Memoria di costituzione nel procedimento per la modifica delle condizioni di affidamento dei figli nati fuori dal matrimonioInquadramentoLe questioni riguardanti i figli conseguenti alla cessazione della convivenza tra i genitori devono essere risolte in base alle medesime regole previste per i figli di coppie coniugate. In particolare, il procedimento per la modifica delle condizioni di affidamento dei figli segue, nell'ambito del rito unitario riformato, le medesime regole dettate per quale dei figli di coppie coniugate ed è dunque regolato dall'art. 473-bis.29 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] MEMORIA DI COSTITUZIONE [2] NEL PROCEDIMENTO PER LA MODIFICA DELLE CONDIZIONI DI AFFIDAMENTO DEI FIGLI NATI FUORI DAL MATRIMONIO Il Sig. ...., nato a ...., il .... (C.F. ....) [3], residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F., .... fax .... [4], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti in calce al presente atto; - resistente - NEI CONFRONTI DI La Sig.ra ...., nata a ...., residente in ...., via ....; - ricorrente - PREMESSO CHE L'intestato Tribunale, con ordinanza in data ...., pronunciata a seguito del ricorso della Sig.ra ...., con il quale l'istante ha avuto due figli, ...., nata a ...., il .... e ...., nato a ...., il .... ha disposto il pagamento in favore della Sig.ra .... della somma di Euro .... mensili per ciascun figlio. Tuttavia con ricorso per la modifica delle condizioni di affidamento della prole depositato in data .... la Sig.ra .... ha chiesto che venga aumentato l'assegno di mantenimento per la prole minorenne sino all'importo di Euro .... mensili. A fondamento del ricorso, la Sig.ra .... ha dedotto il peggioramento delle proprie condizioni economiche per la perdita del lavoro a causa del fallimento della società presso la quale era dipendente. L'avversa esposizione non corrisponde alla realtà dei fatti e non sussistono quindi i presupposti per l'accoglimento, anche parziale, del ricorso. Occorre infatti evidenziare, a riguardo, per un verso, che la Sig.ra .... al momento della cessazione del rapporto di convivenza tra le parti era casalinga, sicché nella fissazione dell'assegno di mantenimento per la prole non era stato considerato alcun reddito della stessa ed alcun mutamento è intervenuto nella sua situazione reddituale. Per altro verso, non si può trascurare che, di contro, hanno subito un significativo peggioramento le condizioni economiche dell'odierno resistente, in quanto ha ormai costituito un nuovo nucleo familiare e deve provvedere al mantenimento anche del piccolo ..... Si richiede, quindi, con riserva di articolare le istanze istruttorie nella successiva memoria ex art. 473-bis.17, comma 2, c.p.c. [5], il rigetto del ricorso proposto. P.T.M. Voglia l'Ill.mo Tribunale adito rigettare il ricorso della Sig.ra ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... Si producono i seguenti documenti: 1. ....; 2. ....; 3. ..... PROCURA Il sottoscritto ...., nato a ...., il .... (C.F. ....) delega l'Avv. ...., a rappresentarlo e difenderlo nel presente procedimento, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge ed eleggendo domicilio presso lo studio del medesimo in ...., via ..... Luogo e data .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]La competenza per territorio appartiene al Tribunale del luogo di residenza abituale dei figli minori. n base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110 (Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile), al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'articolo 121 del codice di procedura civile, le memorie difensive sono redatte con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che la memoria difensiva deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale ed in tutti gli atti di prima difesa, devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede della stessa, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. [3]A partire dalla data del 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il procedimento o una fase di esso, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore, quanto esclusivamente quella del numero di fax dell'avvocato, la cui omessa indicazione implica l'obbligo di pagamento del contributo unificato, aumentato della metà (v. artt. 125 c.p.c. e 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002). [4]Giusta