichiara la propria incompetenza a favore dell'autorità giurisdizionale preventivamente adita. In tal caso, la parte che ha presentato la domanda davanti all'autorità giurisdizionale successivamente adita può promuovere l'azione dinanzi all'autorità giurisdizionale preventivamente adita. La disposizione è considerata rivoluzionaria in dottrina, poiché consente il trasferimento della seconda azione all'interno del primo processo anche quando, in base alla lex fori, nessuna domanda potrebbe essere più presentata, per lo stato avanzato del procedimento, all'interno dello stesso. Tuttavia, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha precisato, rispetto al previgente (e analogo) art. 19 del Regolamento CE n. 2201/2003, che, nei casi di procedimenti di separazione personale e di divorzio instaurati tra le stesse parti in due diversi Stati membri, le condizioni affinché sussista litispendenza non sono soddisfatte nell'ipotesi in cui il procedimento dinanzi alla prima autorità giurisdizionale si sia estinto dopo l'adizione della seconda autorità (CGUE III, n. 489/2015). La S.C. aveva rimesso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea due quesiti pregiudiziali in ordine all'interpretazione dello stesso art. 19 del Regolamento c.d. Bruxelles II-bis, in ordine alle conseguenze della violazione delle disposizioni dettate dalla stessa. In particolare, mediante tale ordinanza, la Corte di Cassazione ha sottoposto alla Corte di Giustizia i seguenti quesiti: a) se la violazione delle regole sulla litispendenza, contenute nei §§ 2 e 3 dell'art. 19 del Regolamento n. 2201/2003, incida esclusivamente sulla determinazione della competenza giurisdizionale, con conseguente applicazione dell'art. 24 del Regolamento CE n. 2201/2003, o, al contrario, possa costituire motivo ostativo al riconoscimento nello Stato membro, la cui autorità giurisdizionale sia stata preventivamente adita, della pronuncia assunta nello Stato membro, la cui autorità giurisdizionale sia stata successivamente adita, sotto il profilo dell'ordine pubblico processuale, tenuto conto che l'art. 24 del Regolamento CE n. 2201/2003 richiama soltanto le regole determinative della competenza giurisdizionale contenute negli artt. da 3 a 14, e non il successivo art. 19; b) se l'interpretazione dell'art. 19 del Regolamento n. 2201/2003, inteso solo come criterio determinativo della competenza giurisdizionale, contrasti con la nozione eurounitaria della litispendenza nonché con la funzione e con la finalità della norma, volta a dettare un insieme di regole inderogabili, di ordine pubblico processuale, a garanzia della creazione di uno spazio comune caratterizzato dalla fiducia e dalla lealtà processuale reciproca tra gli Stati membri, all'interno del quale possa operare il riconoscimento automatico e la libera circolazione di decisioni (Cass. I, ord. n. 15183/2017). Con riferimento a tali quesiti, la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha chiarito che le norme sulla litispendenza di cui all'art. 27 del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale e all'art. 19 del regolamento(CE) n. 2201/2003 del Consiglio, del 27 novembre 2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, che abroga il regolamento (CE) n. 1347/2000, devono essere interpretate nel senso che, qualora, nell'ambito di una controversia in materia matrimoniale, di responsabilità genitoriale o di obbligazioni alimentari, l'autorità giurisdizionale successivamente adita abbia adottato, in violazione di tali norme, una decisione poi divenuta definitiva, esse ostano a che le autorità giurisdizionali dello Stato membro cui appartiene l'autorità giurisdizionale preventivamente adita neghino, per questo solo motivo, il riconoscimento di tale decisione (CGUE I, 16 gennaio 2019, in causa C-386/2017). Alla richiamata pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione europea si è subito adeguata la giurisprudenza di legittimità (v., in senso conforme, Cass. n. 13412/2019). |