Ricorso cumulativo per separazione giudiziale e divorzio contenziosoInquadramentoNei procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023, data di entrata in vigore del d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile, è consentito alle parti di proporre negli atti introduttivi del procedimento di separazione coniugale anche la domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio. Il conseguente cumulo di domande ha effetti unicamente di natura processuale ma l'istanza di divorzio diventa procedibile dopo che è passata in giudicato la pronuncia di separazione. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RICORSO PER SEPARAZIONE PERSONALE E PER SCIOGLIMENTO DI MATRIMONIO Il Sig. .... nato a .... il ...., C.F. .... residente in ...., via ...., cittadino italiano, nato a .... ed elettivamente domiciliato in .... via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., che lo rappresenta e difende come da procura in calce al presente atto .... con il presente atto propone domanda di separazione personale e contestuale domanda di scioglimento del matrimonio nei confronti della Sig. ...., nata a ...., il ...., cittadina italiana, residente in ...., C.F. .... ELEMENTI DI FATTO SUI QUALI LE DOMANDE SI FONDANO Il ricorrente Sig. .... e la Sig.ra .... contrassero matrimonio con rito religioso in data ...., celebrato in .... I rapporti tra i coniugi in breve tempo persero i connotati necessari di affettività e di desiderio di vita comune che dovrebbero essere a base di ogni matrimonio. Sposatisi troppo giovani, per rimediare ad errori che mostravano imminente una genitorialità, quando essa non ebbe a verificarsi il legame coniugale che stentava a formarsi venne definitivamente meno. I coniugi hanno da allora condotto vita autonoma, senza più riprendere la convivenza. La Sig.ra .... è da tempo tornata presso parenti materni. Preme al ricorrente ricominciare la propria vita in un luogo diverso, ove ha trovato un lavoro, e senza i vincoli di un matrimonio rivelatosi per più aspetti sbagliato. A fronte di richieste ripetute la Sig.ra .... rimanda con pretesti ingiustificati il proprio consenso ad una soluzione concordata. Per queste ragioni il sottoscritto Sig. .... Ha dovuto risolversi a chiedere cumulativamente la pronuncia della separazione e, non appena verificatisi i necessari presupposti, la pronuncia di divorzio. Si dichiara al riguardo che .... l'abitazione già di residenza familiare dovrà essere restituita al ricorrente, che ne è esclusivo proprietario, come risulta dalla documentazione allegata. Avendo appena iniziato un percorso lavorativo e godendo del solo aiuto dei genitori, il sottoscritto chiede che l'eventuale assegno a suo carico, a favore del coniuge, sia mantenuto nel minor ammontare possibile, anche perché la convenuta gode, a sua volta, di un reddito ..... ELEMENTI DI DIRITTO SUI QUALI LE DOMANDE SI FONDANO Il nuovo rito unificato in materia di stato delle persone, di famiglia e di minori consente il cumulo nello stesso ricorso delle domande di separazione e di scioglimento del matrimonio. La disposizione in proposito è dettata dall'art. 473-bis.49 c.p.c. senza condizioni o presupposti particolari che debbano essere osservati. Per la separazione personale è evidente che nella vicenda di specie tra i coniugi è ormai sicuramente venuta meno l'affezione reciproca ed è anzi divenuta intollerabile la prosecuzione della convivenza. Poiché non è intenzione del ricorrente di riprendere la vita comune con la sig.ra ...., non appena sarà trascorso il periodo di tempo previsto dall'art. 3 l. n. 898/1970, dalla comparizione dei coniugi davanti al giudice relatore nella causa di separazione sarà possibile la pronuncia di divorzio. Tanto premesso il ricorrente formula come segue le proprie CONCLUSIONI Voglia l'adito Tribunale, sentiti i coniugi, assunte le prove e le eventuali altre informazioni: 1) autorizzare i coniugi Sigg. .... a vivere separati, con l'obbligo del mutuo rispetto; 2) pronunciare la separazione giudiziale dei predetti coniugi; 3) dare atto che il