Codice di Procedura Civile art. 127 ter - Deposito di note scritte in sostituzione dell'udienza 1Deposito di note scritte in sostituzione dell'udienza1 [I]. L'udienza, anche se precedentemente fissata, può essere sostituita dal deposito di note scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni, se non richiede la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice. Negli stessi casi, l'udienza è sostituita dal deposito di note scritte se ne fanno richiesta tutte le parti costituite. L'udienza non può essere sostituita quando la presenza personale delle parti è prescritta dalla legge o disposta dal giudice2. [II]. Con il provvedimento con cui sostituisce l'udienza il giudice assegna un termine perentorio non inferiore a quindici giorni per il deposito delle note. Ciascuna parte costituita può opporsi entro cinque giorni dalla comunicazione; il giudice provvede nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile e, in caso di istanza proposta congiuntamente da tutte le parti, dispone in conformità. Nel caso previsto dall'articolo 128, se una delle parti si oppone il giudice revoca il provvedimento e fissa l'udienza pubblica. Se ricorrono particolari ragioni di urgenza, delle quali il giudice dà atto nel provvedimento, i termini di cui al primo e secondo periodo possono essere abbreviati 3. [III]. Il giudice provvede entro trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle note. [IV]. Se nessuna delle parti deposita le note nel termine assegnato il giudice assegna un nuovo termine perentorio per il deposito delle note scritte o fissa udienza. Se nessuna delle parti deposita le note nel nuovo termine o compare all'udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. [V]. Il giorno di scadenza del termine assegnato per il deposito delle note di cui al presente articolo è considerato data di udienza a tutti gli effetti. Il provvedimento depositato entro il giorno successivo alla scadenza del termine si considera letto in udienza4. [1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 10, lett. b), del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "2. Salvo quanto previsto dal secondo periodo, le disposizioni degli articoli 127, terzo comma, 127-bis, 127-ter e 193, secondo comma, del codice di procedura civile, quelle previste dal capo I del titolo V-ter delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, nonché quelle previste dall’articolo 196-duodecies delle medesime disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotti dal presente decreto, si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2023 anche ai procedimenti civili pendenti davanti al tribunale, alla corte di appello e alla Corte di cassazione. Le disposizioni degli articoli 196-quater e 196-sexies delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotti dal presente decreto, si applicano ai dipendenti di cui si avvalgono le pubbliche amministrazioni per stare in giudizio personalmente dal 28 febbraio 2023. 3. Davanti al giudice di pace, al tribunale per i minorenni, al commissario per la liquidazione degli usi civici e al tribunale superiore delle acque pubbliche, le disposizioni degli articoli 127, terzo comma, 127-bis, 127-ter e 193, secondo comma, del codice di procedura civile e quelle dell’articolo 196-duodecies delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, introdotti dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 anche per i procedimenti civili pendenti a tale data. Davanti ai medesimi uffici, le disposizioni previste dal capo I del titolo V-ter delle citate disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotto dal presente decreto, si applicano a decorrere dal 30 giugno 2023 anche ai procedimenti pendenti a tale data. Con uno o più decreti non aventi natura regolamentare il Ministro della giustizia, accertata la funzionalità dei relativi servizi di comunicazione, può individuare gli uffici nei quali viene anticipato, anche limitatamente a specifiche categorie di procedimenti, il termine di cui al secondo periodo." [2] Periodo inserito dall'art. 3, comma 1, lett. i), n. 1, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [3] L'attuale terzo periodo è stato inserito dall'art. 3, comma 1, lett. i), n. 2, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [4] Periodo inserito dall'art. 3, comma 1, lett. i), n. 3, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. CommentoL'articolo 127-ter denominato “deposito di note scritte in sostituzione dell'udienza” prevede che l'udienza, anche se precedentemente fissata, possa essere sempre sostituita — su ordine del Giudice — dal deposito di note scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni, ciò sempre che non sia richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice. Nei medesimi casi, poi, l'udienza potrà essere sostituita dal deposito di note scritte laddove ne facciano richiesta tutte le parti costituite. Con il decreto legislativo n. 164 del 2024 (cd correttivo Cartabia) si è altresì precisato che l'udienza non può essere sostituita quando la presenza delle parti è prescritta dalla legge o è disposta dal giudice. Tale istituto seppur ormai noto e ampiamente utilizzato durante l'emergenza Covid-19 presenta alcune importanti novità, tra cui la più importante è la modifica della natura del termine per il deposito di note scritte che diventa termine perentorio e non più ordinatorio. Ne consegue che il giorno fissato per la scadenza del termine di deposito diventa giorno di udienza ad