Reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c., contro il provvedimento che dispone l'assegno alimentare provvisorioInquadramentoGli artt. 433 ss. c.c., disciplinano gli alimenti e la relativa obbligazione, volta a prestare i mezzi di sostentamento necessari a consentire alla persona una vita dignitosa. L'obbligazione alla prestazione degli alimenti ha natura legale e trova fondamento nella solidarietà familiare, nell'esigenza di aiuto e soccorso, che esiste, o dovrebbe esistere, tra i membri della famiglia, nelle ipotesi in cui gli stessi vengano a trovarsi in stato di bisogno (cfr. Ravot, Alimenti, in www.ilfamiliarista.it). L'art. 446 c.c., stabilisce che il presidente del Tribunale, finché non sono determinati definitivamente il modo e la misura degli alimenti, può, sentita l'altra parte, ordinare il pagamento di un assegno in via provvisoria, ponendolo, per l'ipotesi di più obbligati, a carico di uno di essi, salvo il regresso nei confronti degli altri (cfr. Trib. Milano, ord. 3 aprile 2013; Trib. Catania, ord. 22 marzo 2005, in Foro it., 2005, 1, 2588). è controversa la reclamabilità del provvedimento ex art. 669-terdecies c.p.c. FormulaRECLAMO AL COLLEGIO EX ART. 669-TERDECIES C.P.C.[1] Per la Sig.ra ..., rappresentata e difesa come in atti; -reclamante- CONTRO Il Sig. ..., rappresentato e difeso come in atti; -resistente in sede di reclamo- PREMESSO CHE Con istanza ex art. 446 c.c., il Sig. ... ha chiesto al Presidente del Tribunale che venisse disposto in proprio favore ed a carico dell'odierna esponente un assegno alimentare provvisorio deducendo il periculum costituito ... . In accoglimento dell'istanza, è stato posto a carico dell'odierna reclamante il pagamento di un assegno mensile provvisorio in favore del Sig. ... pari ad Euro ... . Il provvedimento reclamato è erroneo ed illegittimo. Invero, la domanda di alimenti del Sig. ... è infondata sia in ragione dei redditi della convenuta, sia in quanto lo stesso non è in stato di incolpevole bisogno. Infatti ... [2]. Né peraltro sussiste il periculum in mora dedotto dal Sig. ... il quale ... . Di contro, le condizioni economiche complessive della reclamante e del proprio nucleo familiare rischierebbero di essere irreparabilmente pregiudicate dalla corresponsione del disposto assegno provvisorio prima della decisione sul merito della causa. P.T.M. Si chiede, previa fissazione dell'udienza di comparizione delle parti [3], che, in riforma del provvedimento impugnato, venga rigettata l'istanza ex art. 446 c.c., presentata dal Sig. ..., con vittoria di spese. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. L'art. 669-terdecies c.p.c., demanda al collegio la decisione sul reclamo cautelare emessa dal Giudice monocratico che non potrà far parte del collegio. 2. Sul punto, la S.C. ha chiarito che il presupposto per la richiesta di alimenti costituito dallo stato di bisogno riguarda l'impossibilità per il soggetto di provvedere al soddisfacimento dei propri bisogni primari, e deve essere valutato tenendo conto di tutte le risorse economiche, compresi i redditi ricavabili dal godimento di beni immobili in proprietà o in usufrutto, di guisa che il Giudice, nell'accertare la sussistenza dello stato di bisogno, dopo aver valutato la sussistenza delle risorse economiche del donante, deve accertare l'idoneità delle stesse a soddisfare le sue esigenze di vita (Cass. II, n. 25248/2013). 3. Il procedimento di reclamo cautelare è regolato dagli artt. 737 ss. c.p.c., in tema di procedimenti in camera di consiglio. CommentoGli artt. 433 ss. c.c., disciplinano gli alimenti e la relativa obbligazione, volta a prestare i mezzi di sostentamento necessari a consentire alla persona una vita dignitosa. L'obbligazione alla prestazione degli alimenti ha natura legale e trova fondamento nella solidarietà familiare, nell'esigenza di aiuto e soccorso, che esiste, o dovrebbe esistere, tra i membri della famiglia, in ipotesi in cui gli stessi vengano a trovarsi in stato di bisogno. Tale obbligazione può peraltro sorgere a carico anche di soggetto estraneo alla cerchia familiare, il donatario, al primo posto nell'ordine degli obbligati agli alimenti ed a favore del donante in stato di bisogno (cfr. Ravot, Alimenti, in www.ilfamiliarista.it). L'art. 446 c.c., prevede altresì che il presidente del Tribunale, finché non sono determinati definitivamente il modo e la misura degli alimenti, può, sentita l'altra parte, ordinare un assegno in via provvisoria, ponendolo, per l'ipotesi di più obbligati, a carico di uno di essi, salvo il regresso nei confronti degli altri (cfr. Trib. Catania, ord. 22 marzo 2005, in Foro it., 2005, 1, 2588). Sul punto è stato più volte evidenziato in giurisprudenza che è inammissibile la domanda intesa ad ottenere il provvedimento presidenziale ex art. 446 c.c., al di fuori di un giudizio di merito pendente per l'accertamento del diritto alla prestazione alimentare, in quanto la tutela anticipatoria può realizzarsi solo nell'ambito di un procedimento a cognizione ordinaria già instaurato per evitare che nelle more dell'emanazione della sentenza di merito possano essere pregiudicati i diritti essenziali del soggetto alimentando. Infatti, la natura del provvedimento ex art. 446 c.c., deve essere intesa come funzionale a tutelare le esigenze dell'alimentando "in corso di causa", non avendo carattere cautelare in senso proprio (Trib. Milano IX, 3 aprile 2013, in dejure.giuffre.it; diversamente, per la natura cautelare del provvedimento v. Trib. Trani 9 gennaio 2012, in Dir. pers. fam., 2013, 1, 140, con nota di Zingales). L'opinione dominante in dottrina attribuisce al provvedimento ex art. 446 c.c., natura cautelare: in effetti i provvedimenti di cui all'art. 446 c.c., costituiscono la fattispecie paradigmatica di misure cautelari emanate per fronteggiare un pericolo di tardività della tutela di merito la quale potrebbe giungere, come si è bene evidenziato in dottrina, quando è ormai inutile per l'alimentando il quale “è già morto di fame” (cfr., ampiamente, Consolo (Luiso, Sassani), Commentario alla riforma del processo civile, Milano, 1996, 548). |