Scrittura privata di elezione del foro competente

Andrea Conti

Inquadramento

L'Autorità avente giurisdizione sulle controversie in materia di obbligazioni alimentari può essere individuata, tra quelle specificamente indicate dal Reg. (CE) n. 4/2009, dalle parti mediante atto scritto.

Formula

SCRITTURA PRIVATA DI ELEZIONE DEL FORO COMPETENTE

Tra le parti:

- Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., nazionalità ...., rappresentato e difeso dall'Avv. ...., C.F. ...., del Foro di ...., presso il cui studio in ...., via ...., è elettivamente domiciliato [1]

E

- Sig.ra ...., nata a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., nazionalità ...., rappresentata e difesa dall'Avv. ...., C.F. ...., del Foro di ...., presso il cui studio in ...., via ...., è elettivamente domiciliata [2]

PREMESSO CHE

– il Sig. .... e la Sig.ra .... sono legati dal seguente vincolo .... [3];

– il Sig. .... risiede abitualmente in ....;

– la Sig.ra .... risiede abitualmente in ....;

– entrambe le parti conoscono il Reg. (CE) n. 4/2009 in materia di obbligazioni alimentari;

– il concetto di obbligazione alimentare ricomprende le obbligazioni che, a prescindere dalla denominazione utilizzata, hanno la propria fonte nella legge o in un provvedimento giudiziale e si connotano per la prevalenza dello scopo di sostentamento, il quale presiede alla determinazione dell'ammontare della relativa prestazione in base a parametri correlati ai bisogni del creditore ed alle condizione economiche del debitore, indipendentemente dalle diverse modalità di esecuzione della prestazione che ne costituisce l'oggetto.

Tutto ciò premesso, il Sig. .... e la Sig.ra ...., ut supra

DICHIARANO

– di voler eleggere, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 4 Reg. (CE) n. 4/2009, quale foro competente a conoscere delle controversie che insorgeranno tra le medesime parti in materia di obbligazione alimentare il foro di .... [4], in accordo a quanto dispone l'art. 4, § 1, lett. ...., Reg. (CE) n. 4/2009;

– che la competenza riconosciuta al foro di .... deve intendersi come esclusiva [5].

Luogo e data ....

Il Sig. ....

La Sig.ra ....

Firma Avv. ....

[1]La rappresentanza del difensore è solo eventuale.

[2]La rappresentanza del difensore è solo eventuale.

[3]Si deve trattare di un vincolo di parentela, parentela, matrimonio o affinità (cfr. art. 1, § 1, Reg. (CE) n. 4/2009).

[4]Le parti potranno indicare genericamente i Giudici di un determinato Stato membro o un particolare Giudice nell'ambito di un determinato Stato membro.

[5]In accordo con quanto prevede l'art. 4, § 1, Reg. (CE) n. 4/2009, le parti possono prevedere una competenza non esclusiva e in tal caso dovranno espressamente indicarlo.

Commento

Il Reg. (CE) n. 4/2009 relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari, appresta un corpus normativo unitario in tema di obbligazioni alimentari al fine di garantire al creditore alimentare sia libera circolazione di un titolo esecutivo nello spazio giuridico europeo sia di ottenere agevolmente il regolare pagamento delle somme dovute (Viarengo, Il recupero dei crediti alimentari nel diritto comunitario: il regolamento 4/2009, in Aa.Vv., Le nuove competenze comunitarie. Obbligazioni alimentari e successioni, a cura di Baruffi, Cafari Panico, Padova, 2009, 111).

Preliminarmente, appare opportuno comprendere quale sia l'ambito di applicazione ratione materiae del Reg. (CE) n. 4/2009.

L'art. 1 Reg. (CE) n. 4/2009 prevede che il regolamento si applichi alle obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia, parentela, matrimonio o affinità.

