Ricorso per Cassazione (art. 56, l. n. 184/1983)

Andrea Conti

Inquadramento

La sentenza della Corte d'Appello, conclusiva del procedimento di reclamo avverso la sentenza del Tribunale per i Minorenni che si è pronunciata sull'adozione in casi particolari, può essere impugnata mediante ricorso per Cassazione.

Formula

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

RICORSO PER CASSAZIONE

Il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., del Foro di ..., C.F. ..., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax ... ed all'indirizzo PEC ... ) [1] presso il cui studio in ..., via ..., è elettivamente domiciliato, come da procura allegata al presente atto [2]

- ricorrente -

CONTRO

il Sig. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., C.F. ..., nella sua qualità di ....

- resistente -

AVVERSO

la sentenza n. ... / ..., emessa, in data ... e depositata in data ..., dalla Corte di Appello, sezione minori, persone e famiglia, di ..., all'esito del procedimento di reclamo R.G. n. ... / ..., con cui “ ... ” [3]

***

Codice Materia: ... [4]

***

Parole chiave: ... [5]

***

SINTESI DEI MOTIVI [6]

1. Con il primo motivo – illustrato alle pagine da ... a ... – la sentenza impugnata è censurata per violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... nonché dell'art. ..., in relazione all'art. 360, comma 1, n. ... c.p.c., per avere la sentenza impugnata ....

2. Con il secondo motivo – illustrato alle pagine da ... a ... – è censurata per violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... nonché dell'art. ..., in relazione all'art. 360, comma 1, n. ... c.p.c., per avere la sentenza impugnata ....

3. Con il terzo motivo – illustrato alle pagine da ... a ... – è censurata per violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... nonché dell'art. ..., in relazione all'art. 360, comma 1, n. ... c.p.c., per avere la sentenza impugnata ....

***

FATTO [7]

- i ricorrenti, con atto depositato in data ..., hanno chiesto al Tribunale per i Minorenni di ... di poter adottare il minore ..., nato a ..., il ..., ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 44, comma 1, lett. ... ), l. n. 184/1983, esponendo che:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- in data ..., avanti al Presidente del Tribunale per i Minorenni di ... gli adottanti e l'adottato esprimevano il consenso all'adozione;

- in data ..., venivano raccolti gli assensi all'adozione di cui all'art. 46, l. n. 184/1983;

- a seguito delle indagini disposte dal Tribunale adito a norma dell'art. 57, comma 2, l. n. 184/1983, emergeva che:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- il Tribunale per i Minorenni di ..., con sentenza n. ..., emessa in data ..., all'esito del procedimento R.G. n. ... / ..., comunicata in data ..., ha dichiarato di non farsi luogo all'adozione [8] ;

- nella motivazione del predetto decreto si legge che:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- in data ..., il Sig. ... e la Sig.ra ... proponeva reclamo avverso la predetta sentenza, depositando ricorso avanti alla Corte d'Appello di ..., sezione minori, persone e famiglia, chiedendo la riforma della sentenza di primo grado deducendo i seguenti motivi:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- all'udienza del ..., la Corte d'Appello di ..., comparivano il Sig. ... e il Sig. ...;

- la Corte d'Appello, sentito il Pubblico Ministero, decideva il procedimento emettendo, in data ... sentenza ... n. ... / ...;

- in particolare, la sentenza motivava il rigetto del ricorso nei seguenti termini:

a) ...;

b) ...;

c) ...;

- tale sentenza, notificata alle parti in data ..., viene ora impugnata dal ricorrente per i seguenti

MOTIVI [9]

A) violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... in relazione all'art. 360, comma 1, n. ..., c.p.c. in quanto ... [10] ;

B) violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... in relazione all'art. 360, comma 1, n. ..., c.p.c. in quanto ...;

C) violazione (ovvero falsa applicazione) dell'art. ... in relazione all'art. 360, comma 1, n. ..., c.p.c. in quanto ....

Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato,

CHIEDE

Voglia l'Ecc.ma Suprema Corte di Cassazione, contrariis reiectis,

in via principale:

- cassare la sentenza n. ... / ... emessa in data ..., depositata in data ..., dalla Corte di Appello, sezione minori, persone e famiglia, di ..., ad esito del procedimento R.G. n. ... / ..., senza rinvio alla Corte di Appello e decidere anche nel merito, ai sensi dell'art. 384, comma 1, c.p.c., accogliento integralmente le richieste di parte ricorrente e, per l'effetto,

- dichiarare di farsi luogo all'adozione, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 44, comma 1, lett. ..., l. n. 184/1983, del minore ..., nato a ..., il ..., nei confronti del Sig. ... e della Sig.ra ...;

In via subordinata:

- cassare la sentenza n. ... / ... emessa in data ..., depositata in data ..., dalla Corte di Appello, sezione minori, persone e famiglia, di ..., ad esito del procedimento R.G. n. ... / ..., rinviando per un nuovo esame del merito alla Corte di Appello di ..., diversa composizione;

In ogni caso:

con vittoria di spese e compensi come da d.m. n. 55/2014 dei tre gradi di giudizio.

In via istruttoria:

a) ...;

b) ...;

c) ....

Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali.

Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti [11] :

1. sentenza n. ... / ... del ... emessa dal Tribunale per i Minorenni di ..., in copia autentica;

2. sentenza n. ... / ... del ... emessa dalla Corte di Appello di ..., in copia autentica;

3. fascicolo di parte ricorrente di primo grado;

4. fascicolo di parte ricorrente di secondo grado;

5. richiesta ex art. 369, comma 3, c.p.c. di trasmissione alla Corte di Cassazione del fascicolo d'ufficio;

6. ... [12].

Luogo e data

Firma Avv.

PROCURA SPECIALE [13]

Io sottoscritto Sig. ..., nato a ..., il ... e residente a ..., via ..., n. ..., C.F. ... conferisco procura speciale all'Avv. ..., C.F. ..., del Foro di ..., con studio in ..., alla via ..., n. ..., presso il quale eleggo domicilio, per rappresentarmi e difendermi nel giudizio innanzi alla Corte di Cassazione al fine di proporre ricorso per la cassazione della sentenza n. ... emessa dalla Corte di Appello di ... nel giudizio tra il Sig. ... e il Sig. ..., non notificata/notificata il .... Allo stesso conferisco ogni più ampia facoltà di legge compresa quella di farsi rappresentare, assistere o sostituire, eleggere altro domicilio, resistere con controricorso in caso di impugnazioni incidentali. Dichiaro inoltre, ai sensi e per gli effetti di cui alla l. n. 196/2003, di essere edotta che i dati personali richiesti direttamente oppure raccolti presso terzi, verranno utilizzati ai soli fini del presente incarico e presto conseguentemente il mio consenso, ai sensi e per gli effetti degli artt. 11 e 20, al loro trattamento. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito.

Luogo e data

Firma

Per autentica

Firma Avv.

1. Ai sensi dell'art. art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. ... il contributo unificato è aumentato della metà”.

2. In ossequio al principio della legge delega n. 206/2021 (art. 1, comma 16, lett. a) in base al quale è necessario che nei procedimenti innanzi alla Corte di Cassazione “il deposito dei documenti e di tutti gli atti delle parti che sono in giudizio con il ministero di un difensore abbia luogo esclusivamente con modalità telematiche, o anche mediante altri mezzi tecnologici”), è stato abrogato l'art. 366, comma 2, c.p.c. il quale prevedeva che “se il ricorrente non ha eletto domicilio in Roma ovvero non ha indicato l'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio ordine, le notificazioni gli sono fatte presso la cancelleria della Corte di Cassazione”. Pertanto, il ricorso – e il controricorso – non devono più contenere l'elezione di domicilio presso un luogo fisico, essendo previsto soltanto quello digitale risultante dai pubblici elenchi ex art. 16-sexies, d.l. n. 179/2012. È stato eliminato, sempre in ottemperanza allo stesso principio, anche l'art. 366, comma 4, c.p.c., perché non aveva più motivo di esistere il mantenimento, per il giudizio davanti alla Corte di Cassazione, di una disciplina ad hoc delle comunicazioni a cura della cancelleria e delle notificazioni effettuate dagli avvocati exl. n. 53/1994. Ciò perché nella disciplina vigente e novellata dalla riforma 2022 le comunicazioni di cancelleria e le notificazioni degli avvocati vengono equiparate quanto a contenuto e modalità di trasmissione e devono essere effettuate esclusivamente tramite PEC nel rispetto della normativa vigente.

3. Occorre indicare il dispositivo della sentenza che si intende impugnare.

4. Si deve indicare il Codice materia correlato al codice-oggetto del giudizio di merito, secondo le disposizioni riportate sul sito della Corte di Cassazione e allegate al Protocollo d'Intesa 1° marzo 2023, al fine della corretta assegnazione del ricorso alla Sezione tabellarmente competente.