ricorrente non è nelle condizioni economiche occorrenti a versare alla sig.ra .... un assegno di mantenimento; in subordine, disporne l'ammontare nella misura minima ritenuta pertinente nel caso; 4) dichiarare che, nella proseguita mancanza di convivenza tra i coniugi, sussistono i requisiti di fatto e di legge per la richiesta di pronuncia di divorzio ai sensi dell'art. 3, comma 3, l. n. 898/1970; 5) una volta passata in giudicato la sentenza nel capo avente ad oggetto la separazione, pronunciare lo scioglimento del matrimonio contratto tra i sigg. .... in data ..... Con vittoria di spese, diritti ed onorari come per legge. Si deducono a prova orale, con i testi indicati per ciascun capitolo: .... Si producono: estratto per riassunto dell'atto di matrimonio; certificato di residenza e stato di famiglia; dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni; documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili o su beni mobili registrati o su quote sociali; estratti conto dei rapporti bancari e finanziari degli ultimi tre anni; ..... Si dichiara che non sussistono altri procedimenti aventi a oggetto le medesime domande o domande con esse connesse. La causa è soggetta a contributo unificato in misura fissa. Non sono dovute le anticipazioni forfettarie. Luogo e data .... sottoscrizione del resistente Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto .... nomino quale mio difensore in ogni fase e grado, del presente giudizio, l'Avv. .... del Foro di ...., conferendogli ogni più ampia facoltà di legge. Eleggo domicilio presso lo studio dello stesso, sito in ...., via ..... Dichiaro di essere stato informato, della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita tramite un avvocato per parte, disciplinata dall'art. 6 del d.l. n. 132/2014, convertito nella l. n. 162/2014, nonché della possibilità di formalizzare un accordo davanti all'ufficiale di stato civile, ex art. 12 del predetto d.l. e della relativa legge di conversione. Dichiaro altresì di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico. Dichiaro, ai sensi e per gli effetti di cui al d.lgs. n. 196/2003 e successive modifiche di essere stato informato che i miei dati personali, anche sensibili, verranno utilizzati per le finalità inerenti al presente mandato, autorizzando sin d'ora il rispettivo trattamento. Firma Assistito .... È autentica Firma Avv. .... [1]La competenza per il procedimento di separazione giudiziale appartiene al tribunale del luogo di residenza del convenuto (art. 473-bis.47). In caso di irreperibilità o di residenza all'estero è competente il luogo di residenza dell'attore; se egli è residente all'estero, è competente qualsiasi tribunale della Repubblica. Se l'azione riguarda figli minorenni, la competenza spetta al tribunale del luogo di residenza abituale del minore; se vi è stato trasferimento non autorizzato del minore, la competenza spetta, entro l'anno dal trasferimento, al luogo di ultima residenza abituale del minore (art. 473-bis.11 c.p.c.). CommentoLa riforma del processo civile attuata dal d.lgs. n. 149/2022, ha opportunamente inserito nell'ambito delle norme disciplinatrici del rito uniforme in materia di stato delle persone, di famiglia e di minori, la facoltà di chiedere con il medesimo ricorso introduttivo del giudizio per separazione personale anche il successivo divorzio. La facoltà è riferita al caso in cui il divorzio viene chiesto per il decorso del tempo di mancata prosecuzione della convivenza successivo alla pronuncia di separazione. Nonostante il cumulo nel medesimo atto di ricorso le domande di separazione e di divorzio proseguono nel giudizio autonomamente, ciascuna soggetta ai requisiti e ai presupposti che le sono propri. La domanda di divorzio è procedibile soltanto dopo il passaggio in giudicato dell'altra: in pratica, la proposizione cumulata delle due istanze consente il risparmio del tempo e delle spese che sarebbero altrimenti necessari a instaurare le cause in momenti diversi. La normativa si applica ai procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023, data