Principio di strumentalità delle forme e mancato deposito dell'atto di impugnazione e della relata

28 Ottobre 2024

L'omesso deposito degli originali o duplicati telematici dell'atto d'impugnazione e della relativa notificazione non può determinare l'improcedibilità dell'appello, atteso che il destinatario della notifica telematica, venuto in possesso dell'originale dell'atto, risulta in grado di effettuare direttamente la verifica di conformità, dovendosi privilegiare il principio di "strumentalità delle forme" processuali senza vuoti formalismi, alla luce del rilievo attribuito dagli artt. 6 CEDU, 47 della Carta UE e 111 Cost. all'effettività dei mezzi di azione e difesa in giudizio, configurati come diretti al raggiungimento di una decisione di merito.

La vicenda

La Corte territoriale dichiarava improcedibile l'appello proposto da due soggetti verso una società di costruzioni e un consorzio, avverso la pronuncia che aveva rigettato la domanda dei medesimi appellanti. La Corte territoriale osservava che i due soggetti avevano depositato le relate di notifica della notificazione della citazione in appello in formato pdf e le ricevute di consegna dell'atto ai due convenuti e ai loro difensori, dai quali si evinceva che detta notifica era stata eseguita tramite PEC ai sensi della l. n. 53/1994. Inoltre, gli appellati, nel costituirsi, avevano depositato le relate di notifica e copia del messaggio PEC in formato pdf e, alla prima udienza, la Corte aveva rilevato che non avevano dimostrato la notifica dell'atto d'appello in forma telematica. Per tale giudice territoriale non era emersa la prova della data della notificazione, né dell'eventuale sanatoria del vizio per il deposito telematico della copia analogica dell'appello.

I depositi

Nei fatti, i due ricorrenti avevano depositato le relate di notifica della citazione in appello in formato pdf e le ricevute di consegna dell'atto ai due convenuti e ai loro difensori, dalle quali si evinceva che tale notifica era avvenuta tramite PEC a norma della l. n. 53/1994 e gli appellati, nel costituirsi, avevano depositato le relate di notifica dell'atto d'appello e copia del messaggio PEC in formato pdf, indicanti anche la data e l'orario, senza contestare la regolarità della medesima notifica.

L'orientamento di legittimità sull'omesso deposito dell'impugnazione

La Corte ha richiamato l'indirizzo giurisprudenziale secondo cui, in ipotesi di notificazione dell'appello a mezzo PEC e di costituzione dell'appellante in modalità analogica, l'omesso deposito degli originali o duplicati telematici dell'impugnazione e della relativa notificazione non determina l'improcedibilità dell'appello, atteso che il destinatario della notifica telematica, venuto in possesso dell'originale dell'atto, risulta in grado di effettuare direttamente la verifica di conformità, dovendosi privilegiare il principio di "strumentalità delle forme" processuali senza vuoti formalismi, in virtù del rilievo assegnato dagli artt. 6 CEDU, 47 della Carta UE e 111 Cost. all'effettività dei mezzi di azione e difesa in giudizio, rappresentati come diretti al conseguimento di una decisione di merito.

No all'improcedibilità

In dettaglio la Cassazione (n. 6583/2024) ha chiarito l'insussistenza dei presupposti della declaratoria di improcedibilità dell'appello avendo l'appellante, all'atto della sua costituzione in modalità analogica, depositato le copie analogiche dell'appello con le relate di notifica, insieme all'attestazione della conformità di tali copie agli originali informatici, e la parte appellata aveva dato atto, nella comparsa di costituzione, che l'atto di citazione in appello era stato notificato al suo legale.

La casistica

Il deposito in cancelleria, nei venti giorni dall'ultima notifica, di copia analogica del ricorso per cassazione predisposto in originale telematico e notificato a mezzo PEC, senza attestazione di conformità del difensore ex art. 9, commi 1-bis e 1-ter l. n. 53/1994 o con attestazione priva di firma autografa, non ne comporta l'improcedibilità ove il controricorrente depositi copia analogica del ricorso ritualmente autenticata ovvero non abbia disconosciuto la conformità della copia informale all'originale notificatogli ex art. 23, comma 2, del d.lgs. n. 82/2005. Viceversa, ove il destinatario della notificazione a mezzo PEC del ricorso nativo digitale rimanga solo intimato ovvero disconosca la conformità all'originale della copia analogica non autenticata del ricorso tempestivamente depositata, per evitare di incorrere nella dichiarazione di improcedibilità sarà onere del ricorrente depositare l'asseverazione di conformità all'originale della copia analogica sino all'udienza di discussione o all'adunanza in camera di consiglio (Sezioni Unite, n. 22438/2018).

Ulteriormente, nell'ipotesi ove l'appellante, nel costituirsi in modalità telematica, ometta di depositare i file o le copie analogiche idonei a comprovare l'avvenuta notificazione del gravame, quest'ultimo è improcedibile, a meno che alla relativa produzione non provveda l'appellato (Cass., n. 9269/2023). Come anche, a tempestiva costituzione dell'appellante, con il deposito di copia cartacea dell'atto di appello notificato a mezzo PEC, anziché mediante deposito telematico dell'originale, non determina l'improcedibilità del gravame ai sensi dell'art. 348, comma 1, c.p.c., ma integra una nullità per vizio di forma, come tale sanabile con il raggiungimento dello scopo dell'atto (Cass., n. 33601/2022) e, in tale fattispecie, la Corte ha cassato con rinvio la sentenza impugnata, che aveva erroneamente dichiarato improcedibile il gravame, nonostante la controparte nulla avesse eccepito a fronte della tempestiva costituzione dell'appellante, mediante deposito cartaceo dell'atto notificato telematicamente, della relata e delle ricevute di consegna via PEC).

Opera il principio di strumentalità delle forme

Per l'effetto, secondo il Collegio la pronuncia impugnata non è condivisibile sul punto concernente l'improcedibilità dell'appello.

L'omesso deposito degli originali o duplicati telematici dell'atto d'impugnazione e della relativa notificazione non può determinare l'improcedibilità dell'appello, atteso che il destinatario della notifica telematica, venuto in possesso dell'originale dell'atto, risulta in grado di effettuare direttamente la verifica di conformità, dovendosi privilegiare il principio di "strumentalità delle forme" processuali senza vuoti formalismi, alla luce del rilievo attribuito dagli artt. 6 CEDU, 47 della Carta UE e 111 Cost. all'effettività dei mezzi di azione e difesa in giudizio, configurati come diretti al raggiungimento di una decisione di merito (Cass., n. 6583/2024). Nel caso specifico, i due appellati hanno prodotto le relate di notificazione dell'appello, indicandone la data e l'orario, senza alcuna lesione, neanche eventuale, del diritto di difesa, mentre i ricorrenti hanno pure prodotto, così come si è evinto dall'indice del ricorso, le relate della stessa notificazione nei formati telematici. In accoglimento del ricorso di legittimità dei due appellanti, la sentenza è stata quindi cassata, con rinvio della causa alla Corte d'appello.

(tratto da: dirittoegiustizia.it)

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