5. Devono essere indicare un massimo di dieci parole chiave che descrivano sinteticamente la materia oggetto del giudizio.

6. Nel Protocollo d'Intesa sul processo civile in cassazione del 1° marzo 2023 – sottoscritto da Corte di Cassazione, Procura Generale della Corte di Cassazione, Avvocatura Generale dello Stato e Consiglio Nazionale Forense – si specifica che la sintesi dei motivi del ricorso, in non più di alcune righe per ciascuno di essi e contrassegnandoli numericamente, deve contenere la specifica indicazione, per ciascun motivo, delle norme di legge che la parte ricorrente ritenga siano state violate dal provvedimento impugnato e delle questioni trattate. Nella sintesi deve essere indicato per ciascun motivo anche il numero della pagina ove inizia lo svolgimento delle relative argomentazioni a sostegno nel prosieguo del ricorso, eventualmente inserendo il link di invio diretto alla pagina di riferimento.

7. Per quanto riguarda l'art. 366, n. 3 c.p.c., la norma, nella originaria formulazione prevedeva che il ricorso dovesse contenere “l'esposizione sommaria dei fatti della causa”. Nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 149/2022, si richiede, invece, che il ricorso contenga “la chiara esposizione dei fatti della causa essenziali alla illustrazione dei motivi di ricorso”. Come specifica la Relazione Illustrativa al d.lgs. n. 149/2022, fermo restando che l'esposizione dei fatti sostanziali e processuali della vicenda va operata dal ricorrente in quanto funzionale alla comprensione dei motivi e alla valutazione della loro ammissibilità e fondatezza, si è voluto porre l'accento su due specifici requisiti: la chiarezza, riferita alla modalità di narrazione dei fatti, che devono risultare intellegibili e univoci; la essenzialità, riferita al quid e al quantum dei fatti, affinché il motivo esponga tutti e soltanto i fatti rilevanti per il giudizio di cassazione, in quanto indispensabili alla comprensione dei motivi contenenti le censure al provvedimento impugnato, ritenendosi, con questo, ribadito anche il concetto di “sommarietà”. Nel Protocollo 1° marzo 2023 si specifica che in questa parte del ricorso deve essere contenuta l'esposizione, di regola in massimo cinque pagine, del fatto processuale in modo funzionale alla chiara percepibilità delle ragioni poste a fondamento delle censure sviluppate nella parte motiva.

8. Attraverso il reclamo potrebbe essere impugnata anche la sentenza che dichiara il farsi luogo all'adozione.

9. L'art. 366 c.p.c., così come modificato dal d.lgs. n. 149/2022, richiede che il ricorso contenga, a pena di inammissibilità, la chiara e sintetica esposizione dei motivi per i quali si chiede la cassazione, con l'indicazione delle norme di diritto su cui si fondano”. Nella previsione viene di conseguenza inserito il riferimento ai principi di chiarezza e sinteticità con riferimento all'esposizione dei motivi di ricorso. Il Protocollo 1° marzo 2023, in relazione ai motivi, specifica che in questa sede vanno posti gli argomenti a sostegno delle censure già sinteticamente indicate nella parte denominata “sintesi dei motivi”. L'esposizione deve corrispondere al criterio di specificità e di concentrazione dei motivi e deve essere contenuta, di regola, nel limite massimo di trenta pagine. Per ciascuno dei motivi devono essere indicati gli atti processuali, i documenti, i contratti o gli accordi collettivi su cui il motivo si fonda, illustrandone il contenuto rilevante, eventualmente con l'inserimento di apposito link. Per quanto riguarda il principio di specificità e localizzazione il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che tale principio si intende rispettato quando ciascun motivo articolato nel ricorso risponde ai criteri di chiarezza e sinteticità previsti dal codice di rito; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda sia indicato l'atto, il documento, il contratto o l'accordo collettivo su cui si fonda il motivo (art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c.) con illustrazione del contenuto rilevante e la precisazione del punto dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo al quale si fa riferimento; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda vengano indicati la fase processuale e il momento in cui è avvenuto il deposito dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo; siano depositati mediante allegazione nella busta telematica, ex art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c., gli atti, i documenti, il contratto o l'accordo collettivo cui si sia fatto riferimento nel ricorso.