ogni effetto, con la conseguenza che il mancato deposito di note scritte entro il termine assegnato equivale alla mancata presentazione in udienza. Nel caso in cui nessuna delle parti depositasse le note nel termine assegnato, il giudice provvederà a fissare un nuovo termine perentorio e qualora — anche in questo secondo caso — nessuna delle parti provvedesse al deposito delle note, ordinerà la cancellazione della causa dal ruolo e l'estinzione del processo. Successivamente al deposito delle note il giudice ha l'onere di provvedere entro trenta giorni dal termine di scadenza per il deposito delle note, anche se tale termine sembrerebbe avere carattere ordinatorio e non perentorio. Esattamente come per le udienze in videoconferenza, anche per le udienze con trattazione scritta, il provvedimento con cui il magistrato dispone la trattazione dell'udienza in forma scritta dovrà essere comunicato con almeno 15 giorni di anticipo rispetto alla scadenza del termine. Ne consegue che tra il termine per il deposito di note e la comunicazione di cancelleria dovranno intercorrere almeno 15 giorni. Sparisce dunque il termine di deposito di note prefissato in 5 giorni prima dell'udienza e, detto termine potrà ben coincidere con il giorno dell'udienza precedentemente fissata. Infatti, nelle prime applicazioni della norma il termine di scadenza viene spesso fissato nello stesso giorno dell'udienza anche se spesso impropriamente viene fissato anche un termine ad ore, disponendo ad esempio il deposito entro le ore 9 del giorno dell'udienza. Secondo i primi commenti tale prassi contrasterebbe con l'articolo 196-sexies disp. att. c.p.c. che prevede la possibilità di depositare gli atti entro la fine del giorno della scadenza. Peraltro, lo stesso articolo in commento prevede che il termine possa essere concesso esclusivamente a giorni e non ad ore. Ebbene in tali casi, ad avviso di chi scrive, è comunque consigliabile anticipare il deposito al giorno precedente all'udienza, onde evitare che la cancelleria venga messa nelle condizioni di scaricare la busta telematica contenente le note di trattazione scritta oltre l'udienza. Si rappresenta invece che, nelle prassi di alcuni uffici giudiziari l'articolo in commento è stato interpretato nel senso di concedere, per il deposito delle note, un termine a ritroso di 15 giorni rispetto all'udienza già fissata, fermo restando che, il provvedimento con cui viene fissato il termine per il deposito di dette note, dovrà essere comunicato almeno 15 giorni prima rispetto al termine di scadenza delle note. Tale prassi appare tuttavia contra legem in quanto la disposizione in commento dispone chiaramente che debbano essere concessi termini acceleratori e che non debba essere fissata alcuna udienza (essendo la stessa sostituita dalla scadenza del termine per il deposito delle note scritte). Peraltro, la concessione di un termine a ritroso anziché di un termine acceleratorio non è opzione neutra dal punto di vista della difesa, stante che nel primo caso il termine scadente la domenica deve essere anticipato al venerdì, con compressione a tredici giorni del diritto di difesa, nel secondo caso il termine scadente al sabato o alla domenica è posticipato al lunedì successivo, con ampliamento del diritto di difesa. Appaiono invece più aderenti al dettato normativo i provvedimenti con i quali, ai sensi dell'art. 127-ter c.p.c., si dispone che l'udienza successiva venga sostituita dal deposito di “note scritte”, contenenti le sole istanze e conclusioni (redatte nel rispetto dei principi di sinteticità e chiarezza) e si assegna termine perentorio (acceleratorio) per il deposito. Come per l'udienza con collegamenti audiovisivi, anche per l'udienza in trattazione scritta, è fissato il termine di 5 giorni — decorrenti dalla comunicazione del provvedimento — per opporsi allo stesso, e per richiedere quindi un'udienza in presenza. Qualora, l'istanza provenga da tutte le parti congiuntamente, il giudice dovrà decidere in conformità all'istanza stessa, disponendo obbligatoriamente la trattazione in presenza. Nella pratica, tale norma, di fatto in vigore fin dall'emergenza Covid-19 è larga applicazione per tutte quelle udienze in cui non è necessaria la presenza fisica delle parti come, ad esempio, l'udienza per l'ammissione dei mezzi istruttori o di precisazione delle conclusioni o di mero rinvio. In tal caso le parti inoltreranno a mezzo PCT le proprie richieste. Si precisa che, nell'ultima revisione degli schemi del PCT è stato istituito un apposito tipo atto denominato “deposito note scritte sost. Udienza” Nel caso di udienza di precisazione delle conclusioni invece, il foglio di precisazione delle conclusioni mediante l'apposita tipologia di atto Foglio di precisazione delle conclusioni (o precisazione delle conclusioni). Tale accortezza agevolerà anche il magistrato in sede di redazione della sentenza, in quanto potrà copiare e incollare le rispettive conclusioni dei difensori in fase di redazione della sentenza. Ciascun difensore potrà precisare le proprie conclusioni inviando mediante deposito telematico il foglio di precisazione delle conclusioni come atto principale utilizzando la tipologia atto foglio di PC o precisazione delle conclusioni. Va peraltro detto che tale ipotesi riguarda le cause già pendenti alla data di entrata in vigore della riforma Cartabia, posto che per le cause assoggettate al nuovo rito non si prevede più tale tipologia di udienza; come si vedrà meglio più avanti, infatti, la