di entrata in vigore della riforma. L'art. 479-bis.49 c.p.c. consente la proposizione del ricorso con cumulo di domande e in proposito utilizza una formulazione che ha fatto ritenere la relativa facoltà delle parti circoscritta al solo giudizio contenzioso. Infatti la disciplina delle cause di separazione, divorzio e scioglimento dell'unione civile a titolo consensuale è contenuta in una disposizione diversa e successiva (l'art. 473-bis.51), circostanza che ha indotto a ritenere di dover limitare il procedimento con istanze congiunte alle sole fattispecie di controversie di natura contenziosa. I giudici di merito si sono pronunciati in modo discorde. Il Tribunale di Milano, con sentenza del 5 maggio 2023, ha ritenuto il cumulo di domande applicabile anche al caso di domande di separazione consensuale e di divorzio congiunto, pur a determinate condizioni. Esso ha precisato nella parte motiva che non essendo la domanda di divorzio ancora procedibile prima del decorso del termine di legge, la causa avrebbe dovuto essere rimessa sul ruolo del giudice relatore affinché questi, trascorsi sei mesi dalla data della comparizione dei coniugi, provvedesse ad acquisire, sempre con la modalità dello scambio di note scritte, la dichiarazione delle parti di non volersi riconciliare secondo quanto prevede l'art. 2 della l. n. 898/1970; in queste note scritte le parti avrebbero dovuto anche confermare le condizioni già formulate con riferimento alla cessazione degli effetti civili del matrimonio. Inoltre, eventuali modifiche unilaterali di tali condizioni avrebbero potuto essere ritenute ammissibili solo in presenza di allegazione di fatti nuovi ai sensi dell'art. 473-bis.19, secondo comma. In senso ammissivo si sono pronunciati anche: il Tribunale di Genova, che favorevolmente si è espresso nelle indicazioni programmatiche fornite dalla sezione Famiglia; il Tribunale di Vercelli (comunicato del 15 marzo 2023) in considerazione de: 1) la collocazione sistematica dell'art. 473-bis.49, all'interno del Capo Terzo, Sezione Seconda del Titolo Quarto bis del Libro Secondo c.p.c.; 2) la ratio ispiratrice della normativa, volta alla unificazione dei procedimenti, e 3) la fornitura ad opera del Ministero della Giustizia al personale amministrativo dei “codici oggetto” specifici per il caso di domanda di separazione consensuale unita a domanda per divorzio congiunto. Per contro il Tribunale di Firenze (sent. n. 4458/2023) ha dichiarato d'ufficio l'inammissibilità di un ricorso contestuale di separazione consensuale e divorzio congiunto già nel decreto di fissazione dell'udienza di comparizione dei coniugi, evidenziando che nel caso di specie doveva applicarsi l'art. 473-bis.51 e non l'art. 473-bis.49, e che ha successivamente omologato con sentenza del 15 maggio 2023 la separazione consensuale alle condizioni di cui al ricorso, dichiarando improponibile la domanda di divorzio. Nella parte motiva il Collegio giudicante fiorentino ha rilevato che la norma che disciplina il procedimento su domanda congiunta, art. 473-bis.51 c.p.c., non prevede la possibilità di cumulo delle domande di separazione e divorzio, come invece espressamente previsto dall'art. 473-bis.49 c.p.c. per i giudizi contenziosi, e, da ciò doveva trarsi la conseguenza per cui la possibilità di cumulo delle domande va riservata esclusivamente alle ipotesi di esistenza di contenzioso tra le parti. Le due discipline sono ben distinte tra loro e la stessa ratio della legge, risultante anche dalla relazione illustrativa, risulta ben diversa per le due ipotesi: per il ricorso congiunto essa è quella di dettare una disciplina uniforme per le varie ipotesi nonché di introdurre la specifica previsione della rinuncia delle parti a presenziare all'udienza; per il cumulo di domande invece si è inteso evitare la contemporanea presenza di due giudizi, con sovrapposizione delle domande e dell'istruttoria. Come è avvenuto per altre pronunce ugualmente negative, si è tratto ulteriore argomento, oltre che dalla diversa collocazione delle discipline di