Reclamo avanti la Corte d'Appello avverso la sentenza di adozioneInquadramentoLa sentenza del Tribunale per i Minorenni che dichiara il far luogo o il non farsi luogo all'adozione in casi particolari può essere oggetto di impugnazione avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, da parte dell'adottante, dell'adottato, dei genitori del minore e del Pubblico Ministero. FormulaCORTE DI APPELLO DI .... [1] SEZIONE MINORI, PERSONE E FAMIGLIA RECLAMO [2] EX ART. 56, COMMA 4, L. N. 184/1983 Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., e la Sig.ra ...., nata a ...., il ...., C.F. ...., entrambi residenti in ...., via ...., rappresentati e difesi dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax .... ed all'indirizzo PEC ....) [3] presso il cui studio in ...., via ...., sono elettivamente domiciliati, come da procura allegata al presente atto - reclamanti - CONTRO il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., nella sua qualità di adottante - reclamato - AVVERSO la sentenza n. .... / ...., emessa, in data .... e depositata in data ...., dal Tribunale di ...., sez. ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., con cui “ .... ” [4] PREMESSO CHE – i reclamanti, con atto depositato in data ...., hanno chiesto al Tribunale per i Minorenni di .... di poter adottare il minore ...., nato a ...., il ...., ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 44, comma 1, lett. ....), l. n. 184/1983, esponendo che: ....; ....; ....; – in data ...., avanti al Presidente del Tribunale per i Minorenni di .... gli adottanti e l'adottato esprimevano il consenso all'adozione; – in data ...., venivano raccolti gli assensi all'adozione di cui all'art. 46, l. n. 184/1983; – a seguito delle indagini disposte dal Tribunale adito a norma dell'art. 57, comma 2, l. n. 184/1983 emergeva che: ....; ....; ....; – il Tribunale per i Minorenni di ...., con sentenza n. ...., emessa in data ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., comunicata in data ...., ha dichiarato di non farsi luogo all'adozione [5]; – nella motivazione del predetto decreto si legge che: ....; ....; ....; – i ricorrenti intendono proporre reclamo avvero tale sentenza per i seguenti motivi: ....; ....; ..... *** Tutto ciò premesso, il Sig. .... e la Sig.ra ...., ut supra rappresentati, difesi e domiciliati, PROPONGONO RECLAMO ai sensi dell'art. 56, comma 4, l. n. 184/1983, avverso la sentenza n. .... / ...., emessa in data .... dal Tribunale per i Minorenni di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., e, per l'effetto, rassegnando le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'Ecc.ma Corte di Appello adita, contraris reiectis, fissata l'udienza di comparizione delle parti con termine per notifica del presente ricorso e pedissequo provvedimento di fissazione udienza ed esperito ogni opportuno accertamento, IN VIA PRINCIPALE: – revocare, annullare o comunque privare di qualsiasi effetto la sentenza n. .... / ...., emessa in data .... dal Tribunale per i Minorenni di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / .... e, per l'effetto, – dichiarare il farsi luogo all'adozione del minore ...., nato a ...., il ...., nei confronti del Sig. .... e della Sig.ra ..... IN OGNI CASO con vittoria di spese e compensi come da d.m. n. 55/2014; IN VIA ISTRUTTORIA ....; ....; ..... Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali. Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti: 1. sentenza del Tribunale per i Minorenni di .... n. .... / .... del ....; 2. fascicolo di primo grado; 3. .... [6]. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto ...., nato a ...., il .... e residente a ...., via ...., n. ...., C.F. .... delego l'Avv. .... con studio a ...., via ...., n. ...., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (G.D.P.R.) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito. Luogo e data .... Firma .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Risulta competente, secondo le regole generali, la Corte d'Appello nel cui distretto ha sede il Tribunale per i Minorenni che ha emesso la sentenza impugnata (cfr. art. 38, comma 3, disp. att. c.c.). [2]L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m. n. 110/2023 individua l'articolazione che l'atto deve avere e l'art. 3 d.m. n. 110/2023 individua in 50.