10. L'art. 366, n. 6 c.p.c., così come modificato dal d.lgs. n. 149/2022, richiede la specifica indicazione, per ciascuno dei motivi, degli atti processuali, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi sui quali il motivo si fonda, illustrando il contenuto rilevante degli stessi. Pertanto, ciascun motivo deve fare riferimento al documento ad esso inerente e che il contenuto di detto documento deve essere richiamato nel motivo, ai fini della sua comprensibilità. In questo modo il ricorrente è messo in condizione di cogliere l'onere di evidenziare il contenuto dell'atto rilevante, trascrivendolo o riassumendolo nei suoi termini esatti. Si veda anche quanto esposto in Inquadramento.

11. Il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato l'art. 369 c.p.c., dedicato al deposito del ricorso, per adeguare le disposizioni sul giudizio di legittimità al deposito telematico obbligatorio degli atti e dei documenti: al comma 1 è stato eliminato il riferimento al deposito in cancelleria, perché modalità di deposito collegata al deposito analogico degli atti e documenti di parte ed è stato abrogato il comma 3 che imponeva al ricorrente di chiedere, con una apposita istanza, alla cancelleria del Giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o di cui si contesta la giurisdizione, la trasmissione del fascicolo d'ufficio alla cancelleria della Corte di Cassazione.

12. Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre.

13. Cass. S.U., n. 36057/2022 ha precisato che, a seguito della riforma dell'art. 83 c.p.c. disposta dalla l. n. 141/1997, il requisito della specialità della procura, richiesto dall'art. 365 c.p.c. come condizione per la proposizione del ricorso per cassazione (del controricorso e degli atti equiparati), è integrato, a prescindere dal contenuto, dalla sua collocazione topografica; nel senso che la firma per autentica apposta dal difensore su foglio separato, ma materialmente congiunto all'atto, è in tutto equiparata alla procura redatta a margine o in calce allo stesso. Tale collocazione topografica fa sì che la procura debba considerarsi conferita per il giudizio di cassazione anche se non contiene un espresso riferimento al provvedimento da impugnare o al giudizio da promuovere, purché da essa non risulti, in modo assolutamente evidente, la non riferibilità al giudizio di cassazione; tenendo presente, in ossequio al principio di conservazione enunciato dall'art. 1367 c.c. e dall'art. 159 c.p.c., che nei casi dubbi la procura va interpretata attribuendo alla parte conferente la volontà che consenta all'atto di produrre i suoi effetti.

Commento

La Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, emette sentenza ad esito del reclamo promosso avverso la sentenza del Tribunale per i Minorenni che si è pronunciata decidendo di far luogo o di non far luogo all'adozione in casi particolari.

Si discute se tale sentenza sia ricorribile per Cassazione.

L'opinione prevalente ritiene il predetto mezzo di impugnazione ammissibile in quanto la sentenza della Corte d'Appello deve essere qualificata come un provvedimento non altrimenti impugnabile e di contenuto decisorio, il quale incide con autorità di giudicato, sia pure rebus sic stantibus, sulle posizioni soggettive del minore e degli altri soggetti interessati (Finocchiaro, Finocchiaro, Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori, Milano, 1983, 536 ss.; Cass. I, n. 5592/1987; Cass. I, n. 4258/1995; Cass. I, n. 9795/2000 e Cass. I, n. 4026/2001; contraCass. I, n. 3615/1989; Cass. I, n. 4527/1991 e Cass. I, n. 3239/1997).

Il ricorso per Cassazione risulta esperibile per tutti i motivi indicati nell'art. 360 c.p.c. (Cass. I, n. 10265/2011; Cass. I, n. 2426/2006; Cass. I, n. 22350/2004 e Cass. I, n. 15485/2003). Il ricorso deve essere proposto nel termine perentorio di sessanta giorni che decorrono dalla data di notificazione della sentenza che si intende impugnare (Cass. I, n. 21651/2011; Cass. I, n. 10265/2011 e Cass. I, n. 23173/2023, ove si precisa che il termine per la proposizione del ricorso per cassazione è quello ordinario, non potendo trovare applicazione il termine limitativo del diritto di impugnazione in sede di legittimità dettato dall'art. 17 l. n. 183/1984 poiché si tratta di una norma di carattere speciale e di stretta interpretazione).

Deve essere esclusa la legittimazione ad impugnare da parte dei genitori dell'adottante, i quali non sono parti del giudizio – ma solo soggetti chiamati a prestare l'assenso, peraltro non vincolante, all'adozione (Cass. I, n. 5049/1987) –, salvo il caso in cui siano legali rappresentanti del minore (Cass. I, n. 260/2010; Cass. I, n. 9689/2002; Cass. I, n. 9795/2000 e Cass. I, n. 401/1999).

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