Il regime di stabilità dell’ordinanza che accoglie o rigetta l’istanza ex art. 649 c.p.c.

30 Ottobre 2024

Il contributo analizza il regime di stabilità del provvedimento che concede o nega la sospensione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo e, in particolare, il problema della reclamabilità dell’ordinanza ex art. 649 c.p.c.

Premessa

Il procedimento monitorio rappresenta una forma di tutela sommaria finalizzata a consentire, in presenza di speciali condizioni, la rapida formazione del titolo esecutivo quando è ragionevole ritenere che la domanda di condanna ad una determinata prestazione non incontrerà effettive contestazioni (PROTO PISANI, 548).

Tale procedimento si articola in due fasi:

  1. la prima fase, sempre necessaria, è instaurata dal creditore al fine di ottenere un decreto giudiziale di ingiunzione all'adempimento ed è caratterizzata da una cognizione sommaria e parziale (per l'assenza di contraddittorio);
  2. la successiva seconda fase (eventuale) è introdotta dal soggetto ingiunto con l'opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli ed è strutturata come un ordinario processo di cognizione.

Il provvedimento monitorio acquista efficacia esecutiva in caso di mancata opposizione dell'ingiunto, come previsto dall'art. 647 c.p.c. o a seguito del rigetto dell'opposizione con sentenza passata in giudicato o provvisoriamente esecutiva, ai sensi dell'art. 653 c.p.c.

Soltanto nelle ipotesi indicate nell'art. 642 c.p.c. il decreto ingiuntivo può essere dichiarato provvisoriamente esecutivo dal giudice adito, senza la preventiva instaurazione del contraddittorio. Ciò costituisce una importante deroga al principio del contraddittorio, garantito dagli artt. 24 e 101 Cost. (CONTE, 373).

Nel futuro eventuale giudizio di opposizione, l'art. 649 c.p.c. consente all'ingiunto di ottenere un provvedimento di sospensione dell'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo concessa a norma dell'art. 642 c.p.c., in attesa della pronuncia della sentenza di merito di eventuale accoglimento delle contestazioni sollevate. La ratio della norma è riscontrabile nell'esigenza di consentire all'ingiunto che ha proposto l'opposizione ex art. 645 c.p.c. di chiedere un riesame del provvedimento esecutivo a contraddittorio pieno (CONFORTI, 1), con conseguente riequilibrio a favore del debitore.

Sospensione dell'esecuzione provvisoria ex art. 649 c.p.c.

Nel giudizio di opposizione il giudice, su istanza dell'opponente, quando ricorrono gravi motivi, con ordinanza non impugnabile, può sospendere l'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo concessa a norma dell'art. 642 c.p.c. nella fase inaudita altera parte. Questa possibilità è prevista anche dall'art. 650 c.p.c. nel caso di opposizione tardiva

La formulazione letterale dell'art. 649 c.p.c. è inequivoca nell'ammettere la sospensione quando l'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo è stata concessa ai sensi dell'art. 642 c.p.c. Ne consegue che la sospensione non può essere richiesta dall'opponente nella diversa ipotesi di concessione della provvisoria esecuzione ai sensi dell'art. 648 c.p.c. in pendenza dell'opposizione (CONFORTI, 3).

I presupposti per la sospensione sono tre:

  1. la pendenza dell'opposizione a decreto ingiuntivo;
  2. l'istanza dell'opponente;
  3. la sussistenza dei gravi motivi.

La decisione sull'istanza ex art. 649 c.p.c. postula la regolare instaurazione del contraddittorio tra le parti.

Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ammette la possibilità di ottenere la sospensione prima dell'instaurazione del contraddittorio con decreto inaudita altera parte, salva la conferma, modifica o revoca a contraddittorio pieno, stante la natura lato sensu cautelare del provvedimento, con conseguente applicazione dell'art. 669-sexies c.p.c. (Cass. 3 marzo 2012, n. 3979). L'istanza di sospensione può essere presentata dall'opponente fino alla rimessione della causa in decisione (TEDOLDI, 849).

I gravi motivi possono riguardare il periculum in mora, ossia il pericolo di danno grave ed irreparabile al patrimonio del debitore per effetto dall'esecuzione del decreto prima della pronuncia sul merito, senza garanzia di risarcimento in caso di accoglimento dell'opposizione (Trib. Velletri, 5 marzo 2020), il fumus boni iuris, vale a dire la probabile fondatezza dell'opposizione (Trib. Perugia, 2 ottobre 2020), nonché la legittimità della concessione del decreto o della provvisoria esecuzione dello stesso (Trib. Roma, 29 dicembre 2023).

