Atto di citazione per la ripetizione del valore di beni mobili (art. 196 c.c.)InquadramentoL'art. 196 c.c., accorda a ciascun coniuge il diritto alla ripetizione del valore dei beni mobili non rinvenuti nella comunione, qualora i coniugi (o i loro eredi) non possano esercitare il diritto di prelievo accordato dal precedente articolo. La norma si riferisce alla fattispecie in cui un coniuge durante il matrimonio conceda in uso gratuito all'altro beni mobili di sua proprietà esclusiva; beni che, essendo personali, avrebbe il diritto di prelevare a norma dell'art. 195 c.c., nel momento in cui si scioglie la comunione legale. Pertanto, nel caso in cui il coniuge non rinvenga tali beni, perché periti per colpa dell'altro coniuge, a cui erano stati concessi in uso o perché quest'ultimo li ha occultati allo scopo di appropriarsene, l'art. 196 c.c., attribuisce al proprietario il diritto di ripeterne il valore, salvo che l'altro coniuge offra la prova liberatoria che i beni si siano consumati o siano periti per causa a lui non imputabile. La disposizione si applica anche alle parti di un'unione civile legalmente formata. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI ... [1] ATTO DI CITAZIONE [2] Per la Sig.ra ..., C.F. ..., nata a ..., il ..., residente in ..., via ..., n. ... [3], rappresentata e difesa dall'Avv. ..., del foro di ..., C.F. ..., giusta procura alle liti in calce al presente atto, ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ..., via ..., n. ..., con dichiarazione di voler ricevere, ai sensi dell'art. 125, comma 1, c.p.c., nonché dell'art. 136, comma 3, c.p.c., ogni comunicazione al numero di fax ..., oppure tramite l'indirizzo di posta elettronica certificata ... @ ..., - attrice - CONTRO Sig. ... C.F. ... nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., n. ..., - convenuto - FATTO - L'attrice contraeva matrimonio concordatario con il Sig. ... in data ... instaurandosi ope legis tra di loro il regime di comunione legale dei beni (All. 1); - In costanza di matrimonio i coniugi non acquistavano beni personali; avevano stabilito la residenza familiare in un appartamento di proprietà esclusiva dei genitori del marito, e concesso loro in comodato gratuito; entrambi utilizzavano poi due autovetture intestate esclusivamente al Sig. ...; ciascuno dei due aveva provveduto per conto proprio ad acquistare beni mobili personali di scarso valore; - Dopo alcuni anni di serena convivenza, il rapporto coniugale si incrinava, tant'è che l'odierna attrice lasciava la casa coniugale trasferendosi dai genitori e presentava ricorso per separazione giudiziale dal marito; - In data ... i coniugi comparivano innanzi al Presidente del Tribunale di ... il quale, fallito il tentativo di conciliazione, emanava l'ordinanza, con cui autorizzava i coniugi a vivere separati e disponeva le statuizioni accessorie alla separazione; - Da tale momento si è sciolta la comunione legale tra i coniugi [4]; - La Sig.ra ... ed il Sig. ... si sono incontrati per regolare amichevolmente i loro rapporti patrimoniali, non avendo ritenuto necessario avviare il giudizio di divisione della comunione legale, attesa la limitatezza dei beni che ne fanno parte; - in occasione di una ricognizione presso il domicilio coniugale, al fine di recuperare propri effetti personali, l'attrice non rinveniva il PC portatile modello ..., di sua proprietà, che aveva concesso in comodato gratuito esclusivo al marito (All. ... ). Ricostruiti così i fatti, con il presente atto la Sig.ra ... formula la domanda di condanna al pagamento del controvalore del bene, per le seguenti considerazioni di DIRITTO L'art. 196, comma 1, c.c. recita “Se non si trovano i beni mobili che il coniuge o i suoi eredi hanno diritto di prelevare a norma dell'articolo precedente essi possono ripeterne il valore, provandone l'ammontare anche per notorietà, salvo che la mancanza di quei beni sia dovuta a consumazione per uso o perimento o per altra causa non imputabile all'altro coniuge”. La Sig.ra ... aveva concesso in comodato gratuito al marito, sin dall'inizio della convivenza coniugale, il suo PC portatile, che non ha più rinvenuto nel domicilio coniugale. Appare evidente che il marito lo ha occultato per non restituirlo; in ogni caso l'attrice ha diritto di ripeterne il valore in forza della disposizione in commento. Tanto ciò premesso, la Sig.ra, come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, CITA Il Sig. ... C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ..., a comparire il giorno ... ore di rito ... innanzi all'intestato Tribunale di ..., Giudice designando, con invito a costituirsi nel termine di 70 giorni prima dell'udienza indicata, con avvertimento che la mancata costituzione o la costituzione oltre i termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., e che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al Tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che esso convenuto, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, e che in caso di mancata costituzione si procederà