Riparto di giurisdizione: è competente il G.O. per le controversie sulle violazioni delle distanze legali nelle costruzioni tra proprietari di fondi confinanti
23 Maggio 2024
I ricorrenti, proprietari di due fondi agricoli, hanno convenuto in giudizio una società privata concessionaria dell'amministrazione comunale a causa della costruzione, in violazione delle distanze legali, di una pala eolica realizzata sul fondo confinante, al fine di ottenere, da un lato, la condanna della società convenuta alla demolizione e all'arretramento del manufatto e, dall'altro, la dichiarazione di inesistenza della servitù coattiva imposta dal Comune sul fondo dei ricorrenti. Il giudice ordinario di primo grado ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, cui è seguita la pronuncia della Corte d'Appello che, in riforma della pronuncia di primo grado, ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario in merito alla domanda di accertamento dell'inesistenza della servitù e ha accolto le domande di rimessione in pristino e di risarcimento dei danni. Tanto premesso, le Sezioni Unite, chiamate a pronunciarsi a seguito dell'impugnazione della pronuncia di secondo grado, hanno confermato la giurisdizione del giudice ordinario in ordine alla domanda di inesistenza della servitù, in quanto la controversia instaurata dai proprietari del fondo nei confronti di una società privata concessionaria dell'Amministrazione comunale per la costruzione di una pala eolica vede la società convenuta in giudizio non già come concessionaria di un servizio di pubblica utilità, quanto piuttosto in qualità di impresa costruttrice e proprietaria del manufatto e come tale responsabile del pregiudizio che il manufatto stesso arreca al terzo confinante. Invero, in tale fattispecie, ciò che viene messo in discussione non è un comportamento riconducibile anche indirettamente ad un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione o del concessionario del servizio di produzione della energia elettrica attinente all'esercizio di tale attività, ma una condotta lesiva posta in essere nello svolgimento di un'attività privata. A tal fine, il collegio ha affermato che le controversie tra proprietari, relative alla violazione delle distanze legali tra le costruzioni o rispetto ai confini, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto si tratta di cause tra privati, anche quando la violazione denunciata riguardi una costruzione realizzata in conformità ad una concessione edilizia rilasciata in deroga agli strumenti urbanistici, ben potendo il giudice ordinario accertare incidentalmente l'eventuale illegittimità della concessione, ai fini della disapplicazione della stessa. La Suprema Corte, tuttavia, ha anche chiarito che la qualificazione dell'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia come attività di pubblico interesse e di pubblica utilità e l'equiparazione delle relative opere a quelle dichiarate indifferibili ed urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche (previste dall'art. 1, comma 4, della l. n. 10/1991) precludono al giudice la possibilità di disporre la rimessione in pristino, con la conseguenza che la tutela spettante al proprietario che abbia subìto la lesione del proprio diritto, resta limitata al riconoscimento dell'indennità già prevista dall'art. 46 della l. n. 2359/1865 (oggi dall'art. 44 del d.P.R. n. 327/2001). |