Istanza dell'adottante in caso di diniego dell'assenso

Andrea Conti

Inquadramento

L'adottante può chiedere al Tribunale per i Minorenni, nel caso in cui manchi l'assenso del genitore o del coniuge dell'adottando, di fare luogo all'adozione laddove il rifiuto sia ingiustificato ovvero appaia contrario all'interesse del minore coinvolto.

Formula

TRIBUNALE PER I MINORENNI DI ... [1]

Nel procedimento R.G. n. ... / ..., Dott. ..., promosso nell'interesse del minore ...,

RICHIESTA [2] DI ADOZIONE IN MANCANZA DEGLI ASSENTI

EX ART. 46, COMMA 2, L. N. 184/1983

Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., C.F. ..., nella sua qualità di adottante del minore ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., del Foro di ..., come da procura in atti

PREMESSO CHE

- il Sig. ..., depositava, in data ..., domanda di adozione in casi particolari ai sensi dell'art. 44, comma 1, lett. ... ), l. n. 184/1983;

- all'udienza del ..., il Sig. ... e il minore ... prestavano il loro consenso all'adozione ai sensi di quanto disposto dall'art. 45, comma 1, l. n. 184/1983;

- il Tribunale per i Minorenni adito convocava il Sig. ... nella sua qualità di genitore del minore adottando [3] ;

- all'udienza del ..., il predetto si rifiutava di prestare il suo assenso; in particolare, dal verbale di audizione si legge che:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- il rifiuto appare ingiustificato (ovvero contrario all'interesse del minore), in quanto:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato

CHIEDE

che l'Ill.mo Tribunale per i Minorenni di ..., voglia, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 44, comma 1, lett. ... ), l. n. 184/1983, disporre l'adozione del minore ..., nato a ..., il ..., del Sig. ... nonostante la mancanza dell'assenso del genitore del minore.

Si producono, oltre all'origina della procura alle liti, in copia i seguenti documenti:

1. ...;

2. ...;

3. ... [4].

Luogo e data

Firma Avv.

PROCURA

Io sottoscritto ..., nato a ..., il ... e residente a ..., via ..., n. ..., C.F. ... delego l'Avv. ... con studio a ..., via ..., n. ..., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (G.D.P.R.) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito.

Luogo e data

Firma

Per autentica sottoscrizione

Firma Avv.

1. Risulta competente il Tribunale per i Minorenni avanti al quale è stata promossa l'adozione in casi particolari.

2. L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m.n. 110/2023 individua l'articolazione che il l'atto deve avere e l'art. 3 d.m.n. 110/2023 individua in 50.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m.n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m.n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m.n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m.n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio.

3. Potrebbe trattarsi del coniuge dell'adottando.

4. Deve essere indicata la documentazione utile e rilevante che si intende produrre.

Commento

L'adozione in casi particolari può essere disposta se vi è l'assenso dei genitori e del coniuge dell'adottando, in forza di quanto dispone l'art. 46, comma 1, l. n. 184/1983. La ratio è quella di tutelare l'effettività dei rapporti esistenti e degni di considerazione che potrebbero essere lesi o pregiudicati dalla costituzione del nuovo rapporto adottivo. La giurisprudenza ha precisato che l'assenso del genitore non può desumersi implicitamente da dichiarazione dal contenuto ipotetico e non univoco, proiettate nel futuro e condizionate a circostanze che dovranno verificarsi in un momento successivo a quello della prestazione dell'assenso stesso, dovendo questo avere le caratteristiche dell'attualità e della pienezza, a prova della piena adesione del genitore all'adozione del minore (Cass. I, ord. n. 9666/2021).

L'assenso si configura come un atto di autorizzazione privata reso da parte di soggetti estranei al rapporto di adozione. Esso deve essere prestato personalmente o a mezzo di una persona munita di procura speciale (art. 56, comma 3, l. n. 184/1983). Il consenso espresso dal genitore nell'ambito del procedimento di adozione legittimante può essere utilizzato, senza violazione del diritto di difesa, anche nel caso in cui il predetto procedimento muti in quello di adozione in casi particolari (Cass. I, n. 260/2010).

