Reclamo per ottenere un diverso stato di figlioInquadramentoCome precisato dal comma 4, l'azione di reclamo, di cui all'art. 239 c.c., può essere esercitata anche per pretendere un diverso stato di figlio quando il precedente è stato comunque rimosso. La formula che segue osserva le norme di cui al rito unificato in materia di stato delle persone, minori e famiglia introdotte dal d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023, data di entrata in vigore del provvedimento. FormulaTRIBUNALE DI ... AZIONE DI RECLAMO DI STATO DI FIGLIO (ARTT. 239 E 249 C.C.) Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., C.F. ... [1], cittadino italiano, rappresentato dall'Avv. ... (C.F. ..., fax ..., PEC ... ) [2], presso il cui studio in ... è elettivamente domiciliato, come da mandato in atti, con il presente ricorso espone e chiede quanto segue OGGETTO DELLA DOMANDA Azione di reclamo di stato di figlio nei confronti di: ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ...; ..., nata a ..., il ..., C.F. ..., residente in ...; ..., nata a ..., il ..., C.F. ..., residente in .... FATTI ED ELEMENTI DI DIRITTO SUI QUALI LA DOMANDA SI FONDA L'esponente è nato in ... il ... dalla Sig.ra ..., nata in ..., il ..., residente in ..., C.F. ...; Il medesimo fu riconosciuto dal Sig. ... come proprio figlio nato fuori dal matrimonio con tale Sig.ra ...; il riconoscimento è stato posto nel nulla in esito all'esercizio dell'azione di disconoscimento intrapresa dal curatore speciale nominato al minore ultraquattordicenne ex art. 244, ultimo comma, c.c.; la dichiarazione effettuata al momento della denuncia all'ufficiale di stato civile, inveritiera, trovava ragione nelle seguenti circostanze: ... l'esponente osserva che ricorrevano gli elementi per l'applicazione della presunzione legale di cui agli artt. 231 e 232 c.c. in quanto: la madre, che lasciò effettuare il riconoscimento, era a sua volta coniugata, al momento della nascita, con tale Sig. ..., sì che il marito doveva essere considerato padre del di lei figlio; la nascita era avvenuta nel rispetto sia del disposto delle condizioni di cui al citato art. 231 che dei tempi di presunzione di concepimento di cui al successivo art. 232; la presunzione legale secondo cui il padre è il marito della madre opera automaticamente. Interessa all'esponente reclamare lo stato, che gli spetta per legge, di figlio nato nel matrimonio, con riferimento alla madre sopra generalizzata e al di lei marito Sig. ..., coniugi al momento della sua nascita. E pertanto, tanto premesso CHIEDE All'Ill.mo Sig. Presidente del Tribunale di ... di nominare il Sig. Giudice relatore, con fissazione dell'udienza di comparizione delle parti e termine al ricorrente per la notifica del ricorso e del decreto ai controinteressati, in modo che, sentite le parti e assunti i provvedimenti temporanei e urgenti, il Tribunale voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'Ill.mo Tribunale, contrariis reiectis, - dichiarare che l'esponente, nato da ... quando essa era coniugata con il Sig. ..., deve essere considerato figlio di questi, come figlio nato in costanza di matrimonio, in applicazione della presunzione legale di cui agli artt. 231 e 232 c.c.; - dichiarare che l'esponente ha lo stato di figlio di ... e di ..., nato durante il loro matrimonio; - ordinare, conseguentemente, all'ufficiale di stato civile del comune di ..., di procedere all'annotazione della sentenza a margine dell'atto di nascita del detto minore, come prescritto dall'art. 49, lett. o) del d.P.R. n. 396/2000. Con vittoria di spese in caso di opposizione. In via istruttoria [3] si chiede sin d'ora di ammettere consulenza tecnica medica per accertare il grado di compatibilità genetica ed ematologica tra il Sig. ..., e l'esponente. Si chiede, inoltre, ammettersi prova per testi sulla seguente circostanza: “Vero che ... ”. Si indicano a testi i Sigg.ri: .... Si producono i seguenti documenti: Estratto dell'atto di matrimonio ...; Certificato di stato di famiglia; Atto integrale di nascita del minore .... Si dichiara che non esistono altri procedimenti aventi a oggetto, in tutto o in parte, le medesime domande o domande ad esse connesse. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. ... Per autentica della sottoscrizione Firma Avv. ... 1. L'azione è rivolta a far risultare la verità storica della filiazione che è stata travisata. Il figlio riconosciuto dal padre o dalla madre come nato fuori del matrimonio può agire per far risultare che doveva essere applicata la presunzione di paternità, per nascita o per concepimento, in costanza di matrimonio. Il figlio può reclamare lo status di figlio nato nel matrimonio, in conformità alla presunzione di paternità, quando lo stesso è stato riconosciuto in contrasto con tale presunzione (Trib. Messina 3 marzo 2016). 2. L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nell'atto di citazione il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma telematica e devono essere depositati con modalità telematiche (art. 196-quater disp. att. c.p.c.). 