Istanza di diniego dell'esecuzione per prescrizioneInquadramentoL'esecuzione della decisione in materia di obbligazioni alimentari in uno Stato membro, diverso da quello in cui tale decisione è stata pronunciata, deve essere negata, anche solo parzialmente, se il diritto di ottenere l'esecuzione della decisione è prescritto a norma della legge dello Stato membro ove è stata pronunciata la decisione ovvero della legge dello Stato membro di esecuzione se più favorevole. FormulaAUTORITÀ GIURISDIZIONALE DI .... [1] ISTANZA DI DINIEGO DELL'ESECUZIONE DELLA DECISIONE STRANIERA EX ART. 21, § 2, REG. (CE) N. 4/2009[2] Il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax .... o alla casella di posta elettronica certificata ....) presso il cui studio in ...., via ...., è elettivamente domiciliato, come da procura allegata al presente atto; PREMESSO CHE – in data ...., la Sig.ra ...., proponeva azione giudiziale avanti all'Autorità Giurisdizionale di ...., convenendo in giudizio il Sig. ...., al fine di: ....; ....; ....; – in data ...., l'Autorità Giurisdizionale adita, a conclusione del procedimento, pronunciava provvedimento n. .... / .... con cui si disponeva che: ....; ....; ....; – il Sig. ...., odierno istante, risulta debitore dell'obbligazione alimentare nei confronti della Sig.ra ....; – la Sig.ra ...., in data, con atto ...., avviava l'esecuzione del provvedimento n. .... / .... emesso dall'Autorità Giurisdizionale di ....; – il Sig. .... intende opporsi all'esecuzione avviata nei suoi confronti dato che il diritto di ottenere l'esecuzione della decisione si è prescritto alla luce di quanto prevede la legge nazionale dello Stato di ...., ove è stata emessa la decisione de qua [3]. In particolare, la legge nazionale prevede, in tema di prescrizione, che .... [4]; il diritto vantato dalla Sig.ra .... risulta prescritto in quanto .... [5]. Tutto ciò premesso, il Sig. ...., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato CHIEDE che l'Ill.ma Autorità Giurisdizionale adita voglia negare l'esecuzione [6] del provvedimento n. .... / .... emesso dall'Autorità Giurisdizionale di ...., ai sensi dell'art. 21, § 2, primo periodo, Reg. (CE) n. 4/2009. Si produce, oltre all'originale della procura alle liti, copia dei seguenti documenti: 1. provvedimento n. .... / ...., emessa in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ....; 2. estratto legge nazionale applicabile al caso concreto e traduzione giurata; 3. .... [7]. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente procedimento l'Avv. ...., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge ed eleggendo domicilio presso lo studio del medesimo in .... via ..... Luogo e data .... Firma .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]L'Autorità Giudiziaria competente per l'esecuzione della decisione straniera. In Italia, risultano competenti i Tribunali Ordinari secondo le norme contenute negli artt. 9 ss. c.p.c. [2]La formula è strutturata come un modello utilizzabile avanti alle Autorità Giurisdizionali italiane. Tuttavia, stante il carattere transnazionale del regolamento, tale modello di atto potrà – con gli opportuni accorgimenti linguistici, di procedura e di individuazione dell'Autorità Competente – essere utilizzato anche avanti all'Autorità Giurisdizionale di altri Stati membri eventualmente competenti. [3]L'art. 21, § 2, prevede che il diritto debba considerarsi prescritto a norma della legge nazionale dello Stato membro in cui si chiede l'esecuzione del provvedimento se questa normativa prevede un termine di prescrizionale più lungo. Occorrerà, dunque, esaminare le legislazioni nazionali dello Stato membro di esecuzione e dello Stato membro in cui la decisione è stata pronunciata, valutando la prescrizione del diritto e, conseguentemente, sussistendone gli estremi, proporre istanza per ottenere il diniego dell'esecuzione invocando il regime di prescrizione applicabile. [4]Occorre indicare le norme del diritto nazionale dello Stato membro dove è stata emessa la decisione al fine di rendere