Autorizzazione al tutore dell'interdettoInquadramentoPer l'interdetto che si trova nelle condizioni di poter promuovere l'azione di dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità è legittimato ad agire il tutore: il quale deve preventivamente chiedere l'autorizzazione al Giudice tutelare. FormulaTRIBUNALE DI ... DECRETO [1] DI AUTORIZZAZIONE Il Giudice tutelare, Dott. ... ha pronunciato il seguente DECRETO Vista l'istanza proposta da ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., nella sua qualità di tutore di ..., dichiarato interdetto con sentenza ..., per essere autorizzato a promuovere l'azione di dichiarazione giudiziale di paternità nei confronti di tale ...; vista la documentazione prodotta e assunte sommarie informazioni presso ...; ritenuto che sussistono elementi affidabili sui quali fondare la cennata azione per dichiarazione di paternità; ritenuto che il promuovimento dell'azione riveste interesse per l'interdetto che, se dichiarato figlio del detto Sig. ... potrebbe ricevere cure ed assistenza migliori di quelle che gli forniscono gli scarsi mezzi finanziari di cui attualmente dispone; AUTORIZZA Il richiedente Sig. ..., nella sua qualità di tutore del minorenne ..., ad intraprendere in nome e per conto di costui l'azione di dichiarazione giudiziale di paternità nei confronti di .... Luogo e data ... Il Giudice tutelare ... Depositato in Cancelleria 1. Il decreto è pronunciato d'ufficio o a istanza, anche orale, di parte. Se è pronunciato su ricorso, è scritto in calce all'atto; se è richiesto oralmente, viene redatto un verbale nel quale è contenuto il provvedimento. Il decreto non è motivato, tranne nei casi in cui la motivazione è espressamente prevista dalla legge. È tipico atto ordinatorio e di organizzazione (art. 135 c.p.c.). CommentoIl tutore deve chiedere al Giudice tutelare l'autorizzazione quando intende promuovere giudizi (art. 374, comma 1, n. 9, c.c.). L'autorizzazione non è necessaria per resistere in giudizio o per esercitare azioni meramente conservative del patrimonio. Sul punto il d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, ha lasciato immutata la citata disposizione disciplinatrice dei casi per i quali è necessaria l'autorizzazione preventiva del Giudice tutelare. Al tutore di persona interdetta, già costituito e soccombente in primo grado, non necessita l'autorizzazione del Giudice tutelare per appellare la relativa sentenza, mancando, in tale ipotesi, diversamente da quella dell'inizio "ex novo" del giudizio da parte sua, agli effetti dell'art. 374, n. 5, c.c., la necessità di compiere la preventiva valutazione in ordine all'interesse ed al rischio economico per l'incapace (Cass. II, n. 19499/2015). Nell'ipotesi in cui il tutore abbia promosso un giudizio nell'interesse dell'incapace senza l'autorizzazione prescritta dall'art. 374, n. 5, c.c., si determina un vizio di legittimazione processuale che determina la radicale nullità dell'intero giudizio, e non attenendo a materia disponibile, deve essere rilevato, anche d'ufficio, dal Giudice. L'autorizzazione, infatti, è un presupposto necessario per la regolare costituzione del rapporto processuale, e pertanto colui che ha promosso il giudizio qualificandosi rappresentante legale dell'incapace ha l'onere della prova dell'autorizzazione, quale presupposto della propria legittimazione all'esercizio delle facoltà processuali (Cass. II, n. 11344/2003). |