Ricorso per la modifica delle condizioni di affidamento dei figli nati fuori del matrimonioInquadramentoIl procedimento per la modifica delle condizioni di affidamento della prole è fondato sull'esigenza di adeguare nel tempo i provvedimenti già adottati. In particolare, dopo e nonostante il passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunciato sul relativo ricorso, anche proposto da genitori non coniugati, questi possono sempre chiedere al Tribunale la modifica dei provvedimenti che riguardano i figli. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RICORSO [2] PER LA MODIFICA DELLE CONDIZIONI DI AFFIDAMENTO DEI FIGLI NATI FUORI DAL MATRIMONIO Il Sig. [3]...., nato a ...., il .... (C.F. ....) [4], residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. .... fax .... [5], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti in calce al presente atto; - ricorrente - NEI CONFRONTI DI La Sig.ra ...., nata a ...., residente in ...., via ....; - resistente - PREMESSO CHE L'intestato Tribunale, con sentenza in data ...., pronunciata a seguito di ricorso della Sig.ra ...., con il quale l'istante aveva avuto due figli ...., nata a ...., il .... e ...., nato a ...., il .... ha disposto il pagamento in favore della Sig.ra .... della somma di Euro .... mensili per ciascun figlio, stante il collocamento presso di sé della figlia maggiorenne .... e del figlio minore ..... Tuttavia, l'obbligo dell'istante di provvedere al mantenimento della figlia .... è venuto meno in quanto, nelle more, la stessa ha raggiunto l'indipendenza economica per essere stata assunta, sebbene con contratto a tempo determinato, presso la società ...., percependo uno stipendio di Euro .... mensili [6]. Si richiede, quindi, che venga disposta la revoca del contributo mensile di mantenimento in favore della figlia ...., in ragione della sopravvenuta indipendenza economica della figlia maggiorenne. CHIEDE CHE l'Ill.mo Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, previa convocazione delle parti, modificare le condizioni della sentenza indicata, ponendo a carico del Sig. .... un assegno mensile pari ad Euro ..... Si allega ricevuta attestante il pagamento del contributo unificato [7]. Luogo e data .... Firma Avv. .... Si producono i seguenti documenti: 1. ...., 2. ...., 3. ..... PROCURA Il sottoscritto ...., nato a ...., il .... (C.F. ....) delega l'Avv. ...., a rappresentarlo e difenderlo nel presente procedimento, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge ed eleggendo domicilio presso lo studio del medesimo in ...., via ..... Luogo e data .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]La competenza per territorio è attribuita ex art. 473-bis.11 c.p.c. al Tribunale del luogo di residenza abituale della prole. [2]In base all'art. 2 del d.m. 7 agosto 2023, n. 110, “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., i ricorsi sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L'art. 3 lett. a) precisa che il ricorso deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri, salvi gli elementi esclusi dall'art. 4, e ferma restando (ex art. 5) la possibilità di superare detti limiti se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ipotesi nella quale il difensore espone sinteticamente nell'atto le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento dei limiti. Il richiamato Regolamento non trova applicazione nelle controversie di valore superiore a 500.000 euro. [3]In forza della regola generale enunciata dall'art. 125 c.p.c. il ricorso deve essere corredato dall'indicazione delle parti. [4]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale ed in tutti gli atti di prima difesa, devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede della stessa, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. [5]A partire dalla data del 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il procedimento o una fase di esso, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore, quanto esclusivamente quella del numero di fax dell'avvocato, la cui omessa indicazione implica l'obbligo di pagamento del contributo unificato, aumentato della metà (v. artt. 125 c.p.c. e 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002). [6]È stato recentemente chiarito che il dovere di mantenimento del figlio maggiorenne viene meno nel momento in cui il genitore soggetto all'obbligo di versare il relativo assegno sia in grado di provare che il figlio ha raggiunto l'autosufficienza economica: circostanza, quest'ultima, che non può dirsi realizzata nel caso in cui il figlio maggiorenne sia titolare di un contratto di apprendistato. Viceversa, in caso di svolgimento di una regolare attività lavorativa, sia pure con contratti a termine e guadagni contenuti, il soggetto deve essere considerato economicamente autosufficiente (Cass. I, n. 13354/2017). [7]Secondo la formulazione vigente dell'art. 13, lett. a), d.P.R. n. 115/2002 il contributo unificato è dovuto nella misura di Euro 43,00. CommentoLe questioni riguardanti i figli conseguenti alla cessazione della convivenza tra i genitori devono essere risolte in base alle medesime regole previste per i figli di coppie coniugate secondo un principio introdotto dall'art. 4, comma 2, della l. n. 54/2006 che aveva previsto la diretta applicazione alla fattispecie degli artt. 155 e ss. c.c. in tema di separazione coniugale. Il principio è stato quindi espressamente enunciato dall'art. 337-bis c.c., inserito nel codice civile dal d.lgs. n. 154/2013, che nel capo II del titolo IX del libro primo ha sostanzialmente riprodotto la disciplina dettata dagli artt. 155 e ss. c.c. (in arg. Sesta, Manuale di diritto di famiglia, Padova, 2016, 238). A riguardo, anche nella recente giurisprudenza di merito, si è evidenziato che l'art. 337-ter c.c., la cui disciplina trova applicazione, ai sensi dell'art. 337-bis c.c., anche “ai procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio”, nel fornire i criteri per la determinazione dell'importo dell'assegno per il mantenimento del figlio, dispone che il giudice deve considerare le attuali esigenze dello stesso, oltre a valutare le risorse economiche dei genitori, in modo da attuare quel principio di proporzionalità che trova pieno riscontro negli artt. 148 e 316-bis c.c., per cui i genitori adempiono l'obbligo di mantenere, istruire ed educare i figli in proporzione alle rispettive sostanze e secondo le capacità di lavoro professionale o casalingo (Trib. Roma I, 3 agosto 2017, n. 15732, in dejure.giuffre.it). Sul piano processuale, dopo la riforma c.d. Cartabia, trova applicazione anche per le modifiche dei provvedimenti afferenti l'affidamento della prole di coppie non coniugate l'art. 473-bis.29 c.p.c. che ha stabilito che il procedimento da seguire per ottenere le stesse è il medesimo delineato per il rito unitario e quindi non più, come sinora, un giudizio camerale “puro”, con un incremento delle garanzie processuali per le parti, che potrebbe tuttavia incidere negativamente sulla durata di giudizi che talora meriterebbero un più immediato intervento correttivo da parte dell'autorità giudiziaria. |