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m. n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m. n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio. [3]Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. .... il contributo unificato è aumentato della metà”. [4]Occorre indicare il dispositivo della sentenza che si intende impugnare. [5]Attraverso il reclamo potrebbe essere impugnata anche la sentenza che dichiara il farsi luogo all'adozione. [6]Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre. CommentoIl Tribunale per i Minorenni, nel cui distretto si trova la residenza del minore, è competente per il procedimento di adozione in casi particolari. L'art. 57, comma 1, l. n. 184/1983, prevede che il Tribunale per i Minorenni debba verificare la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 44, l. n. 184/1983 e se l'adozione risponda al preminente interesse del minore. Per compiere tali verifiche il Tribunale per i Minorenni dovrà procedere all'audizione dei genitori dell'adottato – la cui mancanza non determina la nullità insanabile, se i genitori sono stati regolarmente convocati per la prestazione dell'assenso – e deve disporre le opportune indagini da effettuarsi sull'adottante, sul minore e sulla famiglia del minore. In particolare, in forza di quanto dispone l'art. 57, comma 3, l. n. 184/1983, l'indagine dovrà riguardare l'idoneità affettiva e la capacità di educare e istruire il minore, la situazione personale ed economica, la salute e l'ambiente familiare degli adottanti; i motivi per i quali l'adottante desidera adottare il minore; la personalità del minore e la possibilità di idonea convivenza, tenuto conto della personalità dell'adottante e del minore. Con riferimento alle verifiche in ordine alla salute degli adottanti, l’art. 57, comma 3, lett. a), l. n. 184/1983 – così come modificato dalla l. n. 193/2023 – precisa che queste devono essere effettuate nel rispetto di quanto previsto dall’art. 22, comma 4, l. n. 184/1983. Pertanto, tali verifiche non potranno– in forza del c.d. diritto all’oblio oncologico – far cenno a patologie oncologiche pregresse nel caso siano trascorsi più di dieci anni dalla conclusione del trattamento attivo della patologia, in assenza di recidive o ricadute. Il termine decennale si riduce a cinque anni nel caso in cui la patologia oncologica sia insorta prima del compimento dei ventuno anni. Gli assensi e i consensi all'adozione devono essere prestati successivamente alle predette indagini. Pertanto, l'iter procedimentale potrebbe essere così sintetizzato: audizioni, indagini, consensi e assensi, sentenza. Acquisite le informazioni necessarie e sentito il Pubblico Ministero, il Tribunale per i Minorenni – in forza di quanto dispone l'art. 313 c.c. richiamato dall'art. 56, comma 4, l. n. 184/1983 – provvede, omettendo ogni formalità, in camera di consiglio, con sentenza decidendo di far luogo o di non far luogo all'adozione. La sentenza di adozione in casi particolari è sottoposta alle forme di pubblicità di cui all'art. 314 c.c.: la sentenza dovrà essere trascritta a cura del cancelliere e il Tribunale per i Minorenni potrebbe, ove lo ritenga necessario, ordinare la pubblicazione della sentenza nei modi ritenuti più opportuni. L'adottante, l'adottato ed il Pubblico Ministero – presso il Giudice a quo e non il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello (App. Roma 23 novembre 2016) – possono impugnare la sentenza entro trenta giorni dalla comunicazione avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia (art. 38, comma 3, disp. att. c.c.). L'adottato potrà impugnare per il tramite del suo legale rappresentate. Il genitore dell'adottato è legittimato ad impugnare il provvedimento di adozione in casi particolari, ancorché decaduto dall'esercizio della responsabilità genitoriale, permanendo la sua qualità di parte nel relativo procedimento. Infatti, non sono desumibili dalla normativa vigente elementi idonei ad escludere la legittimazione attiva del genitore, sia perché l'art. 313 c.c., richiamato dall'art. 56, l. n. 184/1983, riferendosi all'adozione di maggiorenni, ovviamente non prevede la legittimazione ad impugnare dei “genitori”, sia perché essi, in quanto titolari di un'autonomia valutativa in ordine all'individuazione delle soluzioni di maggior utilità per il minore, hanno una posizione processuale propria, che mal si concilia con limitazioni imposte al potere d'impugnazione (Cass. I, n. 14554/2011; Cass. I, n. 6051/2012 e Cass. I, n. 24482/2013. ContraCass. I, n. 17445/2008 e Cass. I, n. 9689/2002). Dello stesso avviso è anche la Corte Costituzionale secondo cui i genitori del minore devono essere annoverati tra i soggetti legittimati all'impugnazione, tanto che negare la loro legittimazione attiva significherebbe realizzare un contrasto con la tutela costituzionale del diritto di azione, spettante a soggetti che in quanto esercenti la responsabilità genitoriale non possono non essere contraddittori necessari nel procedimento di adozione in casi particolari (Corte cost., n. 401/1999). La Corte d'Appello provvederà, in camera di consiglio, sentito il Pubblico Ministero, con sentenza. |