Nomina amministratore di sostegno: valutazione accurata e proporzionata alle condizioni del soggetto

La Redazione
19 Giugno 2024

La condotta non collaborativa del soggetto che beneficia di amministratore di sostegno non è un indicatore sufficiente di menomazione, in quanto la procedura di nomina dell'amministratore di sostegno richiede una reale condizione di difficoltà o incapacità della persona.

Il caso riguarda la nomina di un amministratore di sostegno, in favore di una donna affetta da gravi problemi psicofisici. Inizialmente, Il Tribunale di Termini Imerese ha accolto la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno esterno alla famiglia con poteri specifici. Tuttavia, la Corte d'appello di Palermo ha respinto il reclamo della donna, confermando i disturbi psichiatrici rilevati dai Servizi sociali.

La donna ha deciso di ricorrere in cassazione presentando quattro motivi, in particolare, si è contestata la mancanza di motivazione nel decreto di nomina dell'amministratore di sostegno e la decisione della Corte d'appello di non ridurre i poteri dell'amministratore, nonostante le criticità evidenziate. La ricorrente ha sottolineato che il provvedimento si basava su testimonianze verbali discutibili e valutazioni mediche non adeguate. Si è evidenziato che la condotta non collaborativa della donna non dovrebbe essere considerata unico indicatore di menomazione della salute, senza una valutazione clinica accurata. In conclusione, il provvedimento impugnato deve essere annullato e la causa rinviata alla Corte d'appello per una valutazione più approfondita e rispettosa delle finalità di tutela del soggetto amministrato.

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