Reclamo avanti la Corte d'Appello avverso il decreto del Tribunale per i MinorenniInquadramentoIl decreto del Tribunale per i Minorenni che si pronuncia sulla sussistenza o sull'insussistenza dell'idoneità all'adozione internazionale può essere oggetto di impugnazione avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, da parte del Pubblico Ministero o dagli aspiranti adottanti. FormulaCORTE DI APPELLO DI .... [1] SEZIONE MINORI, PERSONE E FAMIGLIA RECLAMO [2]EX ART. 30, COMMA 5, L. N. 184/1983 Il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., e la Sig.ra ...., nata a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., rappresentati e difesi dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax .... ed all'indirizzo PEC ....) [3] presso il cui studio in ...., via ...., sono elettivamente domiciliati, come da procura allegata al presente atto - reclamante - CONTRO il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., - reclamato - AVVERSO il decreto n. .... / ...., emesso dal Tribunale per i Minorenni di ...., in data .... e depositata in data ...., a .... all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., con cui “ .... ” [4]; PREMESSO CHE – i reclamanti, con atto depositato in data ...., hanno manifestato all'Ill.mo Tribunale per i Minorenni di .... la loro disponibilità all'adozione di un minore straniero ed hanno contestualmente richiesto che venisse dichiarata la loro idoneità all'adozione internazionale; – il Servizio Sociale di .... eseguiva gli accertamenti previsti dall'art. 29-bis, commi 4 e 5, l. n. 184/1983 da cui emergeva che: a) ....; b) ....; c) ....; – il Tribunale per i Minorenni di ...., con decreto n. .... / ...., emesso in data ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., comunicato in data ...., ha dichiarato, ai sensi dell'art. 30, l. n. 184/1983, l'inidoneità all'adozione internazionale del Sig. ...., nato a ...., il ...., e della Sig.ra ...., nata ...., il ...., entrambi residenti in ...., via .... [5]; - nella motivazione del predetto decreto si legge che: a) ....; b) ....; c) ....; - i ricorrenti intendono proporre reclamo avvero tale sentenza per i seguenti motivi: 1) ....; 2) ....; 3) ..... *** Tutto ciò premesso, il Sig. .... e la Sig.ra ...., ut supra rappresentati, difesi e domiciliati, PROPONGONO RECLAMO ai sensi dell'art. 30, comma 5, l. n. 184/1983, avverso il decreto n. .... / ...., emesso in data .... dal Tribunale per i Minorenni di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., e, per l'effetto, rassegnando le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'Ecc.ma Corte di Appello adita, contraris reiectis, fissata l'udienza di comparizione delle parti con termine per notifica del presente ricorso e pedissequo provvedimento di fissazione udienza ed esperito ogni opportuno accertamento, In via principale: – revocare, annullare o comunque privare di qualsiasi effetto il decreto n. .... / ...., emesso in data .... dal Tribunale Ordinario di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / .... e, per l'effetto, - dichiarare l'idoneità all'adozione di minore straniero residente all'estero del Sig. .... e della Sig.ra .... In ogni caso: con vittoria di spese e compensi come da d.m. n. 55/2014; In via istruttoria: a) ....; b) ....; c) ..... Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali. Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti: 1. decreto del Tribunale per i Minorenni di .... n. .... / .... del ....; 2. fascicolo di primo grado; 3. .... [6]. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto ...., nato a ...., il .... e residente a ...., via ...., n. ...., C.F. .... delego l'Avv. .... con studio a ...., via ...., n. ...., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (G.D.P.R.) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito. Luogo e data .... Firma .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Risulta competente, secondo le regole generali, la Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, nel cui distretto ha sede il Tribunale per i Minorenni che ha emesso il decreto impugnata (cfr. art. 38, comma 3, disp. att. c.c.). [2]L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m. n. 110/2023 individua l'articolazione che l'atto deve avere e l'art. 3 d.m. n. 110/2023 individua in 80.