Udienza anticipata ex art. 648 c.p.c. antecedente all’udienza di prima comparizione e trattazione

Giulio Cicalese
23 Settembre 2024

Il Tribunale di Bologna, al fine di evitare l'eccessivo pregiudizio in capo alla parte creditrice derivante dalla necessità di attendere l'udienza ex art. 183 c.p.c. per la valutazione della concessione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, ha ritenuto possibile la fissazione – previa apposita istanza di parte – di un'udienza anticipata ex art. 648 c.p.c., in uno ai provvedimenti relativi all'esperimento del tentativo di mediazione obbligatoria e alla chiamata in causa del terzo, al fine di tutelare in tali diverse ipotesi il principio del contraddittorio di cui all'art. 101 c.p.c.

Massima

Seppure non espressamente prevista dalla nuova disciplina del processo ordinario di cognizione, non è vietata ad opera del giudice cui spetta la direzione del procedimento la fissazione di udienza anticipata rispetto a quella prevista dall'art. 183 c.p.c. allo scopo di concedere, in presenza dei relativi presupposti, la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto. 

All'esito di detta udienza, inoltre, il giudice dell'opposizione, una volta stimolato il relativo contraddittorio tra le parti in causa, può eventualmente disporre assegnando un termine per l'esperimento del tentativo di mediazione obbligatoria e/o autorizzando la chiamata in causa del terzo richiesta da parte debitrice. 

La fattispecie

In un giudizio di opposizione avverso un decreto ingiuntivo ottenuto per il mancato pagamento di somme dovute per la somministrazione di energia elettrica, la convenuta opposta, ritenendo sulla scorta dei motivi addotti da parte opponente che sussistessero i presupposti per la concessione della provvisoria esecuzione ex art. 648 c.p.c., chiedeva la fissazione di un'udienza intermedia, tra il deposito dell'opposizione ed il deposito delle memorie integrative, per la decisione sull'istanza formulata a norma dell'art. 648 c.p.c.

Il giudice, con decreto ex art. 171-bis c.p.c., differiva la data della prima udienza di trattazione, contestualmente fissando la richiesta udienza al fine di discutere la proposta istanza di concessione della provvisoria esecuzione; tale sede processuale, inoltre, veniva individuata anche per lo svolgimento del contraddittorio in ordine alle questioni relative all'eventuale obbligatorietà della mediazione e all'autorizzazione della chiamata in causa del terzo richiesta da parte opponente.

 Le questioni affrontate

Il provvedimento in esame costituisce un importante precedente, nel senso che esso è rilevantemente orientato a fornire una soluzione, di natura strettamente pratica, per alcuni dei problemi inevitabilmente derivanti dall'impalcatura della fase introduttiva del processo ordinario di primo grado così come strutturata dalla cd. riforma Cartabia di cui al d.lgs. n. 149/2022.

Più precisamente, detta fase introduttiva ad oggi prevede, com'è noto, lo svolgimento dell'udienza di prima comparizione e trattazione ex art. 183 c.p.c. solamente dopo lo scambio degli scritti difensivi di cui all'art. 171-ter c.p.c.; allo stesso tempo, l'art. 648 c.p.c. statuisce che il giudice con un provvedimento da adottarsi «in prima udienza» può concedere la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto: è pertanto facile intuire come il procedimento oppositivo, così com'è attualmente concepito, si articoli in stridente contrasto con le esigenze di celere soddisfazione del credito manifestamente salvaguardate dal legislatore, il quale con il d.l. n. 69/2013 aveva introdotto il riferimento alla prima udienza proprio al precipuo scopo di adottare «disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia».Apertis verbis, lo spostamento in avanti della prima udienza di comparizione delle parti non consentirebbe, se non opportunamente bilanciato, l'immediata decisione in ordine alla concessione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto sulla scorta di motivi fondati «su prova scritta o di pronta soluzione», ovvero opposto solo parzialmente o, infine, oggetto dell'offerta di una cauzione da parte del creditore.

E del resto, il medesimo problema, questa volta però legato al rispetto del principio del contraddittorio di cui all'art. 101 c.p.c. e non ad esigenze materiali di tutela delle ragioni creditizie, si pone in relazione alle questioni pregiudiziali che devono essere affrontate dal giudice adito a norma dell'art. 171-bis c.p.c. prima della fissazione dell'udienza di discussione; su questo argomento, il decreto in commento è di particolare interesse proprio perché si occupa di due diverse questioni pregiudiziali, le quali nell'impianto della norma anzidetta subiscono un trattamento (per così dire) contrario e speculare: da un lato, quella relativa alla chiamata in causa del terzo, la quale (anche nei procedimenti di opposizione a decreto ingiuntivo: cfr. Cass. civ., sez. III, 12 marzo 2024, n. 6503) deve essere autorizzata dal giudice sulla scorta del solo esame degli atti introduttivi di parte e risolta già nel decreto fissazione dell'udienza di trattazione e, dall'altro, la questione dell'assolvimento della condizione di procedibilità della mediazione, la quale deve viceversa esser solamente sottoposta alle parti che intorno ad essa articoleranno le proprie deduzioni nelle memorie ex art. 171-ter c.p.c., mentre la pronuncia sulla stessa – in base anche al dettato degli artt. 5, comma 2 e 5-bis del d.lgs. n. 28/2010 – è di norma rinviata alla successiva udienza di comparizione.

