Elezione di domicilio «anomala» nel precetto, opposizione, competenza

02 Gennaio 2024

L'elezione di domicilio «anomala» nel precetto non impone al debitore che intenda proporre opposizione di adire il giudice in quel domicilio, dovendo questa essere proposta dinanzi al giudice che ha collegamenti col luogo dell'esecuzione. L'unico vincolo che l'elezione c.d. anomala pone al debitore è solo quella di notificare ivi l'atto di opposizione.

Massima

L'elezione di domicilio nel precetto, ex art. 480, comma 3, c.p.c., in un comune nel cui circondario il creditore, all'esito di specifica contestazione del debitore opponente, non risulti aver dimostrato l'esistenza di beni staggibili, è inidonea a radicare la competenza territoriale del giudizio di opposizione preventiva all'esecuzione, determinando unicamente il vincolo a carico del debitore opponente di notificare l'atto di opposizione nel luogo eletto a domicilio dal creditore precettante.

ll caso 

Minacciata l'esecuzione tramite la notifica di regolare precetto, il debitore reagiva avverso di esso proponendo opposizione ai sensi del primo comma dell'art. 615 c.p.c. innanzi al Tribunale di Roma. Il creditore opposto, costituitosi in giudizio, eccepiva tuttavia l'incompetenza territoriale del giudice adito. In particolare, faceva presente come egli avesse nel precetto eletto il proprio domicilio in un comune (quello di Roma) diverso da quello (nel caso di specie il comune di Firenze) in cui era avvenuta la notifica dell'atto stesso; per il convenuto, più precisamente, nel caso di elezione di domicilio effettuata in luogo diverso da quello dell'eventuale e successiva esecuzione, la competenza territoriale del giudice dell'opposizione pre-esecutiva doveva radicarsi presso il luogo in cui era avvenuta la notifica dell'atto di precetto. 

La questione 

Viene così sottoposta al Tribunale di Roma la questione relativa al se la c.d. elezione di domicilio «anomala» (i.e. priva di collegamenti con il luogo di esecuzione) compiuta dal creditore nell'atto di precetto sia vincolante ai fini della determinazione della competenza territoriale del giudizio di opposizione a precetto di cui all'art. 615, comma 1, c.p.c.

Le soluzioni giuridiche

Il Tribunale adito accoglie l'eccezione di incompetenza proposta. Osserva infatti che l'elezione di domicilio c.d. anomala non può ritenersi vincolante né ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente a conoscere dell'opposizione a precetto, né tantomeno ai fini della scelta del giudice dell'esecuzione, determinando unicamente il vincolo a carico del debitore opponente di notificare l'atto di opposizione nel luogo eletto a domicilio dal creditore precettante.

In sostanza, per il giudicante l'anomala elezione del domicilio non impone di adire il giudice in quel domicilio: «l'opposizione va comunque proposta dinanzi al giudice che ha collegamenti con il luogo dell'esecuzione».   

Osservazioni

Ai sensi dell'art. 480, comma 3, c.p.c. il precetto deve «contenere la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione». Come è noto, tale requisito non è previsto a pena di nullità (così anche Trib. Roma, 25 settembre 2019), come si evince anche dalla stessa norma, la quale prosegue affermando che «in mancanza le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato, e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso».

Come ognun vede, la norma, a causa del carattere "neutro" dell'atto di precetto, privo per sua natura e funzione di elementi predeterminanti circa i beni da espropriare e, quindi, circa la individuazione del luogo e del foro dell'esecuzione, costituisce un valido espediente di cui il legislatore si serve per individuare il giudice competente a conoscere delle opposizioni pre-esecutive (così Andrioli, Commento al codice di procedura civile, III, Napoli, 1957, 47). 

Pertanto, nell'atto di precetto, la parte istante – alla quale è riconosciuta la facoltà di scegliere quali tra i beni del debitore vorrà sottoporre ad espropriazione forzata, nonché quella di avvalersi alternativamente, cumulativamente o successivamente dei diversi mezzi di espropriazione – ha l'onere di dichiarare la residenza o eleggere il domicilio nel luogo in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione e ciò allo scopo di permettere l'individuazione del giudice competente a conoscere dell'eventuale opposizione pre-esecutiva.

Il creditore precettante non è però del tutto libero di scegliere il luogo di residenza o di elezione di domicilio, dovendo indicare un indirizzo posto in un comune dove il debitore ha beni aggredibili o dove risiede il debitore; in altre parole, nel momento in cui dichiara la propria residenza o elegge domicilio nel precetto, il creditore ha l'onere di scegliere uno tra i possibili luoghi dell'esecuzione (mobiliare, immobiliare o di crediti presso terzi). Tale affermazione costituisce ormai diritto vivente, trattandosi di un principio seguito da tempo dalla giurisprudenza secondo l'insegnamento fornito cinquant'anni orsono dalla Corte costituzionale, per la quale se il creditore dichiari o elegga domicilio in un comune in cui, non essendovi beni del debitore, non può avere sede il giudice dell'esecuzione, l'opposizione andrà proposta al giudice del luogo in cui il precetto è stato notificato (Corte cost., 19 giugno 1973, n. 84, in Foro it., 1973, I, 2033); si esprime in senso analogo anche la Corte di Cassazione, la quale ha ripetutamente enunciato il principio di diritto secondo il quale «se la parte istante elegge domicilio in un comune in cui il debitore non possiede beni o in cui non risiede [...], l'elezione di domicilio resta priva di effetti e il debitore può proporre l'opposizione a precetto davanti al giudice del luogo nel quale gli è stato notificato il precetto stesso (Cass. civ. 13 luglio 2004, n. 12976, in GIUS, 2004, 4140; Cass. civ. 25 maggio 2003, n. 8632; Cass. civ. 24 febbraio 1987, n. 1946).