Secondo l'orientamento dominante (Cass. civ., sez. III, 3 maggio 1991, n. 4866), condiviso dalla Corte costituzionale (Corte Cost., 17 giugno 1996, n. 200), la sospensione dell'esecuzione provvisoria concessa ai sensi dell'art. 642 c.p.c. elimina ex nunc l'efficacia esecutiva del titolo. Non è, invece, consentito all'opponente ottenere dal giudice la revoca della provvisoria esecutorietà concessa al decreto ai sensi dell'art. 642 c.p.c. e, di conseguenza, l'immediata caducazione di tutti gli atti giuridici eventualmente già compiuti (TEDOLDI, 857).

Non impugnabilità e irrevocabilità dell'ordinanza

L'art. 649 c.p.c. qualifica espressamente come «non impugnabile» l'ordinanza che sospende la provvisoria esecuzione. L'inoppugnabilità comporta che l'ordinanza ex art. 649 c.p.c. non è né modificabile né revocabile, in forza del disposto di cui all'art. 177, comma 3, c.p.c.

La norma dichiara «non impugnabile» unicamente l'ordinanza che sospende la provvisoria esecuzione.

Sulla scorta dell'interpretazione del dato normativo, secondo una prima tesi, la non impugnabilità riguarda solo l'ipotesi in cui il giudice abbia sospeso la provvisoria esecuzione. Diversamente, all'ordinanza di diniego della sospensione è applicabile il regime generale di cui all'art. 177, comma 2, c.p.c., con conseguente ammissibilità della revoca o della modifica dell'ordinanza di rigetto dal giudice che l'ha pronunciata e riproponibilità dell'istanza da parte dell'opponente in corso di causa (GARBAGNATI, 241; in giurisprudenza cfr. Trib. Fermo 12 ottobre 2007; Trib. Roma 17 febbraio 2001).

Secondo tale impostazione, la non impugnabilità è limitata al caso in cui il provvedimento incida sull'esecutività del decreto ingiuntivo (sospendendo la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto), in quanto la ratio dell'art. 649 c.p.c. (e dell'art. 648 c.p.c. nel caso di concessione della provvisoria esecuzione) è ravvisabile nella volontà del legislatore di evitare la ripetuta modifica, prima della decisione in merito dell'opposizione, dell'efficacia del decreto d'ingiunzione (GARBAGNATI, 237).

Secondo una diversa costruzione, esigenze di uniformità di trattamento delle due fattispecie portano a ritenere che, una volta rigettata l'istanza di sospensione della provvisoria esecuzione, ogni ulteriore statuizione sulla fondatezza della domanda è riservata alla sentenza. Nel caso di mutamento del quadro probatorio tale da evidenziare la fondatezza dell'opposizione, il rimedio a tutela dell'opponente è rappresentato da una «eccezionale e congrua» anticipazione della decisione con sentenza  (VALITUTTI, DE STAFANO, 415).

A sostegno di questa ricostruzione, si è evidenziata l'analogia di contenuto tra l'ordinanza di rigetto dell'istanza ex art. 649 c.p.c. e quella che concede la provvisoria esecuzione, la quale è espressamente dichiarata «non impugnabile» dal legislatore (in entrambi i casi il decreto ingiuntivo è suscettibile di esecuzione), nonché tra l'ordinanza di sospensione della provvisoria esecuzione, normativamente qualificata «non impugnabile», e quella che nega la provvisoria esecuzione (in entrambi i casi il decreto ingiuntivo non è suscettibile di esecuzione) (Trib. Mantova, 3 settembre 2011).

Ciò chiarito, è importante evidenziare che la giurisprudenza di legittimità esclude la ricorribilità per Cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. dell'ordinanza di cui all'art. 649 c.p.c., trattandosi di provvedimento privo di contenuto decisorio, destinato ad operare in via meramente temporanea, producendo effetti che si esauriscono con la sentenza che pronuncia sull'opposizione (Cass. civ., sez. III, 18 gennaio 2005, n. 905).

(Segue): l'ammissibilità del reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c.

In tale quadro normativo, ci si è chiesti se l'ordinanza che decide l'istanza di sospensione sia reclamabile ex art. 669-terdecies c.p.c. dinanzi al Collegio.

