Istanza al Presidente del Tribunale ex art. 492-bis c.p.c.inquadramentoL'art. 492-bis c.p.c., introdotto dal d.l. n. 132/2014, consente, a fronte dell'autorizzazione del Presidente del Tribunale, all'ufficiale giudiziario l'accesso diretto alle banche dati pubbliche contenenti informazioni rilevanti ai fini dell'esecuzione, in primo luogo l'anagrafe tributaria, compreso l'archivio dei rapporti finanziari: l'obiettivo perseguito è quello di consentire più facilmente al creditore di reperire beni pignorabili del proprio debitore. La norma ha vocazione generale, sicché trova applicazione anche quando, come nell'esemplificazione predisposta, il credito trovi fondamento in un provvedimento in materia di crisi familiare. La riforma varata dal d.lgs. n. 149/2022 ha peraltro limitato la necessità, a tal fine, dell'autorizzazione del Presidente del Tribunale alle sole ipotesi nelle quali il creditore richieda di procedere alle ricerche in questione prima della notifica dell'atto di precetto o prima del decorso del termine dilatorio di cui all'art. 482 c.p.c. FormulaPRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI .... [1] ISTANZA [2] DI AUTORIZZAZIONE PER LA RICERCA CON MODALITÀ TELEMATICHE DEI BENI DA PIGNORARE Il sottoscritto Avv. ...., in qualità di procuratore di .... [3], giusta procura in calce al presente atto ESPONE CHE - .... ha notificato il titolo esecutivo, costituito da ...., in data ....; - sussistono da tempo difficoltà nel reperimento di beni pignorabili del debitore che, sin dal procedimento di separazione giudiziale tra essi coniugi, sta disperdendo la propria garanzia patrimoniale; - per tale ragione, si rende opportuna un'immediata ricerca con modalità telematiche di beni pignorabili del debitore, ossia già prima della notifica dell'atto di precetto, onde evitare che a fronte di detta notifica la garanzia patrimoniale sia definitivamente “dispersa”; CHIEDE CHE - la S.V. autorizzi l'ufficiale giudiziario alla ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare ovvero lo stesso creditore istante per l'ipotesi nella quale le strutture tecnologiche presso l'UNEP non risultassero funzionanti [4]. Si depositano: 1. Titolo esecutivo; 2 ....; 3. ....; 4 ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo al presente atto l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]L'istanza deve essere rivolta al Presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore. [2]L'istanza sconta il versamento di un contributo unificato di Euro 43,00. [3]La previa notifica del titolo è necessaria ai fini del controllo, pure solo cartolare, del Presidente sulla sussistenza del diritto a procedere ad esecuzione forzata del creditore. Tale controllo, difatti, svolgendosi inaudita altera parte, ossia senza il contraddittorio del debitore, non può ritenersi di merito e, quindi, preclusivo della possibilità per l'esecutato di esperire vittoriosamente l'opposizione ex art. 615 c.p.c.: si tratta, piuttosto, di un controllo di carattere formale mediante il quale il Presidente verifica la sussistenza del titolo esecutivo in senso documentale. Peraltro ciò comporta, in realtà, di verificare l'esistenza di tutte le condizioni “formali” per procedere ad esecuzione forzata ed evitare che la stessa sia conclusa in rito. [4]4. L'art. 155-quinquies disp. att. c.p.c., contiene infatti una sorta di clausola di salvaguardia, in forza della quale, se le strutture tecnologiche UNEP non sono funzionanti, il Presidente del Tribunale potrà autorizzare direttamente il creditore alla ricerca, senza oneri aggiuntivi, con modalità telematiche, dei beni da pignorare presso banche dati delle Pubbliche Amministrazioni (compreso l'archivio dei rapporti finanziari). Attualmente, in attesa che vengano stipulate convenzioni tra gli UNEP e le Pubbliche Amministrazioni coinvolte, la più importante delle quali è l'Agenzia delle Entrate, secondo quanto previsto dall'art. 155-quater disp. att. c.p.c., l'autorizzazione deve essere concessa direttamente al creditore in forza della predetta clausola di salvaguardia. commentoL'art. 19, comma 1, lettere c) e d), del d.l. n. 132/2014 è intervenuto sulle modalità di ricerca telematica dei beni da pignorare, abrogando il comma 7 dell'art. 492 c.p.c. che in precedenza le determinava, e stabilendo una nuova disciplina nell'art. 492-bis c.p.c. L'art. 492-bis c.p.c., rubricato “Ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare”, consente all'ufficiale giudiziario l'accesso diretto alle banche dati pubbliche contenenti informazioni rilevanti ai fini dell'esecuzione, in primo luogo l'anagrafe tributaria, compreso l'archivio dei rapporti finanziari: si tratta di