Richiesta di condanna a pena sostitutiva (art. 598-bis c.p.p.) in appello (Post Correttivo Cartabia, d.lgs. n. 31/2024)

Antonella Marandola

Inquadramento

Il d.lgs. n. 150/2022, c.d. Riforma Cartabia, ha rilanciato l'istituto delle pene sostitutive, mediante introduzione delle stesse nella disciplina delle pene, nel Codice penale. A fronte della mancanza di analogo potere di richiedere la sostituzione della pena detentiva breve irrogata in sede di appello, il d.lgs. n. 31 del 2024 ha modificato l'art. 598-bis c.p.p. che «coordina il c.d. meccanismo di sentencing di cui all'art. 545-bis c.p.p. con il giudizio di appello, mediante la scansione dei termini entro i quali

l'imputato può esprimere una valida manifestazione del consenso, preservando inoltre, quanto più possibile, il contradittorio scritto tra le parti nella forma di trattazione con rito camerale non partecipato».

L'art. 598-bis si è arricchita di un commi 1-bis, 4-bis e 4-ter, la situazione è la seguente.

Formula

ALLA CORTE DI APPELLO /ALLA CORTE D’ASSISE D’APPELLO  

RICHIESTA DI CONDANNA A PENA SOSTITUTIVA

(ART. 589-BIS c.p.p.)

Il sottoscritto, Avv....., difensore di fiducia di....,  imputato nel procedimento n..... R.G.N.R. e n..... R.G....., munito di procura speciale, allegata al presente atto ovvero già in atti rilasciato dall’imputato

o (il sottoscritto imputato nel procedimento n..... R.G.N.R. e n..... R.G....., manifesta il proprio consenso ovvero allega agli atti il proprio personale consenso/ o manifesta il proprio consenso rilasciato con procura speciale a…. )

CHIEDE

in nome e per conto del proprio assistito, la sostituzione della pena detentiva breve irrogata con dispositivo letto in udienza in data...., con la pena sostitutiva de....,  allegando, a sostegno della richiesta la seguente documentazione:

.... (indice della documentazione allegata) 1.

Si riserva, fin d'ora, di produrre a codesta Corte e all'U.E.P.E. competente ulteriore documentazione e di depositare memorie scritte in cancelleria, nel caso di sospensione del processo e di fissazione di apposita udienza.

 

Luogo e data....

Firma....

 

[1] È possibile allegare, al fine di consentire una decisione immediata da parte del Giudice, eventuali documenti utili tra quelli indicati all'art. 545-bis c.p.p.

Commento

Le pene sostitutive delle pene detentive brevi

Il d.lgs. n. 150/2022, c.d. Riforma Cartabia, ha introdotto nel testo del Codice penale l'art. 20-bis, che elenca le pene sostitutive, rinviando per la relativa disciplina al Capo III della l. n. 689/1981.

Si tratta delle pene sostitutive delle pene detentive brevi, tra cui rientrano:

1) la semilibertà sostitutiva, applicabile in caso di condanna alla reclusione o all'arresto non superiori a quattro anni;

2) la detenzione domiciliare sostitutiva, anch'essa applicabile in caso di condanna alla reclusione o all'arresto non superiori a quattro anni;

3) il lavoro di pubblica utilità sostitutivo, applicabile in caso di condanna alla reclusione o all'arresto non superiori a tre anni;

4) la pena pecuniaria sostitutiva, applicabile in caso di condanna alla reclusione o all'arresto non superiori a un anno.

La sostituzione delle pene detentive è disciplinata dalla su citata l. n. 689/1981, che all'art. 53, come modificato dalla Riforma Cartabia, prevede che il Giudice possa nel pronunciare sentenza di condanna o concordato ai sensi dell'art. 599-bis c.p.p.:

– quando ritiene di dover determinare la durata della pena detentiva entro il limite di quattro anni, può sostituire tale pena con quella della semilibertà o della detenzione domiciliare;

– quando ritiene di doverla determinare entro il limite di tre anni, può sostituirla anche con il lavoro di pubblica utilità;

– quando ritiene di doverla determinare entro il limite di un anno, può sostituirla altresì con la pena pecuniaria della specie corrispondente, determinata ai sensi dell'art. 56-quater.

Ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 53 cit., ai fini della determinazione dei limiti di pena detentiva entro i quali possono essere applicate pene sostitutive, si tiene conto della pena aumentata ai sensi dell'art. 81 c.p. e dunque della pena complessiva irrogata per i reati in concorso formale o avvinti dal vincolo della continuazione.

Il successivo art. 57 della l. n. 689/1981 disciplina invece la durata e gli effetti delle pene sostitutive, indicando altresì i relativi criteri di ragguaglio.

La disposizione citata, anch'essa modificata dalla Riforma Cartabia, prevede che la durata della semilibertà sostitutiva e della detenzione domiciliare sostitutiva è pari a quella della pena detentiva sostituita.

La durata del lavoro di pubblica utilità corrisponde invece a quella della pena detentiva sostituita ed è determinata sulla base dei criteri di cui all'art. 56-bis della medesima legge, in base al quale non può prevedersi, salvo diversa richiesta del condannato, una durata settimanale superiore alle quindici ore lavorative, fermo il limite di otto ore di attività lavorativa giornaliera. È inoltre previsto che un giorno di lavoro di pubblica utilità consiste nella prestazione di due ore di lavoro. Ne consegue che, a titolo esemplificativo, la condanna ad un mese di reclusione, convertita nella pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, corrisponde a trenta giorni di lavori di pubblica utilità, per un totale di sessanta ore di lavoro. Queste ultime non potranno essere ripartite in misura superiore alle otto ore giornaliere e, salvo diversa richiesta del condannato, superiore alle quindici ore settimanali.

L'art. 57 prevede inoltre che, per ogni effetto giuridico, la semilibertà sostitutiva, la detenzione domiciliare sostitutiva e il lavoro di pubblica utilità sostitutivo si considerano come pena detentiva della specie corrispondente a quella della pena sostituita, prevedendo in via generale che un giorno di pena detentiva equivale a un giorno di semilibertà sostitutiva, di detenzione domiciliare sostitutiva o di lavoro di pubblica utilità sostitutivo.

Con riferimento invece alla pena pecuniaria sostitutiva, la norma prevede che essa si consideri sempre come pena pecuniaria, anche se sostitutiva della pena detentiva.

In presenza dei presupposti sopra indicati, riguardo alla durata della pena da sostituire, l'art. 58 della l. n. 689/1981 riconosce al Giudice, nei limiti fissati dalla legge – ivi compresi i limiti soggettivi di cui all'art. 59 della medesima legge – e tenuto conto dei criteri indicati nell'art. 133 c.p., un potere discrezionale in ordine alla sostituzione della pena detentiva breve e alla specie di pena sostitutiva con cui sostituirla.

In particolare, la disposizione citata prevede che, se non ordina la sospensione condizionale della pena, il Giudice può applicare le pene sostitutive della pena detentiva quando risultano più idonee alla rieducazione del condannato e quando, anche attraverso opportune prescrizioni, assicurano la prevenzione del pericolo di commissione di altri reati.

Non vi è dunque un diritto assoluto da parte del condannato a vedere sostituita la pena detentiva breve, posto che si tratta di una decisione discrezionale del Giudice, da operare secondo i parametri sopra indicati.

È altresì previsto che la pena detentiva non può essere sostituita quando sussistono fondati motivi per ritenere che le prescrizioni non saranno adempiute dal condannato.

Qualora decida di procedere alla sostituzione, il Giudice è chiamato a scegliere, tra le predette pene sostitutive, quella ritenuta più idonea alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato con il minor sacrificio della libertà personale, indicando i motivi che giustificano l'applicazione della pena sostitutiva e la scelta del tipo.

