Riparto di giurisdizione in materia di espropriazione: competenza del G.A. nei casi di occupazione appropriativa assistita da dichiarazione di pubblica utilità
19 Settembre 2024
Sussiste la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia urbanistico-edilizia per la domanda di restituzione in pristino del fondo, ove emerga che l'appropriazione e la trasformazione sia stata preordinata all'esecuzione di un interventorealizzativo di un'opera pubblica avvenuto in forza di una dichiarazione di pubblica utilità, legittima o illegittima che sia. La vertenza origina dalla costruzione da parte di un Comune di un tratto fognario su di un fondo privato in assenza di una precedente dichiarazione di pubblica utilità contenuta in un provvedimento amministrativo, avendo ricompreso il tratto di fognatura in un piano particolareggiato di iniziativa pubblica sulla base di motivi di interesse generale per la costruzione dell'opera. Il giudice ordinario accoglieva il ricorso promosso dal privato proprietario del fondo contro l'amministrazione comunale per la rimozione della conduttura fognaria e il ripristino dello stato dei luoghi. La Corte di appello respingeva l'impugnazione del comune ritenendo, in particolare, infondata la censura di difetto di giurisdizione del giudice ordinario in favore di quello amministrativo, in forza dell'art. 34 del D.lgs. n. 80/1998 come riformulato dalla L. n. 205/2000. Tanto premesso, la Suprema Corte ha ritenuto che la sentenza d'appello abbia mancato di applicare il criterio temporale dirimente, elaborato dalla stessa Corte, di ripartizione delle controversie aventi ad oggetto fenomeni di espropriazione indiretta. Invero, rileva la giurisdizione del giudice ordinario sia per le controversie iniziate prima del 10 luglio 1998, sulla base del riparto diritto soggettivo/interesse legittimo, sia per quelle iniziate nel periodo dal 10/7/1998 al 10/8/2000, data di entrata in vigore della L. n. 205/2000, per effetto della sentenza n. 2281 del 2004 della Corte costituzionale, che ha dichiarato incostituzionali, per eccesso di delega, le nuove ipotesi di giurisdizione esclusiva. Sussiste, invece, la giurisdizione del giudice amministrativo per le controversie risarcitorie per l'occupazione appropriativa instaurate a partire dal 10/8/2000, perché ricomprese nella giurisdizione esclusiva. Pertanto, le controversie promosse in epoca successiva al 10 agosto 2000, relative alle occupazioni illegittime preordinate all'espropriazione e realizzate in presenza di un concreto esercizio del potere (riconoscibile per tale in base al procedimento svolto e alle forme adottate, anche se l'ingerenza nella proprietà privata sia poi avvenuta senza alcun titolo o nonostante il venir meno di detto titolo), sono attribuite alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia urbanistico-edilizia ai sensi dell'art. 7 della legge n. 205 del 2000, giacché l'apprensione, l'utilizzazione e l'irreversibile trasformazione di un bene in proprietà privata da parte della pubblica amministrazione sono pur sempre riconducibili a un concreto esercizio del potere autoritativo che si manifesta con l'adozione della dichiarazione di pubblica utilità, senza che assuma rilevanza il fatto che quest'ultima perda successivamente efficacia o venga annullata. La Corte ha, infine, sottolineato che rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia urbanistico-edilizia la domanda di restituzione in pristino del fondo ove emerga che l'appropriazione e la trasformazione sia stata preordinata all'esecuzione di un intervento realizzativo di un'opera pubblica avvenuto in forza di una dichiarazione di pubblica utilità, legittima o illegittima che sia, in quanto in tutti i casi l'apprensione e l'utilizzazione del bene e la realizzazione dell'opera da parte della pubblica amministrazione sono comunque riconducibili a un concreto esercizio del potere autoritativo che si manifesta con l'adozione della dichiarazione di pubblica utilità. |