in sua legittima e dichiaranda contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti conclusioni: a) condannare il Sig. ... a ripetere il valore del PC portatile modello ... di proprietà esclusiva dell'attrice e concessogli in comodato gratuito, oltre interessi legali e/o rivalutazione monetaria come per legge; b) condannare il convenuto alla rifusione delle spese di giudizio, oltre IVA, CPA e rimborso forfettario delle spese generali. *** Con riserva di meglio precisare le richieste istruttorie nelle memorie di cui all'art. 171-ter c.p.c., chiede sin d'ora ammettersi interrogatorio formale del convenuto Sig. ... sui seguenti capitoli di prova “vero è che ... ”; prova testimoniale sui seguenti capitoli di prova “vero è che ... ”, indicando sin d'ora il nominativo dei seguenti testimoni .... Si chiede altresì sin d'ora l'espletamento di una CTU estimativa che accerti il valore di mercato del PC al momento dello scioglimento della comunione legale. Produce in copia fotostatica, con riserva di produrre gli originali a semplice richiesta, i seguenti documenti: 1) estratto dell'atto di matrimonio; 2) scontrino fiscale relativo all'atto di acquisto del PC portatile. Dichiarazione di valore della controversia: Si dichiara che il valore della presente controversia è ricompreso nello scaglione di valore da Euro ... a Euro ... e che all'atto dell'iscrizione a ruolo della causa viene versato il contributo unificato nella misura di Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione Firma Avv. ... 1. La causa rientra nell'ambito dei giudizi ordinari di cognizione. È competente per territorio il Tribunale ordinario del luogo della residenza dei coniugi. 2. Si rammenta che con DM del 7 agosto 2023, n. 110 recante “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile” pubblicato in GU Serie Generale n.187 del 11-08-2023 ed entrato in vigore in data 26/08/2023 sono stati indicati dal Ministero della Giustizia i criteri di redazione degli atti processuali delle parti private e dei Giudici. Si precisa nell'art. 3 che l'esposizione deve essere contenuta nel limite massimo di: a) 80.000 caratteri, corrispondenti approssimativamente a 40 pagine nel formato di cui all'art. 6, quanto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b) 50.000 caratteri, corrispondenti approssimativamente a 26 pagine nel formato di cui all'art. 6, quanto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c) 10.000 caratteri, corrispondenti approssimativamente a 5 pagine nel formato di cui all'articolo 6, quanto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili soltanto all'udienza. Nel successivo art. 5 si precisa che i suddetti limiti dimensionali possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi coinvolti, ovvero nel caso di proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di un'impugnazione incidentale. Altro importante criterio di redazione degli atti è contenuto nell'art. 6 rubricato “tecniche redazionali” ove si invita l'utilizzo di caratteri di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5 e con margini orizzontali e verticali di 2,5 centimetri, con esclusione dell'inserimento di note. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 4. Ai sensi dell'art. 191, comma 2, c.c., novellato dall'art. 2, l. n. 55/2015, “Nel caso di separazione personale, la comunione tra coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. L'ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale dello stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione”. CommentoL'art. 196 c.c., accorda a ciascun coniuge il diritto alla ripetizione del valore dei beni mobili non rinvenuti nella comunione, qualora i coniugi (o i loro eredi) non possano esercitare il diritto di prelievo accordato dal precedente articolo. La norma si riferisce alla fattispecie in cui un coniuge durante il matrimonio conceda in uso gratuito all'altro beni mobili di sua proprietà esclusiva; beni che, essendo personali, avrebbe il diritto di prelevare a norma dell'art. 195 c.c., nel momento in cui si scioglie la comunione legale. Pertanto, nel caso in cui il coniuge non rinvenga tali beni, perché periti per colpa dell'altro coniuge, a cui erano stati concessi in uso o perché quest'ultimo li ha occultati allo scopo di appropriarsene, l'art. 196 c.c., attribuisce al proprietario il diritto di ripeterne il valore, salvo che l'altro coniuge offra la prova liberatoria che i beni si siano consumati o siano periti per causa a lui non imputabile. Si ritiene che il coniuge obbligato debba attingere dal proprio patrimoniale personale le risorse per rimborsare all'altro il valore del bene mobile sottratto o smarrito. È possibile, tuttavia, che durante la divisione della comunione legale i coniugi si accordino affinché il coniuge creditore possa prelevare il valore del bene dalla comunione legale, incrementando in misura corrispondente la quota a lui spettante. Tutto quanto riferito si estende alle parti di un'unione civile in forza del combinato disposto dei commi 13 e 20 dell'art. 1, l. n. 76/2016. |