Ricorso in opposizione di terzo all'esecuzione (artt. 619 c.p.c., 189 c.c.)

Gustavo Danise

Inquadramento

L'art. 189 c.c. prevede la responsabilità sussidiaria della comunione legale per le obbligazioni derivanti da un atto di straordinaria di amministrazione compiuto da un solo coniuge senza il consenso dell'altro e per le obbligazioni personali di un coniuge, anche antecedenti al matrimonio. Il creditore particolare deve prioritariamente agire sui beni personali del coniuge debitore e nel caso in cui non si sia soddisfatto integralmente può appunto in via sussidiaria, aggredire i beni della comunione entro il limite della quota del coniuge obbligato. La norma si applica anche alle parti di un'unione civile ex art. 1, commi 13 e 20, l. n. 76/2016, se non hanno optato per un diverso regime patrimoniale.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI .... [1]

RICORSO IN OPPOSIZIONE DI TERZO ALL'ESECUZIONE EX ART. 619 C.P.C. CON ISTANZA DI SOSPENSIONE

Proc. .... R.G.E. anno ....

Dott. ....

Udienza: ....

* * *

Nell'interesse della Sig.ra ...., nata il .... e residente in .... alla via ...., C.F. ...., elettivamente domiciliata in .... alla via .... presso e nello studio dell'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., PEC ...., numero fax ...., che la rappresenta e difende in virtù di mandato in calce/a margine del presente atto.

- ricorrente -

CONTRO

la Società .... in pers. del l.r. ...., P.IVA .... con sede legale in .... via .... n. .... a patrocinio dell'Avv. ....;

- creditore procedente -

E NEI CONFRONTI DI

Sig. .... nato il .... e residente in .... alla via ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in .... alla via .... presso e nello studio dell'Avv. ....;

- debitore esecutato -

PREMESSO CHE

In data .... alla ricorrente veniva notificato l'avviso di vendita giudiziaria dell'immobile pignorato sito in .... rientrante nella comunione legale tra lei ed il marito;

Che il debito indicato nell'atto di pignoramento immobiliare corrisponde ad Euro .... ed è stato contratto esclusivamente dal marito in occasione dell'acquisto a titolo personale di un immobile dalla soc. ....;

Che la procedura esecutiva veniva iscritta al ruolo .... del Tribunale di .....

Tanto premesso con il presente atto la Sig.ra .... intende promuovere opposizione di terzo avverso l'atto esecutivo richiamato in premessa per i seguenti

MOTIVI

Appartenenza dell'immobile anche ad un soggetto diverso dal debitore – immobile in comunione legale con la scrivente – illegittimità del pignoramento compiuto sull'intero bene.

La ricorrente ha contratto matrimonio concordatario con il debitore esecutato in data .... instaurandosi tra i due ope legis il regime della comunione legale dei beni (all. 1). Dopo il matrimonio i coniugi hanno acquistato l'immobile sito in .... oggetto del pignoramento ad opera della società .... (all. 2). Tale immobile ricade indubbiamente in comunione legale immediata ai sensi dell'art. 177, lett. a), c.c. anche se risulta intestato al solo marito.

Il suddetto bene immobile è stato sottoposto a pignoramento dalla Soc. .... s.p.a. a cagione dell'inadempimento parziale del Sig. .... al pagamento del prezzo per l'acquisto di un immobile, avvenuto a titolo esclusivo e senza il consenso della moglie, come da lui dichiarato appunto per evitare che il bene acquisito ricadesse in comunione (all. 3). L'obbligazione di versamento del prezzo dell'immobile, rimasta parzialmente inadempiuta, rientra tra le obbligazioni personali del coniuge .... in quanto contratta per scopi estranei ai bisogni della famiglia. Ne consegue che la società creditrice procedente avrebbe dovuto prioritariamente rivalersi sui beni personali del Sig. .... e solo in via sussidiaria agire sui beni in comunione “fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato” ex art. 189 c.c. Tale inciso deve essere interpretato nel senso che se un solo bene della comunione legale viene pignorato, come nel caso di specie, il pignoramento non può superare la metà del valore del bene.

Sussistono i motivi per la sospensione dell'esecuzione nelle more della definizione del procedimento perché la vendita dell'intero immobile esporrebbe la ricorrente ad un pregiudizio patrimoniale grave ed irreparabile.

