Codice di Procedura Civile art. 178 - Controllo del collegio sulle ordinanze 1 .

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

Controllo del collegio sulle ordinanze  1.

[I]. Le parti, senza bisogno di mezzi d'impugnazione, possono proporre al collegio, quando la causa è rimessa a questo a norma dell'articolo 189, tutte le questioni risolute dal giudice istruttore con ordinanza revocabile [279 3-4].

[II]. L'ordinanza del giudice istruttore, che non operi in funzione di giudice unico, quando dichiara l'estinzione del processo è impugnabile dalle parti con reclamo immediato al collegio 2.

[III]. Il reclamo deve essere proposto nel termine perentorio di dieci giorni, decorrente dalla pronuncia della ordinanza se avvenuta in udienza, o altrimenti decorrente dalla comunicazione dell'ordinanza medesima [136].

[IV]. Il reclamo è presentato con semplice dichiarazione nel verbale d'udienza, o con ricorso al giudice istruttore.

[V]. Se il reclamo è presentato in udienza, il giudice assegna nella stessa udienza, ove le parti lo richiedano, il termine per la comunicazione di una memoria, e quello successivo per la comunicazione di una replica. Se il reclamo è proposto con ricorso, questo è comunicato a mezzo della cancelleria alle altre parti, insieme con il decreto del giudice istruttore che assegna un termine per la comunicazione dell'eventuale memoria di risposta. Scaduti tali termini, il collegio provvede entro i quindici giorni successivi  3.

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 13 l. 14 luglio 1950, n. 581. L'art. 89 l. 26 novembre 1990, n. 353 ha abrogato tre commi che figuravano nel testo dell'articolo dopo il quinto. Il testo recitava: «[VI]. Scaduti i termini previsti dal comma precedente, il collegio, entro i quindici giorni successivi, provvede in camera di consiglio con ordinanza, alla quale si applicano le disposizioni dell'articolo 279 quarto comma, e dell'articolo 280. [VII]. Il provvedimento del collegio è limitato all'ammissibilità e alla rilevanza del mezzo di prova, e pertanto le parti non possono sottoporgli conclusioni di merito, né totali né parziali. Tuttavia il collegio, su richiesta di parte o d'ufficio, può limitarsi a rimettere con l'ordinanza le parti al giudice istruttore per gli adempimenti previsti dagli articoli 189 e 190. [VIII]. L'esecuzione dell'ordinanza è sospesa durante il termine per proporre reclamo e durante il giudizio su questo, salvo che il giudice istruttore, nei casi d'urgenza, l'abbia dichiarata esecutiva nonostante reclamo».

[2] Comma così sostituito dall'art. 15 l. 26 novembre 1990, n. 353. Il testo recitava: «Tuttavia, le ordinanze del giudice istruttore, che risolvono questioni relative all'ammissibilità e alla rilevanza di mezzi di prova proposti dalle parti o ammissibili d'ufficio, possono essere impugnate dalle parti con reclamo immediato al collegio».

[3] Comma così modificato dall'art. 15 l. 26 novembre 1990, n. 353 e successivamente  dall'art. 3, comma 2, lett. l) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che ha sostituito le parole:  «con il decreto del giudice istruttore» alle parole:  «con decreto, in calce,  del  giudice  istruttore,». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Commento

Per un'approfondita analisi delle questioni attinenti al deposito del reclamo, si rimanda alla lettura del commento all'art. 669-terdecies c.p.c.

In questa sede ci si limita a segnalare che il correttivo Cartabia (d. lgs. 164 del 2024) ha eliminato la previsione che il decreto di cui all'ultimo comma dell'articolo in commento fosse redatto in calce al reclamo. Si trattava in effetti di modalità d redazione dei provvedimenti superata a seguito dell'informatizzazione del processo ed è stata correttamente eliminata.

Il decreto deve dunque essere redatto, come già avviene nella stragrande maggioranza dei casi, su file informatico separato.

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