Regolamento - 27/04/2016 - n. 679 art. 78 - Diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti dell'autorità di controlloDiritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti dell'autorità di controllo 1. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale, ogni persona fisica o giuridica ha il diritto di proporre un ricorso giurisdizionale effettivo avverso una decisione giuridicamente vincolante dell'autorità di controllo che la riguarda. 2. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale, ciascun interessato ha il diritto di proporre un ricorso giurisdizionale effettivo qualora l'autorità di controllo che sia competente ai sensi degli articoli 55 e 56 non tratti un reclamo o non lo informi entro tre mesi dello stato o dell'esito del reclamo proposto ai sensi dell'articolo 77. 3. Le azioni nei confronti dell'autorità di controllo sono promosse dinanzi alle autorità giurisdizionali dello Stato membro in cui l'autorità di controllo è stabilita. 4. Qualora siano promosse azioni avverso una decisione di un'autorità di controllo che era stata preceduta da un parere o da una decisione del comitato nell'ambito del meccanismo di coerenza, l'autorità di controllo trasmette tale parere o decisione all'autorità giurisdizionale. InquadramentoL'art. 78 GDPR disciplina il gravame avverso un provvedimento vincolante dell'Autorità nazionale di controllo (per l'Italia il Garante per la protezione dei dati personali), ivi incluso il caso in cui la stessa non abbia gestito un reclamo. La previsione normativa individua le regole di riparto tra Stati membri, v. appresso. All'interno di ciascun ordinamento nazionale si applicheranno poi le specifiche regole di competenza e di rito, che per l'Italia sono definite dal combinato disposto degli artt. 152 cod. privacy e 10 d.lgs. n. 150/2011 (come novellato dal d.lgs. n. 101/2018), a cui si rimanda. Occorre evidenziare che la disposizione in commento si apre con un'espressa clausola di salvezza di ogni altro strumento di ricorso, ivi inclusi quelli in via amministrativa, cfr. Corte di giustizia, causa Nemzeti Adatvédelmi és Információszabadság Hatóság, C-132/21 del 12 gennaio 2023, ulteriormente confermato con la pronuncia del 7 dicembre 2023, caso Schufa Holding, cause riunite C-26/22 e C-64/22, punto 66. Si rimanda per maggiori precisazioni alle osservazioni all'art. 140-bis d.lgs. n. 196/2003 in quest'Opera. Legittimazione attiva e passivaSul piano della legittimazione attiva, qualunque persona fisica o giuridica, dunque non solo l'interessato ma anche, per esempio, il titolare o contitolare del trattamento o il responsabile del trattamento può procedere all'impugnazione, con ricorso giurisdizionale «effettivo» (v. sotto), di un atto amministrativo dell'Autorità di controllo, a due condizioni: a) che l'atto sia una decisione giuridicamente vincolante; b) che essa riguardi l'impugnante. Ai sensi del considerando 143, sono oggetto di gravame: atti di esercizio di poteri di indagine, correttivi e autorizzativi dell'autorità di controllo, ossia gli atti emanati ai sensi dell'art. 58, paragrafi 1, 2 e 3 (limitatamente agli atti autorizzativi), GDPR al cui commento si fa rinvio. Come espressamente precisato allo stesso considerando, non sono invece impugnabili «misure [...] che non sono giuridicamente vincolanti, come pareri o consulenza forniti dall'autorità di controllo». Il secondo paragrafo riconosce inoltre, al solo interessato, il diritto di proporre un ricorso effettivo nel caso di mera inerzia dell'Autorità di controllo o di ritardo della stessa nell'informare l'interessato entro tre mesi dello stato o dell'esito di un reclamo, cfr. considerando 141 GDPR, che ravvisa il diritto a un ricorso giurisdizionale anche se l'Autorità di controllo «non agisce quando è necessario intervenire per proteggere i diritti dell'interessato». L'interessato potrà dunque impugnare tanto provvedimenti insoddisfacenti rispetto alle doglianze presentate, quanto provvedimenti di rigetto, di archiviazione e altresì la mancata pronuncia dell'Autorità, ove dovuta. Devono altresì considerarsi impugnabili, per l'Italia, le segnalazioni disciplinate dall'art. 144, ma solo ove abbiano comportato l'adozione di provvedimenti. Giova infine notare che sono legittimati attivamente, su mandato degli interessati, anche gli enti rappresentativi di loro diritti ai sensi dell'art. 80, par. 1 GDPR (v. per l'Italia art. 5 d.lgs. n. 150/2011), oppure gli stessi enti