Tanto premesso la Sig.ra .... come innanzi rappresentata e difesa formula opposizione di terzo all'esecuzione intentata dalla Soc. .... nei confronti del Sig. .... e per l'effetto

RICORRE

affinché Ill.mo Giudice dell'Esecuzione, previa fissazione dell'udienza ai sensi dell'art. 619, comma 2, c.p.c., con termine per la notifica, voglia così provvedere:

– in via preliminare sospendere l'esecuzione, per i gravi motivi di cui in narrativa;

– in via principale e nel merito accertare e dichiarare la nullità/illegittimità e/o la conseguente inefficacia parziale del pignoramento immobiliare nella misura in cui è stato esteso anche alla quota di contitolarità dell'immobile che fa capo alla ricorrente, soggetto estraneo alla procedura esecutiva.

Con vittoria di spese.

In via istruttoria,

con riserva di ulteriormente dedurre e produrre, nonché di articolare mezzi di prova,

si producono i seguenti documenti:

1) certificato di matrimonio;

2) atto di acquisto dell'immobile sito in .... oggetto di pignoramento;

3) atto di acquisto del bene immobile stipulato tra il Sig. .... e la Soc. .....

Dichiarazione di valore: .....

Ai fini della legge sul contributo unificato si dichiara che la presente procedura è esente dal contributo unificato [2].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]È competente, almeno nella prima fase sommaria, il Giudice dell'Esecuzione. Dopo l'emissione da parte dello stesso dei provvedimenti sulla sospensione della procedura potrà essere eventualmente incardinato il giudizio di merito dinanzi al Tribunale ad iniziativa della parte interessata.

[2]Ai sensi della circolare DAG 03/03/2015.0036550.U non è dovuto il contributo unificato nel giudizio di opposizione all'esecuzione, di opposizione agli atti esecutivi e quello di opposizione di terzo, proposti ad esecuzione già iniziata, dinnanzi al giudice dell'esecuzione, ex artt. 615, comma 2, 617, comma 2 e 619 la cui applicazione dà luogo ad una fase incidentale che si innesta nell'ambito del processo esecutivo pendente.

