Revisione assegno divorzile, necessari ulteriori accertamenti

La Redazione
04 Luglio 2024

Secondo la Cassazione, nonostante l'aumento del patrimonio dell’ex moglie dovuto ad eredità paterna e altre fonti non chiare, non è ammessa una automatica riduzione o eliminazione dell'assegno, necessaria una adeguata valutazione delle questioni e dei fatti.

Il tribunale di Vicenza nel decidere sul divorzio e questioni connesse quali l'assegno divorzile, il mantenimento dei figli e l'assegnazione della casa coniugale, emette sentenza con la quale revoca l'assegnazione della casa coniugale, imponendo al marito un assegno mensile per ciascun figlio maggiorenne non economicamente autonomo e un assegno mensile per l’ex moglie.

Successivamente, la Corte di Appello di Venezia decideva per l’aumento dell’ l'assegno divorzile a €2.500 mensili soggetto a rivalutazione annuale Istat, sostenendo non fosse stata provata adeguatamente la situazione economica della ex.

Ricorreva per cassazione il marito.

Il ricorrente ha contestato la qualificazione dei movimenti finanziari come "meri indizi" e la mancata valutazione corretta dei redditi dei coniugi.

La Corte di cassazione, nel suo esame dei motivi del ricorso, ha valutato la revisione dell'assegno divorzile alla luce di nuove evidenze probatorie. Nonostante il patrimonio della moglie sia aumentato da eredità e altri versamenti non chiari, l'assegno non può essere eliminato o ridotto data la mancanza di attività lavorativa della moglie e riguardo alla revoca del diritto di abitazione nella casa ex-coniugale, ciò non determina un automatico aumento dell'assegno divorzile.

Infine, poiché la Corte non può sostituirsi al giudice del merito nella valutazione delle prove, la Cassazione annulla la sentenza e rinvia il caso alla Corte di Appello di Venezia per una nuova valutazione delle questioni trattate.

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