Ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno a tempo determinato

Annachiara Massafra

Inquadramento

Con la l. n. 6/2004, è stato introdotto nel codice civile l'istituto dell'amministrazione di sostegno. Tale misura può essere applicata nei confronti della persona che per effetto di un'infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovi nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.

Con questa legge cessa da parte del legislatore l'uso di espressioni che impongano l'applicazione obbligatoria delle misure di protezione (anche in forza della modifica dell'art. 414 c.c.).

La citata misura di protezione può trovare applicazione laddove sussista qualsiasi patologia, fisica o psichica, temporanea o permanente dalle più gravi alle più blande purché, nel caso concreto, sia tale da rendere non meramente difficile ma impossibile per la persona provvedere ai propri interessi personali e patrimoniali.

Per quanto concerne i rapporti tra la citata misura di protezione, l'interdizione e l'inabilitazione, la Corte di Cassazione ha chiarito che la differenza tra le due misure non è di carattere qualitativo ma quantitativo atteso che l'amministrazione di sostegno ha la finalità di offrire a chi si trovi nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi uno strumento di assistenza che ne sacrifichi nella minor misura possibile la capacità di agire, distinguendosi, con tale specifica funzione, dagli altri istituti a tutela degli incapaci, quali l'interdizione e l'inabilitazione. Rispetto ai predetti istituti, come ha evidenziato la Suprema Corte, l'ambito di applicazione dell'amministrazione di sostegno va individuato con riguardo non già al diverso, e meno intenso, grado di infermità o di impossibilità di attendere ai propri interessi del soggetto carente di autonomia, ma piuttosto alla maggiore idoneità di tale strumento ad adeguarsi alle esigenze di detto soggetto, in relazione alla flessibilità ed alla maggiore agilità della relativa procedura applicativa. Appartiene all'apprezzamento del Giudice di merito la valutazione della conformità di tale misura alle suindicate esigenze, tenuto conto della complessiva condizione psico-fisica del soggetto da assistere e di tutte le circostanze caratterizzanti la fattispecie. (Cass. I, n. 13584/2006; in merito si veda anche Corte cost. n. 440/2005).

Formula

GIUDICE TUTELARE PRESSO IL TRIBUNALE DI [1] ...

RICORSO PER LA NOMINA DI UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO PER UN TEMPO DETERMINATO

Il/la sottoscritto (a) ... nato/a il ... a ... e residente in ... via ..., C.F. ... [2] , rappresentato/a e difeso/a dall'Avv. ..., C.F. ... giusta procura a margine (ovvero in calce al) del presente atto, domiciliato per il presente giudizio presso il suo studio ..., che indica ai fini delle comunicazioni l'indirizzo PEC: ... ed il numero di fax ... :

in qualità di ... [3]

PREMESSO CHE

1) ... (nome, cognome), nato il ... a ... è residente in ...;

2) ... è affetto da ... e che tale patologia rende il predetto temporaneamente incapace di prendersi cura di sé e del suo patrimonio atteso che, come emerge dal certificato medico in atti ...;

OVVERO

2-bis) è affetto da ... e che tale patologia incide parzialmente [4] sulla sua capacità di prendersi cura del proprio patrimonio nei termini di cui alla relazione del Dott. ...;

3) il patrimonio viene gestito da ..., con delega sul conto conferita ... e per quanto concerne la cura della persona ...;

4) deve necessariamente essere compiuto il seguente atto ... per il quale è necessaria la nomina di un AdS che assista ... nel compimento del citato negozio giuridico;

OVVERO

4) la patologia dalla quale è affetto il Sig. ... determina la necessità che lo stesso sia assistito nel compimento degli atti di gestione del patrimonio e della cura della persona fino alla totale ripresa di tutte le sue abilità (ovvero fino al completamento del percorso predisposto in suo favore dal competente Sert etc. ... );

5) il beneficiario è inserito in un contesto familiare tutelante di talché, attualmente, la misura dell'amministrazione di sostegno è necessaria solo al fine esclusivo di compiere l'indicato atto;

Per tali motivi, ai sensi degli artt. 404 ss. c.c.

