Decreto del Presidente della Repubblica - 22/09/1988 - n. 448 art. 11 - Difensore di ufficio dell'imputato minorenne.Difensore di ufficio dell'imputato minorenne.
1. Fermo quanto disposto dall'articolo 97 del codice di procedura penale, il consiglio dell'ordine forense predispone gli elenchi dei difensori con specifica preparazione nel diritto minorile. InquadramentoL'avvocato d'ufficio del minore, a mente di quanto dispone l'art. 11 d.P.R. n. 448/1988, deve possedere una specifica preparazione in materia minorile. Il difensore – non solo d'ufficio – è chiamato ad adempiere al proprio mandato difensivo in costante sinergia con i servizi minori ed i famigliari del minore, anche al fine di garantire la piena attuazione dell'attività di assistenza prestata da questi ultimi. La dottrina evidenza che «particolare rilievo assume l'attività di consulenza: è compito del difensore provocare il coinvolgimento del minore nella vicenda giudiziaria che lo riguarda, così da renderlo sia consapevole delle peculiari soluzioni offerte dal sistema minorile [...] sia partecipe di opzioni di strategia difensiva ritenute convenienti per la promozione della sua personalità» (Presutti, 93) e che «il difensore può svolgere un ruolo determinante di interrelazione tra indagato e servizi sociali, al fine di favorire gli interventi di questi ultimi, di mediazione tra indagato e persona offesa, nella prospettiva degli adempimenti riparatori indispensabili ad un buon esito della messa alla prova, di tramite tra i genitori e le strutture della giustizia penale, in modo da consentire a quelli la fattiva partecipazione alla vicenda processuale» (Cipolla, 463. Dello stesso avviso anche Palomba, 123). Il difensore d'ufficioIl difensore d'ufficio, pur non abdicando al proprio ruolo ed ai propri obblighi deontologici, si caratterizza per la sua specializzazione e per le modalità di designazione che appaiono funzionali ad attuare l'esigenza di salvaguardia della personalità del minore. La specializzazione La specializzazione è caratteristica richiesta unicamente per il difensore d'ufficio, mentre il difensore di fiducia non deve necessariamente possedere una particolare formazione in tema di diritto minorile. Tale disparità appare, da un lato, criticabile – pur volendo enfatizzare la libertà di scelta del minorenne nell'individuazione del proprio difensore (di questo avviso Giambruno, 34 e Di Nuovo, Grasso, 186) – e, dall'altro lato, parzialmente superabile alla luce di quanto dispone l'art. 14 del Codice deontologico forense secondo il quale l'Avvocato, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni professionali, non deve accettare incarichi che non sia in grado di svolgere con adeguata competenza, suggerendo la necessità di una idonea preparazione nell'ambito minorile. L'art. 15, comma 2, d.lgs. n. 272/1989 (disp. att. d.P.R. n. 448/1988) precisa che si considera in possesso di specifica preparazione chi abbia svolto non saltuariamente la professione forense davanti alle Autorità Giudiziarie minorili o abbia frequentato corsi di perfezionamento e aggiornamento per avvocati nelle materie attinenti al diritto minorile ed alle problematiche dell'età evolutiva. L'alternatività dei due requisiti indicati – così suggerisce l'uso della coniugazione disgiuntiva – appare criticabile posto che «una fungibilità tra requisiti di ordine pratico e di ordine teorico [appare] assai poco giustificabile sul piano razionale» (Sfrappini, 173). L'idoneità e la disponibilità ad assumere le difese d'ufficio rappresentano le caratteristiche fondamentali del difensore d'ufficio (Vigoni, 1986 e Peroni, 451). La modalità di designazione Le modalità di designazione, nomina, sostituzione temporanea e nuova designazione del difensore sono disciplinate – in forza del richiamo operato dall'art. 11 d.P.R. n. 448/1988 all'art. 97 c.p.p. – in maniera analoga a quanto previsto per la difesa d'ufficio nel rito ordinario. Ciascun Consiglio dell'Ordine predispone – ed aggiorna periodicamente – l'elenco dei nominativi dei difensori idonei e disponibili ad assumere le difese d'ufficio. Tali elenchi dovranno confluire presso il Consiglio dell'Ordine ove ha sede il Tribunale per i Minorenni, il quale dovrà provvedere alla formazione della tabella