l'art. 473-bis.17 c.p.c., infatti, entro dieci giorni prima della data dell'udienza, il convenuto può depositare un'ulteriore memoria con cui, a pena di decadenza, precisare e modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni già proposte, proporre le eccezioni non rilevabili d'ufficio che siano conseguenza della domanda riconvenzionale o delle difese svolte dall'attore con la memoria di cui al comma 1, indicare mezzi di prova e produrre documenti, anche a prova contraria. CommentoIl procedimento per la revisione delle condizioni di affidamento dei figli è fondato sull'esigenza di adeguare nel tempo i provvedimenti già adottati (Cass. I, n. 7770/2012), che può presentarsi anche dopo la definitività dello stesso. Il presupposto necessario è che siano intervenuti mutamenti rilevanti delle situazioni di fatto che avevano giustificato l'adozione del provvedimento (Cass. S.U., n. 28287/2018; Cass. I, n. 1119/2020; Cass. I, n. 7555/2020; Cass. I, n. 11504/2017). Sul piano processuale, già in passato, quando nel sistema previgente alla riforma realizzata dal d.lgs. n. 149/2022, il procedimento per la revisione delle condizioni di affidamento della prole non coniugata si svolgeva nelle forme camerali di cui agli artt. 737 e ss. c.p.c. Con riferimento all'analogo procedimento di revisione delle condizioni di separazione e divorzio tra coniugi la S.C. aveva puntualizzato che lo stesso aveva natura contenziosa e si svolge nel pieno contraddittorio delle parti titolari di confliggenti, connotandosi di conseguenza per un rito caratterizzato: dalla pubblicità degli atti depositati nel fascicolo di causa e accessibili a chiunque vi abbia interesse; dalla ammissione delle parti ad esporre le rispettive ragioni oralmente, di persona o con la assistenza tecnica di un difensore, oppure di farsi rappresentare da altri al fine di tale trattazione orale; dal controllo delle parti medesime sulla fase del procedimento; dal contenuto della decisione che, come tale deve essere motivata nella osservanza del canone di congruità argomentativa, resa pubblica con il deposito e comunicata alle parti costituite essendo così assoggettata al successivo controllo di opinione, che appare idoneo a metterla al riparo da rischi di arbitrarietà. In tale modo è anche assicurato il pieno rispetto delle regole del contraddittorio e garantite le posizioni delle parti dotate del potere di impulso processuale (Cass. I, n. 3028/2020). In linea con la natura contenziosa del giudizio, l'art. 473-bis.29 c.p.c. ha stabilito che il procedimento da seguire per ottenere la revisione delle condizioni di affidamento della prole è il medesimo delineato per il rito unitario e quindi non più, come sinora, un giudizio camerale “puro”, con un incremento delle garanzie processuali per le parti, che potrebbe tuttavia incidere negativamente sulla durata di giudizi che talora meriterebbero un più immediato intervento correttivo da parte dell'autorità giudiziaria. Quanto alla comparsa di risposta della parte convenuta, dunque, trova applicazione l'art. 473-bis.16 c.p.c. secondo cui il convenuto si costituisce nel termine assegnato dal Giudice, depositando comparsa di risposta che contiene le indicazioni previste, anche a pena di decadenza, dagli articoli 167 e 473-bis.12, commi 2, 3 e 4. Sicché il contenuto della comparsa di risposta è modellato su quella del ricorso per il quale occorre fare riferimento all'art. 473-bis.12 c.p.c. Tali previsioni dovranno tuttavia essere intese, anche in armonia con il generale principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali, nel senso che negli atti introduttivi del giudizio di revisione delle condizioni di separazione o di divorzio andranno indicati solo gli elementi rilevanti ai fini della richiesta modifica. Ad esempio, se non è richiesto di incidere sull'affidamento dei figli è assolutamente superflua la predisposizione di un piano genitoriale. Lo stesso art. 473-bis.17 c.p.c. richiama, rispetto alla costituzione della parte convenuta, poi, le indicazioni che devono essere inserire nella comparsa di costituzione e risposta nel rito ordinario di cognizione ai sensi dell'art. 167 c.p.c. Ciò comporta che se la parte convenuta non si costituisce nel termine assegnato dal Giudice decade dal potere di proporre domande riconvenzionali e delle eccezioni non rilevabili d'ufficio. |