Dunque, il creditore non può arbitrariamente scegliere il giudice competente per l'opposizione preventiva a suo piacimento e senza limiti, violando il principio di parità della posizione processuale delle parti; pertanto, la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio, lungi dal poter essere arbitraria, deve sempre essere operata in un Comune rientrante nella circoscrizione di un ufficio giudiziario che abbia competenza per il processo esecutivo.

Ciò posto, occorre tenere bene a mente la distinzione tra l'omessa dichiarazione di residenza o elezione di domicilio da parte del creditore nell'atto di precetto e il diverso fenomeno della dichiarazione c.d. anomala o irrituale.

L'omessa dichiarazione di residenza o elezione di domicilio non costituisce una difformità dell'atto dal modello individuato dal precetto normativo, ma una facoltà del creditore intimante prevista dalla legge che da tale comportamento ne fa conseguire la competenza del giudice del luogo di notifica del precetto per l'opposizione preventiva (nonché la possibilità di notificare l'opposizione presso la cancelleria di quest'ultimo giudice, senza alterare la parità processuale tra le parti).

Discorso diverso deve essere condotto nel diverso caso, oggetto della decisione che qui si commenta, rappresentata dalla c.d. elezione di domicilio irrituale. Essa, a differenza della prima, rappresenta una violazione del precetto normativo. Per tale motivo, il debitore intimato tramite l'opposizione preventiva potrà impedire la possibilità di radicare la competenza del giudice dell'opposizione nel luogo indicato dal creditore nell'atto di precetto. Secondo la Cassazione, infatti, nel caso di dichiarazione anomala il debitore è legittimato a contestare, con riguardo alla competenza, la ritualità di tale dichiarazione del creditore intimante, promuovendo l'opposizione a precetto davanti al diverso ufficio giudiziario di notifica dello stesso, fermo restando la possibilità (ma anche l'onere) per il creditore, che intenda replicare alla contestazione della competenza, di dimostrare che la propria dichiarazione era, invece, stata correttamente effettuata in uno dei luoghi in cui avrebbe potuto avere inizio l'esecuzione (Cass. civ. 22 marzo 2021, n. 8024, in Riv. esec. forz., 2021, 532).

Nel caso di specie, invece il debitore e aveva proposto opposizione nel luogo in cui il creditore aveva in via irrituale eletto domicilio o dichiarato la residenza; in tal caso, costituisce principio consolidato, seguito anche dalla decisione in commento, che l'opposizione può restare lì e lì essere decisa nel merito, a meno che la controparte non formuli ritualmente eccezione di incompetenza. In tal caso, dovrà essere dichiarata l'incompetenza del giudice adito, giacché l'elezione di domicilio cd. anomala è da ritenersi assolutamente non vincolante ai fini della determinazione del giudice competente a decidere, restando invece «efficace solo ai fini della notificazione dell'opposizione e, quindi, della corretta instaurazione del contraddittorio, sia sulla competenza che sul merito» (C. cost. 29 dicembre 2005, n. 480).  

Merita infine di essere ricordato che secondo l'insegnamento della Cassazione, se il debitore ha proposto opposizione a precetto nel luogo in cui il creditore ha compiuto l'elezione di domicilio cd. anomala e poi ha sollevato eccezione di incompetenza, poi accolta, egli «non può ritenersi parte vittoriosa, in quanto la suddetta declaratoria non è una pronuncia a lui favorevole, ma costituisce una sanzione rispetto alla sua errata iniziativa processuale; ne consegue che la condanna dell'opponente alle spese di lite va ritenuta corretta, non incidendo sulla sua posizione di soccombente la circostanza che l'eccezione di incompetenza sia stata da lui sollevata» (Cass. civ. 1° luglio 2020, n. 13430).

Riferimenti

Bucolo, Il giudice competente per le opposizioni formali preesecutive, in Giur. it., 1958, IV, 17-27;

Finocchiaro A., Sulla competenza del giudice del luogo ove è stato notificato il precetto a conoscere dell'opposizione proposta prima dell'inizio dell'esecuzione, in Giust. civ., 1976, I, 1187-1190;

Nicoletti, voce Precetto (diritto processuale civile), in Enc. dir., Milano, 1985, XXXIV, 848;

Vaccarella, Titolo esecutivo, precetto, opposizioni, II ed., Torino, 1993;

Vaccarella, voce Precetto (procedimento civile), in Enc. giur., Roma, 1990, XXIII;

Vellani, Titolo esecutivo-precetto, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1983, 1590.

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