Ricorso avverso la decisione relativa all'esecutività

Andrea Conti

Inquadramento

La decisione dell'Autorità Giurisdizionale sulla dichiarazione di esecutività del provvedimento straniero in materia di obbligazioni alimentari può essere oggetto di ricorso.

Formula

AUTORITÀ GIURISDIZIONALE DI .... [1]

RICORSO AVVERSO LA DECISIONE SULLA DICHIARAZIONE DI ESECUTIVITÀ DEL PROVVEDIMENTO STRANIERO EX ART. 32, REG. (CE) N. 4/2009[2]

Il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax .... o alla casella di posta elettronica certificata ....) presso il cui studio in ...., via ...., è elettivamente domiciliato, come da procura allegata al presente atto

- ricorrente -

CONTRO

il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ....

- resistente -

AVVERSO

il provvedimento n. .... / ...., emesso, in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., con cui “ .... ” [3].

PREMESSO CHE

– in data ...., l'Autorità Giurisdizionale adita, a conclusione del procedimento n. .... / ...., tra il Sig. .... e la Sig.ra ...., pronunciava provvedimento n. .... / .... con cui si disponeva che:

a) ....;

b) ....;

c) ....;

– il Sig. ...., odierno istante, risulta creditore dell'obbligazione alimentare nei confronti della Sig.ra ....;

– il predetto provvedimento straniero rientra nell'ambito di applicazione del Reg. (CE) n. 4/2009 nella misura in cui il concetto di obbligazione alimentare ricomprende le obbligazioni che, a prescindere dalla denominazione utilizzata, hanno la propria fonte nella legge o in un provvedimento giudiziale e si connotano per la prevalenza dello scopo di sostentamento, il quale presiede alla determinazione dell'ammontare della relativa prestazione in base a parametri correlati ai bisogni del creditore ed alle condizione economiche del debitore, indipendentemente dalle diverse modalità di esecuzione della prestazione che ne costituisce l'oggetto. Pertanto, la controversia oggetto del provvedimento straniero appare sussumibile in tale nozione in quanto:

a) ....;

b) ....;

c) .... [4];

– l'Autorità Giurisdizionale che ha emesso il provvedimento richiamata si trova in uno Stato membro non vincolato dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007 e, pertanto, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni emesse dalle Autorità Giurisdizionale di tale Stato devono essere regolate alla luce di quanto dispone il Capo IV, Sezione 2, artt. 23-38, Reg. (CE) n. 4/2009;

– il Sig. ...., intendendo tutelare il proprio diritto di credito anche nello Stato di ...., adiva, in data ...., l'Autorità Giurisdizionale di .... chiedendo la dichiarazione di esecutività del provvedimento n. .... / ....;

– ad esito del predetto procedimento per la dichiarazione di esecutività, la predetta Autorità Giurisdizionale negava la dichiarazione di esecutività;

– nella motivazione del predetto provvedimento si legge che:

a) ....;

b) ....;

c) .....

– il ricorrente intende proporre ricorso avvero tali provvedimenti per i seguenti motivi:

1) ....;

2) ....;

3) .....

***

Tutto ciò premesso, il Sig. ...., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato,

PROPONE RICORSO

ai sensi dell'art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009, avverso il provvedimento n. .... / ...., emesso in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., e, per l'effetto, rassegnando le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ecc.ma Autorità Giurisdizionale adita, contrariis reiectis,

IN VIA PRINCIPALE:

– revocare, annullare o comunque privare di qualsiasi effetto il provvedimento n. .... / ...., emesso in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / .... con cui si negava la dichiarazione di esecutività e, per l'effetto,

– dichiarare l'esecutività del provvedimento n. .... / ...., emesso in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di .....

IN OGNI CASO:

con vittoria di spese e compensi;

IN VIA ISTRUTTORIA:

a) ....;

b) ....;

c) .....

Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti:

1. provvedimento n. .... / ...., emesso in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., in copia autentica;

2. estratto del provvedimento rilasciato dall'Autorità Giurisdizionale di ...., secondo il modello II del Reg. (CE) n. 4/2009, con eventuale traduzione;

3. provvedimento n. .... / ...., emesso in data .... dall'Autorità Giurisdizionale di ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., in copia autentica, con cui si negava l'esecutività;

4. .... [5].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Luogo e data ....

Firma ....

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]Il ricorso avvero la decisione sulla dichiarazione di esecutività del provvedimento straniero dovrà essere proposto all'Autorità Giurisdizionale che lo Stato di esecuzione ha indicato come competente nelle comunicazioni effettuate ai sensi dell'art. 71, Reg. (CE) n. 4/2009. Per il nostro ordinamento risulta competente la Corte d'Appello. Quanto alla competenza territoriale occorre fare riferimento, alla luce di quanto prevede l'art. 27, Reg. (CE) n. 4/2009, al luogo in cui la parte contro cui viene chiesto il riconoscimento ha la propria residenza ovvero al luogo di esecuzione.

