Reclamo avanti la Corte d'Appello avverso la sentenza di non luogo a procedereInquadramentoLa sentenza che dichiara non luogo a provvedere sullo stato di adottabilità del minore può essere oggetto di impugnazione avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia. FormulaCORTE DI APPELLO DI ... [1] SEZIONE MINORI, PERSONE E FAMIGLIA RECLAMO [2]EX ART. 17, COMMA 1, L. N. 184/1983 Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., del Foro di ..., C.F. ..., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax ... ed all'indirizzo PEC ... ) [3] presso il cui studio in ..., via ..., è elettivamente domiciliato, come da procura allegata al presente atto - reclamante - CONTRO il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., C.F. ..., - reclamato - AVVERSO la sentenza n. ... / ..., emessa dal Tribunale per i Minorenni di ..., in data ... e depositata in data ..., ... all'esito del procedimento R.G. n. ... / ..., con cui “ ... ” [4] PREMESSO CHE - il Tribunale per i Minorenni di ..., con sentenza n. ... / ..., emessa in data ..., all'esito del procedimento R.G. n. ... / ..., notificata in data ..., ha dichiarato non luogo a provvedere sullo stato di adottabilità del minore ..., nato a ..., il ...; - nelle motivazioni della predetta sentenza si legge che: a) ...; b) ...; c) ...; - nel caso in questione, tuttavia, si ritiene che sussista la situazione di abbandono morale e materiale prevista dall'art. 8, l. n. 184/1983 dato che: a) ...; b) ...; c) ...; [5] - il ricorrente, alla luce di tali considerazioni, intende proporre reclamo avvero il provvedimento sullo stato di adottabilità del minore per i seguenti motivi: 1) ...; 2) ...; 3) .... *** Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, PROPONE RECLAMO ai sensi dell'art. 17, comma 1, l. n. 184/1983 avverso la sentenza n. ... / ..., emessa in data ... dal Tribunale per i Minorenni di ..., all'esito del procedimento R.G. n. ... / ..., e, per l'effetto, rassegnando le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'Ecc.ma Corte di Appello adita, contraris reiectis, fissata l'udienza di comparizione delle parti con termine per notifica del presente ricorso e pedissequo provvedimento di fissazione udienza. In via principale: - annullare la sentenza n. ... / ..., emessa in data ... dal Tribunale per i Minorenni di ..., all'esito del procedimento R.G. n. ... / ... e, per l'effetto, - dichiarare lo stato di adottabilità del minore. In ogni caso: con vittoria di spese e compensi come da d.m. n. 55/2014; In via istruttoria: a) ...; b) ...; c) .... Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali. Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti: 1. sentenza del Tribunale per i Minorenni di ... n. ... / ... del ..., in copia autentica; 2. fascicolo di primo grado; 3. ... [6]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Io sottoscritto ..., nato a ..., il ... e residente a ..., via ..., n. ..., C.F. ... delego l'Avv. ... con studio a ..., via ..., n. ..., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (g.d.p.r.) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito. Luogo e data ... Firma ... Per autentica della sottoscrizione Firma Avv. ... 1. Risulta competente, secondo le regole generali, la Corte d'Appello nel cui distretto ha sede il Tribunale per i Minorenni che ha emesso la sentenza impugnata. 2. L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato: “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m. n. 110/2023 individua l'articolazione che il l'atto deve avere e l'art. 3 d.m. n. 110/2023 individua in 80.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m. n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m. n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio.. 3. Ai sensi dell'art. art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. ... il contributo unificato è aumentato della metà”. 4. Occorre indicare il dispositivo della sentenza del Tribunale per i Minorenni che si intende impugnare. 5. Devono essere indicate le ragioni di fatto e di diritto in base alle quali si ritiene sussistente lo stato di abbandono morale e materiale e che giustificherebbero la dichiarazione di adottabilità del minore. Inoltre, dovranno essere specificamente indicati i motivi per cui non si ritiene condivisibile l'iter argomentativo contenuto nella sentenza del Tribunale per i Minorenni impugnata. 6. Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre. CommentoLa sentenza di non luogo a provvedere sullo stato di adottabilità Il procedimento di adottabilità, di natura contenziosa (Cass. I, n. 3805/2010) e celebrato con rito camerale, si conclude con sentenza. In forza di quanto dispone l'art. 16, l. n. 184/1983, se dagli accertamenti e dalle audizioni emerge che non sussiste lo stato di adottabilità morale e materiale del minore, il procedimento di adottabilità si conclude con sentenza che dichiara il non luogo a provvedere. La sentenza deve essere congruamente motivata e deve essere emanata solo dopo aver sentito il Pubblico Ministero, il legale rappresentate dell'istituto o della comunità ove il minore si trova affidato, il tutore ed anche il minore se ha compiuto gli anni dodici. Il minore potrà essere sentito anche se di età inferiore, in considerazione della sua capacità di discernimento. La sentenza emessa senza previa audizione delle parti processuali deve essere considerata nulla (Cass. I, n. 1251/2012; Cass. I, n. 4495/1998 e Cass. I, n. 3526/1989), mentre la mancata convocazione e audizione di parti non necessarie si traduce in una forma di invalidità sanabile. L'art. 16, comma 2, l. n. 184/1983, dopo aver individuato i soggetti a cui la sentenza