L'opzione negativaprevalente nella giurisprudenza di merito (Trib. Savona, 22 luglio 2019, n. 4; Trib. Reggio Emilia, 23 ottobre 2012; Trib. Venezia, 4 aprile 2000) - si fonda sui seguenti elementi:

  • il provvedimento che sospende la provvisoria esecuzione è espressamente definito dalla legge «non impugnabile» ed è destinato ad essere assorbito dalla decisione conclusiva del giudizio di opposizione (Trib. Torino, 3 agosto 2018);
  • il provvedimento di rigetto dell'istanza ex art. 649 c.p.c. è revocabile e modificabile dal medesimo organo decidente (Trib. Torino, 3 agosto 2018);
  • le disposizioni del rito cautelare uniforme non si applicano ai procedimenti previsti dal codice di rito al di fuori delle sezioni II, III e V del Capo III (Trib. Lucca, 16 giugno 2007);
  • l'ordinanza ex art. 649 c.p.c. ha natura sommaria non cautelare in quanto non è dotata di relativa stabilità e dei caratteri di provvisorietà e strumentalità (Trib. Lucca, 16 giugno 2007) e prescinde dal requisito del periculum in mora;
  • pur ammettendo che l'ordinanza ex art. 649 c.p.c. possieda tali caratteristiche, essa non riveste natura cautelare in quanto interviene dopo che si è già avuto un accertamento giurisdizionale (Trib. Torino, 9 marzo 2016);
  • il procedimento di cui all'art. 649 c.p.c. è disciplinato in modo autonomo sulla base di una disposizione che rende comunque incompatibile l'estensione delle norme sul processo cautelare uniforme (Trib. Lamezia Terme, 29 marzo 1996).

In senso critico, parte della dottrina ha evidenziato che l'ostacolo costituito dal carattere della «non impugnabilità» dell'ordinanza ex art. 649 c.p.c. potrebbe essere superato dalla constatazione che la norma in questione è stata introdotta allorquando il rimedio del reclamo di cui all'art. 669-terdecies c.p.c. non era ancora contemplato tra gli istituti processuali, con conseguente possibilità di limitare l'inoppugnabilità prevista dalla norma ai tipici mezzi di impugnazione delle sentenze, nell'ottica di evitare una eccessiva frammentazione del processo (UNGARETTI DELL'IMMAGINE, 987). A tanto si è aggiunto il rilievo che l'individuazione dell'ambito di applicazione dell'art. 669-terdecies c.p.c. dipende dalla natura cautelare del provvedimento, indipendentemente dalla collocazione sistematica della misura che viene in rilievo (MERLIN, 710).

Ulteriormente, si è osservato che le ordinanze di cui all'art. 649 c.p.c. presentano le caratteristiche strutturali dei provvedimenti cautelari, in quanto sono connotate da provvisorietà (siccome destinate ad essere assorbite dalla decisione finale) e strumentalità, sebbene in forma attenuata (poiché anticipano un effetto della decisione di merito e sono inidonee a sostituirsi alla decisione finale), e richiedono la valutazione del periculum in mora (CARIGLIA, 1105). Inoltre, si è rilevato che la S.C., affermando la natura lato sensu cautelare del provvedimento di cui all'art. 649 c.p.c., ha ritenuto applicabile il rito cautelare uniforme nella parte in cui consente l'adozione del provvedimento prima dell'instaurazione del contraddittorio sull'istanza cautelare (art. 669-sexies c.p.c.) (GIORDANO, 9).

In quest'ottica, una recente pronuncia di merito (Trib. Roma, 29 dicembre 2023) ha ritenuto ammissibile il reclamo proposto avverso l'ordinanza di rigetto ex art. 649 c.p.c., attraverso un'interpretazione sistematica e costituzionalmente orientata delle norme di riferimento, alla luce dell'evoluzione delle più recenti pronunce della Corte Costituzionale (Corte Cost., 10 novembre 2023, n. 202), secondo cui «vi è un'area di tendenziale reclamabilità di provvedimenti che, in quanto non definitivi né decisori, si sottraggono alla ricorribilità per Cassazione di cui al settimo comma dell'art. 111 Cost.». A fondamento di tale conclusione, si è evidenziato che:

  • nell'attuale sistema processuale, il reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. si configura come rimedio generale di revisione di provvedimento sommari, anche privi di natura cautelare (v. gli artt. 183-bis e 183-quater c.p.c., introdotti dal d.lgs. n. 149/2022); le norme sul procedimento cautelare uniforme esprimono principi generali a cui occorre far riferimento per colmare le eventuali lacune della disciplina dei procedimenti ispirati alla stessa ratio (Corte Cost., 28 gennaio 2010, n. 26);
  • la «non impugnabilità» è prevista dall'art. 649 c.p.c. solo per il provvedimento che sospende la provvisoria esecuzione concessa a norma dell'art. 642 c.p.c., non anche per quello di rigetto;
  • la natura cautelare dell'ordinanza di cui all'art. 649 c.p.c. comporta l'applicabilità del rito cautelare uniforme, compresa la possibilità di reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c.

Ciò chiarito, è innegabile che la non reclamabilità del provvedimento che nega la sospensione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, privando l'opponente della funzione garantistica di tale rimedio, rappresentata dall'alterità dell'organo di controllo, determina un importante vulnus al diritto di difesa della parte, specie se si considera che tale provvedimento non è soggetto ad alcuna forma di controllo, neppure in sede di legittimità.

