Impugnazione del riconoscimento per violenzaInquadramentoL'art. 265 c.c. prevede come fattispecie a sé l'impugnazione del riconoscimento di figlio nato fuori del matrimonio sull'assunto che essa sia imputabile a violenza. L'azione spetta all'autore del riconoscimento, vittima della violenza, e deve essere esercitata entro un anno dal giorno in cui la costrizione è cessata. FormulaTRIBUNALE DI ... RICORSO IMPUGNAZIONE DI RICONOSCIMENTO DI FIGLIO NATO FUORI DEL MATRIMONIO (ART. 265 C.C.) Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., C.F. ... [1], cittadino italiano, rappresentato dall'Avv. ..., del Foro di ..., C.F. ..., PEC ..., fax ... [2], presso il cui studio in ... è elettivamente domiciliato, come da mandato in calce PREMESSO CHE L'esponente ha convissuto dal ... con la Sig.ra ..., nata a ..., il ..., residente in ...; la convivenza è stata fortemente osteggiata dalla famiglia della donna, che pretendeva un regolare matrimonio e non aveva una buona opinione dell'esponente; la relazione dovette essere più volte interrotta e altrettante volte ripresa, per le insistenze dell'esponente, che non intendeva rinunciare al rapporto con la predetta; in data ... la nominata Sig.ra dette alla luce un figlio, al quale fu attribuito il nome di ... e che venne denunciato, dall'esponente attore, all'ufficiale di stato civile del comune di ... come proprio figlio, nato fuori del matrimonio; il riconoscimento, tuttavia, fu dovuto alle violenze esercitate nei confronti dell'esponente dai genitori della donna, nel frattempo rientrata in famiglia, e non rispondeva alla verità storica dei fatti; la predetta in uno dei momenti di allontanamento aveva conosciuto un'altra persona con la quale aveva intrattenuto rapporti sessuali e convissuto per un brevissimo periodo more uxorio in assoluta segretezza; abbandonata dalla nuova conoscenza, la nominata ... aveva preteso il riconoscimento del figlio da parte dell'esponente per conferire alla sua situazione di ragazza madre una parvenza di regolarità per l'opinione pubblica; la pretesa era stata sostenuta con violenza verbale ed aggressioni fisiche dai genitori della stessa, che avevano minacciato l'esponente di fargli perdere il lavoro, alle dipendenze di loro conoscenti; in questa situazione di grave pressione morale e psicologica l'esponente si induceva al riconoscimento, pur consapevole del difetto della sua veridicità; attualmente l'esponente ha interrotto definitivamente ogni legame con la predetta e con i suoi familiari, ha reperito una stabile occupazione ed ha mutato località di residenza; in questa mutata situazione l'esponente ha maturato il proposito di impugnare il riconoscimento effettuato, quale frutto di violenze e non veritiero; al fine di promuovere la presente impugnazione l'esponente ha provveduto a chiedere al Sig. Presidente di codesto tribunale la nomina di un curatore speciale che rappresenti il minore nel presente procedimento, nomina avvenuta in data ..., nella persona del Dott. ...; Tutto ciò premesso, l'esponente, come sopra generalizzato e rappresentato, non essendo ancora trascorso un anno dalla cessazione delle violenze, chiede al sig. Presidente del tribunale di designare il giudice relatore e fissare l'udienza di comparizione affinchè, esperita l'istruttoria e disattese le contrarie difese, siano accolte le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'ill.mo Tribunale, effettuati gli eventuali accertamenti ritenuti opportuni: accertare che il riconoscimento di figlio nato fuori del matrimonio del minore ..., effettuato dall'esponente attore in ..., il ..., è viziato da violenza e non rispondente a verità; dichiarare che il minore ... non è figlio dell'esponente attore; ordinare all'ufficiale di stato civile del comune di ..., di procedere all'annotazione della sentenza a margine dell'atto di nascita del detto minore, come prescritto dall'art. 49 del d.P.R. n. 396/2000; con vittoria di spese e diritti in caso di opposizione, come da nota che si produce. In via istruttoria [3] si chiede sin d'ora: di ammettere consulenza tecnica medica per accertare il grado di compatibilità genetica ed ematologica tra il minore ..., e l'esponente; di ammettere prova per testimoni sui seguenti capitoli aventi ad oggetto gli atti di violenza subiti: “Vero che ... ”. Si indicano a testi .... Lo scrivente difensore dichiara di voler ricevere le comunicazioni di cancelleria all'indirizzo PEC o di fax indicati in epigrafe. Ai sensi dell'art. 10, d.P.R. n. 115/2002 si dichiara inoltre che la presente causa è esente dal contributo unificato. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. ... Per autentica della sottoscrizione Avv. ... 1. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c.) e devono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). 2. L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare nell'atto di citazione il proprio codice fiscale e il numero di fax. L'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, sanziona l'omessa indicazione del numero di fax con l'aumento della metà del contributo unificato. I professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'Elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis, d.lgs. n. 82/2005). 3. Nel giudizio non è consentito il deferimento del giuramento decisorio (Cass. I, n. 2465/1993) e neppure è consentita la prova per interrogatorio formale diretto ad ottenere la confessione del fatto decisivo per il disconoscimento (Cass. I, n. 8087/1998). CommentoIn tema di impugnativa di riconoscimento di figlio nato fuori dal matrimonio, per difetto di veridicità, è necessaria, a pena di nullità del relativo procedimento per violazione del principio del contraddittorio se il figlio è soggetto minorenne, la nomina di un curatore speciale per il minore, legittimato passivo e litisconsorte necessario, dovendosi colmare la mancanza di una espressa previsione in tal senso dell'art. 263 c.c. (anche nella formulazione successiva al d.lgs. n. 154/2013) mediante una interpretazione costituzionalmente orientata in quanto la posizione del minore si pone, in via generale ed astratta, in potenziale conflitto di interessi con quella dell'altro genitore legittimato passivo, non potendo stabilirsi ex ante una coincidenza ed omogeneità d'interessi in ordine né alla conservazione dello status, né alla scelta contrapposta, fondata sul favor veritatis e sulla conoscenza della propria identità e discendenza biologica (Cass. I, n. 1957/2016). L'ascolto del minore è necessario in tutte le azioni di status, anche se espressivo di una volontà non vincolante per il Giudice; ed è funzionale a consentire il doveroso bilanciamento tra favor veritatis e favor minoris, onde la sua omissione non può trovare giustificazione né nel dubbio circa la capacità di discernimento del minore né su ragioni di mera opportunità (Cass. I, n. 28521/2019). La competenza a conoscere dell'impugnazione appartiene al tribunale ordinario anche se l'azione è riferita al riconoscimento di un minore (art. 38 disp. att. c.c.). Ai procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni introdotte dal d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, di cui agli artt. 473-bis e ss. c.p.c. La competenza per territorio, se il procedimento riguarda un minorenne, spetta al tribunale del luogo di residenza abituale del minore; se vi è stato trasferimento non autorizzato del minore la competenza, entro l'anno dal trasferimento, spetta al tribunale del luogo di ultima residenza abituale del minore (art. 473-bis.11 c.p.c.). Se il procedimento non è riferito ad un minore si applicano le regole ordinarie del foro generale delle persone fisiche. L'art. 48 del d.P.R. n. 396/2000 (Ordinamento dello stato civile) dispone che la sentenza passata in giudicato che accoglie l'impugnazione dell'atto di riconoscimento è comunicata, a cura del procuratore della Repubblica, o è notificata, a cura degli interessati, all'ufficiale dello stato civile che ne fa annotazione nell'atto di nascita; e che, nel caso di rigetto dell'impugnazione, qualora questa sia stata annotata nell'atto di nascita, la sentenza è parimenti comunicata o notificata all'ufficiale dello stato civile affinché annoti, di seguito alle precedenti annotazioni, anche il rigetto dell'impugnazione. |