Atto di sequestro presso terziinquadramentoAi sensi dell'art. 473-bis.36 c.p.c., il creditore cui spetta la corresponsione periodica del contributo, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni in ordine all'adempimento, può chiedere al Giudice di autorizzare il sequestro di beni del debitore. Detto sequestro si esegue nelle forme previste dagli artt. 678 e ss. c.p.c., a seconda dell'oggetto della misura (beni mobili, beni immobili, crediti). FormulaTRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI SEQUESTRO PRESSO TERZI La Sig. .... nata a ...., il ...., C.F. ...., rappresentata e difesa, come da procura in calce (oppure, a margine), al ricorso per sequestro dall'Avv. ...., ed elettivamente domiciliata presso lo studio dello stesso in ...., via .... ESPONE CHE - nel corso della causa di separazione coniugale tra l'istante ed il Sig. ...., stante l'inadempimento dello stesso agli obblighi di mantenimento della prole posti a suo carico mediante l'ordinanza ex art. 473-bis. 22 c.p.c., lo stesso Giudice istruttore emetteva provvedimento di sequestro conservativo di tutti i beni e crediti dell'obbligato, sino alla concorrenza della somma complessiva di Euro ....; - l'istante è a conoscenza della circostanza che il Sig. .... intrattiene un rapporto di conto corrente presso la filiale di .... della Banca di .... ( ....) [2]; - l'istante intende procedere al sequestro delle somme dovute dalla Banca di .... al Sig. .... fino alla concorrenza della predetta somma indicata nel provvedimento di sequestro; Tutto ciò premesso CITA .... e ...., quest'ultimo affinché renda la dichiarazione prescritta dall'art. 547 c.p.c.[3] A COMPARIRE innanzi all'intestato Tribunale, Giudice designando, per l'udienza del giorno ...., ore ....; INVITA - il terzo .... a non disporre delle suddette somme senza ordine del Giudice; AVVERTE - il terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa dal terzo comparendo in un'apposita udienza e quando il terzo non compare o, sebbene non comparso, non rende la dichiarazione, il credito sequestrato, nell'ammontare sopra indicato, si considererà non contestato ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione; PRECISA - che, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 547 c.p.c., la dichiarazione dovrà specificare le somme di cui il terzo è debitore [4], quando egli ne deve eseguire il pagamento ed indicare, in ordine a tale credito, i pignoramenti o sequestri eventualmente eseguiti presso di lui e le cessioni che gli sono state notificate o che ha accettato. Luogo e data .... Firma Avv. .... Ciò premesso, il sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto al Tribunale di ...., richiesto come in atti dall'Avv. ...., nella sua qualità di procuratore di .... HO SOTTOPOSTO A SEQUESTRO presso il terzo .... i crediti vantati verso lo stesso dal Sig. .... per qualsiasi titolo, ed inoltre le cose tutte di proprietà del Sig. .... in possesso del terzo .... sino alla concorrenza della somma di Euro ....; HO AVVERTITO Il terzo che a far tempo dalla notifica del presente atto egli è soggetto, relativamente alle somme e cose da lui dovute al debitore, e sino all'ammontare sopra indicato, agli obblighi che la legge impone al custode; HO INVITATO Il debitore Sig. .... ad effettuare presso la cancelleria del Giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il Giudice competente per l'esecuzione, con avvertimento che, in mancanza, ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso Giudice; HO INGIUNTO - al debitore Sig. .... di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre alla garanzia del credito di cui sopra i beni ed i crediti assoggettati all'espropriazione. HO NOTIFICATO Copia del predetto atto a: .... (debitore). .... (terzo). [1]La regola generale in tema di competenza per territorio nell'espropriazione presso terzi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, è quella per la quale la competenza spetta al Tribunale del luogo di residenza, domicilio o dimora del debitore esecutato; precedentemente, il foro era individuato in quello del terzo debitore. Tuttavia, per il sequestro conservativo presso terzi, l'art. 678 c.p.c. continua a demandare detta competenza al Tribunale del luogo di residenza o domicilio del terzo debitore. [2]Sul punto, è stato più volte affermato, con un