Occorre però chiedersi se, una volta ammessa, in sede applicativa, attraverso un'interpretazione sistematica e costituzionalmente orientata delle norme di riferimento, la reclamabilità ex art. 669-terdecies c.p.c. dell'ordinanza di diniego dell'istanza ex art. 649 c.p.c., sia compatibile con il principio di parità delle parti nel processo (art. 111 Cost.) il regime di «non impugnabilità» normativamente previsto per il provvedimento di sospensione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo, il quale è idoneo a modificare la realtà, incidendo in senso negativo sull'esecutività del decreto ingiuntivo (in arg. CARIGLIA, 1106).

Si potrebbe obiettare che la ratio di tale previsione è quella di evitare la ripetuta modifica, prima della decisione in merito dell'opposizione, dell'efficacia del decreto d'ingiunzione (in arg. GARBAGNATI, 237), che il regime di inoppugnabilità della sola ordinanza che sospende l'esecuzione è volta a bilanciare a favore del debitore la disparità delle parti che caratterizza la fase monitoria (in arg. CARIGLIA, 1107), che l'estensione del reclamo alle ordinanze ex art. 649 c.p.c. potrebbe avere delle rilevanti ricadute sull'efficienza del sistema (in arg. CEA, 3651) e che il rimedio del reclamo è escluso anche per altri provvedimenti con funzione cautelare, come quello previsti dall'art. 283 c.p.c. (in arg. LICCI, 3).

Tuttavia, l'assunto secondo cui le ordinanze emesse ai sensi dell'art. 649 c.p.c. hanno funzione e natura cautelare non può prescindere dalla considerazione che il principio della parità di trattamento nell'esercizio del diritto di agire e difendersi in giudizio, ai sensi dell'art. 3 Cost. correlato con l'art. 24 Cost., postula che i provvedimenti cautelari di accoglimento e di rigetto debbano essere soggetti allo stesso regime di impugnabilità (Corte Cost., 23 giugno 1994, n. 253) (in arg. UNGARETTI DELL'IMMAGINE, 987). Al contempo, le esigenze di buon funzionamento del sistema giudiziario devono essere necessariamente contemperate con quelle di tutela di un effettivo diritto di difesa (in arg. CEA 3651).

Né può trascurarsi che l'interpretazione evolutiva dell'art. 669-terdecies c.p.c., nell'ottica dei principi del giusto processo e del diritto di difesa, potrebbe suggerire di «applicare pezzi della disciplina del procedimento cautelare uniforme anche a provvedimenti che non rivestono natura cautelare» (CEA, 3646).

Da quanto detto, emerge che la questione del controllo dei provvedimenti sommari esecutivi è ancora aperta.

Riferimenti

  • ASPRELLA, sub art. 649, in Codice di procedura civile commentato, di Picardi, a cura di Vaccarella, Milano, 2021;
  • CARIGLIA, Brevi note sull'ordinanza di rigetto dell'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del decreto ingiuntivo opposto ex art. 649 c.p.c., in Giur. it., 2012, 5, 1102 ss.;
  • CEA, Spunti in tema di esecutorietà dei provvedimenti monitorio, in Foro it., 2000, I, 3645 ss.;
  • CONFORTI, Inibitoria ex art. 649 c.p.c. ed esecuzione ingiusta: un impasse da superare, in judicium.it;
  • CONTE, sub art. 649, Del procedimento d’ingiunzione, in Commentario del Codice di procedura civile, a cura di Chiarloni, Bologna, 2012;
  • GARBAGNATI, il procedimento d'ingiunzione, a cura di Romano, Milano, 2012;
  • GIORDANO, Note sulle “vicende” dell’esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo, in giustiziacivile.com, 4 febbraio 2015;
  • LICCI, Brevi note sulla reclamabilità dell’ordinanza di rigetto dell’istanza ex art. 649 c.p.c. (T. Roma 29 dicembre 2023), in judicium.it, 7 febbraio 2024;
  • MERLIN, Sulla reclamabilità delle ordinanze sulla provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo ex art. 648 c.p.c., in Corr. giur., 2005, 710 ss.;
  • PROTO PISANI, Lezioni di diritto processuale civile, Napoli, 2002;
  • TEDOLDI, sub art. 649, in Commentario del codice di procedura civile, a cura di Comoglio, Consolo, Sassani, Vaccarella, vol. VII, Tomo I, Torino, 2014;
  • UNGARETTI DELL’IMMAGINE, Brevi note in tema di controlli sulle ordinanze ex artt, 648 e 649 c.p.c., in Giur. mer., 2008, 986 ss.
  • VALITUTTI - DE STEFANO, Il decreto ingiuntivo e l’opposizione, Padova, 2013.

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