Via libera della Camera al ddl Sicurezza

La Redazione
20 Settembre 2024

Con 162 voti favorevoli, 91 contrari e tre astenuti, la Camera ha approvato il ddl sicurezza. Ora, il provvedimento passa al vaglio del Senato.

Stretta su manifestazioni e proteste, sanzioni più severe per diverse tipologie di reati, regole più dure per carceri e migranti, più tutele per le forze dell'ordine tra le principali novità introdotte dal decreto. Vediamole insieme.

    

Cambiamenti nei reati legati alle manifestazioni

Una delle prime restrizioni riguarda le manifestazioni: chiunque danneggi qualcosa in un luogo pubblico (o aperto al pubblico), con violenza o minacce, incorrerà in una pena più severa. La condanna potrà variare da 18 mesi a cinque anni di reclusione, con una multa fino a 15.000 euro. Inoltre, nei casi di violenza e minacce dirette a impedire la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche (come il Ponte sullo Stretto di Messina o la Tav), è prevista un'aggravante.

In aggiunta, il blocco stradale viene trasformato da illecito amministrativo a illecito penale. Per chi blocca strade o ferrovie con il proprio corpo, anche in modo pacifico, scatta fino a un mese di reclusione e una multa di 300 euro; se lo stesso illecito viene commesso durante una manifestazione o da un gruppo di persone riunite, la pena può aumentare da sei mesi a due anni di carcere.

     

Detenute madri e rivolte in carcere

Un'altra serie di disposizioni riguarda il sistema carcerario. L'articolo 15 consentirà la detenzione in istituti penitenziari (o in strutture con regimi meno restrittivi) delle donne in stato di gravidanza o delle madri con figli di età inferiore a un anno. Attualmente, il Codice penale stabilisce che il giudice sia obbligato a posticipare l'esecuzione della pena in simili casi. Tuttavia, con il ddl, il rinvio diventerebbe discrezionale; nello specifico, non sarebbe possibile il differimento della pena se sussiste un rischio "di eccezionale rilevanza" che la donna possa commettere ulteriori reati.

Sempre in tema di sistema carcerario, il ddl introduce un'aggravante al reato già esistente di istigazione alla disobbedienza delle leggi: se il reato viene commesso in carcere o coinvolge persone detenute, la pena potrà essere aumentata fino a un terzo (attualmente va da sei mesi a cinque anni).

Inoltre, viene istituito il reato di rivolta in carcere, che include non solo le azioni violente ma anche la "resistenza passiva" agli ordini, punita da uno a cinque anni.

Analoghe regole saranno applicate anche nei Centri di permanenza temporanea per migranti. Ai migranti sarà inoltre vietato l'acquisto di una Sim telefonica, se non hanno un permesso di soggiorno.

    

Reato di occupazione di immobili

L'articolo 10 del ddl introduce il reato di "occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui", che si estende anche alle pertinenze come garage, box auto, terrazzi e simili. La pena va da due a sette anni di reclusione.

Inoltre, sarà possibile procedere d'ufficio nel caso in cui l'immobile occupato sia pubblico o destinato al pubblico, o se il proprietario è una persona "incapace, per età o per infermità". È prevista anche una procedura di urgenza per liberare l’immobile dall'occupazione abusiva.

    

Cannabis light, pubblici ufficiali e sorveglianza urbana

Tra le ulteriori novità introdotte dal provvedimento, si segnalano:

  • classificazione della cannabis light come sostanza stupefacente, con restrizioni sull'importazione, la lavorazione e la vendita;
  • aumento delle pene per violenza, minacce e resistenza a pubblici ufficiali;
  • introduzione del reato di lesioni personali ad agenti di polizia;
  • espansione dell'applicabilità del Daspo urbano, proibendo l'accesso a determinate aree urbane;
  • introduzione del nuovo reato di detenzione di materiale con finalità terroristiche.

    

*Fonte: DirittoeGiustizia

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