principio operante anche per il sequestro conservativo presso terzi, che la domanda di accertamento del credito, nel contenere, «l'indicazione, almeno generica, delle cose e delle somme dovute», si estende, potenzialmente, all'intero importo che si accerti dovuto dal debitore esecutato sulla base dei fatti e del titolo dedotti in giudizio, non potendosi esigere dal creditore procedente, estraneo ai rapporti tra debitore e terzo, la conoscenza dei dati esatti concernenti tali somme o cose, prevedendo il sistema che tale genericità venga eliminata mediante la dichiarazione che il terzo è chiamato a rendere ai sensi dell'art. 547 c.p.c. (Cass. III, n. 6518/2014). [3]Invero, l'art. 678 c.p.c. si discosta dall'art. 547 c.p.c. in tema di pignoramento presso terzi nel prevedere che il terzo sia tenuto a rendere la dichiarazione all'udienza e non, come ormai in ogni caso nell'espropriazione presso terzi, mediante raccomandata o PEC. [4]Nel rendere la dichiarazione di quantità ex art. 547 c.p.c., il terzo non deve necessariamente indicare l'esatto ammontare della propria obbligazione, essendo sufficiente la dichiarazione che questa sia di importo superiore al credito per cui si procede ed alle relative spese, salvo che la predetta specificazione rilevi ai fini del processo esecutivo (Cass. III, n. 13015/2016). commentoLa riforma varata dal d.lgs. n. 149/2022 ha fatto confluire in un'unica norma, ovvero l'art. 473-bis.36 c.p.c., in coerenza con il principio di delega espresso dall'art. 1, comma 23, lett. ll), della l. n. 206/2021, la possibilità per il Giudice di imporre al soggetto obbligato di prestare idonea garanzia personale o reale, se ricorre il pericolo che possa sottrarsi all'adempimento degli obblighi di contributo economico. L'art. 473-bis.36, comma 3, c.p.c. stabilisce che il creditore al quale spetta la corresponsione periodica del contributo, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni in ordine all'adempimento, può chiedere al Giudice di autorizzare il sequestro dei beni mobili, immobili o crediti del debitore. Riteniamo che, come già per il sequestro sinora disciplinato nella materia della separazione dall'art. 156 c.c., in quella del divorzio dall'art. 8, comma 7, l. n. 898/1970, e per i provvedimenti economici a tutela della prole ex art. 3, comma 2, l. n. 219/2012, si tratta – pur nelle variegate ricostruzioni che sono state compiute in dottrina come in giurisprudenza sulla questione – di un provvedimento di natura cautelare, sebbene caratterizzato senz'altro dalla peculiarità, rispetto al sequestro conservativo regolato dall'art. 670 c.p.c., di essere emanato quando il diritto al contributo economico è stato già oggetto di accertamento (anche, in ipotesi, sommario come nel caso dei provvedimenti temporanei ed urgenti) da parte dell'autorità giudiziaria. La domanda di autorizzazione del sequestro può essere formulata sia unitamente a quella di concessione del contributo economico, che dopo l'emissione del provvedimento quando emergano condotte del debitore tali da far ritenere che potrebbe presto sottrarsi all'adempimento (ad esempio, ove l'obbligato ponga in essere atti dispositivi del proprio patrimonio di natura “sospetta” e “improvvisa”). In particolare, il sequestro conservativo di crediti, di cui all'esemplificazione contenuta nella formula, si esegue, ex art. 678 c.p.c., nelle forme del pignoramento presso terzi. Tuttavia, rispetto alla disciplina oggi dettata per l'espropriazione presso terzi, l'art. 678 c.p.c. contiene due differenze non trascurabili: la competenza permane in capo al Tribunale del luogo di residenza del terzo e non già, come previsto per il pignoramento presso terzi dopo la riforma di cui alla l. n. 162/2014, quella del foro del debitore; permane l'onere del terzo sequestrato di comparire all'udienza per rendere la dichiarazione, senza la possibilità di inviare la stessa in forma scritta come ormai previsto in via generale nell'espropriazione presso terzi dall'art. 547 c.p.c. Tuttavia, tale interpretazione non è pacifica, in quanto l'art. 678 c.p.c., pur dettando tali autonome prescrizioni, richiama al contempo la disciplina dettata per il pignoramento presso terzi, sicché potrebbe anche ritenersi che, in virtù di tale rinvio “mobile”, dette disposizioni specifiche debbano intendersi implicitamente abrogate. |