CHIEDE

ai sensi degli artt. 404 ss. c.c.

di applicare la misura di protezione temporanea dell'amministrazione di sostegno nei confronti di ... e in considerazione della condizione in cui versa il predetto nei termini di cui in parte motiva;

di attribuire all'amministratore di sostegno i seguenti poteri con riferimento al compimento del singolo atto di seguito indicato: ... [5] .

Comunica che i parenti di ... sono ... e che risiedono rispettivamente ... (ovvero specificare se hanno già dichiarato di essere a conoscenza del procedimento e di non opporsi ... producendo la relativa dichiarazione scritta).

Indica come possibile amministratore ... (nome, cognome, codice fiscale,) residente in via ....

Dichiara che il presente procedimento è esente dal versamento del contributo unificato.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

Si allegano i seguenti documenti:

1) estratto dell'atto di nascita;

2) certificato di residenza;

3) stato di famiglia;

4) certificazione medica aggiornata;

5) documentazione relativa all'atto da compiere.

1. È competente il Giudice tutelare del luogo di residenza o di domicilio. Pur essendo due criteri alternativi essi devono essere comunque effettivi. Sicché se il beneficiario dimora stabilmente in un comune, pur conservando la residenza anagrafica in altro posto, l'istanza deve essere presentata al Giudice tutelare del luogo di dimora abituale (da ultimo Cass. VI, n. 22772/2017).

2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). Dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC dei difensori, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria.

3. Devono essere indicati i soggetti legittimati, ossia il beneficiario, un parente entro il quarto grado, un affine entro il secondo grado, il convivente, la persona unita civilmente, il responsabile del servizio sociale e sanitario direttamente impegnato nella cura della persona, specificare nei termini di cui all'art. 406 c.c. Il ricorso può essere presentato, in caso di necessità, anche qualora il beneficiario abbia espresso previamente disposizioni anticipate di trattamento nel caso in cui non sia stato designato un fiduciario ovvero questi sia divenuto incapace o vi abbia rinunciato secondo quanto disposto dall'art. 4, comma 4, della l. n. 219/2017 recante norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

4. Non è sufficiente l'indicazione della patologia ma deve anche essere specificato che la stessa incida sulla capacità di cura e di gestione del patrimonio.

5. Ovvero di attribuire all'amministratore di sostegno i seguenti poteri, di assistenza, in ambito di cura e di gestione del patrimonio, poteri che vanno indicati specificamente.

Commento

La domanda per la nomina di amministratore di sostegno si presenta con ricorso al Giudice del luogo di residenza o del domicilio del beneficiario. Secondo quanto specificato dalla Corte di Cassazione, il procedimento per la nomina dell'amministratore di sostegno non richiede il ministero del difensore nelle fattispecie corrispondenti al modello legale tipico, in cui l'emanando provvedimento debba limitarsi ad individuare specificamente i singoli atti, o categorie di atti, in relazione ai quali si richiede l'intervento dell'amministratore. La difesa tecnica è necessaria ogni qualvolta il decreto che il Giudice ritenga di emettere, incida sui diritti fondamentali della persona, attraverso la previsione di effetti, limitazioni o decadenze analoghi a quelli previsti da disposizioni di legge per l'interdetto o l'inabilitato, per ciò stesso incontrando il limite del rispetto dei principi costituzionali in materia di diritto di difesa e del contraddittorio. Peraltro, nel citato procedimento, unilaterale, non esistono parti necessarie al di fuori del beneficiario e non è, pertanto, configurabile una ipotesi di litisconsorzio necessario tra i soggetti partecipanti al giudizio innanzi al tribunale (Cass. I, n. 18171/2013).

