Recesso unilaterale dal contratto di convivenza (art. 1, commi 51 e 59, l. n. 76/2016)

Rosaria Giordano

Inquadramento

La l. n. 76/2016, tenendo conto di orientamenti già in precedenza affermati in dottrina ed in giurisprudenza, ha introdotto la possibilità per i conviventi di fatto di disciplinare i loro rapporti patrimoniali mediante la sottoscrizione di un contratto di convivenza nella forma dell'atto pubblico ovvero della scrittura privata autenticata a pena di nullità. Si tratta di una nuova forma di contratto tipico (cfr. Sesta, Manuale di diritto di famiglia, Padova, 2016, 231) che può sciogliersi nelle quattro ipotesi previste dal comma 59 dell'art. 1 della l. n. 76/2016: comune accordo delle parti; recesso unilaterale di una delle parti; matrimonio o unione civile tra i conviventi ovvero di uno di essi con un soggetto terzo; morte di uno dei contraenti.

Formula

ATTO DI RECESSO DAL CONTRATTO CONVIVENZA

Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ....

PREMESSO CHE

– convive stabilmente con la Sig.ra ...., nata a ...., il ...., C.F. ...., sin dall'anno ....;

– dalla loro unione sono nati i figli minori ...., in data ...., e ...., in data ....;

– con accordo del ...., registrato presso il Comune di residenza dei contraenti, l'esponente e la Sig.ra .... hanno formalizzato il loro rapporto, per la regolamentazione degli aspetti patrimoniali, ai sensi dell'art. 1, comma 50, l. n. 76/2016;

– entrambi i contraenti sono capaci di intendere e di volere e di stato libero, né vincolati da altro contratto di convivenza o unione civile;

RECEDE

dal suddetto contratto di convivenza, stipulato in ...., trascritto in data ...., al n. ...., presso l'ufficio dello stato civile del Comune di ....

INVITA [1]

La convivente Sig.ra .... a lasciare l'abitazione sita in ...., via .... n. ...., entro 90 giorni dal presente atto [2].

Luogo e data ....

Firme

Sig. ...., identificato mediante .... [3]

Il sottoscritto avvocato/notaio dichiara che la firma apposta in propria presenza è autentica [4].

Firma Avv./Notaio ....

[1] L'art. 1, comma 64, l. n. 76/2016 prescrive che il professionista che riceve ed autentica l'atto di recesso è tenuto a notificarne copia all'altro contraente all'indirizzo risultante dal contratto.

[2] Invero, se l'abitazione familiare è di proprietà o comunque nella disponibilità esclusiva del recente, la dichiarazione di recesso deve contenere un termine, non inferiore a 90 giorni, al convivente per lasciare l'abitazione.

[3] Il professionista può anche non indicare il documento mediante il quale ha proceduto all'identificazione delle parti utilizzando la formula “sono comparse le parti ...., della cui identità io avvocato/notaio sono certo”.

[4] Viene richiamato il comma 52 dell'art. 1 della l. n. 76/2016, sicché entro 10 giorni dalla ricezione della dichiarazione il notaio o l'avvocato che ha ricevuto ed autenticato la stessa è tenuto, ai fini dell'opponibilità ai terzi, a trascrivere l'atto presso l'Ufficio dello stato civile del comune di residenza.

Commento

La l. n. 76/2016, tenendo conto di orientamenti già in precedenza affermati in dottrina ed in giurisprudenza, ha introdotto la possibilità per i conviventi di fatto di disciplinare i loro rapporti patrimoniali mediante la sottoscrizione di un contratto di convivenza nella forma dell'atto pubblico ovvero della scrittura privata autenticata a pena di nullità. Si tratta di una nuova forma di contratto tipico (cfr. Sesta, Manuale di diritto di famiglia, Padova, 2016, 231).

In particolare, è previsto che il contratto possa contenere l'indicazione della residenza delle parti, le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, in relazione alle sostanze di ciascuno e alla capacità di lavoro professionale o casalingo ed il regime patrimoniale della comunione dei beni, che può essere modificato in qualunque momento durante la convivenza, con atto redatto con la medesima forma del contratto di convivenza (nel senso che, tuttavia, le parti siano libere di regolamentare aspetti ulteriori a quelli indicati, con il solo limite dell'ordine pubblico, v. Simeone-Zanoni, Contratti di convivenza, in ilfamiliarista.it).

Il contratto di convivenza può sciogliersi in quattro ipotesi previste dal comma 59 dell'art. 1 della l. n. 76/2016: comune accordo delle parti; recesso unilaterale di una delle parti; matrimonio o unione civile tra i conviventi ovvero di uno di essi con un soggetto terzo; morte di uno dei contraenti.

L'atto di recesso ha natura ricettizia, sicché si perfeziona soltanto con la notifica all'altro contraente ed ha quale effetto automatico quello, tra l'altro, di scioglimento della comunione legale (ove questo sia il regime patrimoniale prescelto in concreto) tra i conviventi.

I contributi di ciascun convivente per la vita comune e per l'abitazione non sono ripetibili, in quanto costituiscono obbligazioni naturali (Cass. III, n. 1277/2014).

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