Atto di precetto su sentenza di separazione

Rosaria Giordano

inquadramento

L'atto di precetto costituisce un'intimazione stragiudiziale nei confronti del debitore risultante dal titolo esecutivo ad adempiere il comando giuridico ivi versato, corredato dall'avvertimento che, in mancanza, si procederà ad esecuzione forzata. Al termine del procedimento di separazione giudiziale, il Tribunale pronuncia sentenza mediante la quale, oltre a decidere sullo status dei coniugi, di norma stabilisce anche un contributo per il mantenimento di uno di essi ed, in presenza di figli, sull'assegnazione della casa familiare e sul mantenimento degli stessi. Poiché tale sentenza è, in parte qua, provvisoriamente esecutiva, nell'ipotesi di inadempimento dell'obbligato, sulla scorta della stessa potrà darsi luogo ad esecuzione forzata.

Formula

ATTO DI PRECETTO

La Sig. ...., rappresentata e difesa [1], come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... (C.F. .... fax ....), ed elettivamente domiciliata presso lo studio dello stesso in ...., via .....

PREMESSO CHE

- con sentenza n. .... del ...., il Tribunale di ...., nella causa di separazione giudiziale iscritta al n. .... del Ruolo Generale dell'anno .... promossa da .... nei confronti di ...., così disponeva in favore dell'intimante e dei figli minori: “ .... ” [2];

- copia di tale sentenza, attestata dal presente difensore come conforme all'originale, è stata notificata in data .... [3];

- tuttavia, l'obbligato non ha proceduto sinora alla corresponsione dell'importo mensile di Euro ...., in favore dell'esponente;

INTIMA E FA PRECETTO

a ...., nato il .... a ...., C.F. .... di provvedere entro il termine di giorni 10 [4] dalla notificazione del presente atto [5] al pagamento in favore di .... delle seguenti somme:

sorte capitale [6]

interessi legali maturati alla data del ....

spese di registrazione del provvedimento [7]

spese liquidate in sentenza

spese di notificazione del titolo esecutivo

compenso per la redazione del precetto

rimborso spese generali (15%)

C.P.A. 4% su Euro ....

I.V.A. 22% su Euro ....

Totale compensi, C.P.A. E I.V.A. ....

Totale spese ....

Totale ....

oltre agli interessi legali, a decorrere dalla data di notificazione del presente atto e sino al saldo;

AVVERTE

IL DEBITORE CHE

- in difetto di adempimento nel termine sopra indicato, si procederà ad esecuzione forzata;

- (può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di eventuale sovra indebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore) [8].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto di precetto ed alla successiva procedura di esecuzione forzata e negli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

.....

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione può essere sottoscritto anche dal creditore personalmente, senza necessità della difesa tecnica che, pertanto, è solo facoltativa.

[2]La sentenza di separazione è provvisoriamente esecutiva rispetto alle statuizioni economiche, mentre non può avere alcuna efficacia rispetto alle modifiche dello status coniugale sino al passaggio in giudicato.

[3]In alternativa, l'art. 479 c.p.c. prevede che la notifica del titolo esecutivo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto. In ogni caso, il titolo esecutivo deve essere notificato alla parte personalmente.

[4]Salvo che sia autorizzata l'esecuzione immediata ex art. 482 c.p.c., è possibile procedere ad esecuzione forzata solo laddove sia decorso un termine non inferiore a giorni 10 e non superiore a giorni 90, secondo le indicazioni contenute nell'atto di precetto. Il termine entro il quale l'obbligazione deve essere adempiuta è non inferiore a dieci giorni: la mancata o la diversa assegnazione al debitore del termine non determina, tuttavia, la nullità del precetto, ma comporta soltanto che l'esecuzione non possa essere iniziata prima che sia decorso detto termine (Cass. III, n. 55/2002).

[5]L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale, deve essere notificato alla parte personalmente in omaggio al disposto dell'art. 480, comma 4. L'omessa o irregolare notifica del precetto può essere fatta valere dall'intimato mediante opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 7047/1997). Peraltro, la nullità della notifica dell'atto di precetto è di regola sanata per raggiungimento dello scopo processuale dell'atto quando è proposta da parte del debitore opposizione agli atti esecutivi, salvo che il vizio di notificazione sia di tale gravità da determinare l'inesistenza della stessa ovvero l'impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando all'intimato un termine ad adempiere inferiore a dieci giorni (Cass. VI, n. 13038/2013).

[6]Indicare la somma complessiva dovuta a titolo di mantenimento per tutti i mesi rispetto ai quali si è realizzato l'inadempimento.

[7]A seguito di Corte cost. n. 522/2002 non è tuttavia più necessario provvedere al pagamento dell'imposta di registro per portare in esecuzione un provvedimento giudiziario.