Il Regolamento comunitario non contiene alcuna definizione del concetto di obbligazione alimentare, ma si limita a precisare, al considerando 11, la necessità che a tale concetto sia fornita una interpretazione autonoma in modo da garantire che non vi siano discriminazioni tra situazioni simili e che gli stessi diritti e obblighi siano attribuiti alle parti indipendentemente dall'Autorità Giurisdizionale avanti alla quale il proprio diritto sia fatto valere. Alla luce di tali indicazioni, si è giunti ad un'ampia interpretazione della nozione di obbligazione alimentare che prescinde dal riferimento al diritto nazionale e ricomprende tutte le obbligazioni alimentari previste dal diritto civile, indipendentemente dalla denominazione che esse assumono nel diritto nazionale applicabile. Di conseguenza, nel nostro ordinamento, la nozione di obbligazione alimentare rilevante per il Reg. (CE) n. 4/2009 non coincide esclusivamente con l'istituto degli alimenti di cui all'art. 433 ss. c.c., ma ricomprende anche l'assegno di divorzio, le prestazioni exartt. 5,6,8 e 9, l. n. 898/1970, le obbligazioni di mantenimento tra coniugi e tra genitori e figli e la decisione che, nel contesto di una procedura divorzile, condanni al pagamento di una somma forfettaria o disponga il trasferimento di un diritto reale su di un immobile (Cass. S.U., n. 21053/2009; Cass. S.U., n. 11526/2003; App. Roma 25 luglio 2007; Trib. Belluno 30 dicembre 2011; Trib. Roma 5 novembre 2013; Trib. Belluno 12 novembre 2013; Trib. Belluno 23 dicembre 2014; CGUE, 6 marzo 1980, caso De Cavel c. De Cavel, C-120/79; CGUE, 27 febbraio 1997, caso Van de Boogard c. Laumen, C-220/95 e CGUE, 20 marzo 1997, caso Farrel c. Long, C-295/95. In dottrina, tra i tanti, Viarengo, sub art. 2 Reg. (CE) n. 4/2009, in Aa.Vv., Commentario breve al diritto della famiglia, a cura di Zaccaria, 2016, 2627 ss.).

Ne consegue che deve rientrare nell'ambito di applicazione del Reg. (CE) n. 4/2009 ogni obbligazione che, a prescindere dalla denominazione utilizzata, ha la propria fonte nella legge o in un provvedimento giudiziale e si connota per la prevalenza dello scopo di sostentamento, il quale presiede alla determinazione dell'ammontare della relativa prestazione in base a parametri correlati ai bisogni del creditore ed alle condizione economiche del debitore, indipendentemente dalle diverse modalità di esecuzione della prestazione che ne costituisce l'oggetto (essendo irrilevante che questa consista nella corresponsione di pagamenti periodici o una tantum, nel trasferimento della proprietà di beni dai quali ricavare una rendita oppure nella concessione di garanzie reali o personali). Pertanto, al fine di determinare se una prestazione abbia natura di obbligazione alimentare, assume rilievo lo scopo di sostentamento in forza della quale la prestazione deve essere erogata alla parte creditrice. Di conseguenza risultano riconducibili alla nozione di obbligazioni alimentari anche la costituzione di garanzie reali ed il trasferimento di elementi patrimoniali, sempre che perseguano la finalità di costituire un capitale dal quale il coniuge meno abbiente possa ricavare il proprio sostentamento (di conseguenza, la decisione che riguarda la mera divisione di beni tra coniugi non rientra nell'ambito di applicazione del Reg. (CE) n. 4/2009).

Il Reg. (CE) n. 4/2009 non definisce neppure la nozione di rapporti di famiglia da cui possono derivare le obbligazioni alimentari. Sul punto si ritiene che il concetto di famiglia debba essere interpretato, non con riferimento al diritto nazionale applicabile al caso concreto, ma alla luce della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Pertanto, si dovrà adottare una nozione ampia di famiglia – intesa a ricomprendere anche le unioni diverse dal matrimonio e a prescindere dal genere dei membri del nucleo familiare –. Tuttavia, la possibilità di fare ricorso ad un ampio senso del termine famiglia risulta compensato dall'art. 22 Reg. (CE) n. 4/2009 secondo cui il riconoscimento e l'esecuzione di una decisione in materia di obbligazione alimentare non implica, in alcun modo, il riconoscimento di uno status familiare.

