Azione di disconoscimento del tutore di legittimato infermo di menteInquadramentoL'art. 425, comma 2, c.c. abilita il tutore del soggetto, diverso dal figlio, che sia legittimato all'azione di disconoscimento e che sia stato dichiarato interdetto giudizialmente ad esercitare l'azione di disconoscimento della paternità in nome e per conto dell'incapace. FormulaTRIBUNALE DI ... RICORSO DEL TUTORE DI INFERMO DI MENTE PER DISCONOSCIMENTO DI PATERNITÀ (ARTT. 245, COMMA 2 E 343 C.C.) Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., codice fiscale ..., rappresentato dall'Avv. ... del Foro di ..., C.F. ..., fax ..., PEC ... [1], presso il cui studio in ... è elettivamente domiciliato, come da mandato in atti, propone il presente ricorso nella sua qualità di legale rappresentante del Sig. ... come di seguito generalizzato: PREMESSO CHE L'esponente è stato nominato con provvedimento del Tribunale di ... tutore del Sig. ..., nato a ... il ..., cittadino italiano, C.F. ..., residente in ...; Il detto Sig. ... fu dichiarato interdetto giudizialmente con la sentenza di cui sopra a motivo dell'infermità di mente sopravvenuta a causa di un grave incidente stradale che lo privò improvvisamente della capacità di intendere e di volere; l'odierno incapace aveva espresso la volontà di esercitare l'azione di disconoscimento della paternità di ..., nato in data ..., il ..., e l'espressione di questa volontà era stata manifestata ripetutamente e univocamente, anche con la presa di contatto con un legale per averne informazioni e per preparare la proposizione dell'azione; la qualità di figlio dell'odierno incapace risultava attribuita al detto Sig. ... in forza della presunzione di cui agli artt. 231 e 232 c.c., per la quale è padre il marito della madre, per essere avvenuta la nascita del detto Sig. ... durante il matrimonio del presunto padre con la Sig.ra ..., nata a ..., il ..., cittadina italiana, residente in ... C.F. ...; al momento della denuncia della nascita all'ufficiale di stato civile ricorrevano le condizioni apparenti per l'operatività di detta presunzione, essendo il figlio nato durante il matrimonio dell'odierno incapace con la nominata Sig.ra ...; tuttavia, i coniugi in oggetto vivevano separati quanto meno dalla data in cui, all'udienza del ..., il presidente del Tribunale di ... li autorizzò a interrompere la convivenza in sede di comparizione personale nel procedimento di separazione coniugale, chiusosi poi in forma consensuale, cui è seguito il divorzio; risulta pertanto che il provvedimento presidenziale è di oltre trecento giorni anteriore alla nascita del detto ..., sì che non risulta applicabile la presunzione di paternità sopra ricordata, come espressamente dispone l'art. 232 c.c.; del resto, è ragionevole ritenere che, nel protratto periodo temporale compreso tra il provvedimento presidenziale e la nascita del figlio, la madre non abbia avuto rapporti sessuali con l'allora suo marito, dai quali possa essere derivata la nascita del predetto figlio; da questo rilievo l'odierno incapace aveva maturato la volontà di promuovere l'azione di disconoscimento, poi impeditagli per le gravi conseguenze del ricordato incidente stradale che ha imprevedibilmente compromesso le sue facoltà intellettive e volitive; ritiene questo tutore che persista l'interesse dell'infermo di mente di ottenere il disconoscimento della paternità di ..., come da lui voluto, sia in quanto ne conseguirebbe, per costui, la possibilità di conseguire uno status di figlio rispondente alla verità effettiva e sia in quanto .... Tanto premesso, nella sua qualità di legale rappresentante del Sig. ..., chiede che, eseguiti gli adempimenti di rito, nominato il Giudice istruttore e avuta la presenza delle parti, siano accolte le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'ill.mo Tribunale adito, previa ogni occorrente declaratoria e ritenuta la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 245, comma 2, e 424 c.c., accertare e dichiarare che il Sig. ..., in questo giudizio rappresentato dal tutore Dott. ..., non è il padre biologico di ..., nato a ..., il ...; conseguentemente, ordinare all'ufficiale di stato civile del