[8]L'atto di precetto deve essere corredato di tale avvertimento in forza dell'art. 13, comma 1, lett. a), del d.l. n. 83/2015, conv., in l. n. 132/2015. La norma resta silente in ordine alle conseguenze dell'omissione dell'avvertimento in questione. Sotto un primo profilo, deve ritenersi che l'inserimento dell'avvertimento nell'atto di precetto non sia necessario nelle ipotesi in cui il debitore non versi nelle condizioni soggettive per poter accedere ad una delle forme di composizione della crisi disciplinate dalla l. n. 3/2012 e, quindi, laddove il debitore sia, in sostanza, un imprenditore commerciale, una società o un ente. Riteniamo, tuttavia, che in ragione della natura alimentare dei crediti fatti valere mediante l'atto di precetto fondato su provvedimenti giudiziali in materia di mantenimento del coniuge e della prole, non si debba in detta ipotesi inserire l'avvertimento che sarebbe superfluo poiché per detti crediti l'obbligato non può comunque accedere ai benefici di cui alla predetta l. n. 3/2012.

commento

Al termine del procedimento di separazione giudiziale, il Tribunale pronuncia, ai sensi dell'art. 473-bis.28 c.p.c., sentenza mediante la quale, oltre a decidere sullo status dei coniugi, di norma stabilisce anche un contributo per il mantenimento di uno dei coniugi e, in presenza di figli, sull'assegnazione della casa familiare e sul mantenimento degli stessi.

La sentenza andrà quindi, sotto tali profili, a confermare o a modificare, con effetto ex tunc decorrente dalla domanda, l'importo dell'assegno di mantenimento stabilito in quella sede provvisoria (Cass. n. 19309/2013).

Tuttavia, nell'ipotesi di riduzione dell'assegno già previsto dai provvedimenti provvisori in favore del coniuge, come hanno ormai chiarito le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, è ripetibile versato all'ex, qualora venga escluso ab origine – non dunque per fatti sopravvenuti – il presupposto del diritto al mantenimento: mancando, per esempio, lo «stato di bisogno» o in caso di addebito. Al contrario, il diritto di ripetere le somme non sorge quando la rivalutazione investe le sole “condizioni economiche” del soggetto obbligato o nel caso di semplice rimodulazione «al ribasso». Sempreché, precisa la Cassazione, l'assegno non ecceda la misura che garantisca al soggetto debole di far fronte alle normali esigenze di vita, e la somma “possa ragionevolmente e verosimilmente ritenersi pressoché tutta consumata” (Cass. S.U., n. 32914/2022).

Il precetto è, in generale, un atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione forzata mediante il quale il creditore intima il debitore ad adempiere spontaneamente al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo, avvertendolo che, in difetto, procederà, entro il termine indicato, ad esecuzione forzata.

Il precetto è atto stragiudiziale e, quindi, può essere validamente sottoscritto dalla parte o da un suo procuratore ad negotia.

Il comma 2 dell'art. 480 c.p.c. prevede che l'atto di precetto debba contenere a pena di nullità l'indicazione delle parti, la data di notificazione del titolo esecutivo, ove non contestuale a quella del precetto, nonché la trascrizione integrale del titolo nell'atto di precetto nelle ipotesi in cui detta trascrizione è prevista. Se il titolo è un decreto ingiuntivo occorre che il precetto ne menzioni l'esecutorietà (l'omessa menzione ne cagiona la nullità: Cass. III, n. 24226/2019), non essendo peraltro necessaria una seconda notificazione se il precetto ne menziona gli estremi richiesti (Cass. I, ord. n. 4705/2018).

Nonostante l'art. 480 c.p.c. sanzioni con la nullità del precetto l'omessa indicazione delle parti, la dottrina è incline a ritenere che tale vizio non sussista qualora l'identificazione delle stesse sia comunque possibile attraverso gli altri elementi del precetto o risulti dal titolo esecutivo contestualmente notificato o trascritto nell'atto. L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto.

La nullità del precetto è sanata dalla proposizione dell'opposizione, per raggiungimento dello scopo (Cass. VI, ord. n. 19105/2018); ma la nullità della notifica è sanata, dalla proposizione dell'opposizione, solo quando è provato che la conoscenza dell'atto è intervenuta in tempo utile a prevenire il pignoramento (Cass. III, n. 24291/2017).

Il comma 3 dell'art. 480 c.p.c. prevede che il precetto deve contenere anche la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione, precisando che, in difetto di tale indicazione, le opposizioni al precetto si propongono davanti al Giudice del luogo in cui l'atto è stato notificato, e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del Giudice stesso.

Ciò comporta che il comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il proprio domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il Giudice dell'esecuzione, e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull'opposizione al precetto medesimo proposta prima dell'instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27), mentre l'eventuale contestazione di detta coincidenza (per non esservi in quel comune beni appartenenti all'esecutando, né la residenza del debitore di quest'ultimo), può essere sollevata soltanto dall'opponente, al fine di invocare la competenza del diverso Giudice del luogo in cui è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione (Cass. III, n. 13219/2010).

Sul comma 3 dell'art. 480 c.p.c. è intervenuta la Corte Costituzionale con una fondamentale pronuncia interpretativa di rigetto (Corte cost. n. 480/2005) a seguito della quale è ormai incontroverso, in giurisprudenza, che, alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata, la detta previsione nella parte in cui consente al debitore di eseguire la notificazione dell'atto di opposizione all'esecuzione presso la cancelleria del Giudice del luogo in cui gli è stato notificato il precetto si applica soltanto qualora il creditore precettante abbia del tutto omesso l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio, mentre, in caso contrario, la notifica dell'atto di opposizione deve essere effettuata nel luogo indicato dal creditore e non nella cancelleria, diversamente potendo il creditore precettante ignorare l'intervenuta opposizione.

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