una norma fortemente innovativa che si muove nel senso di ridurre l'asimmetria informativa tra il debitore ed il creditore in ordine alla consistenza dei beni e dei crediti del primo nell'ottica di consentire al creditore di scegliere la tipologia di procedura esecutiva più celere e, quindi, di migliorare l'efficienza dell'espropriazione forzata. L'art. 492-bis c.p.c. nella formulazione originaria prevedeva, in particolare, nell'obiettivo di consentire al creditore di orientare preventivamente le proprie scelte sulla procedura esecutiva più efficiente, che, già prima dell'effettuazione del pignoramento il creditore possa formulare, a mezzo del proprio difensore, e previo versamento di apposito contributo unificato dell'importo di Euro 43,00, un'istanza al Presidente del Tribunale del luogo dove il debitore ha la residenza, domicilio o la dimora per ottenere l'autorizzazione affinché l'ufficiale giudiziario possa procedere al pignoramento previo accesso alle banche dati, comprese l'anagrafe tributaria e l'archivio dei rapporti finanziari. Per la concessione dell'autorizzazione il Presidente dovrà verificare la sussistenza del diritto della parte istante a procedere ad esecuzione forzata. Considerata la valenza solo formale dei controlli svolti dal Presidente nonché l'esigenza di ridurre il carico di lavoro degli uffici giudiziari, per i procedimenti promossi dal 28 febbraio 2023, l'art. 492-bis c.p.c. è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022 nel senso che detta autorizzazione non è necessaria quando il creditore si rivolge all'ufficiale giudiziario richiedendo allo stesso la ricerca dei beni da pignorare con modalità telematiche dopo la notifica dell'atto di precetto. Pertanto, all'attualità il vaglio del Presidente del Tribunale è necessario nelle sole ipotesi in cui il creditore richieda di procedere alle ricerche in questione prima della notifica dell'atto di precetto o prima del decorso del termine dilatorio di cui all'art. 482. In dette ipotesi, il creditore istante sarà onerato anche della indicazione al Capo dell'ufficio giudiziario delle ragioni per le quali sussiste un pericolo nel ritardo tale da giustificare che l'istanza è formulata ante tempus. Invero, come è stato osservato in dottrina, in tali situazioni è compito del Presidente valutare la sussistenza del presupposto dell'urgenza (F arina (-G iordano- M etafora), La riforma del processo civile, Milano, 2022, 72). Resta controverso, nel silenzio del legislatore sul punto, il regime del provvedimento, nell'ipotesi di diniego dell'autorizzazione, da parte del Presidente del Tribunale. Secondo una prima tesi, l'atto dovrebbe essere equiparato ad un atto esecutivo e, quindi, ritenersi impugnabile ai sensi dell'art. 617 c.p.c., mediante opposizione agli atti esecutivi (D'Alessandro, L'espropriazione presso terzi, in Processo civile efficiente e riduzione dell'arretrato, a cura di Luiso, Torino, 2014, 91). Laddove, peraltro, si ritenga che il provvedimento in questione rientri tra quelli della giurisdizione volontaria (Francola, Misure per l'efficienza e la semplificazione del processo esecutivo, in La nuova riforma del processo civile, a cura di Santangeli, Roma, 2015, 286), rimuovendo l'autorità giudiziaria, mediante l'autorizzazione, un ostacolo rispetto allo svolgimento di un'attività della parte, attraverso un'attività che potrebbe astrattamente essere svolta da altri soggetti, il rimedio applicabile dovrà essere il reclamo al collegio previsto dall'art. 739 c.p.c. A fronte dell'autorizzazione da parte del Presidente del Tribunale, l'ufficiale giudiziario potrà consultare gli elementi contenuti nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni tra cui l'anagrafe tributaria, l'archivio dei rapporti finanziari, le banche dati degli enti previdenziali al fine di reperire beni e crediti del proprio debitore da pignorare. L'art. 155-bis disp. att. precisa che per archivio dei rapporti finanziari di cui all'art. 492-bis, comma 1, si intende la sezione di cui all'art. 7, comma 6, d.P.R. n. 605/1973. Deve poi ritenersi che possano essere autorizzate, senza che sia prima necessario un pignoramento infruttuoso, anche le ulteriori indagini patrimoniali in sede esecutiva già previste dall'art. 492, come, ad esempio, l'esame delle scritture contabili dell'imprenditore ex art. 492, comma 8, c.p.c. Nella materia familiare, differente è la possibilità contestualmente prevista dall'art. 155-sexies disp. att. c.p.c. di ricorrere all'anagrafe tributaria per finalità istruttorie ai fini della ricostruzione del reddito dell'altro coniuge nel procedimento di crisi coniugale: si rinvia alla relativa formula. |