Rimangono estranee al Reg. (CE) n. 4/2009 le obbligazioni alimentari il cui fondamento abbia natura giuridica diversa dai rapporti di famiglia: contratto, fatto illecito, donazioni e successioni mortis causa.

Chiarito l'ambito di applicazione del Reg. (CE) n. 4/2009, è possibile soffermarsi sui criteri di competenza individuati dal Capo II del Reg. (CE) n. 4/2009.

In particolare, viene prevista, dopo l'enunciazione di una serie di fori concorrenti (art. 3 Reg. (CE) n. 4/2009), la facoltà delle parti di scegliere l'Autorità Giurisdizionale competente a decidere le questioni relative alle obbligazioni alimentari. Si tratta, dunque, di una proroga espressa di giurisdizione. Le parti potranno indicare genericamente i Giudici di un determinato Stato membro o un particolare Giudice nell'ambito di un determinato Stato membro. La scelta operata dalle parti avrà la stessa efficacia tanto se stipulata tra persone residenti o domiciliate nell'Unione Europea, quanto tra soggetti residenti o domiciliati in Stati terzi.

Tale facoltà, tuttavia, è limitata nella misura in cui vengono specificamente indicati quali giudici possono essere scelti. In particolare, le parti potranno individuare come competente l'Autorità Giurisdizionale dello Stato membro in cui una delle parti risiede abitualmente (lett. a), ovvero quella dello Stato membro di cittadinanza di una delle parti (lett. b), oppure – nel caso si tratti di obbligazioni alimentari tra coniugi o ex coniugi – l'Autorità Giurisdizionale competente a conoscere le controversie matrimoniali ovvero quella dello Stato membro in cui essi hanno avuto l'ultima residenza abituale comune per un periodo di almeno un anno (lett. c).

Le condizioni elencate, ai sensi di quanto dispone l'art. 4, § 1, Reg. (CE) n. 4/2009, devono sussistere nel momento in cui si è concluso l'accordo – con la conseguente irrilevanza dei mutamenti di residenza e di cittadinanza successivi – ovvero possono essere soddisfatte nel momento in cui viene adita l'Autorità Giurisdizionale.

Se non è diversamente stabilito dalle parti, la competenza dell'Autorità Giurisdizionale prescelta deve essere considerata come esclusiva.

L'art. 4, § 3, Reg. (CE) n. 4/2009 prevede che non sia possibile per le parti eleggere il foro competente se la controversia riguarda l'obbligazione alimentare nei confronti di un minore di anni diciotto. La ratio del divieto risiede nella necessità di proteggere il minore da una scelta operata a suo svantaggio. Tuttavia, sarebbe stato più opportuno prevedere, in questi casi, una valutazione caso per caso sulla effettiva e concreta rispondenza della scelta del foro al superiore interesse del minore (Pocar, La disciplina comunitaria della giurisdizione in tema di alimenti: il regolamento 4/2009, in Aa.Vv., Le nuove competenze comunitarie. Obbligazioni alimentari e successioni, a cura di Baruffi, Cafari Panico, Padova, 2009, 9-10).

Infine, nel caso in cui le parti individuino come competente, in via esclusiva, l'Autorità Giurisdizionale di uno Stato non membro ma parte della Convenzione concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale del 2007 (c.d. Convenzione di Lugano), le controversie in materia alimentari, a norma di quanto dispone l'art. 4, § 4, Reg. (CE) n. 4/2009, saranno regolate della Convenzione di Lugano, salvo il caso in cui si tratti di controversie alimentari che coinvolgono un minorenne (cfr. Pocar, La disciplina comunitaria della giurisdizione in tema di alimenti: il regolamento 4/2009, cit., 10).

Sotto il profilo formale, l'accordo di elezione del foro competente deve essere concluso per iscritto e si considera forma scritta anche qualsiasi comunicazione elettronica che consenta una registrazione durevole dell'accordo (art. 4, § 3, Reg. (CE) n. 4/2009). La forma scritta è, dunque, un requisito di validità dell'accordo tra le parti ed è richiesta ad substantiam e non ad probationem.

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