La figura del “terzo” titolare di un interesse legittimo “oppositivo” e la “doppia motivazione”
17 Gennaio 2024
Il Consiglio di Stato, con la sentenza in commento, ha chiarito le ipotesi in cui il « terzo » è titolare di un interesse legittimo “ oppositivo ”, come tale legittimato ad impugnare l'altrui atto ampliativo e, specularmente, controinteressato sostanziale nel giudizio contro l'altrui diniego (o altro atto sanzionatorio-repressivo). È precisato che il «terzo» potrà ottenere tutela a condizione che la sua posizione giuridica possa dirsi normativamente qualificata e differenziata , nella misura in cui sia invocata l'osservanza di regole preordinate alla protezione (anche) della sua sfera giuridica, allegando e dimostrando il pregiudizio personale , e non meramente ‘organico' o ‘collettivo', che abbia subito o rischi di subire a causa dell'iniziativa altrui. Ciò avviene quando, nel contesto di attività economiche e sociali regolate dal diritto pubblico per garantire lo sviluppo ordinato di una trama di rapporti reciprocamente interferenti, l'Amministrazione deve prendere decisioni che incidono, allo stesso tempo, sia sull' interesse di chi chiede il permesso di intraprendere una certa attività (come quella costruttiva), sia in ordine agli interessi contrapposti presi in considerazione dal medesimo assetto regolativo. In queste ipotesi, anche i soggetti che non sono destinatari dell'atto hanno titolo a chiedere tutela contro l'inosservanza delle regole pubblicistiche, in quanto invocano un interesse legittimo uguale e contrario a quello del destinatario dell'atto. Il collegio, inoltre, ha chiarito che la “ doppia ” motivazione della sentenza è prospettabile nel caso in cui la domanda di annullamento sia fondata su ragioni antitetiche , formulate in via alternativa o subordinata , per cui il giudice, con la motivazione ulteriore, deve superare tutti gli argomenti che si pongono come autonoma ed autosufficiente base legale della pretesa azionata. |