Scelta della scuola in mancanza di accordo tra i genitori

24 Giugno 2024

L’istruzione dei figli può costituire oggetto di contrasto tra i genitori. Qualora sia in questione l’orientamento religioso dell’istituto scolastico il Giudice decide in base al concreto interesse del minore tenendo conto del contesto relazionale nel quale il minore risulta inserito.

Massima

Il conflitto tra genitori legalmente separati in ordine alla scelta della scuola per i figli deve essere risolto nel miglior interesse del minore ad un sano ed equilibrato sviluppo psicofisico che, secondo una valutazione affidata al Giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivata, avviene in concreto ossia tenendo conto delle esigenze di stabilità e continuità relazionale del minore, specie ove esso sia già inserito nel contesto scolastico oggetto del disaccordo tra i genitori. L’ispirazione laica o religiosa dell’istituto scolastico costituisce uno degli elementi affidati alla valutazione del Giudice nel contesto più generale della sfera sociale ed educativa del minore

Il caso

In data 19 gennaio 2023, la madre di un minore e legalmente separata dal marito, nel corso del giudizio di divorzio, presentava istanza ex art. 709-ter, c.p.c., al Tribunale di Milano, al fine di essere autorizzata, superando il dissenso dell'altro genitore, ad iscrivere il figlio minorenne, di anni dieci, alla scuola secondaria di primo grado presso l'istituto scolastico Gonzaga di Milano, una scuola paritaria di ispirazione cattolica.

Il Tribunale disponeva l'audizione del minore e, successivamente, con ordinanza del 29 marzo 2023, autorizzava l'istante all'iscrizione così come richiesta.

Il padre interponeva gravame alla Corte d'Appello mediante reclamo che veniva respinto motivando sulla base degli esiti dell'audizione del minore nel corso della quale «era emerso il suo desiderio di poter continuare a frequentare, come fatto nel ciclo della scuola elementare, l'istituto Gonzaga in Milano, dove aveva numerose amicizie e buoni rapporti con gli insegnanti». Il Giudice in seconde cure richiamava altresì l'istruttoria svolta in primo grado anche mediante relazione psicodiagnostica, richiesta da entrambi i genitori, dalla quale era emerso come il minore avesse «bisogno di stabilità e conservazione dei riferimenti acquisiti, anche alla luce del disturbo non specificato, di cui soffriva».

Avverso tale decreto il padre ricorreva in cassazione e la madre, così come il curatore speciale, resistevano con distinti atti di controricorso.

La questione

La preferenza di genitori in disaccordo sulla scelta della scuola per i figli minori ha un peso diverso a seconda che essa opzioni la scuola statale ovvero la scuola privata parificata, in questo caso magari anche con specifico orientamento religioso?

Le soluzioni giuridiche

Preliminarmente, avuto riguardo alla natura della questione decisa con l'ordinanza in commento, nella quale si ricorre frequentemente all'espressione “scuola pubblica” e “scuola privata”, rileva un'essenziale precisazione preliminare ossia che l'oggetto del giudizio resta entro il perimetro della scuola che in entrambi i casi è pubblica.

La Costituzione, all'articolo 33, stabilisce che «L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».

Nel contesto di questa generale libertà di insegnamento, tra le scuole non statali vi sono quelle definite “paritarie”, come nel caso di specie, ossia aventi i requisiti per il riconoscimento automatico del valore legale del titolo conseguito a completamento dei corsi svolti all'interno di essere. «Le scuole paritarie sono scuole la cui gestione è affidata a soggetti diversi da quelli statali, che si impegnano a contribuire alla realizzazione della finalità di istruzione ed educazione che la Costituzione assegna alla scuola e ottengono il riconoscimento della parità scolastica con le scuole statali. Le scuole paritarie si inseriscono nel sistema nazionale di istruzione e rilasciano titoli di studio aventi lo stesso valore legale dei titoli rilasciati dalle scuole statali. I gestori delle scuole primarie paritarie possono stipulare apposite convenzioni ai sensi del d.P.R. 9 gennaio 2008 n. 23. [ https://www.istruzione.it/archivio/web/istruzione/dg-ordinamenti/scuole-paritarie.html#:~:text=Miur%20Istruzione&text=Le%20scuole%20paritarie%20si%20inseriscono,23 ]».