[2]La formula è strutturata come un modello utilizzabile avanti alle Autorità Giurisdizionali italiane. Tuttavia, stante il carattere transnazionale del regolamento, tale modello di atto potrà – con gli opportuni accorgimenti linguistici, di procedura e di individuazione dell'Autorità Competente – essere utilizzato anche avanti alle Autorità Giurisdizionali di altri Stati membri eventualmente competenti ed indicate alla Commissione a norma di quanto prevede l'art. 71, § 1, lett. a), Reg. (CE) n. 4/2009 e competenti ai sensi di quanto dispone l'art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009.

[3]Deve essere indicato il dispositivo del provvedimento contro il quale si propone l'impugnazione ex art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009.

[4]È possibile aggiungere altre argomentazioni che sostengono la tesi per cui la controversia oggetto del giudizio rientri nell'ambito di applicazione del Reg. (CE) n. 4/2009.

[5]Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre.

Commento

Il Reg. (CE) n. 4/2009, nel disciplinare il procedimento teso ad ottenere la dichiarazione di esecutività della decisione straniera in materia di obbligazioni alimentari emessa da Stati membri non vincolati dal Protocollo Aja del 23 novembre 2007, delinea un procedimento a contraddittorio eventuale e differito. Infatti, nella prima fase in cui la parte richiede all'Autorità Giurisdizionale dello Stato di esecuzione la dichiarazione di esecutività, la parte contro cui l'esecuzione viene richiesta non può intervenire. Il contraddittorio potrà attuarsi solo se la parte contro cui è richiesta l'esecutività, ricevuta la comunicazione o la notificazione del provvedimento dell'Autorità Giurisdizionale dello Stato di esecuzione, si attivi proponendo l'impugnazione prevista dall'art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009, aprendo così una fase eventuale a contraddittorio pieno (cfr. art. 32, § 3, Reg. (CE) n. 4/2009).

L'art. 32, § 1, Reg. (CE) n. 4/2009 prevede, infatti, la possibilità di ricorrere contro la decisione relativa alla domanda volta ad ottenere la dichiarazione di esecutività della decisione straniera.

Legittimati attivi a proporre il ricorso sono sia la parte che ha richiesto la dichiarazione di esecutività sia la parte contro cui l'esecuzione è stata chiesta.

Tale ricorso deve essere presentato, alla luce di quanto dispone l'art. 32, § 5, Reg. (CE) n. 4/2009, entro un termine di trenta giorni dalla notificazione o comunicazione della decisione che si intende impugnare. Il termine è innalzato a quarantacinque giorni se la parte contro cui è richiesta l'esecuzione risiede abitualmente in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata rilasciata la dichiarazione di esecutività. Tale termine non può essere ulteriormente prorogato per ragioni inerenti alla distanza.

