Atto di precetto su provvedimenti ex art. 473-bis.29 c.p.c.InquadramentoL'atto di precetto costituisce un'intimazione stragiudiziale ad adempiere nei confronti del debitore risultante dal titolo esecutivo ad adempiere il comando giuridico ivi versato, corredato dall'avvertimento che, in mancanza, si procederà ad esecuzione forzata. Nella formula in esame, il precetto si fonda su un titolo esecutivo costituito da un'ordinanza emessa dal Tribunale in sede di modifica delle condizioni della separazione coniugale ex art. 473-bis. 29 c.p.c. Il modello sarebbe identico nell'ipotesi in cui la modifica riguardasse le condizioni del divorzio. FormulaATTO DI PRECETTO La Sig. ..., rappresentata e difesa [1], come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. ... (C.F. ... fax ...), ed elettivamente domiciliata presso lo studio dello stesso in ..., via ..., PREMESSO CHE - in data ..., accogliendo il ricorso dell'esponente, il Tribunale prevedeva un aumento dell'assegno di separazione dovuto dal coniuge Sig. ..., nella misura di Euro ..., in luogo di quella di Euro ..., che era stata riconosciuta dalla sentenza definitiva di separazione coniugale; - considerato che, pur essendo trascorso un anno dall'accoglimento del ricorso ex art. 473-bis.29 c.p.c., l'obbligato ha continuato a versare il contributo economico nella misura originariamente prevista nella sentenza di separazione; - il titolo, in copia attestata conforme all'originale dal sottoscritto difensore, è stato notificato all'obbligo in data ... [2] ; INTIMA E FA PRECETTO a ..., nata il ... a ..., C.F. ... di provvedere entro il termine di giorni 10 [3] dalla notificazione del presente atto [4] al pagamento in favore di ... delle seguenti somme: sorte capitale [5] interessi legali maturati alla data del ... spese di registrazione del provvedimento [6] spese di notificazione del titolo esecutivo compenso per la redazione del precetto rimborso spese generali (15%) CPA 4% su Euro ... IVA 22% su Euro ... Totale compensi, CPA e IVA Totale spese Totale oltre agli interessi legali, a decorrere dalla data di notificazione del presente atto e sino al saldo; AVVERTE IL DEBITORE CHE - in difetto di adempimento nel termine sopra indicato, si procederà ad esecuzione forzata; - (può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal Giudice, porre rimedio alla situazione di eventuale sovra indebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore) [7]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto di precetto ed alla successiva esecuzione forzata e agli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione Firma Avv. ... 1. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione può essere sottoscritto anche dal creditore personalmente, senza necessità della difesa tecnica che, pertanto, è solo facoltativa. 2. In alternativa, l'art. 479 c.p.c., prevede che la notificazione del titolo esecutivo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto. In ogni caso, il titolo esecutivo, in omaggio a quanto previsto dal comma 2 dopo la riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, deve essere notificato alla parte personalmente: oggi, dunque, la semplice notificazione della sentenza al procuratore costituito è idonea e necessaria a far decorrere i termini brevi per l'impugnazione (Cass. S.U., n. 12898/2011), ma per procedere ad esecuzione forzata occorrerà in ogni caso notificare la sentenza, munita di formula esecutiva (ed il precetto). 3. Salvo che sia autorizzata l'esecuzione immediata ex art. 482 c.p.c., è possibile procedere ad esecuzione forzata solo laddove sia decorso un termine non inferiore a giorni 10 e non superiore a giorni 90, secondo le indicazioni contenute nell'atto di precetto. Il termine entro il quale l'obbligazione deve essere adempiuta è non inferiore a dieci giorni: la mancata o la diversa assegnazione al debitore del termine non determina, tuttavia, la nullità del precetto, ma comporta soltanto che l'esecuzione non possa essere iniziata prima che sia decorso detto termine (Cass. III, n. 55/2002). 4. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale, deve essere notificato alla parte personalmente in omaggio al disposto dell'art. 480, comma 4. L'omessa o irregolare notifica del precetto può essere fatta valere dall'intimato mediante opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 7047/1997). Peraltro, la nullità della notifica dell'atto di precetto è di regola sanata per raggiungimento dello scopo processuale dell'atto quando è proposta da parte del debitore opposizione agli atti esecutivi, salvo che il vizio di notificazione sia di tale gravità da determinare l'inesistenza della stessa ovvero l'impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando all'intimato un termine ad adempiere inferiore a dieci giorni (Cass. VI, n. 13038/2013). 5. Deve essere indicata la somma degli importi dovuti in ragione delle mensilità non corrisposte. 6. A seguito di Corte cost. n. 522/2002 non è tuttavia più necessario provvedere al pagamento dell'imposta di registro per portare in esecuzione un provvedimento giudiziario. 