Ricorso per la costituzione di un trust in favore del beneficiario sottoposto alla amministrazione di sostegnoInquadramentoL'art. 375 c.c. individuava alcuni atti che non potevano essere posti in essere dal tutore se non autorizzati dal Tribunale, previo parere del Giudice tutelare mentre quegli stessi atti, prima dell'abrogazione della citata disposizione, potevano, e possono, essere compiuti dall'amministratore di sostegno in forza della sola autorizzazione del Giudice tutelare attraverso un procedimento meno formale di quello previsto, in precedenza, nell'ambito della tutela dei minori. FormulaTRIBUNALE DI ... UFFICIO DEL GIUDICE TUTELARE RICORSO AI SENSI DELL'ART. 375 C.C. PER L'ISTITUZIONE DI UN TRUST[1] IN FAVORE DEL BENEFICIARIO ... (nome, cognome, C.F. ... [2] ) in qualità di amministratore di sostegno [3] di ... (nome ..., cognome ..., C.F. ... ) residente in ... via ...; PREMESSO CHE Il beneficiario è titolare di un cospicuo patrimonio così come si evince dall'inventario e dal rendiconto annuale depositato il ... (allegati 1, 2); l'entità del patrimonio unitamente alla patologia dalla quale il predetto beneficiario è affetto, impongono di individuare la modalità più idonea a conservarlo e, ove possibile, ad incrementarlo; il beneficiario è, in particolare, affetto da ... che incide sulla sua capacità di gestire il patrimonio atteso che ...; l'istante, dopo aver verificato tutte le soluzioni possibili, è giunto alla conclusione che la costituzione di un trust in favore di ...; in particolare tale strumento, utilizzabile a beneficio delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare exl. n. 112/2016, si presenta idoneo a tutelare il patrimonio del beneficiario per le seguenti ragioni ...; che è stata individuata la Società ... quale trustee del costituendo trust mentre l'amministratore di sostegno ... (ovvero nome, cognome, C.F. della persona individuata) è stato individuato quale possibile guardiano; - la costituzione del trust è, alla luce di quanto sopra rappresentato, di utilità evidente per il beneficiario ..., e per l'incremento e la conservazione del suo patrimonio perché ...; - la presente istanza è stata redatta, previa acquisizione dell'assenso del beneficiario [4] ; PER TALI MOTIVI ... (nome e cognome), in qualità di amministratore di sostegno di ..., chiede al Giudice tutelare, previa acquisizione di ulteriori informazioni ove ritenute necessarie, di essere autorizzato a costituire un trust, nell'interesse di ... secondo le modalità di cui allegato atto ... conferendo i beni indicati nell'inventario ed in particolare ... [5] . Luogo e data ... Firma dell'amministratore di sostegno ... Si allegano i seguenti documenti: 1) ultimo rendiconto; 2) inventario; 4) dichiarazione del beneficiario; 5) ultima certificazione medica; 6) bozza dell'atto di costituzione dell'istituendo trust. 1. L'atto rientra tra quelli di straordinaria amministrazione e pertanto deve essere autorizzato dal Giudice tutelare. 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. dispone che gli atti di parte che introducono il giudizio o contengono la prima difesa, redatti dagli avvocati, devono indicare il codice fiscale e il numero di fax del difensore; l'omessa indicazione del fax nonché l'omessa indicazione del codice fiscale della parte comportano l'aumento della metà del contributo unificato (art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificato dalla l. n. 114/2014). Dal 18 agosto 2014 i medesimi atti non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC dei difensori, essendo sufficiente l'indicazione del numero di fax; l'indirizzo PEC, infatti, è un dato che rimane acquisito nei rapporti con la cancelleria. 3. L'istanza può essere presentata personalmente dall'amministratore di sostegno senza l'assistenza di un difensore. 4. L'amministratore di sostegno è tenuto ad informare il beneficiario degli atti che intende compiere nel suo interesse. 