comune di ... di fare annotazione della sentenza nell'atto di nascita del predetto Sig. .... Con vittoria di spese. IN VIA ISTRUTTORIA [2] Chiede disporsi il test comparativo del DNA tra il convenuto Sig. ... e l'infermo di mente .... Chiede, altresì, ammettersi prova per testi sulla seguente circostanza “ ... ”. Si indicano a testi i Sigg.ri .... Si producono i seguenti documenti: atto di nascita; atto di matrimonio tra ...; copia del decreto di nomina del curatore speciale; verbale dell'udienza presidenziale nel giudizio di separazione coniugale; certificazioni mediche ...; dichiarazione di invalidità .... Con riserva di integrazione e precisazione delle istanze istruttorie e delle conclusioni ai sensi dell'art. 183 c.p.c. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. ... Per autentica della sottoscrizione Avv. ... 1. L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nel ricorso il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. I professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'Elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis, d.lgs. n. 82/2005). Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). 2. Nel giudizio non è consentito il deferimento del giuramento decisorio (Cass. I, n. 2465/1993) e neppure è consentita la prova per interrogatorio formale diretto ad ottenere la confessione del fatto decisivo per il disconoscimento (Cass. I, n. 8087/1998). CommentoIl comma 2 dell'art. 245 c.c. tutela la posizione del soggetto legittimato a promuovere l'azione di disconoscimento della paternità che si trovi nell'impossibilità di esercitarla perché interdetto o perché versa in condizioni di abituale e grave infermità di mente che lo rende incapace di provvedere ai suoi interessi. Mentre per il figlio l'azione è imprescrittibile, la sospensione opera, per gli altri soggetti, per tutto il tempo per il quale sussiste l'interdizione o la grave infermità. Non hanno rilievo l'interdizione legale e l'inabilitazione: le cause di sospensione sono tassative. L'azione ha lo scopo di superare la presunzione di paternità per la quale il padre è il marito della madre, secondo il disposto degli artt. 231 e 232 c.c. L'azione trova la propria giustificazione in esigenze di ordine pubblico, volte a garantire la corrispondenza degli stati personali e familiari alla realtà di fatto; essa presuppone la difformità tra la verità apparente, risultante dalla presunzione ex art. 232 c.c., e la verità sostanziale e obiettiva della filiazione (Trib. Novara 8 novembre 2018). Essa mira a far accertare che il figlio è stato generato da un uomo diverso dal marito della madre e che, allo stato, il figlio è figlio della sola madre (Trib. Nola II, 26 settembre 2019, n. 1971). Il presupposto, in particolare, è costituito dal dato della difformità tra la verità apparente, risultante dalla presunzione di cui all'art. 232 c.c. e la verità sostanziale e oggettiva della filiazione. La suddetta difformità non è, tuttavia, da sola sufficiente a giustificare una pronuncia del Giudice che ristabilisca la verità effettiva. L'azione di disconoscimento infatti va confrontata con l'interesse del minore, che costituisce il vero bene giuridico tutelato dalla normativa. Il favor veritatis incontra il limite del favor minoris, nel senso che occorre operare un bilanciamento tra il diritto all'identità personale legato all'affermazione della realtà biologica e l'interesse alla certezza degli status ed alla stabilità dei rapporti familiari (Cass. I, n. 6517/2019). Il Giudice, al fine dell'accoglimento della domanda, deve valutare l'interesse del minore da intendersi con riferimento alla tutela della sua identità personale e all'esistenza o meno di significativi e attuali rapporti interpersonali tra le parti: indipendentemente da considerazioni meramente economiche e con un accertamento in concreto riferito all'esigenza di uno sviluppo armonico dal punto di vista psicologico, affettivo, educativo e sociale. Il d.lgs. n. 149/2022, ha modificato le norme processuali regolatrici dell'esercizio dell'azione di disconoscimento. Per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni dettate dagli artt. 473-bis e ss. c.p.c. |