7. L'atto di precetto deve essere corredato di tale avvertimento in forza dell'art. 13, comma 1, lett. a), del d.l. n. 83/2015, conv., in l. n. 132/2015. La norma resta silente in ordine alle conseguenze dell'omissione dell'avvertimento in questione. Sotto un primo profilo, deve ritenersi che l'inserimento dell'avvertimento nell'atto di precetto non sia necessario nelle ipotesi in cui il debitore non versi nelle condizioni soggettive per poter accedere ad una delle forme di composizione della crisi disciplinate dalla l. n. 3/2012 e, quindi, laddove il debitore sia, in sostanza, un imprenditore commerciale, una società o un ente. Riteniamo, tuttavia, che in ragione della natura alimentare dei crediti fatti valere mediante l'atto di precetto fondato su un accordo di negoziazione assistita sulla separazione coniugale e le relative condizioni economiche non si debba in detta ipotesi inserire l'avvertimento che sarebbe superfluo poiché per detti crediti l'obbligato non può comunque accedere ai benefici di cui alla predetta l. n. 3/2012. CommentoSino alla riforma varata dal d.lgs. n. 149/2022, c.d. Cartabia, sia per la modifica delle condizioni stabilite dalla sentenza definitiva di separazione in base al previgente art. 710 c.p.c., che da quella di divorzio ex art. 9 della l. n. 898/1970, il procedimento, pur avendo natura contenziosa, si svolgeva nelle forme camerali di cui agli artt. 737 ss. c.p.c. Questo assetto è stato modificato dalla richiamata riforma il cui art. 473-bis.29 c.p.c. stabilisce che le parti possono chiedere in ogni tempo la revisione dei provvedimenti a tutela dei minori e in materia di contributi economici. Il procedimento da seguire sarà peraltro il medesimo delineato per il rito unitario in materia familiare e quindi un rito ordinario speciale di carattere contenzioso non più, come sinora, un giudizio camerale “puro”, con un incremento delle garanzie processuali per le parti, che sarà suscettibile tuttavia di incidere negativamente sulla durata dei giudizi (e che forse finisce con il tradursi, specie per modifiche dei soli contributi economici, se non elevate anche rispetto alle complessive condizioni economiche delle parti, in un eccesso di garanzie). Sotto un distinto profilo, va ricordato che il precetto è, in generale, un atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione forzata mediante il quale il creditore intima il debitore ad adempiere spontaneamente al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo, avvertendolo che, in difetto, procederà, entro il termine indicato, ad esecuzione forzata. Il precetto è atto stragiudiziale e, quindi, può essere validamente sottoscritto dalla parte o da un suo procuratore ad negotia. Il comma 2 dell'art. 480 c.p.c., prevede che l'atto di precetto debba contenere a pena di nullità l'indicazione delle parti, la data di notificazione del titolo esecutivo, ove non contestuale a quella del precetto, nonché la trascrizione integrale del titolo nell'atto di precetto nelle ipotesi in cui detta trascrizione è prevista. Se il titolo è un decreto ingiuntivo occorre che il precetto ne menzioni l'esecutorietà (l'omessa menzione ne cagiona la nullità: Cass. III, n. 24226/2019), non essendo peraltro necessaria una seconda notificazione se il precetto ne menziona gli estremi richiesti (Cass. I, ord. n. 4705/2018). Nonostante l'art. 480 c.p.c., sanzioni con la nullità del precetto l'omessa indicazione delle parti, la dottrina è incline a ritenere che tale vizio non sussista qualora l'identificazione delle stesse sia comunque possibile attraverso gli altri elementi del precetto o risulti dal titolo esecutivo contestualmente notificato o trascritto nell'atto. L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto. La nullità del precetto è sanata dalla proposizione dell'opposizione, per raggiungimento dello scopo (Cass. VI, ord. n. 19105/2018); ma la nullità della notifica è sanata, dalla proposizione dell'opposizione, solo quando è provato che la conoscenza dell'atto è intervenuta in tempo utile a prevenire il pignoramento (Cass. III, n. 24291/2017). Il comma 3 dell'art. 480 c.p.c., prevede che il precetto deve contenere anche la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il Giudice competente per l'esecuzione, precisando che, in difetto di tale indicazione, le opposizioni al precetto si propongono davanti al Giudice del luogo in cui l'atto è stato notificato, e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del Giudice stesso. Ciò comporta che il comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il proprio domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il Giudice dell'esecuzione, e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull'opposizione al precetto medesimo proposta prima dell'instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27), mentre l'eventuale contestazione di detta coincidenza (per non esservi in quel comune beni appartenenti all'esecutando, né la residenza del debitore di quest'ultimo), può essere sollevata soltanto dall'opponente, al fine di invocare la competenza del diverso Giudice del luogo in cui è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione (Cass. III, n. 13219/2010). Sul comma 3 dell'art. 480 c.p.c., è intervenuta la Corte costituzionale con una fondamentale pronuncia interpretativa di rigetto (Corte cost. n. 480/2005) a seguito della quale è ormai incontroverso, in giurisprudenza, che, alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata, la detta previsione nella parte in cui consente al debitore di eseguire la notificazione dell'atto di opposizione all'esecuzione presso la cancelleria del Giudice del luogo in cui gli è stato notificato il precetto si applica soltanto qualora il creditore precettante abbia del tutto omesso l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio, mentre, in caso contrario, la notifica dell'atto di opposizione deve essere effettuata nel luogo indicato dal creditore e non nella cancelleria, diversamente potendo il creditore precettante ignorare l'intervenuta opposizione. |