5. Gli atti ed i provvedimenti relativi all'amministrazione di sostegno non sono soggetti all'obbligo di registrazione e sono esenti dal contributo unificato ai sensi dell'art. 46- bis disp. att. c.c. Commento. Nel decreto di nomina dell'amministratore di sostegno sonoindividuati i poteri attribuiti all'amministratore di sostegno con riferimento agli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione ed è di regola specificato che i primi possono essere posti in essere senza la necessità di un'autorizzazione del Giudice tutelare mentre i secondi devono, come anticipato, essere autorizzati ex art. 374 (e prima ex art. 375 c.c.). Secondo la Corte di Cassazione, al di fuori dei casi specificatamente individuati ed inquadrati nella categoria degli atti di straordinaria amministrazione, un atto deve considerarsi di ordinaria amministrazione qualora presenti tre distinte caratteristiche: sia oggettivamente utile per la conservazione del patrimonio; sia di valore economico non particolarmente elevato in relazione al patrimonio del minore ed abbia un basso margine di rischio sempre in relazione al detto patrimonio. Ciò comporta che ove l'atto difetti anche di una sola delle tre citate caratteristiche debba essere considerato di straordinaria amministrazione (Cass. III, n. 7546/2003, in fattispecie relativa a minore di età ex art. 320 c.c.; da ultimo Cass. III, n. 8461/2019). Deve inoltre evidenziarsi che l'elencazione contenuta nell'art. 374 (e prima anche dell'art. 375 c.c. oggi abrogato) si ritiene non abbia carattere tassativo e che siano soggetti alla previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria anche quegli atti che, pur non essendo espressamente contemplati, siano tali da produrre effetti analoghi o simili a quelli disciplinati dalle disposizioni sopra citate. Ove, pertanto, l'atto ecceda l'ordinaria amministrazione, ovvero si tratti di uno degli atti indicati dal legislatore nell'art. 374 c.c. è necessaria l'autorizzazione del Giudice tutelare del luogo di residenza o di domicilio del beneficiario. In particolare, la costituzione di un trust in favore del beneficiario è stata considerata, in alcune decisione di merito, uno strumento idoneo a tutelare il patrimonio del beneficiario (in merito Trib. Bologna 12 giugno 2013; Trib. Genova 14 marzo 2006; Trib. Milano 11 marzo 2013; Trib. Modena 11 agosto 2006; Trib. Genova 23 aprile 2009). La costituzione di un trust costituisce atto di straordinaria amministrazione il cui effetto principale è la segregazione del patrimonio del beneficiario e richiede, pertanto, la previa autorizzazione del Giudice tutelare. Attraverso la costituzione di un siffatto istituto, tuttavia, viene tutelato esclusivamente il patrimonio del beneficiario, sicché, ove sussista la necessità di tutelare l'interessato anche sotto il profilo della cura della persona, gli ulteriori poteri restano previsti e disciplinati dal decreto istitutivo dell'amministrazione di sostegno. Sotto il profilo processuale infine si evidenzia che il decreto con il quale viene accolta o rigettata l'istanza, pronunciato dal Giudice tutelare, può essere impugnato con reclamo. Prima dell'intervento delle Sezioni Unite, nella recente giurisprudenza della Corte di Cassazione era possibile individuare due distinti orientamenti. L'uno era nel senso della reclamabilità del decreto pronunciato ai sensi dell'art. 374 c.c. dinanzi al Tribunale secondo le modalità previste dall'art. 739 c.p.c., ferma restando la non ricorribilità per Cassazione, avendo il detto provvedimento carattere gestorio (in merito Cass. I, n. 14158/2017, Cass. VI-I, n. 3493/2018) l'altro invece teso a ritenere reclamabili detti provvedimenti dinanzi alla Corte d'Appello, in forza della specialità della disposizione di cui all'art. 720-bis c.p.c. rispetto all'art. 739 c.p.c. (Cass. I, n. 32409/2019). In materia sono, come anticipato, quindi intervenute le Sezioni Unite affermando che i decreti del Giudice tutelare in materia di amministrazione di sostegno sono reclamabili ai sensi dell'art. 720-bis, comma 2, c.p.c. unicamente dinanzi alla Corte d'Appello, quale che sia il loro contenuto (decisorio ovvero gestorio), mentre, ai fini della ricorribilità in cassazione dei provvedimenti assunti in tale sede, la lettera della legge impone in ogni caso la verifica del carattere della decisorietà, quale connotato intrinseco dei provvedimenti suscettibili di essere sottoposti al vaglio del Giudice di legittimità (Cass. S.U., n. 21985/2021). Da ultimo deve evidenziarsi che l'art. 720-bis c.p.c. è stato abrogato dal d.lgs. n. 149/2022 ed oggi l'art. 473-bis.58 rinvia, per quanto concerne il reclamo avverso i provvedimenti del Giudice tutelare, all'art. 739 c.p.c., come modificato dall'art. 3, comma 50, del d.lgs. n. 149/2022 (con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e con applicazione nei confronti dei procedimenti instaurati successivamente a tale). |