Istanza congiunta delle parti per la nomina di un ausiliario ex art. 473-bis.26 c.p.c.InquadramentoLa formula ha ad oggetto richiesta congiunta delle parti per richiedere al Giudice di nominare ai sensi dell'articolo 68 c.p.c. uno o più ausiliari, scelti tra gli iscritti all'albo dei consulenti tecnici d'ufficio, o al di fuori dell'albo se vi è accordo delle parti, per intervenire sul nucleo familiare al fine di superare i conflitti tra le parti, fornire ausilio per i minori e agevolare la ripresa o il miglioramento delle relazioni tra genitori e figli. Le norme di procedura applicabili sono contenute nel libro II, titolo VI-bis del codice di procedura civile («Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF), in particolare, nel Capo III, Sezione II (dei procedimenti di separazione, di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento dell'unione civile e di regolamentazione dell'esercizio della responsabilità genitoriale, nonché di modifica delle relative condizioni). Queste disposizioni hanno effetto dalla data del 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti (art. 35 del d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, della l. n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023). FormulaTRIBUNALE DI .... [1] ISTANZA CONGIUNTA EX ART. 473-BIS.26 C.P.C. ISTANZA CONGIUNTA PER LA NOMINA DI ESPERTO PRESENTATA DA: I sottoscritti, ATTORE:.... Nome: .... Cognome: .... Luogo e data di nascita: .... Cittadinanza: .... Residenza (o domicilio/dimora): .... Codice fiscale: .... con l'Avv. .... (nome, cognome, codice fiscale) Giusta procura alle liti .... CONVENUTO Nome: .... Cognome: .... Luogo e data di nascita: .... Cittadinanza: .... Residenza (o domicilio/dimora): .... Codice fiscale: .... con l'Avv. .... (nome, cognome, codice fiscale) Giusta procura alle liti .... con i seguenti figli: .... (nome, cognome, data di nascita, residenza, C.F ......) PREMESSO È pendente tra le parti il procedimento n. ...., avente ad oggetto: ..... Le parti, concordemente, ritengono che possa essere opportuno nominare un esperto (es. coordinatore genitoriale), per intervenire sul nucleo familiare al fine di: .... [superare i conflitti tra le parti, fornire ausilio per i minori e agevolare la ripresa o il miglioramento delle relazioni tra genitori e figli]. Le parti, concordemente, indicano il seguente esperto: .... [oppure]: rimettono al Giudice la designazione dell'esperto. Con la presente istanza, pertanto, le parti rassegnano le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Giudice: 1) Nominare l'esperto come in parte motiva; 2) Individuare gli obiettivi dell'attività demandata all'ausiliario; 3) fissare i termini, anche periodici, entro cui l'ausiliario depositi una relazione sull'attività svolta e quelli entro cui le parti possono depositare note scritte. Luogo e data .... Sottoscrizione delle parti .... [1]La competenza territoriale appartiene al Giudice del procedimento pendente. CommentoL'articolo 473-bis.26, introdotto dalla c.d. Riforma Cartabia, prevede una nuova figura nel codice di rito che si era già affermata nella giurisprudenza, anche se nella sola forma del coordinatore genitoriale. Si tratta di un terzo che si inserisce nelle dinamiche del conflitto e, dall'interno, accompagna i genitori (o le parti) per risolversi, con un modello integrato e un'ottica di cooperazione. Il coordinatore aiuta le parti a imparare a risolvere i conflitti, a superarli da soli con un modello di dialogo che poi potrà diventare loro patrimonio. Nella fisiologia scelta dal c.p.c. il coordinatore non ha, quindi, potere decisionale ma può: intervenire sul nucleo familiare al fine di superare i conflitti tra le parti, fornire ausilio per i minori e agevolare la ripresa o il miglioramento delle relazioni tra genitori e figli. Come detto, la giurisprudenza aveva “anticipato” questa figura. I Giudici di merito, ad esempio, hanno affermato che “L'inserimento della figura di un coordinatore genitoriale risponde all'esigenza di individuare un terzo nella famiglia disgregata che possa svolgere un ruolo vicario e di supporto dei genitori sia nella gestione della genitorialità condivisa sia nella individuazioni di soluzioni che, in attuazione del quadro genitoriale configurato dagli accordi o dal Tribunale, possa coadiuvare aggiustamenti nelle tempistiche di frequentazione della minore con il genitore non collocatario, oltre che nella attuazione delle scelte, sia di carattere medico sia di carattere scolastico ed educativo- che i genitori dovranno in futuro assumere. Il coordinatore genitoriale, figura nuova nel panorama giuridico italiano ma ben nota in altri ordinamenti (popolare negli USA e species del più ampio genus di ADR - Alternative Dispute Resolution) – è soggetto qualificato, cui viene dunque demandato il compito di prevenire il ricorso a provvedimenti giudiziali in punto di responsabilità genitoriale. È una figura che viene individuata con lo specifico compito di facilitare la risoluzione delle dispute tra genitori altamente conflittuali e con lo scopo di ridurre l'eccessivo ricorso ad azioni giudiziarie. Il coordinatore genitoriale non ha poteri processuali poiché suo scopo è quello di risolvere il conflitto al di fuori del processo: in altri termini a ridurre al massimo il conflitto