Commento

L'art. 189 c.c. mira a tutelare l'integrità del patrimonio in comunione dalle azioni esecutive dei creditori particolari del coniuge per le obbligazioni contratte per uno scopo estraneo ai bisogni della famiglia oppure dal compimento di atti di straordinaria amministrazione compiuti in violazione del principio di amministrazione congiunta sancito dall'art. 184, comma 1, c.c.; ma al contempo tutela anche i creditori particolari del coniuge obbligato, legittimati ad aggredire in via sussidiaria un altro patrimonio su cui soddisfarsi in caso di incapienza di quello principale del coniuge debitore. Si tratta dell'unica disposizione codicistica in materia di comunione legale ove compare il concetto “quota”, che però assume un'accezione diversa rispetto a quella attribuitale in altri ambiti dell'ordinamento civilistico (come avviene per l'eredità o la comunione ordinaria), in quanto per insegnamento della Corte Costituzionale (Corte cost. n. 311/1988), la comunione legale tra coniugi è una comunione “senza quote”, espressione del principio di proprietà solidale dei coniugi sui beni acquisiti in costanza di matrimonio. Segnatamente, la quota nel contesto dell'art. 189 c.c. rappresenta la soglia economica entro la quale i creditori possono agire esecutivamente sulla comunione per la riscossione coattiva dei crediti maturati nei confronti di un solo coniuge. L'art. 189 c.c. esprime quindi il principio della sussidiarietà della responsabilità della comunione legale per le obbligazioni personali contratte da uno dei coniugi. L'espressione “ .... fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato ....” deve essere interpretata non con riferimento al singolo cespite, bensì all'intera massa della comunione legale, in modo che l'azione esecutiva del creditore particolare, pur svolgendosi su ciascun bene per l'intero, non gravi complessivamente per un ammontare di valore superiore alla metà dell'intero patrimonio comune. Nella sentenza della Corte di Cass. n. 6575/2013 si offre l'esatta interpretazione della norma ai fini della sua applicazione. La Suprema Corte afferma nell'occasione che l'espropriazione, per debiti personali di un solo coniuge, di uno o più beni in comunione deve avere ad oggetto il bene nella sua interezza e non la metà di esso, fermo restando che il 50% del ricavato dalla vendita forzata del bene deve essere incamerato dal coniuge non esecutato al lordo delle spese della procedura (in tal senso da ultimo Cass. VI-2, ord. n. 506/2021). Tale principio di diritto è la conseguenza logico giuridica della qualificazione della comunione legale tra coniugi come una comunione senza quote, espressione della proprietà solidale dei coniugi sui beni che ne fanno parte, enunciata dalla Corte cost. nella storica sentenza n. 311/1988. La soluzione adottata nella sentenza Cass. n. 6575/2013 è stata confermata in sentenza Cass. n. 11175/2015 e, successivamente, in sentenza Cass. n. 6230/2016 della medesima autorità giudiziaria, ove, sulla base del suddetto principio di diritto, è stata confermata la pronuncia di merito gravata, che aveva rigettato l'opposizione di terzo a pignoramento immobiliare proposta ex art. 619 c.p.c. dalla moglie nell'ambito di una procedura esecutiva esperita da una Banca per un'obbligazione inadempiuta del marito, e fondata, giustappunto, sulla presunta illegittima estensione del pignoramento all'intero immobile e non alla quota di metà spettante al coniuge obbligato. Si può apprezzare la fondamentale importanza della sentenza Cass. n. 6575/2013 (poi seguita da Cass. II, ord. 2047/2019) dal fatto che, avendo preso posizione precisa sulla questione, ha risolto un contrasto sorto in giurisprudenza di merito, ove alle pronunce che già correttamente ammettevano la legittimità del pignoramento immobiliare eseguito sull'intero bene in comunione legale se ne contrapponevano altre che ritenevano corretto il pignoramento compiuto soltanto sulla quota di metà del bene di spettanza del coniuge obbligato, orientamento da considerarsi erroneo sia perché configura la contitolarità dei coniugi sui beni della comunione legale alla stessa stregua della contitolarità di beni in comunione ordinaria, mortificando i caratteri genetici e funzionali della comunione coniugale, sia perché non rispecchia il dato normativo dell'art. 189 c.c., ove il limite per l'esecuzione da parte dei creditori personali di un coniuge è rappresentato dal valore della quota spettante al coniuge obbligato sull'intera comunione e non su singoli beni. In alcune pronunce è stato consentito al creditore che aveva inizialmente trascritto il pignoramento solo sulla quota di metà di un bene immobile, di integrare il pignoramento estendendolo all'intero bene, proprio in considerazione del nuovo trend giurisprudenziale inaugurato dalla pronuncia di in commento (cfr. Trib. Enna ord. 4 maggio 2015; Trib. Massa ord. 17 maggio 2015; Trib. Campobasso 17 maggio 2013; Trib. Cassino 17 marzo 2014). Permane tuttavia incertezza sul momento entro cui compiere tale integrazione, in quanto la giurisprudenza di merito ha adottato soluzioni diverse (il momento utile per l'integrazione è stato fissato a volte nella data di segnalazione dell'esperto al giudice che la trascrizione è stata eseguita solo sul 50% del bene; oppure nella concessione del termine per l'introduzione del giudizio di divisione; o ancora nel momento antecedente alla celebrazione dell'udienza di cui all'art. 600 