Il ricorso dovrà essere proposto all'Autorità Giurisdizionale che i singoli Stati membri hanno comunicato alla Commissione a norma di quanto prevede l'art. 71, § 1, lett. a), Reg. (CE) n. 4/2009. Con particolare riferimento al nostro ordinamento, la competenza è attribuita alla Corte d'Ap pello che dovrà essere adita secondo le forme previste dal rito sommario di cognizione di cui all'art. 702-bis c.p.c. (art. 30, d.lgs. n. 150/2011). Tuttavia, a seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 149/2022 (c.d. Riforma Cartabia), il procedimento dovrà seguire le forme del processo semplificato di cognizione previsto dagli artt. 281-decies ss. c.p.c., che ha sostituito il procedimento sommario di cui all'art. 702-bis c.p.c. (cfr. art. 30, d.lgs. n. 150/2011 così come modificato dall'art. 24, d.lgs. n. 150/2011). Alla luce della nuova disciplina processuale, il ricorso introduttivo – i cui contenuti sono previsti dall'art. 281-decies, comma 1, c.p.c. – dovrà essere notificato, unitamente al decreto di fissazione udienza, alla controparte almeno quaranta giorni prima della data fissata per la costituzione (ovvero sessanta giorni prima nel caso di notifica da eseguire all'estero). Il convenuto, ex art. 281-decies, commi 3 e 4, c.p.c., dovrà costituirsi, non oltre dieci giorni prima dell'udienza, mediante deposito in cancelleria della comparsa di risposta, nella quale deve proporre le proprie difese e prendere posizione, in modo chiaro e specifico, sui fatti posti dal ricorrente a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi, nonché i documenti che offre in comunicazione e rassegnare le conclusioni. Alla prima udienza, l'Autorità adita, se richiesto ed in presenza di un giustificato motivo, potrà concedere alle parti un termine perentorio non superiore a venti giorni per precisare le domande e le conclusioni, indicando ulteriori mezzi di prova e documenti ed un ulteriore termine di dieci giorni per replicare e dedurre prova contraria (art. 281-duodecies, comma 4, c.p.c.). Laddove, invece, le parti non richiedano i termini illustrati in precedenza, provvederà ad ammettere le prove – se richieste e ritenute ammissibile – ed a rimettere la causa in decisione art. 281-duodecies, comma 5, c.p.c.). Il Giudice, ai sensi di quanto dispone l'art. 281-terdecies, comma 1, c.p.c., ritenuta la causa matura per la decisione, farà precisare le conclusioni alle parti ed ordinerà la discussione nella stessa udienza e, su istanza di una delle parti, in un'udienza successiva e pronunzierà sentenza all'esito della discussione orale. La sentenza è impugnabile nei modi ordinari (art. 281-terdecies, comma 2, c.p.c.). Per quel che concerne il Reg. (CE) n. 4/2009, l'art. 30-bis, d.lgs. n. 150/2011 – introdotto dall'art. 24, d.lgs. n. 150/2011) – prevede che alle controversie aventi ad oggetto la dichiarazione di esecutività e in via principale l'accertamento della sussistenza dei presupposti per il riconoscimento di decisioni emesse dalla Autorità Giurisdizionali degli Stati membri ai sensi e per gli effetti del Reg. (CE) n. 4/2009 dovrà essere applicato il rito camerale, in assenza di contraddittorio (cfr. artt. 738 e 739 c.p.c.). Il decreto, pronunziato dalla Corte d'Appello, conclusivo del procedimento potrà essere impugnato con ricorso da proporsi nelle forme del rito semplificato di cognizione, entro sessanta giorni dalla comunicazione o dalla notificazione del decreto (cfr. art. 30-bis, comma 2, secondo periodo, d.lgs. n. 150/2011). Invece, le domande di diniego del riconoscimento devono essere introdotte con il rito semplificato di cognizione exartt. 281-decies ss. c.p.c. (cfr. art. 30-bis, comma 3, d.lgs. n. 150/2011), essendo necessario, anche alla luce della giurisprudenza europea, garantire il rispetto del principio del contraddittorio. Da ultimo, occorre ricordare che le decisioni assunte dalla Corte d'Appello ex art. 30-bis, commi 1 e 3, d.lgs. n. 150/2011 sono impugnabili innanzi alla Corte di Cassazione per i motivi di cui all'art. 360 c.p.c. (cfr. art. 30-bis, comma 6, d.lgs. n. 150/2011).

L'art. 34, § 1, Reg. (CE) n. 4/2009 prevede che l'Autorità Giurisdizionale, adita ai sensi dell'art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009, possa rifiutate o revocare la dichiarazione di esecutività per uno dei motivi indicati dall'art. 24, Reg. (CE) n. 4/2009 e quindi nel caso di contrarietà all'ordine pubblico dello Stato membro in cui è chiesto il riconoscimento (lett. a), di mancata notifica o comunicazione della domanda giudiziale al convenuto contumace in tempo utile per consentirgli di presentare le proprie difese, salvo il caso in cui il contumace, per avendone avuto la possibilità, non ha impugnato la decisione (lett. b); d'incompatibilità tra la decisione di cui si chiede il riconoscimento e una decisione tra le medesime parti emessa nello Stato membro in cui è chiesto il riconoscimento (lett. c) e d'incompatibilità tra la decisione di cui si chiede il riconoscimento e una decisione tra le medesime parti emessa nello Stato membro o in paese terzo, in una controversia avente il medesimo oggetto e titolo, qualora tale decisione possa essere riconosciuta nello Stato membro in cui è chiesto il riconoscimento (lett. d).

Si deve intendere richiamato anche l'art. 24, § 2, Reg. (CE) n. 4/2009 in forza del quale le decisioni che modificano una precedente decisione in materia di obbligazioni alimentari a causa di mutamento delle circostanze fattuali non possono essere considerate decisioni inconciliabili ai fini di quanto dispone l'art. 24, § 1, lett. c) e d), Reg. (CE) n. 4/2009.

L'art. 34, § 2, Reg. (CE) n. 4/2009 prevede, inoltre, che l'Autorità Giurisdizionale adita ex art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009 debba pronunciarsi entro un termine di novanta giorni decorrenti dalla data in cui la domanda si considera presentata (cfr. art. 9, Reg. (CE) n. 4/2009), salvo impossibilità dovuta a circostanze eccezionali.

La decisione sul ricorso ex art. 32, Reg. (CE) n. 4/2009 può essere impugnata ai sensi di quanto dispone l'art. 33, Reg. (CE) n. 4/2009.

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