Tutte le problematiche finora emerse, quindi, sono accomunate dalla necessità di stimolare un contraddittorio anticipato rispetto all'udienza di prima comparizione e trattazione la quale, difatti, per le ragioni sopra esposte rischia di sacrificare indebitamente sia le ragioni di spedita (ancorché provvisoria) soddisfazione delle ragioni del creditore nel procedimento monitorio, e sia la corretta ed equa cognizione di questioni pregiudiziali di rilevantissimo impatto sulla possibilità di prosecuzione del giudizio.

 La soluzione proposta

La soluzione in proposito elaborata dal Tribunale di Bologna fa leva sui poteri di direzione del giudice istruttore di cui all'art. 175 c.p.c., i quali consentirebbero di operare l'unica interpretazione degli art. 648 c.p.c. e art. 171-bis c.p.c. in grado di evitare l'eccessivo sacrificio sia delle esigenze di speditezza che informano la concessione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto e sia del fondamentale principio del contraddittorio tutelato dagli artt. 101 c.p.c. e 111 Cost.

In conseguenza di ciò, il giudice istruttore, in tutte le ipotesi in cui dovesse ritenersi necessario procedere all'esame di una questione la cui decisione non potrebbe esser differita all'udienza di prima comparizione, dovrebbe fissare un'udienza anticipata nel corso della quale le parti potrebbero simultaneamente contraddire intorno a quanto sottopostogli dallo stesso giudice. Un'interpretazione di tal fatta – che, in concreto, introduce una «prima udienza» diversa da quella immaginata dal legislatore nella propria opera riformatrice – non troverebbe difatti alcun ostacolo nell'attuale dato codicistico, giacché i riferimenti contenuti negli artt. 648 c.p.c. e 5-bis, d.lgs. n. 28/2010 non implicano la necessaria sovrapposizione tra la prima udienza (intesa in senso puramente cronologico) e l'udienza di prima comparizione e trattazione di cui all'art. 183 c.p.c.

Del resto, alla medesima conclusione era già giunto il Tribunale felsineo – in ordine alla diversa ipotesi in cui doveva preliminarmente valutarsi la tempestività dell'opposizione a decreto ingiuntivo – in un provvedimento già oggetto di commento del presente Osservatorio (a Trib. Bologna, sez. II, 28 dicembre 2023, n. 2865 - g.u. A. Costanzo): anche in tale fattispecie, infatti, era apparso necessario fissare un'udienza anticipata nel corso della quale affrontare una questione pregiudiziale che – per ragioni attinenti sia al rispetto del principio del contraddittorio che di economia processuale – doveva esser necessariamente risolta prima che le parti procedessero allo scambio delle memorie ex 171-ter c.p.c.; in un'altra occasione, invece, lo stesso Tribunale di Bologna (Trib. Bologna, sez. II, decr. 3 novembre 2023 - g.u. A. Costanzo) aveva disposto un'udienza anticipata al fine di conciliare giudizialmente le parti, le quali erano sostanzialmente d'accordo sul quantum dovuto, risparmiando quindi alle stesse il necessario scambio delle memorie integrative precedentemente all'udienza di discussione.

Più in generale, l'impianto dell'art. 171-bis c.p.c. – il quale impone in prima battuta al giudice la cognizione delle questioni pregiudiziali, più frequentemente sottraendole a qualsivoglia contraddittorio (come nell'ipotesi della chiamata del terzo in causa), potendo le parti solo successivamente discutere intorno a dette questioni – è geneticamente causa della compressione di alcune tutele aliunde ricavabili nell'ordinamento processuale domestico: non è un caso, infatti, che il giudice delle leggi abbai recentissimamente dovuto (Corte Cost., 3 giugno 2024, n. 96) pronunciarsi a favore della legittimità costituzionale della norma in parola in relazione agli artt. 76, 77, 3 e 24 Cost., sottolineando tuttavia come un'interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 171-bis c.p.c. impone al giudice, laddove sorgessero questioni pregiudiziali da non poter decidere inaudita altera parte alla luce del principio stabilito dall'art. 101 c.p.c., di fissare un'udienza anticipata con la quale ripristinare il necessario contraddittorio prima di adottare qualsivoglia decisione in proposito.

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