di cui all'art. 29, comma 3, 4 e 5, disp. att. c.p.p. (art. 15, comma 3, d.lgs. n. 272/1989). «Il meccanismo configurato è volto a impedire scelte discrezionali degli organi procedenti [...] garantendo la trasparenza nella designazione del difensore d'ufficio, analogamente a quanto stabilito dalla normativa per l'adulto, parzialmente richiamata» (Presutti, 94). L'applicabilità del sistema automatizzato ed informatizzato previsto dall'art. 29, comma 2, disp. att. c.p.p. risulta controversa in dottrina. Per una prima opzione esegetica il quesito interpretativo dovrebbe essere risolto in senso negativo, escludendo, dunque, l'applicabilità dell'art. 29, comma 2, disp. att. c.p.p. (Cipolla, 464-465 e Sfrappini, 174). Di diverso avviso coloro che ritengono il sistema automatizzato ed informatizzato risulti applicabile anche al rito minorile (Presutti, 93, la quale precisa che «l'eccezione al suo impiego per procedimenti attinenti a materie che riguardano competenze specifiche [...] non può riferirsi al processo minorile solo che si osservi come la regolamentazione ivi predisposta per la difesa d'ufficio sia da sempre essa stessa il portato di una istanza di competenze specifiche ritagliate sulla condizione di minorenne»). Il compenso L'art. 118 d.P.R. 115/2002 – rubricato Liquidazione dell'onorario e delle spese al difensore di ufficio del minore – prevede che l'onorario e le spese spettanti al difensore di ufficio del minore vengano liquidati dal Giudice nella misura e con le modalità previste dall'art. 82 d.P.R. 115/2002, salvo il diritto di opposizione ex art. 84 d.P.R. 115/2002. «Rispetto al difensore d'ufficio del maggiorenne, quello del minore non deve fornire la prova della non abbienza dell'assistito. Infatti, in tale ipotesi, il diritto dello Stato di ripetizione delle somme è solo eventuale e successivo alla verifica della soglia reddituale della famiglia del minore» (Paone, 2358). Contestualmente alla comunicazione del decreto di pagamento, l'ufficio richiede ai familiari del minorenne di presentare entro un mese la documentazione prevista dall'articolo 79, comma 1, lettera c), d.P.R. 115/2002 – ovvero una dichiarazione sostitutiva attestante la sussistenza delle condizioni di reddito previste per l'ammissione, con specifica determinazione del reddito complessivo valutabile a tali fini –, potendo, alla scadenza del termine, chiedere all'ufficio finanziario, in conformità con quanto previsto dall'art. 98, comma 2, d.P.R. 115/2002 di verificare l'esattezza dell'ammontare del reddito, nonché la compatibilità dei dati indicati con le risultanze dell'anagrafe tributaria, potendo disporre che sia effettuata, anche avvalendosi della collaborazione della Guardia di Finanza, la verifica della posizione fiscale dell'istante (art. 118, comma 2, d.P.R. 115/2002). Ai sensi di quanto dispone l'art. 118, comma 3, d.P.R. 115/2002, lo Stato ha diritto di ripetere le somme anticipate nei confronti del minorenne e dei familiari, se il Giudice, con decreto, accerta il superamento dei limiti di reddito previsti per l'ammissione al beneficio del patrocinio nei processi penali, sulla base della documentazione richiesta ai beneficiari o sulla base degli accertamenti finanziari. Nel processo minorile, perché si provveda all'anticipazione dei compensi al difensore d'ufficio dell'imputato, è irrilevante che questi abbia raggiunto la maggiore età nelle more del procedimento ovvero che l'attività difensionale sia stata svolta, in tutto o in parte, successivamente al compimento del diciottesimo anno da parte dell'assistito (Cass. pen. IV, n. 46733/2007; Cass. pen. IV, n. 29967/2007; Cass. pen. III, n. 137/2000 e Cass. pen. II, n. 4260/1990). Integra illecito disciplinare la condotta dell'avvocato d'ufficio del minore che richieda ai genitori in qualità di legali rappresentanti, il pagamento dei compensi per l'attività difensiva svolta, senza attivare la procedura di liquidazione prevista dall'art. 82 d.P.R. 115/2002, che, ai sensi dell'art. 118 d.P.R. 115/2002, costituisce l'unico necessario strumento per ottenere il compenso, indipendentemente dalla circostanza che il minore possieda, o meno, i requisiti per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato (Cass. civ. S.U., n. 16977/2018). Le