Atto di riconoscimento davanti all'ufficiale di stato civileInquadramentoDispone l'art. 254 c.c. che il riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio è fatto nell'atto di nascita oppure con una apposita dichiarazione, posteriore alla nascita o al concepimento, davanti a un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento. FormulaCOMUNE DI ... UFFICIO DELLO STATO CIVILE Addì ..., davanti a me, Dott., ufficiale dello stato civile del Comune di ..., è comparso il Sig. ..., nato a ... [1], il ..., residente in ..., C.F. ..., il quale dichiara di voler effettuare il riconoscimento, come proprio figlio nato fuori del matrimonio, del minore ..., nato a ..., in data ..., che attualmente ha lo status di .... Per l'effetto il predetto Sig. ... esibisce: atto di nascita del minore; stato di famiglia; certificato di residenza; dichiarazione di consenso della Sig.ra ..., nata a ..., il ..., residente in ..., C.F. ..., nella sua qualità di madre del minore, come da atto di riconoscimento effettuato al momento della nascita e di cui è annotazione nel detto certificato di nascita del minore. Lo scrivente ufficiale di stato civile, preso atto delle produzioni effettuate e della dichiarazione ricevuta; visti gli artt. 254 c.c., 42 e 45, d.P.R. n. 396/2000; provvede alla dovuta annotazione nell'atto di nascita del minore .... Sottoscrizione del Dichiarante ... L'Ufficiale di Stato Civile ... 1. Ai sensi dell'art. 45 del d.P.R. n. 396/2000, il riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio che non ha compiuto i quattordici anni non può essere ricevuto dall'ufficiale dello stato civile in mancanza del consenso del genitore che lo ha riconosciuto per primo o della sentenza del tribunale per i minorenni che tiene luogo del consenso mancante. Il consenso può essere manifestato, anteriormente al riconoscimento, davanti ad un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento, qualunque sia la forma di questo, oppure può essere manifestato contestualmente al riconoscimento medesimo. CommentoIl d.P.R. n. 396/2000, di revisione delle disposizioni dell'Ordinamento dello stato civile, regole stabilisce, all'art. 42, che chi intende riconoscere un figlio nato fuori del matrimonio davanti all'ufficiale dello stato civile deve dimostrare che nulla osta al riconoscimento ai sensi di legge. Se il riconoscimento è fatto con atto distinto, posteriore alla nascita, e questa è avvenuta in altro comune, l'ufficiale dello stato civile deve acquisire direttamente la relativa documentazione ai sensi dell'art. 21, comma 2. La dichiarazione di riconoscimento di un figlio nato fuori del matrimonio, fatta a norma dell'art. 254 c.c., è annotata nell'atto di nascita, come precisato dall'art. 43 del detto d.P.R. n. 396/2000. Peraltro, se il riconoscimento riguarda un figlio nato fuori del comune in cui l'atto è ricevuto, l'ufficiale dello stato civile trasmette copia dell'atto di riconoscimento, ai fini dell'annotazione nell'atto di nascita, all'ufficiale dello stato civile del comune dove è stata dichiarata la nascita. In caso di riconoscimento di un figlio nato fuori del matrimonio, già riconosciuto dall'altro genitore, l'ufficiale dello stato civile deve darne notizia al genitore che per primo ha effettuato il riconoscimento e che non ha prestato il proprio consenso. Più in generale, la giurisprudenza ha affermato: “Le dichiarazioni rese all'ufficiale dello stato civile se dirette esclusivamente a dare pubblica notizia di eventi, quali la nascita o la morte, rilevanti per l'ordinamento dello stato civile per il solo fatto di essersi verificati, impongono al menzionato ufficiale di riceverle e formarne nei suoi registri processo verbale per atto pubblico, senza che gli spetti di stabilire la compatibilità o meno di detti eventi con l'ordinamento italiano e se, per questo, abbiano rilevanza e siano produttivi di diritti e di doveri. Diversamente, qualora, tali dichiarazioni siano, di per se stesse, produttive di effetti giuridici, riguardo allo status della persona cui si riferiscono, l'ufficiale dovrà rifiutare di riceverle ove le ritenga in contrasto con l'ordinamento e con l'ordine pubblico” (Cass. I, n. 13000/2019). E anche: “Il giudice nazionale, chiamato a valutare la compatibilità con l'ordine pubblico dell'atto di stato civile straniero (nella specie, dell'atto di nascita), i cui effetti si chiede di riconoscere in Italia, deve verificare non già se quell'atto applichi una disciplina della materia conforme o difforme rispetto a più norme interne (benchè imperative o inderogabili), ma se contrasti con le esigenze di tutela dei diritti fondamentali dell'uomo desumibili dalla Costituzione, dai Trattati fondativi e dalla Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea, nonchè dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo” (Cass. I, n. 19599/2016/2016). |