Non solo.

«Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce assolvimento dell'obbligo di istruzione.

Il riconoscimento della parità garantisce: l'equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti; le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato; l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali [ https://miur.gov.it/sapere-la-differenza-tra-le-scuole-paritarie-e-le-scuole-private#:~:text=Le%20scuole%20paritarie%20svolgono%20un,e%20dei%20doveri%20degli%20studenti ]».

Infine, entrando nello specifico del caso deciso dal Supremo Collegio, i numeri della scuola di orientamento religioso cattolico in Italia, secondo il XXV Rapporto del Centro Studi per la Scuola Cattolica (Cssc), riferito all'anno 2023, sono 7.713, il 59% al nord, il 15% al centro, il 26% al sud. Gli alunni complessivi sono 530.690.

Stando alla regolamentazione, costituzionale e ordinaria, nonché ai numeri del fenomeno complessivamente normato, la scelta sulla quale i genitori possono entrare in conflitto investe non solo la matrice culturale alla quale ciascuno di essi intenderebbe dare continuità nei figli attraverso la frequentazione della scuola ma anche la comunità, intesa come insieme di relazioni che il minore a scuola stabilisce e che costituiscono elemento essenziale della formazione della sua personalità nonché del suo equilibrato sviluppo psicofisico.

Nell'intreccio di questi fattori, nonché nel dinamismo loro proprio, avuto riguardo al fatto che la decisione in esame viene adottata con riferimento ad un minore già inserito nella scuola sulla quale i genitori si sono trovati in disaccordo, la Cassazione ha confermato l'orientamento dei giudici di merito sotto alcuni specifici profili che rileva separare ed evidenziare.

Anzitutto quello processuale. L'accertamento di merito circa la decisione più congrua rispetto all'interesse del minore è insindacabile in sede di legittimità. La materia richiede un esame della fattispecie nella sua fattuale concretezza, potenzialmente esterna al perimetro dei profili di legittimità, e che entra in gioco solo laddove proprio questa concretezza non risulti rilevabile nel provvedimento, causa l'eventuale mancanza o insufficienza della motivazione. Secondo il costante e uniforme orientamento della stessa Corte di cassazione il Giudice è chiamato, in ordinanza o in sentenza, a rendere argomentazioni obbiettivamente idonee a permettere la conoscenza del ragionamento seguito dal giudice per la formazione del proprio convincimento, non potendosi lasciare all'interprete il compito di integrarla con le più varie, ipotetiche congetture (Cass. civ., sez. II, ord., 16 maggio 2024, n. 13600 ove si richiamano il principio e i precedenti di cui a Cass. civ., sez. un., 30 gennaio 2023 n. 2767);

Vi sono poi i punti di riferimento nella geografia variabile delle esigenze del minore nel caso specifico sono proprio le esigenze di quest'ultimo, dovendosi verificare se vi siano, in primis, esigenze per così dire conservative, legate al contesto nel quale il minore è inserito. Strumento essenziale per detto accertamento è l'audizione del minore che, nel caso in esame, aveva fatto emergere «il suo desiderio di poter continuare a frequentare, come fatto nel ciclo della scuola elementare, l'istituto Gonzaga in Milano, dove aveva numerose amicizie e buoni rapporti con gli insegnanti». All'occorrenza possono essere disposti anche ulteriori accertamenti, specie se sono gli stessi genitori a richiederli, visto che il disaccordo sull'indirizzo educativo in ambito scolastico, non solo è compatibile con la piena capacità di esercizio delle competenze genitoriali, ma ne costituisce diretta espressione: laddove l'opzione di un genitore pure si differenzi nettamente da quella dell'altro, ciò, salvo fatto o prova contraria, è sempre in funzione di un bene che si intende garantire al figlio. Nel caso di specie vi era stato anche un accertamento psicodiagnistico, appunto richiesto da entrambi i genitori, dal quale era emerso che il «minore aveva bisogno di stabilità e conservazione dei riferimenti acquisiti, anche alla luce del disturbo non specificato, di cui soffriva».