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m. n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m. n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio. [3]Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. .... il contributo unificato è aumentato della metà”. [4]Occorre indicare il dispositivo del decreto del Tribunale per i Minorenni che si intende impugnare. [5]Attraverso il reclamo potrebbe essere impugnato anche il decreto che dichiara l'idoneità all'adozione. In tal caso il reclamo sarà diretto ad ottenere la revoca del decreto pronunciato dal Tribunale per i Minorenni e la dichiarazione di inidoneità all'adozione internazionale da parte della Corte d'Appello. In tali casi sarà il Pubblico Ministero ad impugnare in quanto l'unico, tra i soggetti aventi legittimazione attiva, ad avere interesse ad impugnare. [6]Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre. CommentoIl decreto di idoneità/inidoneità all'adozione internazionale Il Tribunale per i Minorenni, ricevuta la relazione dei Servizi socio-assistenziali di cui all'art. 29-bis, commi 4 e 5, l. n. 184/1983, deve disporre l'audizione della coppia che si è dichiarata disponibile all'adozione e può effettuare ulteriori approfondimenti, laddove risultino necessari ai fini di acquisire elementi utili alla dichiarazione d'idoneità. L'audizione dei coniugi, anche nel caso di relazione totalmente negativa da parte dei Servizi competenti, è un adempimento istruttorio necessario previsto a pena di nullità degli atti successivi. Conclusa l'attività istruttoria, il Tribunale per i Minorenni dichiara l'idoneità o l'inidoneità all'adozione con decreto motivato. La pronuncia dovrebbe intervenire entro il termine ordinatorio di due mesi successivi alla ricezione della relazione del Servizio socio-assistenziale. In caso di manifesta carenza dei requisiti della coppia istante previsti dall'art. 6, l. n. 184/1983, il Tribunale per i Minorenni appena ricevuta la dichiarazione di disponibilità può emettere decreto di inidoneità all'adozione, salvo in caso di carenza del requisito dell'età a meno che i richiedenti abbiano una età inferiore ai limiti prescritti rispetto ad un minore appena nato o superiore rispetto ad un soggetto di diciassette anni (Dogliotti, Adozione, in Aa.Vv., Codice della famiglia, a cura di Sesta, Milano, 2015, 2219). Il Tribunale per i Minorenni dovrà valutare la sussistenza dei requisiti di legge, ma anche l'idoneità ad educare, la situazione personale, economica, di salute e l'ambiente familiare dei richiedenti, oltre che la motivazione che spinge la coppia a voler intraprendere un percorso di adozione internazionale. In particolare, si dovrà indagare la consapevolezza dei coniugi circa le difficoltà che incontreranno, la disponibilità e la capacità di cambiare, di mettere in discussione se stessi, le proprie abitudini, convinzioni e valori in vista di quelli che apporterà il minore straniero (Dogliotti, Adozione, cit., 2221). La valutazione del Tribunale per i Minorenni dovrà essere condotta con riferimento ad un minore astratto e tale valutazione preliminare, generica e provvisoria non preclude la possibilità di una successiva valutazione dell'idoneità con riferimento ad un determinato minore (Cass. I, n. 1366/2000). Il giudizio di idoneità è formulato in astratto poiché nell'adozione internazionale sono le Autorità dello Stato d'origine del minore che, sulla base della dichiarazione di idoneità della coppia ed attraverso la mediazione degli Enti autorizzati, individuano il minore adottabile. La valutazione dei Servizi socio-assistenziali, resa ai sensi dell'art. 29-bis, commi 4 e 5, l. 184/1983, non è in alcun modo vincolante per il Tribunale per i Minorenni. Sul punto la giurisprudenza ha precisato, da un lato, che la dichiarazione d'idoneità può essere rilasciata solo in favore di coppie dotate di particolari capacità educative, attese le maggiori difficoltà connesse all'allevamento del minore straniero (Trib. min. Milano 22 marzo 1995) e, dall'altro lato, che l'indagine sull'idoneità deve essere sempre costante, profonda e seria non deve avere quale scopo la certificazione dell'esistenza di coppie eccezionali o perfette (App. Bologna 10 ottobre 1984). La giurisprudenza ha precisato che il decreto d'idoneità all'adozione internazionale non può essere emesso sulla base di riferimenti all'etnia dei minori adottandi, né può contenere indicazioni relative a tale etnia, in quanto un provvedimento che attribuisca rilevanza ai dati razziali si porrebbe in contrasto con principi consolidati nel diritto interno e nel diritto internazionale e violerebbe il divieto di qualsiasi forma di discriminazione o disparità di trattamento tra minori italiani e stranieri in materia di adozione. Pertanto, se il rifiuto degli adottanti all'accoglienza di un minore appartenente ad una determinata etnia si manifesti successivamente, attraverso una espressa opzione innanzi ad organi pubblici, il Tribunale per i Minorenni, non solo non può avallare tale opzione, ma deve apprezzare tale condotta nella complessiva valutazione della idoneità all'adozione, evidentemente compromessa da una disponibilità condizionata al possesso, da parte del minore da accogliere, di determinate caratteristiche genetiche (Cass. S.U., n. 13332/2010). Il decreto d'idoneità all'adozione – che deve essere qualificato come