Comparsa di costituzione nel giudizio di reclamo avverso l'ordinanza che decide sulla conferma o revoca del provvedimento indifferibile

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 473-bis.15 c.p.c., rispondendo ad esigenze di tutela avvertite da tempo, colma una lacuna normativa, prevendo espressamente la possibilità, per il presidente o il Giudice dallo stesso delegato di emettere con decreto provvisoriamente esecutivo i provvedimenti necessari nell'interesse dei figli e, nei limiti delle domande da queste proposte, delle parti ove ricorra un pregiudizio imminente e irreparabile o quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l'attuazione dei provvedimenti. Tale decreto può essere infatti emesso anche prima della celebrazione dell'udienza di comparizione delle parti, fermo restando l'onere nel caso per il Giudice di fissare l'udienza in contraddittorio per la conferma, modifica o revoca del provvedimento reso inaudita altera parte. Se si assume, come appare preferibile, che i provvedimenti indifferibili hanno natura cautelare, in quanto fondati su un fumus boni juris ed un pericolo di pregiudizio imminente ed irreparabile, allora deve ritenersi, coerentemente, che in forza dell'art. 669-quaterdecies c.p.c., gli stessi, nonostante il silenzio del legislatore sulla questione, siano reclamabili al collegio ex art. 669-terdecies c.p.c.

Formula

TRIBUNALE DI ....

COLLEGIO [1]

COMPARSA DI RISPOSTA IN SEDE DI RECLAMO EX ART. 669-TERDECIES C.P.C.[2]

La Sig.ra ...., rappresentata e difesa come da procura in atti;

- resistente in sede di reclamo -

NEI CONFRONTI DI

Il Sig. ...., rappresentato e difeso come in atti;

- ricorrente in sede di reclamo -

ESPONE CHE

– con ricorso ex art. 473-bis.15 c.p.c., l'esponente ha chiesto e ottenuto l'emanazione di un provvedimento avente contenuto anticipatorio, rispetto alle statuizioni relative ai contributi economici, delle ordinanze temporanee rese all'esito della prima udienza, deducendo un pericolo irreparabile di pregiudizio per la stessa e la prole in attesa dell'emanazione di detta ordinanza, tenuto conto della data di fissazione dell'udienza di comparizione delle parti;

– a seguito della comparizione delle parti, le statuizioni contenute nel prefato decreto sono state confermate con ordinanza dal medesimo Giudice istruttore;

– il Sig. .... ha proposto reclamo sostenendo che tale ordinanza è illegittima in quanto è stata emessa in difetto di un pregiudizio irreparabile che può invero correlarsi soltanto a diritti assoluti e non a un anche a diritti di credito a una prestazione pecuniaria [3];

– In realtà tale impostazione non appare coerente con la natura peculiare dei diritti di credito che vengono in rilievo nella fattispecie in esame, afferenti crediti di mantenimento dei familiari e quindi di peculiare rilevanza per situazioni anche di contenuto non patrimoniale che riguardano i beneficiari;

– nel merito, peraltro, le deduzioni del reclamante sono prive di ogni fondamento, in quanto .....

P.T.M.

Si richiede all'Ill.mo Collegio adito, all'esito dell'udienza nel contraddittorio tra le parti [4], di rigettare il reclamo proposto, con vittoria di spese.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1] Secondo quanto espressamente previsto dall'art. 669-terdecies c.p.c., se il provvedimento cautelare oggetto di reclamo è emesso dal Giudice monocratico del tribunale il reclamo si propone al collegio, del quale non può far parte il Giudice che ha pronunciato il provvedimento impugnato.

[2]È discutibile, rispetto all'applicabilità delle prescrizioni di cui al d.m. n. 110 del 2023, se la memoria in esame debba essere equiparata ad una costituzione difensiva in sede di impugnazione ovvero ad un atto processuale in corso di causa successivo alla prima difesa, con le relative conseguenze sui limiti dimensionali che trovano applicazione solo per le controversie sino al valore di euro 500.000,00 e non sembra, dunque,per quelle di valore indeterminabile, sovente ricorrenti nel contenzioso familiare.