I genitori dell'adottando potrebbero, dunque, esprimere sia consenso ex art. 45, comma 1, l. n. 184/1983, in qualità di rappresentati legali del minore, sia l'assenso di cui all'art. 46, comma 1, l. n. 184/1983: tuttavia, le dichiarazioni di volontà devono essere tenute distinte, anche perché se il minore è ultraquattordicenne il legale rappresentante non viene interpellato ai fini della prestazione del consenso e, se l'adottando non ha ancora compiuto i quattordici anni, il legale rappresentate potrà esprimere solo un parere non vincolante.

La presenza del coniuge dell'adottando, chiamato ad esprimere l'assenso, sarà possibile, trattandosi pur sempre di adozione di minori, solo nel caso in cui il matrimonio sia stato autorizzato dal Tribunale per i Minorenni ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 84 c.c.

La sussistenza e la genuinità degli assensi richiesti dall'art. 46, comma 1, l. n. 184/1983, devono essere verificate dal Tribunale per i Minorenni che si pronuncia sull'adozione – non risultando ostativa l'eventuale rottura del rapporto che lega i due coniugi, pur dovendo tale circostanza essere valorizzata ed analizzata in relazione al caso concreto (Trib. min. Venezia 13 luglio 2021, n. 44) –. Successivamente alla sentenza che dispone l'adozione in casi particolari, gli assensi espressi perdono lo loro autonoma rilevanza, in quanto ciò che rileva è esclusivamente il provvedimento giudiziario di adozione.

Nel caso in cui l'assenso venga negato, il Tribunale per i Minorenni, sentiti gli interessati, può pronunciare, su istanza dell'adottante, l'adozione se valuta il rifiuto come ingiustificato o contrario all'interesse dell'adottando. Tale possibilità non è concessa nel caso in cui siano gli esercenti la responsabilità genitoriale o il coniuge convivente dell'adottando a rifiutare l'assenso (Cass. I, n. 11604/1992; Cass. I, n. 9795/2000; Cass. I, n. 10265/2011Cass. I, n. 18575/2015 e Cass. I, n. 18827/2018, ove si precisa che il dissenso del genitore ha efficacia preclusiva salvo il caso in cui non sia stata accertata una situazione di disgregazione del contesto familiare di origine del minore) con la conseguente possibilità di poter superare solo il mancato assenso dei genitori non esercenti la responsabilità genitoriale e del coniuge separato (Zini, sub art. 46 l. 184/1983, in A a .V v., Commentario breve al diritto della famiglia, a cura di Zaccaria, Padova, 2016, 1700). Tale disciplina trova la sua giustificazione nella conservazione della compagine familiare e della società coniugale che assumono rilievo preminente rispetto ai consensi dell'adottante e dell'adottato (Tommasini, in A a .V v., Commentario al diritto italiano della famiglia, a cura di Oppo, Cian, Trabucchi, Padova, 481). Tuttavia, la giurisprudenza è già pervenuta ad una lettura restrittiva della disposizione, ritenendo che per genitori esercenti la responsabilità genitoriale, il cui dissenso impedisce l'adozione particolare, debbono intendersi i genitori che non siano meri titolari della responsabilità stessa, ma ne abbiano altresì il concreto esercizio grazie a un rapporto effettivo con il minore. Alla luce di tale esegesi risulta superabile, in ragione del preminente interesse del minore, il dissenso all'adozione manifestato dal genitore dell'adottando che non eserciti in concreto la responsabilità genitoriale sul figlio, con il quale non intrattenga alcun rapporto affettivo (Cass. I, n. 18575/2015; Cass. I, n. 18827/2018 e Cass. S.U., n. 38162/2022).

Si dovrà procedere in modo analogo nel caso in cui l'assenso non può essere espresso per incapacità o irreperibilità dei legittimati ad esprimerlo. Non si distingue tra capacità legale e capacità naturale. Tuttavia, si ritiene che l'interdetto non possa esprimere il proprio assenso; mentre potrebbe esprimerlo l'inabilitato. All'ipotesi di irreperibilità deve essere equiparata quella in cui la persona, nonostante sia stata ritualmente e tempestivamente invitata ad esprimere l'assenso, non si presenti senza giustificato motivo.

L'art. 47, comma 1, l. n. 184/1983 non prevede la possibilità di revocare l'assenso, ma si ritiene che esso sia revocabile fino alla pronuncia della sentenza che dispone l'adozione. Tale conclusione interpretativa è giustificata dalla rilevanza che la normativa sull'adozione in casi particolare accorda ai soggetti che, pur non essendo parti, risentono degli effetti del rapporto di adozione.

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