Soggetti legittimati alla presentazione del ricorso per amministrazione di sostegno sono, pertanto: Il Pubblico Ministero; lo stesso beneficiario; i parenti entro il quarto grado; gli affini entro il secondo grado, il convivente; la persona unita civilmente; il responsabile del servizio sociale e sanitario direttamente impegnato nella cura della persona (non altra persona come ad es. l'assistente sociale).

La persona nei cui confronti può essere disposta la misura di protezione può essere anche un minore di età ma in tal caso la domanda può essere presentata nell'ultimo anno di minore età ed il relativo decreto produce effetto solo dal compimento della maggiore età. Anche il cittadino straniero può essere sottoposto alla amministrazione di sostegno ma in tal caso trovano applicazione le disposizioni di cui alla l. n. 218/1995. Ne consegue che per potersi applicare la misura è necessario che anche nello stato di provenienza esista analoga forma di protezione ovvero che le norme di diritto internazionale privato rinviino a quelle del luogo di abituale dimora del beneficiario. Diversamente, la misura di protezione di cui agli artt. 404 c.c. e seguenti potrà comunque essere applicata ma solo in via urgente e provvisoria, secondo quanto prevede l'art. 44, l. n. 218/1995.

Nel procedimento non vi sono parti, fatta eccezione per il beneficiario, e gli atti devono essere comunicati al Pubblico Ministero (Cass. S.U., n. 1093/2017).

Contro la decisione del Giudice tutelare relativa all'applicazione o meno della misura di protezione ed ai provvedimenti che incidono in modo definitivo sulla cura del beneficiario era ammesso reclamo alla Corte d'Appello, secondo quanto prevedeva l'art. 720-bis c.p.c. La citata disposizione è stata abrogata dal d.lgs. n. 149/2022 ed oggi, per i procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023, l'art. 473-bis.58 c.p.c. rinvia espressamente all'art. 739 c.p.c.

Quest'ultima disposizione prevede che contro i decreti del Giudice tutelare si può proporre reclamo al Tribunale che pronuncia in camera di consiglio in composizione monocratica quando il provvedimento ha contenuto patrimoniale o gestorio ed in composizione collegiale in tutti gli altri casi.

In relazione alla disposizione testé citata nel recente passato in materia si sono registrati due antitetici orientamenti giurisprudenziali. Alcune decisioni della Corte di Cassazione hanno infatti affermato che soltanto i provvedimenti aventi carattere decisorio, quali quelli di ammissione o di rifiuto della misura di protezione, sono impugnabili dinanzi alla Corte di Appello; quelli aventi carattere ordinatorio e gestorio, quali la mera sostituzione dell'amministratore, sono impugnabili davanti al tribunale in composizione collegiale (ad es. Cass. VI, n. 32071/2018 ovvero più radicalmente si è esclusa ogni impugnazione per gli atti del Giudice tutelare di semplice ordine amministrativo o gestorio, in quanto sempre revocabili e modificabili: così Cass. I, n. 5123/2018). Secondo un altro orientamento, per individuare il Giudice competente a conoscere dell'impugnazione in questione non occorre indagare la natura decisoria o ordinatoria del provvedimento perché l'art. 720-bis è una norma speciale rispetto all'art. 739 ed essa ammette il reclamo alla Corte d'Appello senza effettuare alcuna distinzione e senza menzionare il tribunale (in questo senso Cass. I, n. 32409/2019).

Il contrasto di cui innanzi è stato poi risolto dalle Sezioni Unite le quali hanno affermato che i decreti del Giudice tutelare in materia di amministrazione di sostegno sono reclamabili ai sensi dell'art. 720-bis, comma 2, c.p.c. unicamente dinanzi alla Corte d'Appello, quale che sia il loro contenuto (decisorio ovvero gestorio), mentre, ai fini della ricorribilità in cassazione dei provvedimenti assunti in tale sede, la lettera della legge impone in ogni caso la verifica del carattere della decisorietà, quale connotato intrinseco dei provvedimenti suscettibili di essere sottoposti al vaglio del Giudice di legittimità (Cass. S.U., n. 21985/2021).

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