evidenti gli estremi normativi in base ai quali si ritiene prescritto il diritto. Sarà anche necessario provvedere ad allegare copia della legislazione di riferimento e la relativa traduzione giurata. [5]Occorre precisare le ragioni specifiche in forza delle quali il diritto vantato dal creditore dell'obbligazione alimentare si debba considerare, alla luce delle norme di diritto richiamate, prescritto. [6]L'istante potrebbe richiedere anche il diniego parziale dell'esecuzione del provvedimento straniero. Il tal caso, occorrerà indicare di quale punto della sentenza si vuole impedire l'esecuzione. [7]Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre. CommentoIl Reg. (CE) n. 4/2009 disciplina, nel Capo IV, i meccanismi di riconoscimento ed esecuzione delle decisioni straniere in materia di obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia, parentela, matrimonio e affinità. L'art. 16, Reg. (CE) n. 4/2009, introducendo la tematica del riconoscimento, precisa che esso segue un duplice regime. Infatti, la sezione 1 del Capo IV si occupa delle decisioni emesse in uno Stato membro vincolato dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007 sulla legge applicabile alle obbligazioni alimentari; mentre la sezione 2 del Capo IV individua le modalità con cui deve avvenire il riconoscimento delle decisioni emesse in uno Stato membro non vincolato dal Protocollo Aja (che attualmente sono il Regno Unito e la Danimarca). La procedura indicata in entrambe le sezioni riguarda sia le decisioni emesse da Autorità Giurisdizionali sia quelle emesse da Autorità amministrative degli Stati membri competenti in materia di obbligazioni alimentari purché garantiscano l'imparzialità e il diritto di audizione delle parti e purché le decisioni che prendono ai sensi della legge dello Stato membro possano formare oggetto di ricorso e di riesame dinanzi ad una Autorità Giurisdizionali e abbiano forza ed effetto equivalenti a quelli di una decisione emessa dell'Autorità Giurisdizionale nella stessa materia (cfr. art. 2, § 2, Reg. (CE) n. 4/2009). Inoltre, tali disposizioni si applicano, alla luce di quanto dispone l'art. 48, Reg. (CE) n. 4/2009, alle transazioni giudiziarie e agli atti pubblici esecutivi nello Stato membro d'origine, ossia nello Stato in cui la transazione è stata approvata o conclusa e l'atto pubblico redatto. Con riferimento alle decisioni emesse in uno Stato membro vincolato dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007, il Reg. (CE) n. 4/2009 prevede l'abolizione della procedura di exequatur (art. 17, Reg. (CE) n. 4/2009). Come sottolineato dal considerando n. 24, Reg. (CE) 4/2009 e dalla dottrina, “l'abolizione dell'exequatur trova giustificazione nella garanzia dell'applicazione ad una stessa fattispecie della medesima regolamentazione della materia tramite norme di conflitto uniformi” (Viarengo, Il recupero dei crediti alimentari nel diritto comunitario: il regolamento 4/2009, in Aa.Vv., Le nuove competenze comunitarie. Obbligazioni alimentari e successioni, a cura di Baruffi, Cafari Panico, Padova, 2009, 119 ed anche Castellaneta, Leandro, Il regolamento CE n. 4/2009 relativo alle obbligazioni alimentari, in Nuove leggi civ. comm., 2009, 1090-1091). Pertanto, le decisioni emesse in uno Stato membro sono riconosciute negli altri Stati membri senza che sia necessario il ricorso ad alcuna procedura e senza che sia possibile opporsi al riconoscimento. Inoltre, le decisioni esecutive emesse in uno Stato membro lo sono anche negli altri Stati membri senza che sia necessaria alcuna dichiarazione che ne attesti l'esecutività. In altri termini, è possibile avvalersi di una decisione straniera come titolo esecutivo nazionale senza che sia necessaria alcuna procedura intermedia. La parte che intende richiedere l'esecuzione è semplicemente tenuta a fornire, all'Autorità Giudiziaria dello Stato in cui si chiede l'esecuzione, la documentazione prevista dall'art. 20, Reg. (CE) n. 4/2009: la copia autentica della decisione; l'estratto della decisione rilasciato