Comparsa di costituzione e risposta nell'azione di contestazione dello stato di figlioInquadramentoL'azione di contestazione dello stato di figlio secondo la disciplina dettata dal codice di procedura civile anteriormente alla riforma di cui al d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, instaurava un ordinario giudizio di cognizione dinanzi al tribunale in composizione collegiale (essendo obbligatorio l'intervento del P.M.). La disciplina subentrata ha mutato la normativa processuale per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023, soggetti al rito uniforme per le controversie in materia di persone, di minori e di famiglia. Anche nel mutato contesto la resistenza nel giudizio, ad opera di chi si oppone alla domanda, presuppone la costituzione a mezzo di comparsa di risposta. In proposito, per i procedimenti nuovi l'art. 473-bis.16 si limita a richiamare l'art. 167 e, per quanto riguarda il contenuto della comparsa e la documentazione da allegare, l'art. 473-bis.12 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI .... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1] NELLA CAUSA CIVILE N. R G. .... PROMOSSA da: ...., attore, rappresentato e difeso dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. .... CONTRO ...., – convenuto- e ...., – litisconsorte necessario - L'Avv. ...., del Foro di ...., codice fiscale ...., fax ...., PEC .... [2], che rappresenta, in forza di delega a margine del presente atto, il sig. ...., nato a ...., residente in ...., C.F. .... [3], cittadino italiano, i fini del giudizio elettivamente domiciliato presso la persona e nello studio dello scrivente, in .... VISTO Il ricorso notificato, a istanza dell'attore, in data ...., dichiara di costituirsi in giudizio per opporsi alla domanda e a tal fine espone quanto segue. sostiene che .... e conseguentemente contesta lo stato di figlio nato nel matrimonio con la sig.ra ...., convenuta, unitamente all'esponente, quale litisconsorte necessaria nel giudizio; Si nega in fatto e in diritto quanto per tal modo esposto in citazione e in contrario si oppone: .... .... ..... In particolare, si eccepisce non esser vero che ..... Tanto precisato, e fatta ogni riserva di meglio precisare, dedurre e argomentare, si rassegnano le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'ill.mo Tribunale adito, contrariis reiectis ed effettuati gli eventuali ed opportuni accertamenti, respingere siccome infondata nel merito e indimostrata la domanda attrice; con vittoria di spese di causa, IVA e CPA come per legge. IN VIA ISTRUTTORIA [4] Chiede ammettersi prova per testi sui seguenti capitoli: “vero che ....; vero che .... ”. Si indicano a testimoni: .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1] In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 c.p.c., la comparsa di risposta deve avere la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 del richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro e, dunque, deve ritenersi, anche per le cause di valore indeterminabile, tra le quali sembra doversi annoverare quella in esame. [2]L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nella comparsa il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.; art. 46 disp. att. c.p.c.; d.m. 7 agosto 2023, n. 110) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). I professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'Elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005). [3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). [4]Le deduzioni istruttorie possono essere formulate anche in un momento successivo ed, in particolare, nella seconda memoria di cui all'art. 473-bis.17, comma 2. CommentoPer i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023 la disciplina della costituzione in giudizio è dettata da due norme. L'art. 167 c.p.c. (richiamato espressamente dall'art. 473-bis.16) dispone anche per tali procedimenti che il convenuto deve proporre tutte le sue difese e prendere posizione in modo chiaro e specifico sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda; indicare i mezzi di prova e i documenti che offre in comunicazione; formulare le conclusioni; proporre a pena di decadenza le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni non rilevabili d'ufficio; dichiarare, se ne è il caso, che intende chiamare in causa il terzo. A sua volta, l'art. 473-bis.12 (che riguarda il contenuto del ricorso introduttivo e anch'esso esplicitamente richiamato) aggiunge che la comparsa deve esporre in maniera chiara e sintetica i fatti e gli elementi di diritto oggetto della difesa; che i mezzi di prova devono essere indicati in modo specifico; che l'atto indichi l'esistenza di altri procedimenti aventi a oggetto le stesse domande o domande ad esse connesse; e che, in caso di presenza di figli minori, all'atto siano allegati le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni, la documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili o beni mobili registrati nonché di quote sociali e gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari relativi agli ultimi tre anni. Spetta all'attore fornire la prova dei fatti costitutivi della domanda; per converso, il convenuto deve prendere posizione sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda e indicare i mezzi di prova e i documenti che offre in comunicazione (art. 167 c.p.c.). Opera proposito il principio di non contestazione, per il quale il giudice può considerare provati i fatti non specificamente contestati: “Il convenuto, ai sensi dell'art. 167 c.p.c., è tenuto a prendere posizione, in modo chiaro ed analitico, sui fatti posti dall'attore a fondamento della propria domanda, i quali devono ritenersi ammessi, senza necessità di prova, ove la parte, nella comparsa di costituzione e risposta, si sia limitata a negare genericamente la sussistenza dei presupposti di legge per l'accoglimento della domanda attorea, senza elevare alcuna contestazione chiara e specifica” (Cass. III, n. 19896/2015). Nello stesso senso, Cass. n. 22701/2017. “L'art. 167 c.p.c., imponendo al convenuto l'onere di prendere posizione sui fatti costitutivi del diritto preteso dalla controparte, considera la non contestazione un comportamento univocamente rilevante ai fini della determinazione dell'oggetto del giudizio, con effetti vincolanti per il giudice, che dovrà astenersi da qualsivoglia controllo probatorio del fatto non contestato e dovrà ritenerlo sussistente, in quanto l'atteggiamento difensivo delle parti espunge il fatto stesso dall'ambito degli accertamenti richiesti. Tuttavia, in tanto può porsi il problema della contestazione del fatto ed assumere rilievo la non contestazione quale indice, in positivo e di per sé, di una linea incompatibile con la negazione del fatto, in quanto l'allegazione del fatto, con tutti gli elementi costituenti il suo contenuto variabile e complesso, risulti connotata da precisione e specificità, tali da renderla conforme al modello postulato dalla regola legale o contrattuale per l'attribuzione del diritto; altrimenti, il fatto resta, per ciò stesso, estraneo al potere-dovere di contestazione, atteso il collegamento con quello di allegazione (di cui costituisce riflesso processuale) posto dal citato art. 167 c.p.c., e la sua omessa deduzione (nella estensione dovuta) lo restituisce interamente al thema probandum come disciplinato dall'art. 2697 c.c.” (Cass. I, n. 6936/2004). Oggetto e modalità della prova contraria erano disciplinate dall'art. 243 c.c., poi abrogato a seguito della contestuale riformulazione dell'art. 241 che assegna attualmente alle parti facoltà di prova con ogni mezzo. Deve tuttavia ritenersi ad oggi condivisibile l'orientamento dottrinario e giurisprudenziale che escludeva dai mezzi di prova la confessione e il giuramento, incompatibili con l'indisponibilità dei diritti oggetto dell'azione di contestazione. |