un atto di accertamento con valore autorizzativo, posto che l'interesse ad adottare non integra alcun diritto soggettivo (Bianca, Diritto civile, vol. II La famiglia, Milano, 448 e Tommaseo, sub art. 30 l. 184/1983, in Nuove leggi civ. comm., 2002, 794) – viene emesso in camera di consiglio, previo parere del Pubblico Ministero Minorile. Il decreto potrà anche contenere delle indicazioni volte a favorire l'incontro tra il minore e gli aspiranti adottanti: si tratta di una norma di difficile decodificazione, ma che sembra ammettere alcune possibili condizioni che dovrebbero essere vincolanti sia per gli Enti autorizzati sia per l'Autorità Straniera. Possono essere, ad esempio, inserite indicazioni circa alcuni dati specifici del minore adottabile in funzione della personalità degli adottanti, al fine di favorirne l'incontro: si tratta di elementi di valutazione sulle eventuali caratteristiche dei minori che la coppia sarebbe meglio in grado di accogliere. Il decreto deve essere trasmesso, immediatamente ed unitamente alla documentazione versata in atti, alla Commissione per le adozioni internazionali ed anche all'Ente autorizzato che dovrà seguire il procedimento di adozione se già incaricato dagli aspiranti adottanti. Il decreto d'idoneità ha efficacia per tutta la durata della procedura e dalla data di comunicazione del decreto i coniugi dichiarati idonei hanno un anno di tempo per procedere all'avvio della procedura conferendo incarico all'Ente autorizzato. Nel caso contrario, il decreto diverrebbe inefficace con la conseguente necessità per la coppia di presentare nuovamente una dichiarazione di disponibilità all'adozione internazionale al Tribunale per i Minorenni. L'art. 30, comma 4, l. n. 184/1983 prevede che il decreto di idoneità possa essere revocato per cause sopravvenute che incidano in modo rilevante sul giudizio di idoneità. La competenza spetta al Tribunale per i Minorenni che, sentiti gli interessati (a pena di nullità), decide sulla revoca con decreto, il quale dovrà essere comunicato, immediatamente, alla Commissione per le adozioni internazionali e all'Ente autorizzato incaricato dagli aspiranti adottanti. La norma non individua chi siano i legittimati a richiedere la revoca. La dottrina riconosce legittimazione attiva al Pubblico Ministero, ai coniugi, al Servizio socio-assistenziale e agli Enti autorizzati ed anche al Tribunale per i Minorenni che può attivarsi ex officio. La revocabilità è preclusa dall'acquisto da parte del minore straniero dello status di figlio adottivo. Tuttavia, altri ritengono che il momento preclusivo decorrerebbe invece dall'instaurarsi dell'affidamento preadottivo (Zambrano, Dell'adozione internazionale, in Aa.Vv., Le adozioni nella nuova disciplina, a cura di Autorino e Stanzione, Milano, 2002, 482). L'impugnazione Il decreto pronunciato dal Tribunale per i Minorenni, ai sensi dell'art. 30, l. n. 184/1983, sia nel caso in cui dichiari l'idoneità all'adozione internazionale sia nel caso contrario, può essere impugnato proponendo reclamo avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, avente giurisdizione sul luogo in cui si trova il Tribunale per i Minorenni che ha emesso il decreto (art. 38, comma 3, disp. att. c.c.). L'impugnazione avanti la Corte d'Appello è regolata dall'art. 30, comma 5, l. n. 184/1983 e dagli artt. 739 e 740 c.p.c. Il reclamo deve essere proposto entro dieci giorni dalla comunicazione del decreto, a pena di inammissibilità, e deve contenere specifiche critiche al provvedimento impugnato (Cass. III, n. 4719/2008). Legittimati attivi ad impugnare sono il Pubblico Ministero e i coniugi richiedenti. Il reclamo può essere proposto per motivi di legittimità e di merito, ed anche per ragioni di mera opportunità. Il Giudice del reclamo non è vincolato dalle prospettazioni del reclamante. La Corte d'Appello decide in camera di consiglio con decreto. Anche tale decreto dovrà essere immediatamente comunicato alla Commissione per le adozioni internazionale e all'Ente autorizzato incaricato. Il provvedimento della Corte d'Appello non è impugnabile attraverso il ricorso per Cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. I, n. 1628/2015; Cass. I, n. 18978/2013; Cass. I, n. 1065/2001; Cass. I, n. 5567/1996; Cass. I, n. 13157/1995; Cass. I, n. 6763/1990 e Cass. I, n. 7662/1990), in quanto si tratta di un provvedimento che, pur incidendo sull'aspettativa di adottare un minore straniero, è interlocutorio e non suscettibile di acquisire efficacia di giudicato dato che può essere sempre revocato o modificato sulla base di elementi nuovi. Infatti, il Pubblico Ministero Minorile potrebbe chiedere la revoca della dichiarazione di idoneità ex art. 30, comma 4, l. n. 184/1983 e i coniugi potrebbero, in caso di dichiarazione d'inidoneità, presentare una nuova domanda di disponibilità. |