Ricorso nell'interesse del minore per promuovere un giudizio

Annachiara Massafra

Inquadramento

I genitori congiuntamente o quello che esercita la responsabilità genitoriale in via esclusiva rappresentano i figli nati e nascituri, fino alla maggiore età, e ne amministrano i beni. Il potere di rappresentanza, ove relativo ad atti di ordinaria amministrazione, non richiede alcuna preventiva autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria. È necessaria invece l'autorizzazione del giudice tutelare per il compimento di atti di straordinaria amministrazione, tra i quali rientrano quelli relativi alla proposizione di un giudizio.

Formula

TRIBUNALE DI ..... UFFICIO DEL GIUDICE TUTELARE

RICORSO AI SENSI DELL'ART. 320 C.C. PER PROMUOVERE UN GIUDIZIO NELL'INTERESSE DEL MINORE

La/Il Sig.ra/re (nome e cognome) nata/o il .... a ...., residente in .... via ...., C.F. ...., rappresentata/o e difesa/o dall'Avv. ...., C.F. .... [1] giusta procura a margine (ovvero in calce al) del presente atto, domiciliata per il presente procedimento presso il suo studio ...., che indica ai fini delle comunicazioni l'indirizzo PEC: ed il numero di fax ....:

in qualità di unico genitore esercente la responsabilità genitoriale nei confronti del minore .... nato/a il e residente [2] in .... via .....

PREMESSO

che in seguito ad autorizzazione di questa autorità giudiziaria l'istante veniva autorizzato ad alienare l'immobile sito nel comune di ..... (indicare gli elementi identificativi del bene) ..... in via ....;

..... che in data ..... veniva stipulato il contratto preliminare e veniva stabilito che in data ..... avrebbe dovuto essere stipulato il contratto definitivo di compravendita;

che tale negozio non veniva posto in essere per condotta colpevole dei Sigg.ri .... i quali rifiutavano di concludere il contratto in forza della asserita presenza di vizi nell'immobile (si allegano le email ricevute e la lettera dell'avvocato);

che è interesse del minore agire in giudizio nei confronti di .... ex art. 2932 c.c.....;

che l'atto richiesto è di utilità evidente per il patrimonio del minore e per il suo incremento;

PER TALI MOTIVI

L'istante ....., come sopra rappresentata/o e difesa/o, chiede al Giudice tutelare di essere autorizzata/o, in nome e per conto del figlio ....., a citare in giudizio [3] i Signori (nome e cognome), residenti in ..... in via ......

Il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato.

Luogo e data .....

Firma Avv. .....

PROCURA [4]

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ....., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via ..... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

Si allegano i seguenti documenti:

1) precedente autorizzazione e mail intercorse tra le parti;

2) lettera dell'Avv. ....;

3) stato di famiglia;

4) certificato di residenza;

5) contratto preliminare;

6) documentazione comprovante l'esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale (es. certificato di morte del padre, decreto di rimozione dall'amministrazione dei beni etc.).

[1]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore; è sufficiente l'indicazione del numero di fax poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria (art. 125 c.p.c. e art. 13 comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modif. dalla l. n. 114/2014). L'indicazione del C.F. del difensore è richiesta dall'art. 125 c.p.c.: ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F., il contributo unificato è aumentato della metà.

[2]È competente il Giudice del luogo di dimora abituale del minore al momento della presentazione della domanda.

[3]La proposizione di un giudizio costituisce un atto di straordinaria amministrazione e pertanto l'istanza deve essere presentata da entrambi i genitori esercenti la responsabilità genitoriale. Ove vi sia un solo genitore esercente la responsabilità genitoriale è necessario specificarlo e documentarlo (ad es. producendo il certificato di morte dell'altro genitore).

[4]Il ricorso al Giudice tutelare ex art. 320 c.c. non necessita dell'assistenza del difensore e pertanto può essere presentato personalmente dalla parte interessata. Ove l'atto venga posto in essere in assenza della preventiva autorizzazione del Giudice tutelare, l'eventuale annullabilità può essere fatta valere solo da genitore che abbia agito in rappresentanza del figlio o dal figlio medesimo (Cass. II, n. 7495/1996).

Commento

La promozione di un giudizio che, in relazione al relativo oggetto, possa arrecare un pregiudizio o una diminuzione del patrimonio del minore costituisce atto di straordinaria amministrazione (in merito Cass. II, n. 3183/1980).

Il legislatore ha in merito disposto espressamente che debba essere previamente autorizzata del giudice tutelare la promozione di giudizi relativi agli atti di straordinaria amministrazione indicati nel comma terzo dell'art. 320 c.c. Sicché è stato evidenziato in dottrina che l'attività processuale dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale non deve essere sempre considerata di straordinaria amministrazione ma strumentale alla posizione giuridica di diritto sostanziale che s'intenda tutelare. A quest'ultima pertanto deve farsi riferimento al fine di verificare la necessità o meno del provvedimento autorizzativo del giudice tutelare (Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da), Trattato di diritto privato, Torino, 1997, 627).

La giurisprudenza ha inoltre specificato che talune azioni in quanto volte al miglioramento ed alla conservazione dei beni del patrimonio del minore non necessitano della preventiva autorizzazione del giudice tutelare.

In particolare è stato affermato che non è necessaria la predetta autorizzazione per esperire l'azione di rivendica, in quanto finalizzata ad accrescere e tutelare il patrimonio del minore (Cass. II, n. 743/2012), così come l'azione diretta all'abbattimento di opere costruite in violazione delle distanze legali, in quanto volta ad impedire l'assoggettamento del fondo dell'incapace a servitù a favore del fondo altrui (Cass. I, n. 8484/1989) e l'azione di costituzione di servitù di passaggio (Cass. S.U., n. 670/1989).

Non è necessaria, inoltre, l'autorizzazione del Giudice tutelare ove il genitore si limiti a succedere, in nome e per conto del figlio, nella posizione processuale dell'altro coniuge defunto, nelle more del giudizio promosso dallo stesso per conservare l'integrità del proprio patrimonio poi divenuto oggetto della successione (Cass. III, n. 3787/1987).

Non è altresì necessaria l'autorizzazione ove il genitore intenda resistere ad azioni giudiziarie da altri proposte ancorché incidenti sul patrimonio del minore (Cass. III, n. 3787/1987) ovvero intenda promuovere un'azione al fine di ottenere il risarcimento del danno subito dal minore, mirando in tale ultimo caso l'azione alla reintegrazione del patrimonio (Cass. III, n. 294/1981).

L'eccezione di carenza di legittimazione processuale del genitore che agisce in giudizio in difetto dell'autorizzazione ex art. 320 c.p.c. resta priva di fondamento se l'autorizzazione viene prodotta, sia pure successivamente alla scadenza dei termini di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c. ovvero se il figlio, diventato maggiorenne, si costituisce nel giudizio, così ratificando l'attività processuale del rappresentante legale: in entrambi i casi opera la sanatoria retroattiva del vizio di rappresentanza (Cass. III, n. 2460/2020).

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