Istanza per la sostituzione dell'amministratore di sostegno ai sensi dell'art. 413 c.c.InquadramentoLa misura dell'amministrazione di sostegno può sempre essere modificata e ciò anche in punto di sostituzione dell'amministratore di sostegno nominato, ove ciò sia necessario per la migliore tutela del beneficiario. La relativa richiesta al Giudice tutelare può essere formulata dall'amministratore di sostegno, dal beneficiario, dal Pubblico Ministero, dalla persona unita civilmente ovvero dalle persone di cui all'art. 406 c.c. FormulaGIUDICE TUTELARE PRESSO IL TRIBUNALE DI ... ISTANZA PER LA SOSTITUZIONE [1] DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO AI SENSI DELL'ART. 413 c.c. Il sottoscritto ... (nome e cognome), nato/a il ... a ... e residente in ... via ..., C.F. ... [2] in qualità di ..., (beneficiario, Pubblico Ministero ... parente entro il quarto grado, affine entro il secondo, convivente, persona unita civilmente responsabile dei servizi sanitari e sociali direttamente impegnati nella cura ed assistenza della persona beneficiaria) ... nato il ... a ..., C.F. ... residente in ..., PREMESSO CHE 1) con decreto del ... è stato nominato amministratore di sostegno di ..., ha giurato in data ...; 2) da quando è stata applicata la misura di protezione tra l'amministratore di sostegno ed il beneficiario non si è costituito un rapporto costruttivo; 3) in particolare ... (ad es. il beneficiario è totalmente oppositivo e refrattario a qualsiasi proposta e tentativo di sostegno da parte dell'amministratore di sostegno, ovvero si è diversamente costituito un rapporto di sincera collaborazione con ... ritenuto attualmente l'unica persona in grado di assistere il beneficiario ... ); 4) l'incolpevole assenza di comunicazione tra l'amministratore ed il beneficiario è tale da rendere necessaria la sostituzione di ... con ... al fine di consentire all'amministrazione di sostegno di realizzare le fondamentali finalità di protezione di ... per le quali è stata disposta; PER TALI MOTIVI CHIEDE Al Giudice tutelare [3] , previa convocazione dell'amministratore di sostegno e del beneficiario, di sostituire l'amministratore di sostegno con altra persona ritenuta idonea ovvero con ... (nome e cognome ... C.F. ... ). Luogo e data ... Firma Avv. ... Allegati .... 1. Oltre alla sostituzione è possibile presentare istanza di esonero ove ne sussistano i presupposti normativamente previsti. 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). Dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC dei difensori, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria. 3. Qualora l'istanza non provenga dal beneficiario o dall'amministratore di sostegno deve essere loro comunicata al fine di poter esprimere la propria opinione ovvero presentare le proprie osservazioni. L'istanza può essere presentata dalla parte personalmente come nell'esemplificazione proposta. CommentoLa misura dell'amministrazione di sostegno può sempre essere modificata e ciò anche in punto di sostituzione dell'amministratore di sostegno nominato. È opportuno peraltro evidenziare in questa sede che trova applicazione nei confronti dell'amministratore di sostegno l'art. 384 c.c., secondo quanto prevede l'art. 411 c.c., con la conseguenza che in caso di condotte negligenti potrà essere sospeso e rimosso dall'incarico. Il Giudice tutelare decide con decreto, acquisite le necessarie informazioni e disposti gli opportuni provvedimenti istruttori e contro tale decisione può essere proposto reclamo. Il disposto in tal senso dell'art. 720-bis, che richiama l'art. 739 c.p.c., ha dato occasione a contrasti di giurisprudenza nel recente passato. Alcune decisioni della Corte di Cassazione hanno affermato che soltanto i provvedimenti aventi carattere decisorio, quali quelli di ammissione o di rifiuto della misura di protezione, sono impugnabili dinanzi alla Corte di Appello; quelli aventi carattere ordinatorio e gestorio, quali la mera sostituzione dell'amministratore, sono impugnabili davanti al tribunale in composizione collegiale (Cass. VI, ord. n. 32071/2018). Più radicalmente si è esclusa ogni impugnazione per gli atti del Giudice tutelare di semplice ordine amministrativo o gestorio, in quanto sempre revocabili e modificabili (Cass. I, ord. n. 5123/2018). Secondo un altro orientamento, per individuare il Giudice competente a conoscere dell'impugnazione in questione non occorre indagare la natura decisoria o ordinatoria del provvedimento perché l'art. 720-bis è una norma speciale rispetto all'art. 739 ed essa ammette il reclamo alla Corte d'Appello senza effettuare alcuna distinzione e senza menzionare il tribunale (Cass. I, n. 32409/2019; Cass. n. 14158/2017). In materia sono intervenute le Sezioni Unite affermando che i decreti del Giudice tutelare in materia di amministrazione di sostegno sono reclamabili ai sensi dell'art. 720-bis, comma 2, c.p.c. unicamente dinanzi alla Corte d'Appello, quale che sia il loro contenuto (decisorio ovvero gestorio), mentre, ai fini della ricorribilità in cassazione dei provvedimenti assunti in tale sede, la lettera della legge impone in ogni caso la verifica del carattere della decisorietà, quale connotato intrinseco dei provvedimenti suscettibili di essere sottoposti al vaglio del Giudice di legittimità (Cass. S.U., n. 21985/2021). Da ultimo deve evidenziarsi che l'art. 720-bis c.p.c. è stato abrogato dal d.lgs. n. 149/2022 ed oggi l'art. 473-bis.58 rinvia, per quanto concerne il reclamo avverso i provvedimenti del Giudice tutelare, all'art. 739 c.p.c., come modificato dall'art. 3, comma 50, del d.lgs. n. 149/2022 (con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e con applicazione nei confronti dei procedimenti instaurati successivamente a tale data). |