dall'Autorità Giurisdizionale che ha emesso la decisione secondo l'allegato I del Reg. (CE) n. 4/2009 (recentemente modificato dal Regolamento di esecuzione (UE) 2015/228 della Commissione del 17 febbraio 2015 che sostituisce gli allegati da I a VII del Reg (CE) n. 4/2009); un documento che stabilisca, se necessario, lo stato degli arretrati e indichi la data in cui è stato effettuato il calcolo; la traslitterazione o la traduzione, se necessarie, dell'allegato I nella lingua ufficiale dello Stato di esecuzione. L'esecutività della sentenza implica che le Autorità Giurisdizionali dello Stato di esecuzione possano assumere provvedimenti cautelari a tutela del credito alimentare previsti dal loro diritto nazionale (art. 18, Reg. (CE) n. 4/2009). Occorre segnalare che l'art. 22, Reg. (CE) n. 4/2009 prescrive che il riconoscimento e l'esecuzione di una decisione straniera in materia di obbligazione alimentare non implica in alcun modo il riconoscimento del rapporto di famiglia, parentela, matrimonio o affinità alla base dell'obbligazione alimentare che ha dato luogo alla decisione. Da ciò si evince principio della scindibilità del rapporto alimentare rispetto a quello familiare (Viarengo, sub art. 22 Reg. (CE) n. 4/2009, in Aa.Vv., Commentario breve al diritto della famiglia, a cura di Zaccaria, 2016, 2642): il riconoscimento e l'esecuzione di una sentenza possono essere concessi riguardo alla sola statuizione sugli alimenti, anche se il rapporto familiare sottostante non è riconoscibile secondo le norme dello Stato di esecuzione. L'art. 22, Reg. (CE) n. 4/2009, benché collocato nella sezione dedicata al riconoscimento delle decisioni emesse in uno Stato membro vincolato dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007, deve intendersi riferito a tutte le decisioni riconosciute in base al Reg. (CE) n. 4/2009. Inoltre, devono essere richiamati anche l'art. 64, Reg. (CE) n. 4/2009 – in forza del quale, ai fini del riconoscimento e dell'esecuzione, creditore dell'obbligazione alimentare deve essere considerato anche l'ente pubblico che agisce per conto di una persona a cui siano dovuti gli alimenti o al quale sia dovuto il rimborso di prestazioni erogate in luogo degli alimenti – e l'art. 42, Reg. (CE) n. 4/2009 – che prevede che in nessun caso una decisione straniera possa formare oggetto di riesame nel merito nello Stato membro in cui sono richiesti il riconoscimento, l'esecutività o l'esecuzione –. Descritti i principi generali che regolano il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia di obbligazioni alimentari emesse in uno Stato membro vincolato dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007, possiamo concentrarci sui casi in cui l'esecuzione può, o deve, essere concessa o negata, ai sensi e per gli effetti di quanto dispone l'art. 21, Reg. (CE) n. 4/2009. La prima ipotesi di diniego obbligatorio dell'esecuzione è disciplinata dall'art. 21, § 2, primo periodo, Reg. (CE) n. 4/2009, il quale prevede che l'esecuzione debba essere negata se il diritto ad ottenere l'esecuzione risulta prescritto. La prescrizione del diritto dovrà essere valutata alla luce della legge nazionale dell'Autorità Giurisdizionale dello Stato che ha emesso la decisione ovvero dalla legge nazionale dello Stato di esecuzione se ivi è previsto un termine prescrizionale più lungo. Da tale disciplina emerge un notevole favor nei confronti del creditore posto che il diniego dell'esecuzione dovrà essere concesso alla luce della disciplina normativa a lui più favorevole. Il diniego dell'esecuzione potrà anche essere parziale, riguardando solo alcuni capi del provvedimento straniero. Il debitore dell'obbligazione alimentare, per ottenere il diniego di cui all'art. 21, § 2, primo periodo, Reg. (CE) n. 4/2009 dovrà presentare apposita istanza all'Autorità Giurisdizionale competente per l'esecuzione della decisione straniera. Per quanto riguarda il nostro ordinamento, risulteranno competenti i Tribunali Ordinari secondo le norme di competenza dettate dal codice di procedura civile. |