precisazione delle conclusioni potrà essere effettuata o fuori udienza nel rispetto del meccanismo decisorio di cui all'art. 190 c.p.c. riformato o nel corso della discussione orale finale. Le istanze di rinvio potranno essere invece depositate utilizzando la tipologia di atto istanza generica o preverbale. Tale modalità, potrà inoltre essere utilizzata per ogni udienza in cui non sia necessaria la comparizione delle parti personalmente o dei testimoni (ad esempio: ammissione messi istruttori) In ogni caso tali note, dovendo sostituire le deduzioni del verbale di udienza, dovranno rispettare i criteri della sinteticità ricalcando un normale verbale di udienza. Più in particolare, come si legge nei primi provvedimenti emanati nel periodo di emergenza Covid-19, “la comparizione delle parti è figurata e si realizza con il deposito telematico di note di trattazione scritta”, escludendosi la presenza fisica dei Difensori e la trattazione orale. Una ulteriore modalità, per garantire il contraddittorio potrà essere la previsione di redazione di note scritte in forma congiunta. Tale opzione, è in genere contemplata come alternativa al deposito disgiunto ed il contraddittorio tra i difensori potrà essere assicurato scambiandosi a mezzo pec o mail sino alle bozze di verbali contenenti le rispettive richieste. (In alternativa i difensori potranno utilizzare l'applicativo note di udienza note.dirittopratico.it/Guida) Dopo aver concordato la bozza definitiva, il verbale verrà sottoscritto digitalmente con firma Pades-bes, non essendo ammesse nel PCT una pluralità di firme Cades, da uno dei difensori che provvederà a trasmetterlo agli altri difensori che apporranno a loro volta la firma. L'ultimo difensore destinatario del verbale provvederà a depositarlo telematicamente inserendolo come atto principale e apponendo in fase di deposito la propria firma digitale (indifferentemente in formato Cades o Pades-bes). Anche in questa ipotesi la tipologia di atto da utilizzare sarà “preverbale” o in alternativa “memoria generica”. Una modalità alternativa, una volta concordata la bozza di verbale, potrà essere la trasmissione telematica di detto unico verbale concordato da parte di ciascuno dei difensori. È opportuno che dopo la costituzione in giudizio, l'avvocato controlli, il fascicolo telematico al fine di verificare se, prima della propria costituzione, sia stata fissata l'udienza con le modalità sopra previste. La giurisprudenza si è poi interrogata sulla problematica della dichiarazione della morte di una parte effettuata mediante note scritte. Sul punto la Suprema Corte, con ordinanza del 24 maggio 2022, n. 16797 si è pronunciata sulla questione della decorrenza del termine per la prosecuzione o riassunzione del processo a seguito di interruzione per morte della parte costituita. La questione si poneva nell'ambito di un giudizio giunto in grado di appello in cui veniva disposto lo svolgimento dell'udienza di p.c. mediante deposito telematico di note scritte, in applicazione della normativa per il contrasto all'emergenza da Covid-19. Nelle note scritte depositate in data 21 settembre 2020, il procuratore dell'appellante dichiarava che era sopravvenuto il decesso del proprio assistito e, all'udienza del 6 ottobre 2020, la Corte d'appello riservava la causa per la decisione. A seguito dell'istanza con la quale il difensore chiedeva la revoca della precedente ordinanza e la dichiarazione di interruzione del processo, la Corte d'appello in data 13 ottobre 2020 dichiarava interrotto il processo. In data 13 gennaio 2021 gli eredi dell'appellante riassumevano il giudizio e, all'udienza di prosecuzione la Corte d'appello dichiarava l'estinzione del processo, considerato che la morte della parte era stata dichiarata dal suo difensore con le note scritte depositate il 21 settembre 2020, sicché la riassunzione risultava tardiva. Gli eredi ricorrevano in sede in sede di legittimità, denunciando una serie di errores in procedendo in cui era incorsa la Corte d'appello, la quale non avrebbe letto le note scritte depositate il 21 settembre 2020 e all'udienza del 6 ottobre, anziché dichiarare interrotto il processo, aveva trattenuto la causa per la decisione. Il processo, secondo i ricorrenti, veniva poi effettivamente interrotto solo con provvedimento della Corte il 13 ottobre 2020, da cui necessariamente prendeva corso il termine trimestrale ex art. 305 c.p.c. per riassumere il processo, da cui il ricorso depositato il 13 gennaio 2021. La Corte ha dichiarava inammissibile il ricorso, richiamando un consolidato orientamento secondo cui “nell'ipotesi di morte o di perdita della capacità della parte costituita, la dichiarazione dell'evento interruttivo può essere validamente effettuata dal difensore della parte colpita da esso al difensore della controparte, ai sensi del combinato disposto degli artt. 170 e 300 c.p.c. (nella specie, mediante nota scritta scambiata e depositata in telematico nell'ambito dello svolgimento di udienza in attuazione delle misure di contrasto dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, decorrendo il termine di tre mesi da tale data, nella quale si realizza la conoscenza legale dell'evento interruttivo, e non da quella della successiva formale dichiarazione di interruzione del processo, avente natura meramente ricognitiva, senza che tale disciplina incida negativamente sul diritto di difesa delle parti” (Cass. civ. sez. un., n. 7443/2008; Cass. civ., n. 21375/2017; Cass. civ., n. 773/2013). |