[3]Sebbene in linea di principio un pregiudizio irreparabile non può riguardare i diritti di credito, in giurisprudenza è ormai consolidato l'orientamento per il quale è possibile l'emanazione di un provvedimento d'urgenza ex art. 700 c.p.c., anche ai fini della tutela di crediti di natura pecuniaria qualora la tutela cautelare sia essenziale considerata la funzione del diritto per la persona del ricorrente (cfr., tra le molte, Trib. Udine 13 aprile 2010, in Banca borsa tit. cred., 2011, II, 504).

[4]Udienza che è di regola celebrata pur svolgendosi, per espressa previsione dell'art. 669-terdecies c.p.c., il procedimento di reclamo nelle forme camerali di cui agli artt. 737 e 738 c.p.c.

Commento

Problematica tradizionalmente avvertita nel contenzioso della famiglia è stata quella della mancanza di forme di tutela prima di quella che sinora era la c.d. udienza presidenziale.

A fronte di tale vuoto di tutela, una parte della giurisprudenza di merito si era spinta a ritenere che, qualora ricorresse un pregiudizio imminente ed irreparabile, prima della celebrazione di tale udienza, era possibile adire il Giudice ordinario per ottenere un provvedimento d'urgenza ai sensi dell'art. 700 c.p.c., in ragione della vocazione di strumento di tutela cautelare generale propria di un provvedimento siffatto (tra le altre, Trib. Napoli (ord.) 24 marzo 2005, in Fam. dir., 2005, 641; Trib. Modena 27 gennaio 2005, in Corr. merito, 2005; Trib. Napoli (ord.) 8 febbraio 1999, in Fam. dir., 2000, 392, con nota di Frassinetti).

L'art. 473-bis.15 c.p.c. costituisce una risposta a queste esigenze di tutela (cfr. Danovi, 2022; Graziosi 2022) sul piano normativo, laddove introduce espressamente la possibilità, per il presidente o il Giudice dallo stesso delegato di emettere con decreto provvisoriamente esecutivo i provvedimenti necessari nell'interesse dei figli e, nei limiti delle domande da queste proposte, delle parti ove ricorra un pregiudizio imminente e irreparabile o quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l'attuazione dei provvedimenti.

La Relazione Illustrativa precisa che la misura inaudita altera parte, rispondendo alla necessità di assicurare protezione contro situazioni di grave e urgente pregiudizio che possono verificarsi anche in corso di causa, può essere adottata anche nel corso del giudizio.

L'emanazione dei provvedimenti indifferibili è subordinata sul piano del periculum in mora alla ricorrenza di due presupposti alternativi, ossia alla sussistenza di un pericolo di pregiudizio imminente o irreparabile ovvero

Mutuando la disciplina dettata nell'ambito del procedimento cautelare uniforme dall'art. 669-sexies, comma 2, c.p.c., l'art. 473-bis.15 c.p.c. precisa che l'autorità giudiziaria, con il medesimo decreto, fissa entro i successivi quindici giorni l'udienza – che deve ritenersi autonoma (ed ulteriore) rispetto a quella di prima comparizione – per la conferma, modifica o revoca dei provvedimenti adottati con il decreto, assegnando all'istante un termine perentorio per la notifica.

L'individuazione della misura di tale termine, tuttavia, a differenza di quanto avviene nel contesto dell'art. 669-sexies, comma 2, c.p.c., è rimessa alla discrezionalità del Giudice.

I principi più volte espressi dalla giurisprudenza di merito chiamata a confrontarsi con ipotesi di tardiva notifica del decreto cautelare alla parte resistente sono molto rigorosi, ovvero nel senso che la violazione del termine perentorio per l'effettuazione della stessa comporterà l'inefficacia del provvedimento (cfr., tra le molte, Trib. Napoli, decr. 5 dicembre 2019, che pure ammette la possibilità, in presenza dei presupposti dell'art. 153, comma 2, c.p.c. per il ricorrente di chiedere la remissione in termini).

Nulla è previsto quanto al regime dell'ordinanza resa a seguito della comparizione delle parti. Se tuttavia si assume, come appare preferibile, che i provvedimenti indifferibili hanno natura cautelare, in quanto fondati su un fumus boni juris ed un pericolo di pregiudizio imminente ed irreparabile, allora deve ritenersi, coerentemente, che in forza dell'art. 669-quaterdecies c.p.c., gli stessi, nonostante il silenzio del legislatore sulla questione, sono reclamabili al collegio ex art. 669-terdecies c.p.c.

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