anche in assenza di mandato dell'interessato, se ciò è consentito dalla legge nazionale applicabile (art. 80, par. 2), possibilità quest'ultima che il legislatore nazionale non ha tuttavia ritenuto di percorrere. Ma vedasi in proposito CGUE, 28 aprile 2022, Meta Platforms Ireland, MC-319/20. Legittimata passiva è l'autorità di controllo di cui si impugna il provvedimento, osservate, per quanto occorrer debba, le norme nazionali di rito sul litisconsorzio necessario di altre parti. Rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia UECirca l'individuazione del giudice nazionale competente, trovano applicazione le già citate norme nazionali (artt. 152 cod. priv. e 10 d.lgs. n. 150/2011). Occorre ricordare che, secondo le regole generali, il giudice nazionale potrà o dovrà, a seconda dei casi, in osservanza dell'art. 267 TFUE, investire la Corte di giustizia in via pregiudiziale di questioni di interpretazione o di validità di disposizioni del Regolamento, la cui soluzione sia necessaria per la decisione (cfr. anche considerando 143 GDPR). GiurisdizioneQuanto al riparto tra Stati membri, è competente il giudice dello Stato membro in cui è stabilita l'Autorità garante di cui si impugna la decisione (art. 78, par. 3). Legge processuale applicabileCome confermato anche dal considerando 143, la legge processuale segue la lex fori. Impugnazione da parte del reclamante.Come già notato, fermo restando il diritto riconosciuto al primo paragrafo a qualunque persona fisica o giuridica di impugnare le decisioni vincolanti dell'autorità di controllo (per l'Italia il Garante per la protezione dei dati personali), il solo interessato può altresì, in applicazione del secondo paragrafo, agire nei confronti dell'autorità, competente ai sensi degli artt. 55 e 56, che non tratti un reclamo o che non lo informi dello stato o dell'esito di un reclamo entro i primi tre mesi dalla presentazione. In linea generale, l'autorità di controllo competente è istituzionalmente tenuta quantomeno a esaminare con diligenza i reclami (cfr. CGUE, 16 luglio 2020, Schrems II, C-311/18, punto 109) e, se del caso, a comunicarne l'avvenuta archiviazione indicandone le ragioni. Per quanto concerne in modo specifico l'ordinamento italiano, v. anche commento agli articoli dal 140-bis al 143 cod. privacy in quest'Opera. Quanto alle specifiche ragioni che possono portare all'archiviazione, al termine dell'istruttoria preliminare, vedasi per l'Italia l'art. 11 reg. 1/2019 GPDP. Rapporti tra artt. 78 e 79 GDPRNell'architettura del Regolamento, l'art. 78 è dedicato all'impugnazione nei confronti dell'autorità di controllo, mentre l'art. 79 riguarda la tutela giurisdizionale nei confronti del titolare (o contitolare) o, nei casi in cui ciò sia possibile, nei confronti del responsabile del trattamento. L'impugnazione ai sensi dell'art. 78 costituisce in ogni caso un primo grado giurisdizionale, stante la natura amministrativa del procedimento di reclamo al Garante. Termine a quoIl termine a quo per l'impugnazione decorre, a seconda dei casi, dalla maturazione del termine trimestrale per l'informazione all'interessato dal deposito del reclamo, oppure, per tutti i legittimati attivi, dalla comunicazione del provvedimento dell'autorità di controllo, o infine, per l'interessato, dal superamento del termine massimo per la pronuncia dell'autorità di controllo. Tale ultimo termine è fissato per l'Italia dall'art. 143, comma 3 d.lgs. n. 196/2003 in nove o dodici mesi. Ricorso giurisdizionale effettivoSul concetto di rimedio giurisdizionale “effettivo” (cfr. supra), si rimanda al commento subart. 79 GDPR. Va osservato che, anche in ottemperanza a tale principio, una decisione su reclamo adottata da un'autorità di controllo è soggetta ad un sindacato giurisdizionale completo, come da ultimo ribadito dalla Corte di giustizia nell'arresto del 7 dicembre 2023, Schufa Holding, cause riunite C-26/22 e C-64/22, punto 114.1). BibliografiaCandini, Gli strumenti di tutela, in Finocchiaro (a cura di), Il nuovo Regolamento europeo sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, Bologna, 2017, 569 e ss.; Giordano, La tutela amministrativa e giurisdizionale dei dati personali, in Cuffaro-D'Orazio-Ricciuto (a cura di), I dati personali nel diritto europeo, Torino, 2019, 1001 e ss.; Pelino, in Bolognini-Pelino-Bistolfi, Il regolamento privacy europeo. Commentario alla nuova disciplina sulla protezione dei dati personali, Milano 2016, cap. 9.B). |