3. Nel giudizio non è consentito il deferimento del giuramento decisorio (Cass. I, n. 2465/1993) e neppure è consentita la prova per interrogatorio formale diretto ad ottenere la confessione del fatto decisivo per il disconoscimento (Cass. I, n. 8087/1998). CommentoLa previsione di cui all'ultimo comma dell'art. 239 c.c. è del tutto residuale e predisposta per munire di un mezzo di tutela il figlio quando, per effetto di uno specifico provvedimento, viene ad essere privato dello stato di cui godeva. L'art. 238 c.c. dispone che nessuno può reclamare uno stato contrario a quello che gli attribuiscono l'atto di nascita di figlio nato nel matrimonio e il possesso di stato conforme all'atto stesso. Ciò comporta che il figlio, interessato ad esercitare l'azione di reclamo, deve prima contestare il titolo utilizzando le apposite azioni di stato; e successivamente provare la maternità, il matrimonio della madre e la nascita in costanza di matrimonio. Il Tribunale di Parma 17 ottobre 1998 (in Dir. fam., 1999, 221) aveva affermato che qualora il figlio, la cui nascita sia avvenuta in costanza di matrimonio dei genitori, sia stato registrato allo stato civile come nato da padre ignoto e da donna che non consente d'essere nominata a causa ed in conseguenza di gravi e drammatici problemi psicologici affliggenti entrambi i genitori (nella specie, trattavasi di bambina, il cui gemello era morto precocemente a seguito di aborto spontaneo, nata, dopo solo 25 settimane di gestazione, in condizioni fisiche assai precarie e con notevoli probabilità, in caso di sopravvivenza, d'essere gravemente minorata (cieca) o, comunque, priva di autonomia e d'ogni capacità di relazione), è consentita, al fine di far acquisire all'infante lo status, del tutto veridico, di figlio legittimo, la proposizione dell'azione di reclamo della legittimità, che ben può essere promossa nei confronti di entrambi i genitori da un curatore speciale del minore. La prova della maternità può ricavarsi dalla documentazione inerente al parto, mentre la prova della paternità, la cui presunzione non vale come integrativa del titolo, può essere suffragata dalle ragioni addotte dai genitori in ordine alle difficoltà d'ordine psicologico che hanno portato alla mancata registrazione del neonato come legittimo, nonché dal fatto che i genitori abbiano successivamente reso una dichiarazione di "riconoscimento" del figlio, pur rifiutata dall'ufficiale di stato civile. La prova della paternità naturale può essere fornita con ogni mezzo e anche con presunzioni. Il convincimento in ordine all'effettiva esistenza di un rapporto di filiazione può essere legittimamente fondato su risultanze probatorie dotate di valore puramente indiziario, senza che necessariamente la prova debba avere ad oggetto la pregressa esistenza di rapporti sessuali tra la madre e il presunto padre durante il periodo del concepimento (Trib. Pistoia 17 gennaio 2019, n. 34). Per effetto della pronuncia Corte costituzionale n. 278/2013, il Giudice può, su richiesta del figlio desideroso di conoscere le proprie origini e di accedere alla propria storia parentale, interpellare la madre che abbia dichiarato alla nascita di non voler essere nominata, ai fini di una eventuale revoca di tale dichiarazione e ciò con modalità idonee ad assicurare la massima riservatezza ed il più assoluto rispetto della dignità della donna, fermo restando che il diritto del figlio trova un limite insuperabile allorché la dichiarazione iniziale per l'anonimato non sia rimossa in seguito all'interpello e persista il diniego della madre di svelare la propria identità (Cass. S.U., n. 1946/2017). In questo ordine di idee Cass. I ord., n. 22497/2021 ha avvertito che il diritto del figlio a conoscere le proprie origini deve essere bilanciato con il diritto della madre a conservare l'anonimato e che va quindi tutelato anche l'equilibrio psicofisico della genitrice: sì che il diritto all'interpello non può essere attivato quando la madre versa in stato di incapacità, anche non dichiarata, e non sia in grado di revocare validamente la propria scelta di anonimato. Al riguardo è stato anche affermato che nel periodo successivo alla morte della donna che non ha voluto essere nominata al momento del parto il figlio biologico può promuovere l'azione volta all'accertamento dello status; e rispetto al suo diritto risulta recessiva la tutela degli eredi (Cass. I, n. 19824/2020, in riferimento ad un caso in cui la madre aveva dimostrato nei fatti di aver superato l'originaria scelta dell'anonimato e trattato il figlio come uno dei suoi). Il Tribunale di Genova (IV, 25 luglio 2018, n. 2172, in Ilfamiliarista, 8 febbraio 2019, con nota di Aresini) ha riferito il diritto del figlio a vedere riconosciuto il suo effettivo status filiationis ad un aspetto fondamentale del diritto di ogni persona alla propria identità personale. |