Alla luce di tutti gli elementi raccolti l'ordinanza in commento valorizza «la rispondenza al concreto interesse del minore, in considerazione dell'età e delle sue specifiche esigenze evolutive e formative, nonché della collocazione logistica dell'istituto scolastico rispetto all'abitazione del bambino, onde consentirgli di avviare e/o incrementare rapporti sociali e amicali di frequentazione extrascolastica, creando una sua sfera sociale, e di garantirgli congrui tempi di percorrenza e di mezzi per l'accesso a scuola e il rientro alla propria abitazione».

Così argomentando l'Ordinanza cita anche il precedente di Cass. civ., sez. I, ord., 19 settembre 2023, n. 26820 la quale aveva cassato la precedente pronuncia di merito che, nella scelta tra la scuola pubblica e privata, aveva qualificato come criterio dirimente, per avvalorare la scelta finale, l'assolvimento dell'esborso economico da parte di uno dei due genitori.

Sul presupposto di tutti questi accertamenti, il Supremo Collegio è venuto in tal modo a definire la questione che opponeva i genitori, divisi dalla volontà di garantire al minore, da un lato, il credo religioso e, dall'altro, la libertà di scelta rispetto ad esso.

La Cassazione qualifica quest'ultima come «recessiva rispetto al superiore interesse» del minore di «di soddisfare i propri desideri di continuare la frequentazione della scuola privata e di garantirne la crescita equilibrata e stabile, fondata sui riferimenti sociali acquisiti».

Osservazioni

L'Ordinanza merita di essere segnalata perché, nel panorama normativo e giurisprudenziale sul tema del rapporto tra scuola statale e paritaria, intanto è una delle prime, se non la prima in assoluto, nella quale l'intero iter processuale si è svolto nella vigenza della riforma Cartabia. Le norme processuali che introducono il rito unico per i procedimenti relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie sono infatti vingore dal 18 ottobre 2022 (e i lprocedimento di merito nel caso in questione viene introdotto il 19 gennaio 2023) per effetto dell'art. 3, comma 33, d . lgs. 10 ottobre 2022 n. 149, ai sensi di quanto disposto dall'art. 52, comma 1, del medesimo  d.lgs. 149/2022. Tra queste l'art. 473-bis .4 c.p.c. prevede l'ascolto del minore come precuipuo adempimento, a pena di nullità del processo di famiglia ( ex multis , Cass. civ., s ez. I, ord. , 1 8 settembre 2023, n. 26698; Cass. civ., s ez. I, ord. , 07 marzo 2023, n. 6802; Cass. civ., s ez. I, ord. , 03 marzo 2023, n. 6503 ) ; adesso l'opinione del minore entra nel processo in modo determinante e al netto della visione che l'adulto, pur in assoluta buona fede, proietta su di esso.

Secondo nozione di comune esperienza la qualità delle relazioni dal bambino instaurate con i genitori, gli insegnanti e i compagni di scuola inciderà in modo determinante sul suo percorso di sviluppo ed apprendimento, in modo particolare riflettendosi sull'insieme delle sue abilità sociali ossia sul sostrato di competenze che costituisce l'antecedente logico necessario rispetto alle scelte di ogni individuo.

Declinando questo nel concreto del tema sul quale è intervenuta la decisione, la migliore garanzia della libertà delle scelte che l'individuo adotta nel corso della sua vita è data proprio dal grado di serenità e di equilibrio mediante è il quale egli è in grado di prendere le proprie decisioni o selezionare i propri interessi.

Il bene primario del minore, ricorda l'ordinanza in commento, è dato dalla qualità delle relazioni che egli stabilisce anche quando in contrasto con scelte nelle quali i genitori, pur essendone convinti a punto tale da ritenere un bene il fatto che esse proseguano nei figli, risultano essere il frutto di un processo che nel minore deve ancora compiersi, ragione per la quale la scelta tra la scuola statale e quella paritaria deve avvenire nel miglior interesse del minore considerando entrambe le possibili opzioni senza dare aprioristica prevalenza all'una o all'altra di esse.

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