stesso” (Trib. Milano IX, decr. 7-29 luglio 2016, est. Cosmai). La nuova figura dall'esperto nominato su richiesta delle parti ai sensi dell'art. 473-bis.26 c.p.c., è espressamente riconducibile nell'alveo degli ausiliari del Giudice nominati ai sensi dell'art. 68 c.p.c., soggetto destinato ad esercitare le funzioni attribuite solo nel corso del processo, e che cessa (al pari del curatore speciale) i compiti assegnati con la conclusione del procedimento giudiziale nel quale è avvenuta la nomina (Rel. Illustrativa). Per delinearne compiti e funzioni può essere utile riportare quanto su di esso si osserva nella relazione illustrativa. “Ispirato da buone prassi presenti in taluni tribunali, che si sono sviluppate dalla constatazione della necessità che il Giudice della famiglia e dei minori sia coadiuvato da professionisti esperti in altri saperi, non solo a fini di valutazione ma anche al fine di attuare specifici interventi, la norma in esame prevede la possibilità che il Giudice (il potere deve essere riconosciuto anche in corso di causa) possa nominare ai sensi dell'articolo 68 c.p.c. quale suo ausiliario un professionista, scelto tra quelli iscritti all'albo dei CTU (ovvero anche al di fuori dell'albo in presenza di concorde richieste delle parti) per compiere specifiche attività, espressamente demandate dal Giudice, qualora necessarie alla risoluzione del conflitto familiare o a fini di ausilio o sostegno alla relazione genitori-figli. Si pensi, ad esempio, ai numerosi casi in cui, pur in assenza di condotte gravemente pregiudizievoli del genitore, siano diradati o interrotti i rapporti genitori-figlio ovvero il figlio sia in tenera età ed emergano resistenze da parte del genitore convivente a consentire a libere frequentazioni da parte dell'altro, giudicato inidoneo all'accudimento, ovvero anche alle ipotesi, non infrequenti, in cui minori adolescenti abbiano difficoltà di relazione con l'esterno anche a causa della vicenda separativa che ha coinvolto il nucleo familiare. In queste ipotesi il ricorso a professionisti (psicologi, assistenti sociali, pedagogisti ecc.) può essere un valido e spesso risolutivo aiuto. Al fine di controllare l'operato del professionista è tuttavia necessario inserirlo in una cornice processuale, che viene individuata nell'articolo 68 c.p.c. Nell'ambito del singolo procedimento il professionista verrà nominato ausiliario del Giudice ai sensi del richiamato articolo 68 c.p.c., nella qualità di “esperto in una determinata professione” incaricato di assistere il Giudice ai sensi dell'articolo 337-ter c.c., norma che prevede che il Giudice adotti “i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all'interesse morale e materiale di essa” per “assicurare che il figlio mantenga un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori”; solo il ricorso ad un professionista esperto può consentire di assistere l'autorità giudicante nel compimento di queste attività. La norma prevede che a queste figure possa farsi ricorso solo previo assenso di entrambe le parti del processo, in primo luogo per i costi che saranno a carico delle parti nel caso di nomina dell'ausiliario (salva la possibilità di ricorrere al patrocinio a spese dello Stato per le parti ammesse al beneficio) e, inoltre, in considerazione della particolarità degli interventi che con questo strumento verranno attuati e che necessitano della collaborazione e non dell'opposizione delle parti. In caso di opposizione il Giudice potrà ricorrente agli ordinari strumenti di ausilio (quali, ad esempio, incarichi al servizio socio-assistenziale). Il comma 1 della norma in esame indica i presupposti per procedere alla nomina (concorde richiesta delle parti), precisa che gli esperti nominati saranno qualificati quali ausiliari del Giudice, e che gli stessi potranno essere scelti o attingendo agli albi dei CTU ovvero anche al di fuori di tale ambito in presenza di accordo delle parti. La norma non indica gli esatti contenuti dell'incarico demandato a tali ausiliari, descrivendone soltanto i fini; si tratterà infatti di interventi non codificati, ma da adattare alle singole fattispecie per superare i conflitti tra le parti, ovvero fornire ausilio ai minori, in particolare (ma non solo) per favorire la ripresa o il miglioramento delle relazioni genitori-figli dove incrinate o interrotte. Il comma 2 precisa che il Giudice individua esclusivamente gli obiettivi dell'intervento, assegnando termini, anche periodici qualora si tratti di interventi che necessitino di un consistente lasso di tempo per essere realizzati, alla scadenza dei quali l'ausiliario dovrà depositare una relazione sull'attività svolta con concessione di termini anche alle parti per il deposito di note scritte. Tale intervento è diverso da quelli valutativi propri della CTU, avvicinandosi agli interventi di sostegno perché finalizzato a risolvere situazioni in cui le relazioni genitori figli risultino compromesse, ovvero emergano specifiche difficoltà dei minori. Il Giudice procedente conserva per tutta la durata dell'intervento un ruolo di controllo e di guida dello stesso, in quanto il comma 3 precisa che in caso di questioni sui poteri e sui limiti dell'incarico conferito sia l'ausiliario sia le parti potranno rivolgersi al Giudice, che adotterà i provvedimenti opportuni”. |