conseguenze del mancato rispetto delle modalità di designazioneIl mancato rispetto delle norme in tema di designazione del difensore d'ufficio integrano ipotesi di nullità. Se il difensore d'ufficio nominato non risulta incluso nell'apposito elenco dei difensori specializzati si realizza un'ipotesi di nullità ex art. 178, comma 1, lett. c), c.p.p. (Peroni, 117-118, Sfrappini, 177, Presutti, 445) ed analoga nullità sussiste anche laddove il sostituto non sia iscritto nell'apposito elenco (contra Pazè, 562). Secondo la dottrina «la species (assoluta o a regime intermedio) dell'invalidità in parola andrà, ovviamente, individuata a seconda dell'atto compiuto o da compiersi» (Sfrappini, 177). Laddove, invece, il difensore d'ufficio, pur presentando l'idoneità professionale, venga nominato in base ad una modalità difforme da quella prevista dalle norme codicistiche, si realizza una mera irregolarità, in quanto non risulta configurabile un pregiudizio effettivo alla funzione difensiva (Peroni, 445 e Sfrappini, 178). La giurisprudenza ha precisato, da un lato, che in caso di rinuncia al mandato da parte del difensore di fiducia, non integra causa di nullità la nomina, quale difensore d'ufficio, di un avvocato non iscritto nell'elenco dei difensori abilitati al patrocinio davanti al Tribunale per i Minorenni, difettando una espressa previsione normativa in tal senso (Cass. pen. V, n. 15050/2019) e, dall'altro lato, che non costituisce causa di nullità la nomina quale difensore d'ufficio di un avvocato immediatamente reperibile, ma non risultante tra quelli inseriti nei turni appositamente predisposti dal Consiglio dell'Ordine, effettuata dal Giudice nel corso del giudizio, in sostituzione del difensore di fiducia regolarmente citato e non comparso (Cass. pen. I, n. 56347/2017; Cass. pen. V, n. 3333/2014; Cass. pen. III, n. 5496/2008; Cass. pen. I, n. 22934/2006; Cass. pen. V, n. 35178/2005 e Cass. pen. II, n. 45915/2001). BibliografiaCipolla, Sub art. 11 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina, a cura di Lattanzi e Lupo, vol. X, Milano, 2017, 461 ss.; Cottatellucci, Note sul principio di ultrattività nel processo penale minorile, in Cass. pen., 2009, 2008 ss.; DI Nuovo, Grasso, Diritto e procedura penale minorile. Profili giuridici, psicologici e sociali, Milano, 2005; Dosi, L'avvocato del minore nei procedimenti civili e penali, Torino, 2010; Forza, Il diritto di difesa nel processo penale minorile: contenuti minimi ed effettività delle garanzie, in Aa.Vv., Per uno statuto europeo dell'imputato minorenne, a cura di Giostra, Milano, 2015, 71 ss.; Giambruno, Lineamenti di diritto processuale penale minorile, Milano, 2004; Gullotta, Sub art. 15 d.lgs. 272/1989, in Esp. giust. min., 1994, 91 ss.; Mazzone, Sub art. 11 d.P.R. 448/1988, in Esp. giust. min., 1989, 85 ss.; Muglia, Tecnica e deontologia del difensore nel processo penale minorile, in Cass. pen., 2007, 3926 ss.: Palomba, Il sistema del processo penale minorile, Milano, 2002; Paone, Sub art. 118 d.P.R. 115/2002, in Aa.Vv., Codice di procedura penale commentato, a cura di Giarda e Spangher, tomo IV, Milano, 2023, 2357 ss.; Pazè, Processo, difesa, servizi ed assistenza del minore, in Quad. C.S.M., n. 28, 1989, 538 ss.; Pellegrino, voce Imputato minorenne, in Dig. disc. pen., vol. III agg., tomo I, Torino, 2005, 755 ss.; Peroni, Sub art. 11 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Commento al codice di procedura penale, a cura di Chiavario, vol. I - Leggi collegate, Torino, 1994, 111 ss.; Peroni, Sub art. 15 d.lgs. 272/1989, in Aa.Vv., Commento al codice di procedura penale, a cura di Chiavario, vol. I - Leggi collegate, Torino, 1994, 450 ss.; Presutti, La posizione del minore, in Aa.Vv., Trattato di diritto di famiglia, a cura di Zatti, vol. V, Milano, 2011, 437 ss.; Presutti, I soggetti e le parti private, in Aa.Vv., Procedura penale minorile, a cura di Bargis, Torino, 2021, 92 ss.; Sfrappini, Sub art. 11 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Il processo penale minorile. Commento al D.P.R. 448/1988, a cura di Giostra, Milano, 2016, 169 ss.; Vigoni, Sub art. 11 d.P.R. 448/1988, in Aa.Vv., Codice di procedura penale commentato, a cura di Giarda e Spangher, tomo IV, Milano, 2023, 1986 ss. |