di non luogo a provvedere deve essere notificata per esteso, precisa che il Tribunale per i Minorenni può adottare i provvedimenti opportuni nell'interesse del minore. In forza del richiamo operato dall'art. 16, comma 3, l. n. 184/1983 agli artt. 330 ss. c.c., il Giudice minorile, ricorrendone i presupposti di fatto e di diritto, potrà assumere i provvedimenti necessari a tutelare la fragile situazione del minore, anche se essa non giunge a concretizzare una situazione di abbandono morale e materiale. Tali provvedimenti possono essere impugnati, anche autonomamente rispetto alla sentenza di non luogo a provvedere (Cass. I, n. 5134/2014), con reclamo avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia (art. 739 c.p.c. e art. 38, comma 3, disp. att. c.c.), e potranno, comunque, essere modificati e revocati in ogni tempo, ai sensi di quanto dispone l'art. 742 c.p.c. Non risulta ammissibile il ricorso per Cassazione avverso il provvedimento reso in sede di reclamo (Cass. I, n. 5134/2014). La sentenza deve essere trascritta, a cura del Cancelliere del Tribunale per i Minorenni, nei termini e nei modi previsi dall'art. 18, l. n. 184/1983. La sentenza di non luogo a provvedere produce effetti rebus sic stantibus e pertanto non è da ritenersi ostativa rispetto alla riproposizione di un ulteriore ricorso ad opera del Pubblico Ministero minorile laddove sorgano nuovamente situazioni che integrino ipotesi di abbandono morale e materiale del minore (Finocchiaro - Finocchiaro, Disciplina dell'adozione e dell'affidamento, Milano, 1983). Il reclamo La sentenza che dichiara lo stato di adottabilità del minore è impugnabile ai sensi e per gli effetti di quanto dispone l'art. 17, l. n. 184/1983, il quale, a seguito della novella del 2001, ha abrogato l'istituto dell'opposizione avanti al Tribunale per i Minorenni. L'art. 17, comma 1, l. n. 184/1983 prevede che la sentenza del Tribunale per i Minorenni che dichiara l'adottabilità del minore può essere impugnata dalle parti a cui è stata notificata entro trenta giorni che iniziano a decorrere dalla data in cui si è perfezionata la notifica della sentenza. Nel caso di mancata notifica, il termine per impugnare è di sei mesi che iniziano a decorrere dalla data di pubblicazione della sentenza (cfr. art. 327 c.p.c.). La conoscenza della sentenza acquisita aliunde non può considerarsi idonea a far decorrere il termine di trenta giorni. Va ricordato che la sentenza del Tribunale per i Minorenni, a norma di quanto dispone l'art. 15, comma 3, l. n. 184/1983 deve contenere l'indicazione del diritto di proporre impugnazione. Legittimati attivi all'impugnazione sono il Pubblico Ministero, i genitori - o in mancanza i parenti fino al quarto grado -, il tutore e il curatore speciale del minore (cfr. Cass. I, ord. n. 29424/2020). Le parti devono risultare soccombenti nel giudizio di primo grado, ad eccezione del Pubblico Ministero, il quale può proporre appello indipendentemente dalla soccombenza ed anche se il Tribunale per i Minorenni ha accolto le sue ragioni. La giurisprudenza ha precisato che i genitori del minore – anche se nei loro confronti è stata pronunciato un provvedimento ablativo o limitativo della responsabilità genitoriale (Cass. I, n. 16060/2018) – devono essere considerati litisconsorti necessari nel giudizio di appello anche se non si sono costituiti nel giudizio di primo grado (Cass. I, n. 18148/2018 e Cass. I, n. 2072/2023). Nei loro riguardi, pertanto, deve essere integrato il contraddittorio, non essendo sufficiente la sola notificazione attuata d'ufficio del decreto presidenziale di fissazione dell'udienza di discussione dell'appello. L'impugnazione, di cui all'art. 17, comma 1, l. n. 184/1983, si propone con ricorso avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia (art. 38, comma 3, disp. att. c.c.) e dovrà contenere specifiche critiche al provvedimento impugnato. Il giudizio d'appello si svolge nelle forme del rito camerale e risulta applicabile la disciplina di cui agli artt. 737 ss. c.p.c. Pertanto, il Presidente della Sezione minori, persone e famiglia della Corte d'Appello, ricevuto il ricorso, dovrà fissare, entro il termine ordinatorio di sessanta giorni decorrenti dal deposito dell'atto introduttivo, con decreto l'udienza di discussione. Nel predetto decreto devono essere indicati anche il termine entro cui l'atto introduttivo, unitamente al decreto di fissazione udienza, deve essere notificato alle controparti ed il termine concesso alle parti necessarie del procedimento per costituirsi in giudizio. Risulta apprezzabile quell'opzione interpretativa che ritiene necessaria l'audizione del minore, prevista dall'art. 15, l. n. 184/1983, anche nel giudizio d'appello dato che quest'ultimo integra un giudizio di merito (Astiggiano, Ascolto del minore (infra) dodicenne nel procedimento di adozione in appello, in Riv. dir. fam., 2012, 888 ss.). La Corte d'Appello, sentite le parti e il Pubblico Ministero e disposto ogni ulteriore accertamento ritenuto necessario, decide con sentenza, che dovrà essere depositata entro quindici giorni e notificata a cura della Cancelleria al Pubblico Ministero e alle altre parti. La Corte d'Appello potrà rigettare il reclamo ovvero accoglierlo e dichiarare lo stato di adottabilità del minore. Pertanto, il giudizio di secondo grado costituisce un momento processuale in cui viene svolto un nuovo ed approfondito esame sulla situazione, personale e familiare, in cui versa il minore. In ogni caso la Corte d'Appello non potrà provvedere ai sensi degli artt. 330 ss. c.c. in quanto si tratta di competenza funzionalmente attribuita al Tribunale per i Minorenni (Cass. I, n. 1311/1991). |