Difetti di conformità del prodotto e tutela del consumatore

21 Maggio 2024

La questione riguarda un contratto di compravendita tra Tizia, una consumatrice, e un venditore di elettronica. Dopo l'acquisto di uno smartwatch, l'oggetto presenta malfunzionamenti. Il venditore rifiuta la sostituzione, citando un cartello che esclude la sua responsabilità dopo 14 giorni. La questione verte sulla validità di tale esclusione alla luce del Codice del Consumo italiano.

Il caso

Tizia, in data 27 dicembre 2023, si recava presso un negozio di apparecchiature elettroniche e acquistava uno smartwatch di una nota marca americana per il corrispettivo totale di 350,00 euro IVA inclusa.

Tuttavia, il 12 gennaio 2024, lo smartwatch iniziava a dare alcuni problemi e, in particolare, non si connetteva al dispositivo cellulare di Tizia e si spegneva improvvisamente con la batteria ancora carica, accendendosi solo dopo qualche ora.

Tizia si recava presso il negozio ove aveva acquistato il dispositivo esibendo lo scontrino e chiedendo la sostituzione dello smartwatch difettoso. Il commesso rifiutava di eseguire la sostituzione indicando all'acquirente un cartello affisso al bancone, che affermava l'assenza di responsabilità del negozio in caso di malfunzionamento intervenuto dopo 14 giorni dall'acquisto; il commesso, pertanto, invitava Tizia a rivolgersi al produttore.

Tizia chiede un consulto legale per sapere come potersi tutelare al meglio.

La vicenda in esame trae origine da un contratto di compravendita - stipulato il 27 dicembre 2023 - tra Tizia, acquirente, e un venditore di apparecchiature elettroniche – avente ad oggetto uno smartwatch del valore pari a 350,00 euro.

Pochi giorni dopo, il 13 gennaio 2024, l'orologio iniziava a dare segnali di malfunzionamento, spegnendosi improvvisamente e risultando, di fatto, inutilizzabile; alla richiesta di una sostituzione del bene, il venditore faceva notare a Tizia che era presente un cartello sul bancone del negozio che escludeva la responsabilità dell'esercizio commerciale nel caso di difetti manifestatisi dopo 14 giorni dalla data di conclusione del contratto di vendita.

Giova, in primo luogo, analizzare le garanzie che l'ordinamento interno riconosce in capo a Tizia che, senza dubbio, dev'essere ritenuta dotata della qualifica di “consumatore” ai sensi dell'art. 3 D.Lgs. 206/2005 (c.d. Codice del Consumo), essendo una persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta.

Gli artt. 128 e s. D.Lgs. 206/2005 prevedono una garanzia legale a tutela dei consumatori, che offre una protezione per tutti i difetti di conformità esistenti al momento della consegna che si manifestano entro i 24 mesi (2 anni) successivi alla data di acquisto o, se non coincidente, di consegna del bene.

Dai difetti che permettono l'attivazione della garanzia legale di conformità sono esclusi quelli sopravvenuti e connessi alla cattiva manutenzione del bene, all'uso o all'avvenuta sostituzione di pezzi di ricambio non originali.

Per quanto attiene all'onere della prova, l'art. 135 D.Lgs. 206/2005 prevede una presunzione iuris tantum di sussistenza del difetto al momento della consegna del bene in caso di difformità del prodotto che si manifesta entro un anno dalla data dell'acquisto o della consegna a meno che, ovviamente, non si tratti di ipotesi difettose incompatibili con la natura del prodotto o del difetto.

Nel caso di specie, considerata la manifestazione dei difetti in un momento così prossimo all'acquisto e dando per scontato che non ci siano state sostituzioni dei pezzi, urti e cattiva manutenzione dello smartwatch, deve preliminarmente riconoscersi in capo a Tizia il diritto alla tutela prevista dal Codice del Consumo.

Ciò considerato, il consumatore deve rivolgersi al venditore, ovvero l'unico soggetto con il quale intrattiene un rapporto contrattuale; il venditore, ai sensi dell'art. 134 D.Lgs. 206/2005, ha diritto di regresso nei confronti del produttore o delle persone responsabili nella catena di transazioni commerciali  «quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità imputabile ad un'azione o ad un'omissione di una persona nell'ambito dei passaggi precedenti della medesima catena contrattuale distributiva».

In presenza dei citati difetti di conformità, il consumatore ha diritto innanzitutto ad ottenere quelli che vengono definiti “rimedi primari”, ossia la riparazione e la sostituzione del bene non conforme con un prodotto idoneo.

Se i rimedi primari non risultano possibili - ad esempio perché il bene non viene più prodotto e non ci sono più scorte disponibili, ovvero perché tutti i beni della stessa tipologia di quella acquistata dal consumatore risultano privi dei requisiti di conformità e in tutti i casi riportati all'art. 135-bis D.Lgs. 206/2005 - allora il consumatore può ottenere la riduzione proporzionale del prezzo del bene o la risoluzione del contratto. Infine, l'azione finalizzata a far valere il difetto di conformità dev'essere esperita entro 26 mesi dall'acquisto o dalla consegna del bene.

Chiarito ciò, è necessario soffermarsi sul cartello presente sul bancone dell'esercizio commerciale che esclude la responsabilità del venditore per tutti i difetti intervenuti una volta trascorsi 14 giorni dall'acquisto del bene.

Con il D.Lgs. 170/2021 è stato introdotto un quarto comma all'art. 133 D.Lgs. 206/2005 che prevede la possibilità di limitare la durata della garanzia di conformità e il termine di prescrizione per l'esperimento dell'azione; in ogni caso, tuttavia, il periodo di tempo di vigenza della responsabilità del venditore non può essere inferiore ai due anni.

In conclusione, Tizia può legittimamente rivolgersi al venditore per richiedere la riparazione o la sostituzione dello smartwatch difettoso; nonostante la presenza del cartello che esclude la responsabilità del venditore per difetti intervenuti dopo 14 giorni dall'acquisto, i diritti di Tizia in qualità di consumatrice, sanciti dal Codice del Consumo, devono ritenersi prevalenti. Pertanto, Tizia potrà attivare i rimedi previsti dalla legge richiedendo, in primo luogo, la riparazione o la sostituzione del prodotto difettoso, non dovendosi rivolgere al produttore del bene acquistato, al contrario di quanto suggerito dal venditore.

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