c.p.c.; o fino a quando è disposta la divisione previa celebrazione della udienza ex art. 569 c.p.c.; o infine fino a quando è disposta la vendita o concesso il termine per l'introduzione del giudizio di divisione). Il creditore particolare del coniuge non deve procurarsi un altro titolo esecutivo per pignorare il bene in comunione legale; è sufficiente quello che già possiede nei confronti del coniuge debitore che automaticamente estende i suoi effetti sui beni comuni ope legisex art. 189 c.c. Al riguardo si afferma che la posizione giuridica del coniuge non debitore si qualifica come una “responsabilità senza debito” per obbligazioni assunte dall'altro coniuge, di cui subisce l'esecuzione pur non essendo a lui riferibili soggettivamente. Si potrebbe obiettare che il coniuge non debitore non patisca alcun pregiudizio patrimoniale, dal momento che gli è assicurata la restituzione di metà del ricavato dalla vendita forzata dell'immobile, al lordo delle spese della procedura, non potendo l'esecuzione sussidiaria intaccare il valore della sua quota in comunione, ma tale obiezione non coglie nel segno, perché il coniuge subisce comunque detrimento dalla vendita forzata di un bene, soprattutto quando si tratti di un immobile; in particolare: dalla possibile vendita all'asta per un prezzo inferiore al suo reale valore di mercato; dalla mancata percezione di proventi futuri, laddove l'immobile fosse stato ceduto in locazione a terzi; e non va trascurato che il coniuge non debitore potrebbe subire anche un pregiudizio morale per la cessione di un bene cui era legato affettivamente. La giurisprudenza di legittimità ritiene che nell'espropriazione del bene in comunione legale per crediti personali di uno solo dei coniugi, il beneficio di escussione dei beni personali del coniuge debitore e la sussidiarietà del cespite in comunione legale ex art. 189 c.c. devono essere fatti valere esclusivamente con lo strumento dell'opposizione all'esecuzione e non con una semplice eccezione formulata in sede di divisione endoesecutiva (Cass. n. 22210/2021); inoltre che si applichi la procedura di espropriazione di beni indivisi ex art. 599 ss. c.p.c. ai pignoramenti di immobili in comunione legale, il cui avviso al condebitore deve essere effettuato necessariamente pena l'invalidazione dell'intera procedura da far valere con l'opposizione agli atti esecutivi. Si evidenzia la necessità dell'avviso ex art. 599 c.p.c. al fine di far conoscere al coniuge non debitore l'esistenza del pignoramento, sì da consentirgli di proporre le eccezioni di cui agli artt. 187 e 189 c.c. Questo orientamento è stato affermato dalle S.U. della Cassazione in sentenza n. 6662/1992 ed è stato confermato nelle pronunce Cass. n. 7169/1997 e Cass. n. 718/1999 e più recentemente Cass. n. 6575/2013, Cass. n. 11175/2015 e, da ultimo, in sentenza Cass. n. 6230/2016, ove si descrivono i rimedi processuali esperibili dal coniuge non debitore per resistere all'esecuzione sui beni della comunione attivata, in via sussidiaria, dai creditori particolari dell'altro coniuge. Corre l'obbligo di evidenziare che il principio di cui si è sinora discorso è stato superato dagli Ermellini in sentenze n. 1647/2023 e. n. 2047/2019 in cui hanno affermato l'inapplicabilità del rimedio previsto dall'art. 599 c.p.c. che è per l'appunto la norma che impone al creditore di dare avviso dell'esecuzione forzata ai comproprietari (nella massima si legge “La natura di comunione senza quote della comunione legale dei coniugi comporta che l'espropriazione, per crediti personali di uno solo dei coniugi, di un bene (o di più beni) in comunione abbia ad oggetto il bene nella sua interezza e non per la metà o per una quota; ne consegue l'inapplicabilità della disciplina sull'espropriazione dei beni indivisi e, quindi, dell'art. 599 c.p.c.). Secondo precedente maggioritario orientamento, ferma restando la necessità della notifica nei confronti del coniuge del pignoramento immobiliare ai sensi dell'art. 599 c.p.c., il coniuge non obbligato può proporre opposizione di terzo, non per escludere la sua quota di metà del bene in natura, dal momento che la comunione legale è senza quota e determina la proprietà solidale dei coniugi su tutti i beni che ne fanno parte, ma per eccepire la estraneità del bene pignorato alla comunione oppure la presenza di ulteriori beni personali del coniuge debitore utilmente aggredibili per il soddisfacimento del credito; può proporre altresì opposizione agli atti esecutivi, per fare valere le nullità di quelli, fra questi, che comportino la violazione o la limitazione del suo diritto alla metà del controvalore del bene, come pure quelli che incidano sulla pienezza di quest'ultimo, se relativi alle operazioni di vendita o assegnazione; non può invece proporre opposizione del terzo proprietario exartt. 602 ss. c.p.c., come sostenuto dalla dottrina e dalla giurisprudenza prevalente (in tal senso anche Cass. n. 6575/2013; Cass. n. 19689/2014; Cass. n. 16273/2014), ostandovi la configurazione della comunione legale come «senza quote» e, quindi, l'impossibilità di considerare il coniuge non debitore come proprietario esclusivo di una parte, anche solo ideale, del bene da aggredire esecutivamente. Quanto riferito in questo commento si estende alle parti di un'unione civile ex art. 1, comma 13, l. n. 76/2016, se non hanno optato per un diverso regime patrimoniale.

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