Ricorso per il compimento di atti di straordinaria amministrazione da parte di un coniuge in mancanza di procura dell'altro (art. 182 c.c.)

Gustavo Danise
Aggiornato da Francesco Bartolini

Inquadramento

L'art. 182 c.c., disciplina il procedimento con cui un coniuge/partner può chiedere al Giudice l'autorizzazione al compimento di atti di straordinaria amministrazione, in caso di lontananza o impedimento dell'altro, ed in mancanza di procura ad amministrare o a compiere lo specifico atto  preventivamente rilasciata.

Formula

TRIBUNALE DI ... 1

RICORSO EX ART. 182 C.C.

La Sig.ra ..., C.F. ..., nata a ..., il ..., residente in ... 2, via ..., n. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ..., del foro di ..., C.F. ..., giusta procura alle liti in calce al presente atto, ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., via ..., n. ..., 

PREMESSO IN FATTO

- l'istante è coniugato (ha costituito un'unione civile) con il Sig. ... dal ... in regime di comunione legale dei beni;

- il marito/partner si è allontanato dall'Italia dal giorno ...;

- è sopravvenuta la necessità nell'interesse della famiglia, in quanto ... 3, di compiere i seguenti atti di straordinaria amministrazione 4;

- che il Sig. ... non ha rilasciato alcuna procura al compimento dell'atto prima di allontanarsi dall'Italia ed è attualmente irreperibile per cui non è dato sapere per quanto si protrarrà la sua assenza;

tutto ciò premesso

CHIEDE

che la S.V. Ill.ma voglia, ai sensi dell'art. 182 c.c. concedere l'autorizzazione all'istante a stipulare l'atto indicato in premessa, stabilendo tutte le cautele ritenute opportune;

Con concessione di provvisoria esecuzione del provvedimento ai sensi dell'art. 741 c.c.

Il presente procedimento è esente da contributo unificato ai sensi dell'art. 10, d.P.R. n. 115/20025 .

Si allegano:

( ... ).

Luogo e data ...

Firma ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione

Firma Avv. ...

[1] 1. Il procedimento si incardina con ricorso innanzi al Tribunale del luogo ove si trova la residenza dei coniugi. Risalente giurisprudenza ha affermato che, qualora la legge non dispone altrimenti, nei procedimenti di volontaria giurisdizione la competenza territoriale appartiene al giudice del luogo in cui si trova il soggetto della cui posizione giuridica si discute (Cass. n. 167/1975).  Il rito è camerale per cui il Tribunale giudica in composizione collegiale secondo le norme di cui agli artt. 737 ss. c.p.c.

[2] 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

[3] 3. Devono essere indicate specificamente le ragioni.

[4] 4. Descrivere anche i dati identificativi in caso di vendita o acquisto di immobili.

[5] 5. Sono tuttavia dovuti diritti di cancelleria pari ad Euro 27,00.

Commento

Ciascun coniuge/partner può compiere atti di straordinaria amministrazione ex art. 180 c.c., previa autorizzazione del Giudice, in caso di lontananza o legittimo impedimento dell'altro se da costui non ha ricevuto una procura ad agire. Quanto al presupposto della “lontananza”, esso non si riferisce a qualsiasi temporaneo allontanamento di un coniuge/partner (per un viaggio di lavoro ad es.), ma a quello che si traduca in un oggettivo impedimento a partecipare alla stipula di un atto urgente o a rilasciare apposita procura. Si perviene a tale opzione ermeneutica valorizzando il richiamo, contenuto nella norma, alla mancanza di procura risultante da atto pubblico o da scrittura privata autenticata: infatti, in caso di allontanamento temporaneo per un motivo determinato (turismo, viaggio di lavoro), il coniuge assente può rilasciare ex ante o ex post (a seconda del momento in cui sopravviene l'esigenza di compiere l'atto di straordinaria amministrazione) all'altro coniuge/partner una procura scritta al compimento dell'atto anche in suo nome e per suo conto. È evidente allora che l'autorizzazione giudiziale sostitutiva ex art. 182 c.c., riguardi i casi in cui un coniuge/partner si sia allontanato repentinamente e non sia raggiungibile dall'altro coniuge, il quale, non potendo farsi rilasciare una procura speciale al compimento di un determinato atto, e non possedendola già, sarebbe impossibilitato a disporre. In proposito, si evidenzia che l'ipotesi tipica di allontanamento che rileva ai fini dell'art. 182 c.c., è la scomparsa del coniuge/partner ex art. 48 c.c.: la previsione della curatela provvisoria per la conservazione dei beni personali dello scomparso si affianca, ma non interferisce né è inconciliabile con il rimedio previsto dall'art. 182 c.c., nell'ambito della comunione legale. La dottrina si è divisa nel ritenere consentita, oppure no, una procura generale al coniuge e se sia, inoltre, possibile il rilascio di una procura di tal genere a un terzo. La norma di cui al secondo comma dell'art. 182, che consente una delega generale, trova una sua specifica ragione nell'esigenza di assicurare la speditezza dell'attività di impresa, che potrebbe essere intralciata dalla necessità di ottenere l'autorizzazione giudiziale di volta in volta, per il singolo atto.

Per quanto concerne l'altra causale per l'attivazione del procedimento ex art. 182 c.c., la nozione di “impedimento'' ingloba ogni situazione di fatto o di diritto, che renda impossibile a uno dei coniugi/partner l'effettivo esercizio del potere di amministrazione, come, ad esempio, l'incapacità di intendere e di volere procurata da una malattia, purché detta incapacità sia transeunte e temporanea (ad es. perché versa in stato di coma a causa di una grave malattia o di un infortunio); se infatti l'impedimento per incapacità di intendere e di volere diviene permanente, l'altro coniuge/partner dovrà attivare il diverso procedimento per la esclusione dall'amministrazione della comunione legale ai sensi dell'art. 183 c.c. (App. Milano, dec. 7 marzo 2003 e Trib. Torino, dec. 25 ottobre 1999).

La Corte di Cassazione in sentenza Cass. n. 9513/1991 ha precisato che l'autorizzazione giudiziale ex art. 181 c.c., è richiesta per il compimento di atti di straordinaria amministrazione o per la stipula di contratti per la concessione o per l'acquisto di diritti reali di godimento, e non è invocabile dal coniuge che, sostituendosi all'altro nell'azione nascente da un contratto preliminare, intenda conseguire ex art. 2932 c.c., una sentenza sostitutiva del contratto definitivo non concluso.

Il procedimento rientra tra quelli di volontaria giurisdizione, definibile dal Tribunale in composizione collegiale con decreto emesso in Camera di Consiglio (artt. 737 ss. c.p.c.). Occorre solo sottolineare che il coniuge ricorrente non può agire per farsi autorizzare in via generale e preventiva al compimento di tutti gli atti di straordinaria amministrazione che riterrà di disporre; l'autorizzazione giudiziale deve riferirsi a singoli atti, per cui il coniuge interessato dovrà intentare un procedimento per ogni atto di straordinaria amministrazione che intenda compiere. La norma prevede che il Giudice, nell'autorizzare l'atto, possa stabilire eventuali cautele, per la tutela delle ragioni del coniuge/partner lontano o impedito, come ad es. disponendo l'accantonamento di somme o un vincolo di reimpiego delle somme conseguite dall'atto di spettanza del coniuge pretermesso. Tutto quanto riferito si estende alle parti di un'unione civile in forza del combinato disposto dei commi 13 e 20 dell'art. 1, l. n. 76/2016.

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