riferimento, soprattutto dalla riconosciuta indisponibilità dei diritti personalissimi di coniugio, che, in quanto tali, non possono essere vincolati ad evenienze future (art. 160 c.c.). La giurisprudenza ha costantemente affermato, sul punto, che sono da considerare nulle, in sede di separazione, le clausole di accordo separativo stipulate in vista del successivo divorzio. In sostanza, si reputa non consentito proporre condizioni di regime del divorzio ancor prima che vengano definiti i rapporti conseguenti alla separazione. Un consolidato orientamento giurisprudenziale ritiene invalidi per illiceità della causa gli accordi con cui i coniugi fissano in sede di separazione il regime giuridico-patrimoniale in vista di un futuro divorzio, ritenendoli stipulati in violazione del principio volto ad evitare che una preventiva pattuizione determini il consenso alla dichiarazione di divorzio (Cass. I, n. 20756/2022). Ammettere le domande congiunte in sede consensuale, si è sostenuto, condurrebbe le parti a disporre contemporaneamente di entrambi gli status e dei consequenziali diritti, operandosi così una deroga al principio di indisponibilità dei diritti in materia matrimoniale, in assenza di una specifica previsione normativa. Nel medesimo senso dell'inammissibilità si è pronunciato il Tribunale di Bari che, con la comunicazione del 6 aprile 2023, ha ritenuto il cumulo inammissibile in quanto l'art. 473-bis.51 non lo prevede espressamente, dato che la norma richiama l'art. 473-bis.47 e non anche l'art. 473-bis.49 che disciplina le ipotesi di cumulo contenziose. A smentita delle esposte considerazioni si è pronunciato il Tribunale di Terni (22 giugno 2023), che, nell'ammettere la contestualità delle domande, ha anche respinto l'istanza di sottoporre la questione dell'ammissibilità alla Corte di cassazione con il rinvio pregiudiziale di cui all'art. 363-bis c.p.c. Il Tribunale ha osservato in proposito che un siffatto rinvio avrebbe determinato la necessaria sospensione del procedimento di separazione che, invece, doveva costituire oggetto di decisione sollecita. Nel merito della questione, si è affermato, elementi testuali desumibili dalla normativa inducevano a ritenere che: la proposizione delle domande contestuali, in quanto semplicemente da effettuarsi “negli atti introduttivi del procedimento”, non è soggetta a specifiche limitazioni a questo o quel procedimento; l'art. 473-bis.51, nel riferirsi alla domanda congiunta, richiama “i procedimenti di cui all'art. 473-bis.47” e pertanto consente all'interprete di intendere estesa tale domanda cumulativa anche ai procedimenti non contenziosi in quanto compresi nella disciplina di cui al detto art. 473-bis.47; l'ammettere la possibilità del cumulo di domande permette di realizzare l'obiettivo riformatore della celerità processuale e di soddisfare l'esigenza di economia processuale; al contrario, la necessaria duplicità delle domande imporrebbe un separato e doppio accesso all'ufficio giudiziario, con l'emanazione di due decreti di fissazione dell'udienza, di due iscrizioni a ruolo e conseguente duplicazione di adempimenti; non sussistono, in realtà, ostacoli normativi di sorta che si oppongano all'estensione del cumulo alle cause consensuali; e la stessa nullità degli accordi in sede di separazione contenenti patti volti a regolare gli effetti del vincolo matrimoniale (o di unione civile) deve cedere, in via sistematica, alla considerazione per cui non si vede la ragione di ritenere inammissibili in una sede unica gli accordi che sono comunque permessi nelle sedi di due procedimenti successivi e collegati, mentre la possibilità di presentare con un unico ricorso le domande cumulate consente ai coniugi di definire in un unico contesto l'intera fase dissolutiva del matrimonio. Ha preso posizione in proposito la Corte di cassazione con pronuncia n. 28727/2023, per la quale il ricorso cumulativo, anche nel caso di richiesta di separazione e di divorzio consensuali, è consentito e ammissibile. Il contrasto giurisprudenziale deve pertanto essere considerato risolto. |