Quando, in particolare, applichi le pene sostitutive della semilibertà o della detenzione domiciliare, il Giudice è tenuto a indicare in motivazione le specifiche ragioni per cui ritiene inidonei nel caso concreto il lavoro di pubblica utilità o la pena pecuniaria. Si tratta di un onere motivazionale analogo a quello richiesto in sede di scelta delle misure cautelari personali, tale per cui le pene sostitutive più gravose per il condannato richiedono una motivazione rafforzata in ordine alla scelta operata rispetto a quelle meno severe.

Viene altresì specificato che, nella scelta tra la semilibertà, la detenzione domiciliare o il lavoro di pubblica utilità, il Giudice debba tener conto delle condizioni legate all'età, alla salute fisica o psichica, e alla genitorialità, ferme le disposizioni speciali in ordine alla esecuzione delle pene sostitutive di cui all'art. 69, commi 3 e 4 (che rinviano agli artt. 146 e 147 c.p.).

 

La richiesta di applicazione di una pena sostitutiva

Il d.lgs. n. 31/2024 ha altresì introdotto un'apposita disciplina processuale per la manifestazione del consenso (art. 58 d. lgs. n. 31/2024) dell'imputato che deve essere personale o rilasciato con procura speciale in sede d'Appello e detta anche i termini e modi della manifestazione e ha introdotto all'art. 598-bis c.p.p. una serie di previsioni. Così,  il nuovo comma 1-bis che, in tema di decisione in camera di consiglio senza la partecipazione delle parti, stabilisce che, fermo quanto previsto dall'art. 597 c.p.p., l'imputato, fino a 15 gg. prima dell'udienza, può, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, nei motivi nuovi e nelle memorie di cui al comma 1 della norma, esprimere il consenso alla sostituzione della pena detentiva con taluna delle pene sostitutive di cui all'articolo 53 della legge 24 novembre 1981, n. 689. La corte, se ritiene che ne ricorrano i presupposti, sostituisce la pena detentiva. Quando, pur essendo acquisito il consenso, non è possibile decidere immediatamente, la corte fissa una apposita udienza non oltre sessanta giorni, dandone avviso alle parti e all'ufficio di esecuzione penale esterna competente e provvede ad acquisire gli atti, i documenti e le informazioni di cui all'art. 545-bis, comma 2 c.p.p.; in tal caso il processo è sospeso. Salvo che la Corte disponga altrimenti, l'udienza si svolge senza la partecipazione delle parti. Il nuovo 4-bis prevede che: nei casi di udienza partecipata il consenso alla sostituzione può essere espresso sino alla data dell'udienza. Si applicano, in tal caso, le disposizioni del medesimo comma 1-bis, secondo e terzo periodo della norma. Infine, il nuovo 4-ter indica che: quando, per effetto della decisione sull'impugnazione, è applicata una pena detentiva non superiore a quattro anni, la corte, se ritiene che ne ricorrano i presupposti, sostituisce la pena detentiva (in maniera automatica). Se è necessario acquisire il consenso dell'imputato, la corte deposita il dispositivo, assegna all'imputato il termine perentorio di quindici giorni per esprimere il consenso e fissa udienza, non oltre trenta giorni, senza la partecipazione delle parti. In tal caso, il processo è sospeso. Se il consenso è acquisito, all'udienza la Corte integra il dispositivo altrimenti lo conferma. In ogni caso, provvede al deposito ai sensi del comma 1, ultimo periodo. Quando, pur essendo acquisito il consenso, non è possibile decidere immediatamente, si applicano le disposizioni di cui al comma 1-bis, terzo e quarto periodo. I termini per il deposito della motivazione decorrono, ad ogni effetto di legge, dal deposito del dispositivo, confermato o integra-to. Nei casi di udienza partecipata   si osservano le disposizioni dell'art. 545-bis c.p.p. (riformato), in quanto applicabili.

Ai poteri istruttori ufficiosi si aggiunge la possibilità per le parti di depositare documentazione all'UEPE e di presentare atti in cancelleria che si consigliano vivamente onde fornire al giudice l'opportunità di decidere prontamente.

 

 

 

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